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Autore: sasaneki    30/07/2013    2 recensioni
La tensione era palpabile, l'atmosfera elettrica e la concentrazione al massimo. I due si guardavano intensamente, si scrutavano senza parlare, aspettando che l'altro, prima o poi, facesse la sua mossa.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot molto leggera che ritrae un momento di vita quotidiana. Protagonisti sono Vegeta e Trunks, i due si sfidano in uno scontro...
Non è chissà quale lavoro, ma spero almeno di strapparvi un sorriso! ^^ Buona lettura. 


Disclaimer: Dragon Ball Z © Akira Toriyama
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Buon sangue non mente.


Era un giorno di primavera e il sole splendeva alto, illuminando il grande giardino di casa Brief.
Vi era un leggero venticello a rinfrescare il luogo, rendendo così la giornata ancora più piacevole.

Bulma era presa da alcune faccende domestiche, che le impedivano perciò di godersi quella splendida giornata, così calma e tranquilla, mentre Vegeta e Trunks si erano rinchiusi nella Gravity Room per un sano ma pesante allenamento, in vista del nuovo torneo.
Da quando Trunks aveva compiuto otto anni e aveva iniziato a mostrare interesse nel combattimento, Vegeta aveva deciso con gioia, ma senza darlo a vedere, di allenarlo. Era fiero che suo figlio avesse dimostrato tanto interesse per quell'attività, ribadendo così quali fossero le sue origini. Per questo motivo, Vegeta si dimostrò disponibile, permettendogli di allenarsi con lui. Aveva finalmente trovato un punto di incontro con Trunks, un interesse che li accomunasse e in qualche modo li legasse.
Così, quella mattina verso le undici, i due saiyan, dopo un'abbondante colazione, si diressero nella camera gravitazionale.
Nonostante Trunks fosse figlio di Vegeta, e fosse perciò dotato di una straordinaria potenza, il principe dei saiyan sapeva che non era il caso di iniziare fin da subito con una gravità che superasse quella terrestre di trecento, se non di quattrocento volte. Così Trunks, sotto la guida del padre, iniziò una serie di esercizi di riscaldamento, mentre Vegeta impostava il livello di gravità a cinquanta, per poi andare ad aumentare sempre di più.
 
"Ehi papà, voglio che mi alleni!" disse Trunks un giorno, mentre suo padre sferrava calci e pugni al vento.
Aveva guardato suo padre con sguardo fermo e serio. Uno sguardo nel quale Vegeta ritrovò qualcosa di sé. Quando sentì fuoriuscire quelle parole dalla bocca del figlio, interruppe l'allenamento per voltarsi a osservarlo in quegli occhi blu, per qualche istante, dopodiché gli rivolse nuovamente le spalle.
Vegeta rimase positivamente sorpreso da quell'affermazione e si fece sfuggire un ghigno.
"E così vuoi che io ti alleni?" gli domandò.
"Sì, esatto. Voglio diventare forte come te!". A quella frase, Vegeta provò una strana sensazione. Si sentì quasi elogiato, sì sentì come se in quel momento fosse l'essere più potente dell'universo. Era una sensazione totalmente nuova, poiché non derivava da un duro scontro dal quale ne era uscito vittorioso, ed era una sensazione che al severo principe dei saiyan non dispiacque affatto, nonostante derivasse dall'innocenza di suo figlio.
"Va bene, Trunks! Ti allenerò, a patto che tu non mi sia tanto d'impiccio" rispose fermo.
Trunks, che non si aspettava per nulla una risposta positiva, ne fu davvero felice; iniziò a saltellare, gli occhi gli si spalancarono ed elargì a Vegeta un sorrisone a trentadue denti. "Grazie papà" disse, riprendendo il controllo e abbracciando, con gambe e braccia, la possente coscia del padre.
"Sì, ora levati dai piedi. Fra tre giorni cominceremo l'allenamento" disse Vegeta scrollandosi la gamba.

Nel combattimento e nella lotta, Vegeta ci metteva tutto se stesso. Era qualcosa che lo faceva sentire vivo e sapere che anche Trunks un giorno sarebbe potuto diventare come lui, gli riempiva il cuore di orgoglio perché sapeva che quello era sangue del suo sangue.
Non si era mai mostrato molto disponibile verso quel bambino, ma ora aveva una possibilità di rifarsi, un modo tutto suo per dimostrargli affetto.
Era qualcosa di nuovo per lui, ma tutto sommato pensava che non sarebbe stato così male allenarsi col proprio figlio, anzi, in fin dei conti sarebbe stato divertente.

L'aria era pesante, si respirava a malapena. La pelle sembrava quasi rifulgesse per via delle goccioline di sudore che ricoprivano la fronte e il corpo di entrambi i saiyan. La tensione era palpabile, l'atmosfera elettrica e la concentrazione al massimo. I due si guardavano intensamente, si scrutavano senza parlare, aspettando che l'altro prima o poi facesse la sua mossa. Ogni muscolo, ogni nervo era pronto a muoversi all'occorrenza.
Nessuno dei due voleva attaccare per primo. Ad un tratto, Trunks alzò il braccio, col palmo della mano rivolto verso l'alto accumulando in esso dell'energia, la quale convogliò in un unico punto dando origine ad una sfera di piccole dimensioni. La scagliò così verso Vegeta, che riuscì a schivarla senza alcuna difficoltà.
Lo voleva stuzzicare, sperando che Vegeta facesse la sua mossa per poterlo intercettare e colpirlo, era quella l'intenzione del piccolo saiyan. Trunks, però, trascurava il fatto che suo padre fosse molto più esperto di lui e che, per questo motivo, non avrebbe mai abboccato.
Infatti, Vegeta lo guardò e, dopo aver schivato quella sfera d'energia, gli scoppiò a ridere in faccia. "Pensi davvero di mettermi al tappeto con simili giochetti, Trunks?" disse Vegeta "Forse non hai capito con chi hai a che fare. Io sono il prin…"
"Sì, il principe dei saiyan" continuò Trunks scocciato, come se avesse sentito quella frase un mucchio di volte "Lo sappiamo, papà".
"Bada a come ti rivolgi a tuo padre!" disse severo Vegeta, mentre stringeva i pugni.
Trunks si accorse di averlo leggermente irritato e capì che con la forza e le sfere d'energia non avrebbe cavato un ragno dal buco. Così decise di percorrere un'altra strada, quella delle parole. I geni di sua madre, in questo momento, gli sarebbero ritornati molto utili.
Perciò iniziò a punzecchiarlo.
"Dai avanti! Colpiscimi" lo incitò. Vegeta, che iniziò a perdere la pazienza per via del fatto che suo figlio fosse alquanto sfacciato, assecondò la richiesta di Trunks.
Fece uno scatto verso di lui, scomparendo dalla vista del piccolo saiyan, per poi piazzarsi a pochi centimetri da lui. Gli sferrò così un pugno, dritto sulla guancia, anche se trattene di molto la propria forza.
Di certo, se lo avesse colpito anche con solo la metà della sua potenza, avrebbe messo Trunks al tappeto, procurandogli non pochi danni.
Trunks, per il colpo subito anche se non particolarmente potente, perse l'equilibrio e cadde a terra a qualche metro di distanza da suo padre. Stava iniziando a divertirsi, e molto anche. Così, non soddisfatto e desideroso di continuare e mettersi alla prova per migliorare, si rialzò in piedi, tornando a stuzzicare Vegeta.
"Tutto qui quello che sai fare?" gli domandò, facendolo irritare ancora di più "Sai papà, colpisci come una femminuccia" disse Trunks ridendo e guardando il suo avversario fisso negli occhi. Se voleva far perdere il controllo a suo padre, ci era riuscito perfettamente.
"Sappi che ti ho colpito con meno della metà della mia forza".
"Sì certo, dicono tutti così!"
"E poi che cosa hai detto, scusa?" chiese Vegeta furioso, come per invitare il figlio a rimangiarsi ciò che aveva detto.
"Hai capito benissimo, papà. Femminuccia!" ripeté il bambino divertito, scandendo la parola.
Trunks non fece nemmeno in tempo a rendersi conto della situazione in cui si era cacciato che Vegeta partì nuovamente all'attacco. Stavolta, però, non si trattenne poi molto e senza curarsi dei danni che poteva recare a Trunks, gli sferrò un secondo pugno, dritto sul naso. Il piccolo saiyan cadde a terra rotolando di qualche metro. Cercò di alzarsi in piedi, ma riuscì solo a mettersi seduto mentre con una mano si tastava il naso rosso per capire quanti danni suo padre gli avesse causato. Gli uscì un rivolo di sangue, che gocciolò fino al labbro superiore.
"Papà, ma sei impazzito?" urlò Trunks.
"Adesso non te la prendere con me. Te la sei cercata!" rispose Vegeta, soddisfatto del risultato ottenuto.
"Sì, d’accordo. Ma sono pur sempre un bambino" piagnucolò.
"Dai Trunks, smettila di frignare. Vai da tua madre e fatti medicare".
Senza fare storie, il piccolo Trunks si diresse verso il portellone dalla camera gravitazionale, ma prima di raggiungerlo si fermò davanti a Vegeta, lo guardò negli occhi e gli disse "Sappi che voglio la rivincita, papà!". Vegeta lo guardò, orgoglioso per quanto suo figlio fosse determinato.
"Tsk. Va bene Trunks, ma sappi che hai ancora molto da migliorare!"
"Mi allenerò sodo allora" e uscì.

Per Vegeta fu una bella esperienza, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Era fiero di suo figlio e di come esso fosse ostinato.
D'altronde era sangue del suo sangue.
   
 
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