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Autore: Tairi Soraryu    07/02/2008    7 recensioni
Il modo migliore per imparare qualcosa è insegnarlo... ma Inuyasha è un bravo studente? E cosa imparerà dalle lezioni di Kagome, sempre se imparerà qualcosa?
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Inuyasha e i suoi personaggi sono proprietà di Rumiko Takahashi, e vengono qui utilizzati senza nessuno scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

ENGLISH LESSONS
scritta da Tairi Soraryu, tradotta da Alessia Heartilly

Kagome brontolò esasperata, lanciando un'occhiataccia alle carte sparse sulla sua scrivania e al suo libro di Inglese - una collezione veramente detestabile e incomprensibile delle più inutili pagine sulla faccia della terra, secondo la sua tollerante visione delle cose. Tamburellò la matita contro la superficie liscia, lottando per vincere la frustrazione e applicarsi negli studi. Quel compito in classe il giorno dopo non si sarebbe fatto da sé, e se non si dava una bella regolata e iniziava a studiare immediatamente, non avrebbe superato l'esame di terza media.

"Hey, Kagome!"

Il saluto imbronciato di Inuyasha proveniente dalla finestra aperta la spaventò, e Kagome cadde dalla sedia con un tonfo poco elegante e un gridolino terrorizzato. Lui aggrottò le sopracciglia, massaggiandosi le orecchie sensibili e balzando facilmente verso il suo letto. "Non c'era bisogno che cercassi di assordarmi", brontolò, incrociando le gambe e sistemando Tessaiga sulla spalla destra. "Non sei tornata oggi."

Sospirando - aveva rinunciato da tempo a cercare di ricordargli che lei diceva sempre tre giorni e lui veniva sempre il secondo giorno - Kagome scrollò le spalle e basta. "Ho un compito in classe domani, quindi devo rimanere almeno un giorno in più."

Lui sbuffò, tipico, e incrociò le braccia sul petto. "Compito di inglese?"

Kagome sbattè le ciglia e si lisciò la gonna sulle cosce mentre tornava a sedersi, girandosi per guardarlo in faccia. "Sì. Come fai a saperlo?"

Inuyasha distolse quei suoi meravigliosi occhi dorati e scrollò leggermente le spalle, ma lei poteva intuire che fosse imbarazzato. "Parlavi nel sonno la notte scorsa, e mi è capitato di sentirti dire qualcosa a proposito dell'inglese."

Suonava come una cosa semplicissima, ma Kagome ridusse gli occhi a due fessure guardandolo pensierosa. Ci fu un lungo silenzio nella stanza, si sentivano solo i suoni del traffico che si muoveva lungo la strada sotto la finestra, che Kagome aveva lasciato aperta per permettere alla brezza fresca e leggera di entrare e scacciare il caldo del giorno. Era tardo autunno, in quel periodo, e l'estate quasi finita faceva gli ultimi tentativi di stringere il Giappone nella sua morsa calda, umida e sudata.

Sentendosi in colpa, Inuyasha alzò gli occhi a osservare quelli di Kagome, chiedendosi se stesse in silenzio perché era arrabbiata con lui per aver ascoltato le sue parole. Era già pronto con una risposta secca - non era colpa sua se lei parlava durante il sonno! - quando vide la sua espressione. Lo stava guardando, con gli occhi ridotti a fessure, certo, ma non sembrava arrabbiata... invece, sembrava vagamente pensierosa.

"Hey," mormorò lei, e lui si fece piccolo, aspettandosi il peggio. Ma Kagome si limitò a sorridere appena e a torcersi le mani in grembo. Questo la preoccupava da qualche tempo, ma non riusciva ancora a trovare le parole giuste per formulare i pensieri, nonostante avesse fatto pratica. "Uhm... urlo nel sonno?"

Lui sbattè le palpebre. Non si era aspettato questo. "Eh? No."

Kagome soffocò un sospiro di sollievo; aveva temuto di urlare o gridare o far qualcosa di altrettanto umiliante e dirompente. Ma la risposta di Inuyasha le fece aggrottare le sopracciglia, mentre la seconda domanda veniva in superficie senza restrizioni. "Allora come fai a sentire cosa dico?"

Stava arrossendo, lui? Kagome lo fissò, ad occhi e bocca spalancati, mentre la faccia di Inuyasha diventava di una sfumatura rosa pallido unica e affascinante, e lui abbassava di colpo la testa cosicchè lei non potesse guardarlo negli occhi. "Uh..." La sua voce era stridula, e lui si schiarì la gola quasi rudemente. "Io... uhm... non penso di essere come Miroku," balbettò con difficoltà.

Piegando la testa, interessata, Kagome lasciò che le comparisse un piccolo sorriso sulle labbra, al riparo dagli occhi di Inuyasha. Era davvero divertente... Inuyasha il senza paura, Inuyasha il coraggioso, Inuyasha l'inconquistabile, era assolutamente mortificato da qualsiasi risposta stesse cercando di darle. "Vai avanti," lo incoraggiò lei, non senza una nota di gioia maliziosa nella voce.

"Quando dormi... io, uhm... a volte... mi siedo accanto a te. Sai, solo per guardarti dormire. perché sembri quasi, uhm, pacifica. E mi fa sentire, uhm, rilassato. Già." Deglutì faticosamente, la gola secca, i palmi delle mani umidi mentre li torceva in grembo per calmarne il vago tremore, mentre sentiva il nervosismo nello stomaco. "E, uhm, tu sussurri, tipo. Dormendo."

Kagome guardò il suo viso - per quanto potesse vederglielo - arrossire ancora di più per quella confessione, e ridacchiò. Il suono innocente e femminile sembrò rassicurarlo, e Inuyasha la sbirciò attraverso le ciocche di capelli. Un sorriso luminoso si dipinse sul volto di Kagome quando vide lo sguardo esitante di lui, e disse, "non sono arrabbiata, se è questo che ti preoccupa."

Lui lasciò andare un rumoroso sospiro di sollievo, e poi fu il turno di Kagome di essere imbarazzata. Abbassò la testa e si disegnò una specie di otto immaginario sul ginocchio nudo, col dito. "Non sapevo che ti piacesse guardarmi dormire." Era come confortante e intimidatorio allo stesso tempo. E se avesse sbavato?

"Keh," grugnì lui, completamente imbarazzato dalla piega che aveva preso la conversazione. "Non ho mai detto che mi piacesse." Sperava di distrarre la sua attenzione dalla verità. "Ora torna a studiare. Se continui a cazzeggiare in questo modo, non supererai mai quello stupido esame, e poi dovrò ascoltarti mentre ti lamenti per tutta la strada di ritorno. Muoviti e studia!"

Lei soffocò un'altra risatina, voltandosi a fissare le pagine che detestava. Erano piene di scarabocchi e immagini, lettere dall'alfabeto inglese che, se prese singolarmente, poteva capire perfettamente, ma quando venivano messe insieme formavano parole che non sembravano parole e nemmeno si comportavano come vere parole. Irritata dalla sua insormontabile incapacità di imparare quella stupida lingua, Kagome affondò la punta della matita in un foglio di ricambio svolazzante, sperando di far scomparire la matita prima di fare un buco nella scrivania.

"Che stai facendo?", domandò Inuyasha, e Kagome quasi strillò per la sua vicinanza quando lui si chinò al di sopra della sua spalla sinistra e guardò da vicino i fogli su cui stava lavorando. "Non sembra che studi." Non che lui sapesse com'era studiare, ma Kagome aveva diligentemente maciullato la punta della sua matita ad un anonimo mozzicone. Se lui fosse riuscito a farlo - e ci riusciva - non lo si poteva assolutamente considerare 'studiarè.

Il cuore di lei stava ancora battendo all'impazzata per lo shock, insieme all'innegabile piccolo balzo del suo battito, non del tutto indesiderato, che ebbe quando lui si avvicinò a lei, il corpo che irradiava calore, mentre allungava un braccio dietro di lei per afferrare il libro di testo. "Non farlo!", lo sgridò lei; incapace di rispondere alla sua domanda o alla sua reazione alla sua vicinanza, Kagome tornò a fare quel che sapeva fare. Ed era insultarlo in qualche modo, per ricreare la distanza di cui lei aveva così bisogno per sentirsi emotivamente al sicuro con lui nei paraggi.

"E se mi fai cadere un'altra volta?"

Inuyasha ammiccò, il viso vicino, i suoi bellissimi occhi che bruciavano in quelli di lei. "Vai per terra. Thump." Poi spostò di nuovo l'attenzione sul libro, fissando con orrore i caratteri che riempivano la pagina. "Ma che roba è?!

"Inglese, ricordi? Studio per il mio compito di domani. Il mio compito d'inglese," spiegò Kagome lentamente, e Inuyasha storse la bocca in cenno di derisione.

"Keh." Gettò con noncuranza il libro sulla scrivania. "Per me non ha senso."

Kagome sentì infine inutili lacrime di frustrazione agli occhi. Era solo stata una questione di tempo, prima o poi sarebbe successo, in realtà. Piangeva sempre quando non riusciva a capire il materiale che stava studiando, e questo la faceva infuriare. E piangere davanti a Inuyasha la umiliava sempre, perché sapeva che gli faceva pensare che lei era debole, e che non poteva farcela.

"E' del tutto senza senso!" Frignò lei, strofinandosi furiosamente gli occhi che le lacrimavano e tirando su col naso con forza. "Non ci capisco niente! Non ha senso niente! Scommetto che tu faresti meglio di me al compito di domani!"

Lui grugnì, innervosito dalle sue lacrime e dalla maniera furiosa con cui lei le affrontava. Di solito scappava via o gli diceva di andarsene quando piangeva, o almeno litigavano in maniera esplosiva. Ora sembrava volersi appoggiare a lui, e tutto quello che lui voleva fare era indietreggiare - indietreggiare molto, molto lontano.

"Non mentire," le disse rudemente. "Non capisco nemmeno cosa dice." E segnò col dito un passaggio casuale nel testo.

"No," concordò Kagome con tono avvilito, "non lo capisci..."

E poi un'idea la folgorò come un fulmine. Era stupefacente che non l'avesse fatta cadere come un albero fulminato.

"Inuyasha!" Balzò in piedi e avrebbe potuto stringerlo in un abbraccio stritolante se lui non avesse indietreggiato temendo per la sua vita. "Te lo insegno io!"

Ora gli occhi di lui erano sbarrati, e Inuyasha si trovò a fare un passo indietro alla volta, lontano da lei, lentamente, fino a quando si ritrovò seduto sul letto senza via d'uscita. "Uh..." Il suo sguardo analizzò nervosamente la stanza come in cerca di una via di fuga - una qualunque via di fuga. C'era qualcosa di vicino al fanatismo bruciante nel suo sguardo mentre lei gettava il libro di testo, le matite e i fogli sul materasso accanto a lui prima di salire dal fondo del letto.

"Il Sensei dice sempre che il modo migliore per imparare qualcosa è insegnarlo," cinguettò lei eccitata, le lacrime dimenticate mentre si sistemava comodamente accanto a lui e gli allungava un pacco di fogli a righe e una matita decorata con... ma erano gatti quelli? Inuyasha gettò via la matita disgustato e la fissò trucemente fino a che Kagome, capendo, andò alla scrivania per offrirgliene un'altra - questa con una cosa a tartaruga che pendeva dal fondo.

"Ok!" Kagome battè le mani, le braccia stese come se si stesse preparando a tuffarsi nell'acqua. "Partiamo dall'inizio, ok? Questo -" puntò il dito verso una macchia sulla carta, "è un sostantivo. Un sostantivo è, be', una 'persona, luogo, o cosa', capito?" Aspettò una qualche forma di conferma prima di andare avanti, con sopportazione disperata del bisogno incessante di ottenere che lui capisse. "Poi ci sono cose chiamate pronomi, e sono..."

Aveva continuato per ore, forse; Inuyasha non era mai bravo a 'capire l'ora', anche dopo che lei si era sforzata così tanto di insegnargli a leggere l'ora. Non poteva andare oltre il fatto che a lui le lancette non sembravano "mani". Sembravano linee. Sottili, corte linee in movimento che puntavano a figure a caso.

E che gli interessava dell'inglese? Non sapeva nemmeno come leggere il giapponese, e quello, per quanto riguardava Inuyasha, era l'unica lingua che contava. Gli Youkai non si erano mai preoccupati del leggere e scrivere.

"... e questa è una frase composta, complessa," mormorò trionfante, piantando la sua matita su un 'punto fermo' - quella roba a puntino che metteva fine agli scoppi periodici del suo parlottare in quella lingua straniera conosciuta come 'inglese' - e ne ruppe la punta. Sbadigliando, Kagome si stiracchiò morbidamente, inconsapevole o indifferente allo sguardo di Inuyasha che le correva veloce lungo il corpo, fermandosi su quell'ipnotizzante striscia di carne giusto sotto il bordo della sua maglietta e appena sopra la sua pancia.

"Ecco!" Si rallegrò quietamente, guardando con occhi stanchi l'orologio e sbadigliando nuovamente. Sorrise confusamente a Inuyasha, con occhi offuscati di stanchezza. Il divertimento per quanto aveva realizzato svanì velocemente, lasciandola come svuotata e improvvisamente incapace di tenere gli occhi aperti. "Ho... finito..." La sua voce si affievolì sempre più, e Inuyasha guardò stupito la velocità con cui era scivolata in un sonno profondo, accasciandosi sul letto e accartociando fogli sotto il viso.

Brontolando quietamente - con affetto - Inuyasha gettò il libro, le matite e il pacco di fogli usati sul pavimento, e la distese sotto le coperte. Lei si mosse, mormorando quietamente qualcosa mentre gli allacciava le braccia intorno al collo, quasi trascinandolo su di sé. Scioccato, Inuyasha rimase immobile e gentilmente - anche se un po' di fretta - tolse le sue braccia dal proprio collo.

Tirò le coperte sul suo corpo minuto, meravigliandosi di come sembrasse vulnerabile e piccola sotto le coperte. Inuyasha rimase lì in piedi, imbarazzato, qualche minuto di troppo, fece un grosso sbadiglio e fissò i suoi occhi, morbidi e dai contorni ambrati. Si abbassò, facendo una smorfia quando le molle scricchiolarono un po' sotto al suo peso, e le sfiorò teneramente la fronte con le labbra.

Le parole inglesi gli suonavano strane, gli davano una sensazione strana alla lingua, mentre faticava sulla pronuncia di sostantivi, verbi e oggetti su cui agivano i verbi. Era una frase relativamente semplice; non c'erano 'tu' indiretti, o verbi intransitivi, nè aggettivi o avverbi o congiunzioni.

Ma era la frase più importante che avesse mai pronunciato in vita sua.

"I... l... love... you."

Forse, pensò Inuyasha con un sorriso veloce mentre si chinava sul davanzale della finestra aperta per uscire, guardando sopra la propria spalla la forma addormentata di lei, forse studiare non era così brutto, dopo tutto.

*****
Note della traduttrice: non conoscendo bene il fandom di Inuyasha, mi sono affidata al beta-reading di Nacochan e Laurie per sistemare tutte quelle piccole cose che riguardano strettamente il fandom, oltre che alla correzione degli errorini sparsi. Se questa traduzione è senza errori e comprensibile ai fan di Inuyasha, è soprattutto merito loro. Grazie ragazze, il vostro aiuto è stato preziossimo *_*
Infine, ricordo a tutti che le recensioni alla storia verranno tradotte e inviate all'autrice originale. Grazie! - Alessia Heartilly

   
 
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