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Autore: onlypain    29/07/2013    2 recensioni
La guardò per un istante, poi si abbassò sul suo volto e premette le labbra contro quelle sottili e rosee di lei: gli occhi di Victoria si spalancarono quando sentì la dolce pressione sulla sua bocca, poi si socchiusero inebetiti e infine si chiusero dolcemente, con un lieve rossore sulle guance. Zayn mosse la bocca sulla sua, procurando a Victoria un brivido caldo lungo la schiena e milioni di farfalle nello stomaco, e posò le grandi mani sui fianchi, facendole percepire il calore che emanavano attraverso la stoffa del vestitino leggero.
[...]
Quella notte, Victoria sognò milioni di farfalle e, con esse, milioni di baci che gli avrebbe dato se lui fosse stato lì con lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La Principessa di ghiaccio


- Non lo sposerò – una voce cristallina e sensuale si levò dall’abitacolo della limousine che serpeggiava tra le strade di Londra sotto un romantico tramonto che colorava il cielo di un azzurro e un rosa tenui. Rosa come il fiocco del vestito che indossava la nostra fanciulla e come le Louboutin rosa antico che portava ai suoi regali piedini numero 35.

La lieve scia di profumo Chanel n° 5 che si diffondeva intorno a lei non infastidiva minimamente le persone che le stavano di fronte, almeno non quanto la sua affermazione.

Una mano andò a posarsi su quella della nostra Marchesina, cercando di calmare le sue ire. Chi poteva farla ragionare, se non la Marchesa?

Oh che gran donna la Marchesa Georgia Alexandra LaCroix! Così raffinata, così gentile, così nobile, di una formidabile bellezza, solo seconda a quella della figlia Victoria Marie
Roxanne LaCroix, la famosa “Principessa di ghiaccio”, conosciuta con questo nomignolo dai rampolli dell’alta società che le morivano dietro e dai giornalisti che ogni giorno la perseguitavano.

Perché “Principessa di ghiaccio”, poi? A prima vista, si direbbe tutt’altro, a causa dei capelli rosso fiamma, ereditati dalla nonna materna, sempre perfetti; sono stati gli occhi chiarissimi e glaciali a procurarle questa nomina e anche il freddo e regale comportamento in presenza di sconosciuti.

Ma, ahimè, ora di sconosciuti non ce n’era neanche traccia, quindi il vero animo, focoso e aggressivo, di Victoria venne a galla, facendola inveire contro le parole del padre.

- Invece lo farai – la voce scorbutica del Marchese si raddolcì, vedendo la figlia stringere i pugni – Victoria, cara, sai che è un tuo dovere.

- Papà, ho solo 16 anni! – si portò le mani ai capelli lei, passandoci una mano e arruffandoli – ed è il mio migliore amico, per giunta.

- Tesoro, non è meglio Niall, che conosci fin da piccola, che uno sconosciuto? – intervenne la madre, accarezzandole il braccio sinistro, tentando di consolarla.

- Preferirei uno sconosciuto, con Niall sarebbe … imbarazzante! Abbiamo perfino fatto il bagnetto insieme e nudi, quando avevamo sette anni! – si lamentò la giovane, coprendosi il viso con le mani per la vergogna.

- Oh non fare storie, Victoria! Tu lo sposerai, punto – esclamò il padre, girandosi dall’altra parte e facendo finire la conversazione.

Calò un silenzio sopra le loro teste saturo di rabbia e frustrazione, di Victoria, ovviamente. Era così infuriata, in quel momento, che non esitò a chiedere all’autista di fermarsi e a scendere dall’auto, mentre una leggera brezza serale le fasciava le gambe coperte solo dai collant trasparenti.

- Victoria, torna dentro! – le urlò il padre, fuori di sé dalla rabbia, dal finestrino oscurato abbassato per metà. La Marchesina lo ignorò e continuò a camminare spedita dall’alto delle sue scarpe firmate.

- Victoria Marie Roxanne, fa’ come dico o ti esonero dal testamento! – quante volte aveva udito quelle parole la nostra fanciulla? Non lo immaginate nemmeno!

- Sono la tua unica erede, non lo faresti, papà – la solita risposta fece imbestialire ancora di più il povero Marchese, che si limitò a digrignare i denti e ad alzare il finestrino,
escludendola dal calduccio dell’abitacolo. La limousine partì e, girato l’angolo, sparì verso Villa LaCroix.

Solo allora, Victoria si fermò , sospirando e stringendosi nel suo cappotto nero di Dior. Si guardò intorno, rendendosi conto di non aver mai visto quel quartiere in vita sua.

- Cos’ho fatto? – mormorò affranta e infreddolita, ricominciando a camminare sul marciapiede davanti a case rovinate dall’umidità e piuttosto fatiscenti. Dopo aver superato una decina
di case tutte uguali e dopo che l’unica fonte di illuminazione presente fu costituita soltanto dai lampioni, i piedi iniziarono a farle decisamente male e gli occhi cominciarono
inevitabilmente a lacrimare, sia per il freddo autunnale pungente, sia per la paura di non sapere dove si trovasse o cosa dovesse fare.

Dopo un altro paio di passi, stava considerando l’idea di togliersi le scarpe e camminare a piedi scalzi sui marciapiedi gelati e sporchi, quando sentì il rombo di un motore avvicinarsi.

Iniziò a sudare freddo e ricominciò a camminare, cercando di non attirare l’attenzione del motociclista sulla sua figura.

- Oh oh, che bel bocconcino abbiamo qui! – una voce roca e seducente la fece sobbalzare, ma non la dissuase dall’allontanarsi, almeno finché non le si fermò accanto. Controvoglia,

Victoria volse lo sguardo verso l’interlocutore e rimase stupita da ciò che vide: si aspettava un uomo sulla cinquantina ricoperto di tatuaggi, muscoloso e dai radi capelli biondi, ma si trovò davanti un ragazzo sulla ventina, dalla pelle ambrata e ricoperto di pelle nera, con un ghigno sulle labbra e un ciuffo sulla fronte.

Le si seccò la gola e deglutì più volte, vedendo che il ragazzo sembrava molto interessato a lei: la squadrava da capo a piedi, notando la sua bellezza e riconoscendola grazie allo sguardo glaciale, che mostrava un pizzico di paura.

- Che onore avere la “Principessa di ghiaccio” in queste strade! Vi siete persa, maestà? – la derise, scendendo dalla moto e fermandosi di fronte a lei – avete bisogno di una mano per tornare a casa?

Una mano ambrata andò a scostarle dal collo il colletto del cappotto, accarezzandole il viso e la guancia, saggiandone la morbidezza. La ragazza si ritrasse bruscamente, facendolo ridere. Tornò alla sua moto e le porse un casco, aspettando che lei lo prenda per vari secondi e lasciando ricadere il braccio quando si accorse dell’espressione confusa che le aleggiava sul volto.

- Non vuoi tornare a casa, principessa? – la derise ancora, strafottente.

- I – io non so chi sei – a quanto pare, la sua freddezza con gli sconosciuti era andata a farsi benedire in quel momento e Victoria si maledisse mentalmente – voglio dire, non accetto mica passaggi da uno che non conosco!

Ritrovata la calma, si costrinse a guardarlo con aria di superiorità. In realtà, il ragazzo aveva percepito che il timore nel vederlo di poco prima non si era proprio spento del tutto, che ne era rimasto ancora un po’ nel suo sguardo.

- Il mio nome è Zayn, principessa – la derise ancora una volta accennando un inchino e porgendole il casco nero – ora, se si decide a farsi accompagnare a casa da un gentleman come me, posso anche andare a mangiare!

- Sono Victoria, ma credo che tu già lo sappia – afferrò il casco e si fermò un attimo a guardare la moto nera  e lucida – e non mi fido molto della tua moto.

- Perdoni se non mi sono presentato con una limousine, ma il mio stipendio da meccanico non me lo permette – l’aggredì, sporgendosi verso il suo viso e catturando l’attenzione della fanciulla sul suo sguardo.

“È così profondo e scuro” pensò “sembra quasi cioccolato fondente”.

- Allora? Ti decidi a salire o ti lascio qui? – Zayn la riscosse dai suoi pensieri, facendola avvicinare a lui e al suo mezzo, già in moto. Si costrinse a salire e a mettersi il casco, facendo finta di non vedere lo sguardo di lui che si andava a posare in mezzo alle sue gambe, sulle sue mutandine “Victoria’s Secret”, il cui nome non poteva essere più azzeccato!

- Aggrappati – la esortò lui, girando il viso  verso di lei ghignando - non sarà un viaggio così sicuro.

Le mani di Victoria andarono velocemente a stringere la vita del ragazzo, avvolgendola completamente con le braccia quando Zayn accelerò e iniziò a sfrecciare nel traffico, incurante della paura che attanagliava Victoria allo stomaco e del freddo che le pungeva le gambe.

- Tesoro, così non respiro – le urlò Zayn, ridendo di lei, la quale si affrettò a sciogliere un po’ la presa, sistemandosi meglio con il fondoschiena sul sedile e scivolando leggermente verso quello di lui, che glielo fece notare – e così mi distrai. A quanto pare, non vuoi proprio tornare a casa, eh?

Stizzita, si allontanò da lui quel che bastava mentre la sua risata rauca le riempiva le orecchie, facendole sentire le farfalle nello stomaco. Mai una risata maschile l’aveva fatta sentire così!

Evitò di appoggiare la testa sulla sua schiena e si guardò intorno: si rese conto che in qualche minuto sarebbero arrivati alla villa e già sentiva le prediche di suo padre riempire il salone principale. Sospirò e, involontariamente, chiuse gli occhi e poggiò il capo alla schiena del motociclista, incurante del ghigno che probabilmente si era formato sulle sue labbra
carnose e invitanti.

“Ma cosa vado a pensare” si rimproverò mentalmente la Marchesina, sbuffando.

Diede un’occhiata davanti a sé e scorse la villa dei LaCroix. Ringraziò il cielo a bassa voce, per non farsi sentire da Zayn, che di sicuro l’avrebbe presa in giro ancora. Dopo un paio di minuti, la moto si spense con un ruggito davanti al cancello chiuso della villa ed entrambi tornarono con i piedi per terra.

Victoria gli porse il casco e Zayn lo prese, avvicinandosi di qualche passo alla ragazza e ritrovandosi a pochissima distanza dal volto di lei, nonostante lui la superasse di parecchi centimetri anche con i tacchi.

- Grazie allora … Zayn – gli sorrise leggermente e, per la prima volta da quando si erano incontrati, lui le sorrise, mostrando i denti bianchissimi in contrasto con la carnagione scura.

Le fece un cenno del capo e, silenziosamente, si diresse verso la sua moto, quando si fermò e velocemente tornò indietro dinanzi a lei.

La guardò per un istante, poi si abbassò sul suo volto e premette le labbra contro quelle sottili e rosee di lei: gli occhi di Victoria si spalancarono quando sentì la dolce pressione sulla sua bocca, poi si socchiusero inebetiti e infine si chiusero dolcemente, con un lieve rossore sulle guance. Zayn mosse la bocca sulla sua, procurando a Victoria un brivido caldo lungo
la schiena e milioni di farfalle nello stomaco, e posò le grandi mani sui fianchi, facendole percepire il calore che emanavano attraverso la stoffa del vestitino leggero.

Il bacio durò un paio di minuti e, quando si staccarono, solo Zayn trovò il coraggio di salutarla con un dolce bacio sulla guancia e un saluto mormorato a mezza voce. Victoria, invece, si limitò a stare ferma a guardarlo andare via, con una mano posata sulle labbra, come per trattenere il sapore di tabacco e menta e non lasciarlo andare più.

Anche Zayn, quando arrivò a casa, si rese conto che, per tutto il viaggio di ritorno, non aveva fatto altro che pensare a lei, alla curva morbida dei suoi fianchi, al suo sapore di miele, al suo profumo costoso, alle sue labbra morbide e inesperte.

Victoria rimase ferma, al freddo, davanti al cancello di casa sua, per interminabili minuti, a ripensare al suo primo bacio: mai avrebbe pensato di darlo a uno sconosciuto.

“Ma non è uno sconosciuto” si disse “è Zayn”.

Quella notte, Victoria sognò milioni di farfalle e, con esse, milioni di baci che gli avrebbe dato se lui fosse stato lì con lei.



Angolo autrice
Salve a tutti!
Spero che via sia piaciuta la storia. L’ispirazione mi è venuta così, qualche giorno fa.
Avevo pensato di farne una vera e propria fan fiction, una long quindi, ma visto che ne sto già scrivendo un’altra (qui, lasciatemi una recensione ;) ), ho deciso che se questa OS avrà abbastanza recensioni positive, la continuerò.
Non deludetemi =)
A presto,
Ghiro89
   
 
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