29/07/2013
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«Katherine, svegliati! Sono quasi le 14, non puoi dormire tutto il giorno!» urlò mia madre dal piano di sotto.
«Non rompere mamma, altri cinque minuti» risposi io, ancora sotto le coperte con la faccia nel cuscino.
Ok, mi presento, mi chiamo Katherine Williams, ma tutti mi chiamano Kat. Ho diciassette anni e come la maggior parte delle ragazze della mia età amo divertirmi e essere libera da qualsiasi tipo di distrazione. Per quanto riguarda il mio aspetto fisico: sono abbastanza alta, magra, occhi tra l'azzurro e il verde e i capelli scuri. Caratterialmente non mi definisco la tipica "brava ragazza" ma non perchè sono una facile, anzi, semplicemente perchè non sono sdolcinata o cose del genere. Ho molti amici e devo dire che sono delle bellissime persone, ma tra tutti c'è lei: Isabel, la mia migliore amica. Ci conosciamo da una vita ormai, sono cresciuta insieme a lei e la considero come una sorella. Senza la mia migliore amica non so che farei; è l'unica con cui posso sfogarmi, sentirmi libera di essere me stessa. Isabel è parte fondamentale della mia vita e per mia fortuna abita alla casa di fronte, ci vediamo ogni giorno. Lei, a differenza mia però, è una persona dolce e romantica e ama i ragazzi che le danno attenzioni e che la fanno sentire amata, insomma la tipica "ragazza da diabete". Per questo infatti, siamo abbastanza diverse, io sono più distaccata e non mi piace sentirmi dire sempre le stesse "frasette" banali e scontate, ma non ci dò peso perchè per ora non voglio una storia con nessuno, voglio essere libera e divertirmi. Isabel, invece, è fidanzata da un anno e qualche mese con un ragazzo della nostra scuola, due anni più grande di noi, si chiama Eric. E' alto 1.90 e fa sembrare Isabel una vera nana in confronto a lui, poi è biondo con gli occhi verdi, beh è un bel ragazzo. Devo dire che insieme formano una coppia stupenda, ma come in tutte le relazioni non mancano i litigi; ecco un motivo in più per cui non voglio una storia ora. Io vivo con mia madre, nostro padre ci ha abbandonate quando io avevo solo quattro anni e forse è anche per questo che il mio carattere è così; so essere una vera stronza quando voglio. Con mia madre litigo spesso, ma alla fine chiariamo sempre. Non so come faccia ancora a sopportarmi, sono abbastanza odiosa. A volte mi chiede se ho trovato una persona con cui possa nascere un qualcosa, ma ogni volta la smentisco dicendole che per ora non voglio distrazioni del genere e su questo lei non è molto d'accordo; pensa che in quest'età io debba trovare qualcuno, ma io non la penso come lei. Ho ancora tutta la vita davanti no?
«Dormigliona, è arrivata l'ora di alzarsi!» sentii urlarmi nell'orecchio.
«Ti odio, Isabel.» mugugnai con la faccia sotto il cuscino.
«Lo so che mi ami, ma ora alza il culo da quel letto e vestiti. Sono le due e un quarto del pomeriggio.» affermò Isabel aprendo il mio armadio per poi tirare fuori qualche vestito.
«Ma perchè? Cosa vuoi da me?» esclamai quasi con l'aria sofferente.
«Tu alzati e basta.» rispose convinta Isabel.
«E va bene! Ora mi alzo, contenta?» le chiesi sbuffando.
«Ora si che inizi a ragionare! Dai su, forza.» rispose sorridendo.
Mi alzai con gli occhi semiaperti e mi chiusi in bagno, mi lavai e mi vestii; dei semplici shorts e una canotta.
«Eccomi, sono pronta.» esclamai sorridendo.
«Bene, andiamo.» disse per poi prendermi per un braccio e portarmi di sotto.
«Buongiorno mamma!» affermai appena vidi mia madre in soggiorno.
«Tesoro, devo darti una notizia.» rispose mia madre guardandomi.
«Devo preoccuparmi?» le chiesi cambiando espressione diventando seria.
«Nono, assolutamente, anzi. Beh, dalla prossima settimana avremo un nuovo vicino!» affermò mia madre tutta entusiasta.
«E questa sarebbe la notizia? Mi prendi in giro mamma?» domandai sorpresa.
«Il nostro nuovo vicino sarà tuo cugino Jhon!» esclamò mia madre.
«Dici sul serio?» chiesi euforica.
«Mi ha chiamata questa mattina dicendomi che tra una settimana sarebbe venuto qui, ha comprato la casa accanto a noi.» rispose sorridendo.
«Oddio, devo chiamarlo!» affermai saltellando come una cogliona.
«Kat, io vado un attimo a casa, ci vediamo tra poco, fammi sapere!» mi disse Isabel uscendo dalla porta.
Salii le scale e composi in fretta e furia il numero di mio cugino.
«Pronto?» rispose lui.
«Adesso tu mi dici tutto e ti sbrighi anche!» dissi io quasi con un tono da esaurita.
«Ma ciao, nuova vicina di casa!»