Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd
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Autore: MoreUmmagumma    29/07/2013    5 recensioni
Un mio personale pensiero sul concerto di Roger Waters, tenuto a Roma il 28/07/2013.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roger Waters
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: so perfettamente che non è una fanfiction ma mi faceva piacere condividere con voi questo mio pensiero su ciò che ho provato ieri al concerto, sia con chi ci è stato, sia con chi non ne ha avuto l'occasione.
Ps: un grazie particolare a Dk in a Madow che mi ha trovato il titolo ^^" e che mi sopporta sempre.

Pps: la foto l'ho scattata io dalla quarta fila, perciò non me la rubate.


Mi piacerebbe spendere qualche parolina in merito al concerto di Roger di ieri sera, a Roma. Anche se teoricamente non c'è molto da scrivere. Descrivere questo concerto è impossibile, bisogna averlo vissuto per capire cosa ho provato ieri e cosa provo ancora adesso a 24 ore di distanza. E' stato epico, dall'inizio fino alla fine, ogni singola nota suonata, ogni signola parola cantata, da Lui e dal pubblico; il momento in cui ha parlato in italiano, utilizzando termini che non uso nemmeno io (come "in primo luogo"); quando in In the Flesh? l'aereo si è schiantato contro il muro, abbattendone un pezzo; quando in Another Brick in The Wall pt 2 sono entrati dei bambini e hanno cantato il ritornello in coro; in Mother, quando al verso "Mother should I trust the government?" appare sul muro la scritta "Col cazzo"; quando durante Empty Spaces e What shall we do now? vengono proiettate le immagini del film, il mio pezzo preferito di tutta la pellicola; durante la pausa di venti minuti in cui sul muro costruito piano piano durante la prima parte vengono proiettate le immagini delle varie vittime della guerra e del terrorismo; l'assolo di Hey You che mi mette i brividi ogni volta che lo sento, l'assolo con cui ho imparato ad amare i Pink Floyd; la stanzetta di Pink ricreata da una piattaforma del Muro in cui Roger ha cantato Nobody Home;  Comfortably Numb, quando un perfetto sconosciuto mi ha cinto un fianco e ci siamo dondolati abbracciati a ritmo di musica; alla fine di In the flesh quando Roger ha inziato a sparare al pubblico con una mitraglietta (finta); i vari "Run" e "Hammer" gridati da noi pubblico durante Run like hell e Waiting for the worms; il vestito da dittatore, il megafono e i pupazzi; le proiezioni di The Trial e il momento di sconforto che ho provato quando era arrivata l'ultima canzone mentre urlavo "Tear Down the Wall!"; il muro che è crollato verso il pubblico e il coro da stadio intonato da tutti noi che gridavamo "Olè Olè Olè Olè! Roger! Roger!" che lui non ha capito; il fatto che mentre cantavo non me ne fregava niente dei piedi martoriati e della schiena a pezzi; il fatto che solo ieri ho veramente compreso THE WALL; stare lì dalle 9 di mattina con i piedi e le gambe (ancora) doloranti, il caldo asfissiante, la gente che spingeva... ma ne è valsa proprio la pena per vederlo così da vicino, ma soprattutto per essere lì ad emozionarmi come non mai. Grazie Roger!
  
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