CAFFè
Sono
appena le sette di mattina,ma in cucina sembra che stia passando un
branco
intero di Lupi Mannari in cerca di cibo. Pero’ li dentro c’è
solo Ninfadora.
Già.
Gli
è venuta la fissa che deve prepararmi la colazione alla
maniera babbana.
Oggi vi
spiego come fa a preparare il caffé. Se sopravvivo, nei
prossimi giorni vi
spiegero’ il resto
del vassoio che mi
porta in camera.
Bene.
Il
caffé.
Prima di
tutto entra in cucina ancora addormentata, con gli occhi chiusi e
sbadigliano a
livelli di slogatura mascellare.
Solitamente
inciampa nella prima sedia che incontra sul suo cammino a linea
semicurva,
cadendo lunga distesa sul pavimento ed iniziando ad imprecare contro
Merlino e
a tutte le sedie della casa.
Una
volta che riesce a rimettersi sulle gambe, dopo svariati tentativi
falliti, riesce
ad arrivare alla credenza quasi incolume.
Apre
tutti gli sportelli, non ricordandosi mai dove mette la moka.
La prende
senza rovesciare niente, poi la smonta nelle tre parti che la
compongono.
Raggiunge
il lavello, riempie la caldaia di acqua fredda, e contemporaneamente
riesce ad inondare
mezza cucina, dopo svariate imprecazioni, chiude il rubinetto e posa la
caldaia
sul ripiano di marmo.
Ricomincia
la ricerca del barattolo del caffé, con annessa apertura e
chiusura di tutti
gli sportelli possibili ed immaginabili della cucina.
Una volta
afferrato solitamente riesce ad aprirlo senza rovesciarne il contenuto,
ma
questa mattina non sono stato così fortunato,
dai rumori che sento credo che stia
combinando un mezzo disastro, ma è lo stesso. La amo così com’è,
pasticciona.
Riprendiamo
la nostra preparazione del caffé…
Ecco…è
appena riuscita ad aprire il barattolo.
Una volta
che ha messo il filtro, incastrandolo
nella caldaia, lo riempie di caffé, ovviamente
sparpagliandolo per mezzo
ripiano e sul pavimento. Posa il barattolo aperto sul ripiano e
richiude la
moka con l’ultimo
componente, stringendo bene.
Si avvicina
con circospezione ai fornelli, come se
da un momento all’altro
un Ungano Spinato potesse saltare fuori dagli ugelli del gas, e lo
accende, e
il tutto senza cadere per terra o rovesciare niente.
Attende che
il caffé sia pronto e nel mentre,
comincia a riordinare il caos che ha creato nel giro di pochi minuti.
Il
caffé è quasi pronto, e una sedia intralcia il
suo cammino a pochi metri da esso. Come ogni mattina la sento mentre
cade di
nuovo a terra ed inizia a ridere, vedendosi buffa.
Finalmente
la caffettiera produce il suono tipico
di quando il caffé è pronto.
Spegne il
fornello, stando attenta a non scottarsi.
Prende una
tazza da sopra al lavello, e tornando ai
fornelli scivola, ma miracolosamente riesce a rimanere sulle gambe.
Con una
presina prende la caffettiera e versa il
suo liquido aromatico nella mia tazza preferita.
Per oggi ha
evitato l’ustione di
secondo grado…
Ecco, forse
oggi riesco anche a berlo caldo…
Non è che mi lasciate qualche commentino? Grazie!!!^^