{ Tate and Violet - American Horror Story }

In realtà, non ho idea del perché le abbia rivolto questa domanda.
Voglio dire, non è esattamente la prima cosa che ti viene in mente da chiedere ad una ragazza che si trova nella tua stessa stanza e della quale puoi percepire la presenza grazie ai suoi passi, al suo muoversi lento mentre avanza. Il modo in cui i capelli le ricadono sulle spalle, lungo gran parte della schiena mi infonde lo spiccato desiderio di allungare una mano in sua direzionee di poterle accarezzare quella curva aspra che prende la colonna vertebrale, quando si pone in quella posizione. Sono costretto adistogliere
lo sguardo e costringere i miei occhi, le due gemme nere, a concentrarsi distrattamente sulle righe del libricino che tengo tra le dita.
Io stesso non so se credere nei fantasmi, di certo esistono i mostri e questo schifoso mondo ne è pieno – fin troppo. Ma non voglio essere frainteso, so perfettamente di essere uno di loro, di non fare più parte di quel mondo – o meglio – ne faccio parte, almeno fin quando Violet è con me.
Ritorno a ritagliarmi un frammento di umanità in quel miscuglio di esseri più simili a zombie e corpi vuoti privi di una vera vita perché tutti così pieni di odio, solo perché Violet si trova ancora tra i loro. Sento il brivido di paura scorrermi sulle vene livide dei polsi, non riuscirei mai a perdonarmi se per caso qualcuno le facesse del male – come può una persona così bella, preziosa come lei, essere lacerata da qualcun altro? Il brivido del timore si tramuta velocemente, cambia forma e diventa la sagoma possente di un istinto che intende proteggerla da quei mostri, lei sicuramente sarebbe più adatta ad un luogo migliore, non è adatta a questo mondo. Lei merita molto altro.