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Autore: LittleMissMaddy    07/02/2008    2 recensioni
“Mi chiamo Lucius Malfoy. E' un pia..”
“Non ti ho chiesto il tuo nome, ragazzino”
“Vedo. Sei sempre così gentile o sono uno strappo alla regola?”
“So benissimo chi sei, e anche se non lo sapessi non mi importerebbe troppo”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lucius/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genere Generale.
Rating Verde.
Personaggi Bellatrix Black, Lucius Malfoy e accenni sparsi qua e là a Narcissa Black e Draco Malfoy.
Timeline Adolescenza di Lucius Malfoy.
Spoiler Nessuno.
Disclaimer I personaggi appartengono tutti, sfortunatamente, alla cara J.K. Rowling.





Ehi, Tu!



Lucius Malfoy detestava le persone che erano perennemente in ritardo.
Nonostante fosse ormai grande, e avesse perduto ogni impazienza infantile, non riusciva a concepire - ad accettare - la sbadataggine degli individui che lo circondavano.
Più cresceva, più si sentiva superiore a chiunque rientrasse nel raggio delle sue conoscenze un po' più intime.
Sua madre lo rimbeccava sempre per il suo essere così “dannatamente pignolo”, e gli ricordava che “solo i bambini possono permettersi tanta petulanza”.
Eppure per lui era una questione di principio, quella.
Se ci si prende un impegno, è bene portarlo a compimento senza fare troppe storie.
Non che quel che stesse aspettando fosse un vero e proprio impegno, anzi; lo aspettava un gradevole pomeriggio in giro per Diagon Alley.
Narcissa, la sua ragazza, la sua promessa, aveva richiesto la sua compagnia per affrontare dure ore di spese e scorrazzamenti vari da un negozio all'altro. Ecco a cosa servivano le vacanze di Natale.
E lui lo accettava di buon grado, carico d'insolita pazienza, ma quel che proprio non gli andava giù era la decina di minuti di ritardo che la sua ragazza portava.

Appena arrivato a casa Black venne condotto nel salottino italiano, dove incontrò il signor Black, in un intimo tête a tête con una tazzina di thè ed un giornale, e dove si trovò spiacevolmente coinvolto in un discorso da "uomo a uomo", riguardante la castità della più piccola delle sue figliolette e le responsabilità che ognuno deve, assolutamente, prendersi.
Dopo avergli raccomandato attenzione e gentilezza a profusione, il signor Black abbandonò la Sala, portandosi via la tazzina e la Gazzetta, annunciando con aria soddisfatta che avrebbe mandato a chiamare Cissy da un Elfo Domestico.
“Arrivederci, signore” lo salutò il giovanotto, alzandosi ed aspettando l'uscita dell'uomo per abbandonarsi con aria sfiancata sul divano. Stravolto ma composto, Lucius Malfoy seppellì le assicurazioni date poco prima al padrone di casa e, piegando ed accavallando la caviglia destra sulla gamba sinistra, si lasciò sprofondare contro i cuscinetti morbidi del divanetto occupato.
Ma non riuscì a godersi la posizione intrapresa che per pochi, miseri secondi, perché si sentì quasi subito rimbrottare da una voce carica d'ira. Alzò lo sguardo verso la porta che si era appena aperta, ed osservò perplesso la raffigurazione umana della passione più nera che gli rivolgeva un'occhiata ostile.
“Ehi, TU!”
Ecco cosa aveva detto.
Doveva essere Bellatrix Black.
“Bellatrix..?”
“Alzati subito dal mio divano!”
“Come, scusa?”
“Hai sentito bene, galletto. Libera la mia proprietà.”
Il sedicenne abbassò gli occhi verso il soffice divanetto occupato, e storse le labbra in una sottile smorfia irritata.
“Ti suonerà strano, ma ho anch'io un nome.” disse, e si alzò dal divano rivendicato dalla giovane Serpeverde.
Era più grande di lui.
Non aveva avuto modo di conoscerla bene. In effetti, l'aveva soltanto incontrata a qualche ricevimento o in giro per i Corridoi di Hogwarts, quando la ragazza ancora si degnava di calpestare quei lontani suoli.
“Mi chiamo Lucius Malfoy. E' un pia..”
“Non ti ho chiesto il tuo nome, ragazzino”
“Vedo. Sei sempre così gentile o sono uno strappo alla regola?”
“So benissimo chi sei, e anche se non lo sapessi non mi importerebbe troppo”
“Sempre” constatò secco l'altro. Tornò a sedersi tranquillamente sul divano, e di conseguenza si attirò l'ennesima occhiataccia da parte della ragazza.
Questa, dopo un po' di indecisione, decise di non ucciderlo all'istante, e si concesse una pausa. Si avvicinò a lui e sedette al suo fianco, stranamente posata, al contrario di quanto si sarebbe aspettato da lei Malfoy.
Le rivolse un sorriso piatto, superficiale. Di circostanza.
“Sei qui per Cissy?”
“Certo. Se avessi saputo che c'eri anche tu, sarei venuto qui per te
“Non mi interessano i poppanti, Malfoy” lo redarguì Bella spietatamente.
Lucius si punse il labbro inferiore con i denti in un movimento calmo, e se lo umettò discretamente divertito.
“Cos'è che la trattiene?” indagò lui.
“Credo abbia perso uno dei guanti che voleva indossare” replicò l'altra con una breve alzata di spalle.
Stettero in silenzio per qualche minuto, studiandosi fitti fitti, senza spiccicare una parola.
Era chiaro che a lei non piaceva lui, quanto a lui non piaceva lei.
Amore a prima vista, indubbiamente.
“E' il tuo divano, questo?”
“Proprio così”
“Oh. Ed è tua abitudine lasciar passare quando qualcuno prende ciò che è tuo?”
Lei assottigliò gli occhi scuri, interdetta.
Poi rispose: “solo quando mi fa comodo.”
“Ed ora ti fa .. Comodo?”
“Mi permette di osservarti da vicino”
“E cosa vedi?”
“Un ragazzino arrogante che si crede il padrone del mondo”
“E non lo sono?”
“Non del mio, Lucius Malfoy”
“Lo ritengo giusto. Perché non ci coalizziamo e ..?”
“Non mi piace condividere le mie cose con nessuno”
“E per quanto riguarda il divano?”
Bellatrix rise. Sommessamente, e con una dolcezza disarmante.
Ma non era vera e proprio tenerezza, la sua.
Era più una specie di presa in giro. Lucius si sentì spaesato, ma non lo diede a vedere.
La ragazza, molto più matura ed esperta di lui, nonostante la sua fama di rubacuori, si era appena tesa in sua direzione.
Si accostò al suo volto, e al contrario delle sue aspettative non lo baciò: I loro volti si sfiorarono, sì, ma quello di Bella scivolò accanto al suo, finché le labbra rosse della Black non raggiunsero il suo orecchio.
Si soffermò a soffiarci leggermente sopra, prima di dire, con una certa malizia: “Qui dentro ho tutto ciò che desidero e ritengo mio. Il divano, quello specchio - ed indicò lo specchio appeso sopra al camino che era posizionato di fronte a loro - che mi piace tanto, e tu, mio subdolo amico”.
Lucius tacque, e la ragazza sembrò prenderlo per un accenno di consenso. Voltò il viso contro quello del biondino e imprigionò la sua bocca con la propria, in un bacio che nulla aveva di amichevole o casto. Ma durò un attimo, un attimo soltanto.
Lo aveva tentato, lo aveva preso, ed ora si stava ritirando, da tormentatrice insanabile qual'era sempre stata. Si scostò, frenando le mani di lui che cercarono di trattenerla, e si alzò in piedi. Scoccò un'occhiata divertita a Lucius, e si incamminò verso la porta.
Appeso al largo nastro nero che le cingeva la vita in quel vestito da casa che tanto le calava bene addosso, il ragazzo notò un candido guanto solitario che oscillava a destra e a manca.
Quando la porta si fu richiusa alle spalle di Bellatrix, il Serpeverde si lasciò andare all'ilarità del momento e si abbandonò nuovamente contro i cuscini del suo divano.
Cinque minuti più tardi, Narcissa lo raggiunse e lo pregò di scusarla, informandolo di aver trovato il guanto “.. ai piedi della scalinata principale. Strano, vero?”
Lui l'accolse con un sorriso soddisfatto e le baciò la guancia, assicurandole che era proprio un mistero, ma che non doveva crucciarsi per l'accaduto.

***


“Ehi, Tu!”
“Bella, si chiama Draco, ed è un neonato. Almeno con lui, vedi di essere gentile. E' tuo nipote, Bella.”
Narcissa le abbandonò tra le braccia suo figlio, e Lucius Malfoy, ritto accanto al letto dove giaceva la sua fragile consorte, ebbe la netta e tacita impressione che il figlio avesse gradito il passaggio di braccia.
Bellatrix riversò lo sguardo scuro, perennemente bruciante, in quegli occhioni blu, e non riuscì a trattenere un sorrisino trionfante.
  
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