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Autore: FairLady    28/07/2013    5 recensioni
Ipotetico futuro del Delena, che prende spunto dagli avvenimenti realmente accaduti sino alla 4x23. Proprio come dice il titolo della OS, una mia idea (sicuramente condivisa da molte persone) per un finale definitivo.
Piccolissimo accenno Klaroline! Non sarei io, altrimenti. :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elena fissò per un lungo istante la sua figura riflessa nel grande specchio davanti a lei.
Più ci pensava, più le sembrava incredibile che quel giorno fosse davvero arrivato.
Da quando era diventata un vampiro, aveva messo una pietra sopra a quasi ogni esigenza umana, ogni etichetta. E, da quel giorno, erano passati anni, decenni.
I suoi capelli castani erano lucidi e morbidi, come sempre, e nessuna ruga aveva deturpato il suo bel viso da diciottenne. I suoi occhi risplendevano e il suo sorriso non era cambiato di una virgola. Anzi, in effetti era cambiato: era sincero, felice. Sereno. Grazie a lui. Grazie a quei mesi insieme, che, senza che se ne rendessero conto, si erano moltiplicati all’infinito, fino a portarli lì, dove erano.
Mystic Falls, nonostante il mondo fosse evoluto e mutato dai primi anni del ventunesimo secolo, era ancora quella piccola, strana e misteriosa cittadina di sempre. Lì, sembrava che non fosse trascorso più di un lustro, invece era il 2092. Il giorno del suo centesimo compleanno.  
Erano tornati per un grande evento. Ci sarebbe stata una fantastica festa, organizzata da Caroline, ovviamente. Le persone che erano state con loro agli inizi, tutti quelli che avevano incontrato e a cui avevano voluto bene durante quegli anni, sarebbero state lì.
Lisciò compostamente le pieghe del vestito bianco che indossava. Non ne aveva assolutamente bisogno, ma pensava che forse le sarebbe stato d’aiuto per placare il nervosismo. Eh, sì! Era un vampiro immortale, forte e coraggioso, ma in quel momento si sentiva una novellina. Una ragazzina. Non si sentiva per niente addosso quei cento anni che era pronta a compiere.
Si mosse verso la finestra che, dalla camera in cui si trovava, affacciava sul grande giardino del Pensionato. Erano già tutti pronti, ad occhio e croce mancava solo lei.
L’uomo che di lì a poco avrebbe sposato se ne stava vicino al Pastore Lockwood, che avrebbe celebrato la messa. Stavano parlando ed Elena avrebbe tranquillamente potuto ascoltare la conversazione, ma non aveva voglia di concentrarsi. A dirla tutta, quel giorno, aveva deciso che sarebbe stata una ragazza qualunque. Non avrebbe usato velocità sovraumana, udito supersonico o altro. Sarebbe stata semplicemente Elena Gilbert, la ragazza che stava per diventare la moglie dell’uomo che amava: Damon Salvatore.
Toc Toc…
Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì bussare alla porta.
Sicuramente erano venuti a cercarla. La cerimonia sarebbe iniziata di lì a poco e, di certo, non avrebbe potuto farlo senza la protagonista principale: la sposa.
“Elena?”
Dalla porta appena scostata, spuntò il viso curioso ed emozionato di Stefan. Entrò e la richiuse dietro di sé.
“Sei pronta?” le chiese, avvicinandosi e prendendole le mani. “Lo sposo inizia ad essere nervoso, e sai che Damon Nervi a Fior Pelle, non è la sua versione migliore.”
Elena sorrise a quelle parole e, per un momento, si soffermò a ringraziare il cielo, o qualunque cosa ci fosse stata lassù, per averle riportato indietro Stefan. Quel giorno non sarebbe stato lo stesso senza di lui e, se anche tra loro le cose erano andate male, gli voleva sempre un gran bene, sarebbe stato per sempre la persona che l’aveva salvata. Non solo dalle acque torbide del Wickery Bridge, ma da se stessa. Le era stato accanto in uno dei periodi più bui della sua vita, e questo non lo avrebbe mai dimenticato.
“Sarà il caso che andiamo, allora. Non vorrei che si ubriacasse prima del sì.” Gli rispose, tornando a guardarsi brevemente allo specchio, giusto per essere sicura che fosse tutto al proprio posto, esattamente come pochi secondi prima.
Stefan la guardò negli occhi, attraverso il riflesso, e le sorrise.
“Sei splendida.” ammise, indicando con le braccia la sua persona e sospirando. Chissà se solo per l’emozione, o per qualcosa d’altro.
“Grazie di essere qui.” Soffiò fuori lei, velocemente, forse per paura che se avesse aspettato ancora non avrebbe più avuto il coraggio di dirlo.
Lui prese un breve respiro, le accarezzò una guancia e le sorrise ancora.
“Non sarei mancato per nessun motivo al mondo, Elena.”
Lei ricambiò dolcemente il sorriso. Si voltò a prendere il bouchet di semplici roselline bianche che aveva poggiato al mobile e s’incamminò appena dietro il biondo. Lui le porse il braccio, invitandola a farsi accompagnare all’altare.
Mentre scendeva le scale del Pensionato, il suo pensiero corse lontano, verso Jeremy. Non aveva voluto farsi trasformare; aveva preferito vivere una vita umana, mortale, e, nonostante Elena avesse avuto quasi sessant’anni per abituarsi all’idea che prima o poi lo avrebbe perso, quando infine se n’era andato, circa cinque anni addietro, la sua indole compassionevole e sensibile l’aveva torturata come altre poche volte nella vita. In realtà, come una volta sola era successo: quando Silas lo aveva ucciso.
La sua fortuna fu, come altre volte nel corso del centennio, la vicinanza di Damon. Lui non avrebbe mai permesso che si spezzasse, che soffrisse più del necessario. Aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per evitare che il dolore lancinante la portasse di nuovo a spegnere i sentimenti, con le conseguenze che avevano già vissuto in precedenza. Damon era sempre lì a tenerla insieme. Damon era il suo collante.
“Spero che, da dove sei, tu possa vedermi. Damon ce l’ha fatta, Jeremy. Mi sta sposando.”
Tante volte il suo fratellino minore aveva provato a spingere il vampiro a chiedere in sposa sua sorella; altrettante volte si era sentito rispondere che, per i vampiri, il matrimonio non aveva alcun significato. Ma ne aveva per Elena. Poteva pure essere un vampiro, ma restava anche sempre una ragazza di diciotto anni, con i propri sogni e le proprie aspettative. Damon non aveva mai capito quanto l’abito bianco fosse importante per la sua compagna, finché non la sentì parlarne con Caroline qualche anno prima, mentre organizzavano le sue nozze con Klaus.
Ci aveva messo un po’, da allora, per chiederle di sposarlo, ma, quando ci era riuscito, anche lui si era sentito diverso, emozionato, completo.

Ora quel momento era finalmente arrivato.
Elena si guardò intorno, mentre percorreva lentamente il corridoio che conduceva all’altare. Non c’erano proprio tutti quelli che amava, lì. Mancavano le persone che li avevano lasciati, lungo il tragitto. Oltre a Jeremy e sua moglie, anche quella di Tyler. Matt. Bonnie. Sentiva la mancanza persino di Katherine che si era finalmente ricongiunta alla sua famiglia, dopo aver vissuto la sua vita da umana, piena e felice.
Mancava un pezzo della sua vita, un pezzo importante, ma d’altronde era quella la maledizione di quelli come lei, dei vampiri. Finivano sempre col perdere qualcuno di essenziale, ma col tempo le ferite sarebbero guarite, lasciando solo invisibili cicatrici.
Puntò lo sguardo dritto davanti a sé, con determinazione, con impazienza, e incrociò immediatamente quello ardente ed infinito di Damon.
Era meraviglioso in quello smoking nero.
Per un istante, un fugace momento, le sembrò di scorgere tra lui e Stefan, il grande assente: Alaric.
Quanto poteva sentire la sua mancanza Damon, quel giorno?
Quanto intensamente stava pensando al suo amico?
Quanto poteva farlo soffrire non averlo lì, accanto a sé, per quell’evento così speciale?
E quanto mancava a lei, Rick? Il suo tutore, il suo mentore. La sua famiglia, per così troppo poco tempo.
Cercò di ricacciare indietro le lacrime che avrebbero senz’altro finito per rovinare l’opera d’arte che Caroline aveva creato, e tornò a tuffarsi negli occhi così familiari e amorevoli di Damon. Lui la fissava con intensità, la consumava, la incatenava.
Era passato tanto tempo da quella sera in cui aveva definitivamente scelto lui, ma ogni volta che lo guardava era esattamente tutto come allora. L’amore profondo che li legava si toccava con mano, si respirava nell’aria.
“Non ci sono scuse in questo mondo che contengano tutti i motivi per i quali sono sbagliato per te.”
Ricordava ancora perfettamente con quanto dolore avesse pronunciato quelle parole. Si era sempre sentito immeritevole di lei. Fuori posto. Troppo poco, per anche solo credere che Elena, la meravigliosa e perfetta Elena, amasse proprio lui. E non si rendeva conto, invece, di quanto lei si ritenesse fortunata al pensiero che un essere come Damon avesse scelto proprio lei.
In quel momento, mentre azzerava lo spazio tra loro, i suoi occhi di ghiaccio indossavano la stessa espressione attonita e incredula di quella sera, quando gli aveva confessato di amarlo. Uno sguardo struggente, impossibile da sostenere senza rimanerne schiacciati, soffocati da quel sentimento enorme e dirompente che lo causava.
“Ciao fratello, - sussurrò Damon a Stefan, quando quest’ultimo gli porse la mano della sposa – grazie.”
“Abbine sempre cura.” E non era una richiesta, la sua, quasi un’intimazione. Da quelle tre parole, si capiva quanto ancora fosse profondo l’affetto che Stefan provava per lei.
“Sempre.” Gli promise il moro, senza battere ciglio, come se non avesse trascorso più di ottant’anni a farlo. Si scambiarono un sorriso fraterno, poi Damon riportò lo sguardo su di lei, su Elena. Strinse la mano nella sua, incrociando le loro dita, carezzandole il dorso con il pollice. Le sorrise e, solo in quell’istante, si rese conto di quanto in realtà fosse emozionato. Era una sensazione di intenso calore che si propagava in lui dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli. Si sentiva come se avesse bevuto, nonostante fosse completamente sobrio. Pensò che fosse assurdo sentirsi a quel modo, non dopo più di ottant’anni di vita insieme, ma gli era impossibile calmarsi. Il pastore cominciò a parlare che loro erano ancora persi l’uno nello sguardo dell’altra, incapaci di andare oltre. Se avessero potuto, i loro cuori si sarebbero mossi al ritmo dello stesso battito.
Un risatina sommessa si alzò tra gli invitati che si resero conto della loro difficoltà ad atterrare sul pianeta. Damon avvicinò il viso a quello di Elena, che sorrise quasi intimidita.
La bocca di lui si posò delicatamente su quella di lei, regalandole un semplice e casto bacio.
“Sei un incanto, amore.” Le sussurrò. Poi volse lo sguardo al pastore che attendeva solo un gesto per iniziare la celebrazione.
“Siamo pronti. – gli disse, arricciando le labbra in una smorfia divertita – Prego.”
E così, tra amici immortali, pensieri lontani e amore infinito, Damon Salvatore si apprestò a prendere in moglie Elena Gilbert. L’unica donna che avesse mai amato e che avrebbe amato per il resto della loro eternità.



You were there for summer dreaming
and you gave me what I need
and I know you’ll find your freedom
for eternity

~ Robbie Williams – Eternity ~

   
 
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