Piove.
 
Piove ogni fottuto giorno a Bradford.
 
Ad Angel non piace la pioggia, la trova inutile e deludente, triste per di più.
 
Angel sarebbe tanto voluta rimanere a Mullingar, lì si che si stava bene, lì aveva la sua vita e ora l’aveva abbandonata, persa, insieme a tutti i suoi amici, ma soprattutto insieme a Niall.
 
Angel aveva sempre avuto un buon rapporto con Niall, non era né amicizia, né amore, forse era qualcosa di più. Niall era quel ragazzo un po’ strano, che preferiva avere un’amica femmina con cui parlare, che un ragazzo con cui giocare a calcio.
A Niall non era mai piaciuto giocare a calcio. Potete pensare che a causa di tutto ciò Niall era considerato un ‘gay’ a scuola, ma non era affatto così. Niall era popolare, con quegli occhi azzurro cielo che stecchivano qualsiasi ragazza e con quella voce, che ti dava dritto accesso al paradiso.
 
Angel invece aveva una voce non troppo delicata, che usciva fuori più o meno come un getto d’acqua. Sempre che usciva. Ad Angel non piaceva parlare, ne avrebbe piacevolmente fatto a meno. Angel aveva semplicemente paura.
Paura del contatto di un ragazzo.
Paura del buio.
Paura di se stessa, a volte, e di quello che involontariamente faceva.
Paura dei suoi occhi verdi, troppo grandi su quel viso minuto, più chiaro della media e ricoperto di lentiggini.
Dei suoi capelli non aveva paura, no, perché essendo ricci com’erano la nascondevano, e lei si sentiva meglio, si, si sentiva più protetta.
 
Angel semplicemente leggeva, studiava e sentiva la musica. Non sentiva il bisogno di parlare con qualcuno, di confrontarsi, anche perché solo a provarci con il suo carattere lei avrebbe perso dal principio.
Un po’ come succedeva con i suoi genitori. Loro non sapevano che Angel odiava con tutto il cuore quel cambiamento, quello stupido trasloco, che la faceva piangere tutte le notti.
Agli occhi dei suoi lei era semplicemente un’adolescente, ‘con il passare del tempo cambierà’ diceva la mamma, nei momenti in cui Angel rimaneva chiusa in camera tutto il giorno.
 
La sua vita in poche parole andava avanti per inerzia. E la maggior parte delle volte veniva bloccata dall’arroganza della sorella, Emily.
 
Quel trasloco la stava distruggendo, pian piano, inesorabilmente, come se una ragazza come lei potesse essere distrutta più di quanto già fosse.
 
Ma a Bradford c’era qualcuno distrutto quanto lei, se non di più.