Rifugio

È estate.

Di questi tempi sono tutti partiti per le vacanze o, comunque, a divertirsi all'aperto.

Io, invece, sono qui, nel posto in cui trascorro la maggior parte delle ore della mia giornata (manco fossi a scuola...!) e che, per questo motivo, è diventato la mia seconda casa: questo posto è ricolmo di pianti, di risate, di sudore, di ansie e lo considero il mio rifugio da tutto e da tutti. Ma stavolta è diverso. Stavolta sono qui da sola, con la luce spenta e il lettore MP3 nelle orecchie. Non sono qui con le mie compagne di corso, quelle con cui condivido la mia più grande passione e che mi supportano qualunque cosa faccia. Mi guardo intorno e ripenso a tutte loro, che ormai considero come sorelle, a quando ci riunivamo prima della lezione a parlare del più e del meno e ad analizzare tutti i lividi che avevamo addosso: a volte bastava uno sguardo e capivamo immediatamente quando e perché ci eravamo procurate quegli ematomi e ridevamo come pazze quando ci accorgevamo che praticamente tutte ce li avevamo negli stessi punti. A questi pensieri, mi scappa un sorriso. Sorriso che si allarga quando ripenso agli interi pomeriggi che ho trascorso assieme a loro: ricordo che qualche volta siamo state lì dalle tre del pomeriggio alle nove e mezzo di sera, tra lezioni, prove e pause. E la cosa più bella era che, nonostante l'ora e la stanchezza accumulata, avevamo ancora voglia di dire (e di fare) le stupidate più assurde! Ricordo che ci divertivamo un mondo a guardare le più piccole fare lezione e cercare, adoranti, di trascorrere un po' di tempo con “noi grandi”: per loro siamo un esempio da seguire e non potete immaginare la magnifica sensazione che provoca la vista di tante bambine che fanno a gara per avvicinarsi, solo per dirti “Sei bravissima!” o “Da grande voglio essere come te!”. L'unica cosa negativa di tutte quelle bambine (nonostante sia una cosa abbastanza normale) è che, quando sono tutte insieme, fanno un chiasso indicibile. E c'è soltanto una persona che può farle stare in silenzio: la Maestra. Come quel posto è la mia seconda casa, e come le mie compagne sono le sorelle che non ho mai avuto, anche la Maestra si può dire che sia diventata la mia seconda mamma: in questi anni mi ha insegnato alcune delle cose più importanti in assoluto per me, continuando a riporre la sua fiducia in me e nelle mie compagne. Certo, a volte è insopportabile, si fa odiare, e non vi racconto nemmeno quante volte, io e le altre ci siamo sfogate mandandola al diavolo durante le nostre famose chiacchierate. Ma mi rendo conto che non otterrebbe mai i risultati che ottiene sempre da tutte noi, se avesse un carattere diverso. E poi, che famiglia sarebbe se non ci fosse qualche screzio?

Mi guardo attorno un altro po', e il mio occhio, perso tra i riflessi di tutti quegli specchi, cade sull'orologio. Sto divagando. E si sta facendo tardi: devo muovermi. Infilo le scarpette e le allaccio per bene, scelgo la traccia dall'MP3 e lo infilo nella tasca dei pantaloncini da tuta. La musica comincia e, lasciandomi trasportare, eseguo tutta la variazione. Questa sì che è una giornata fantastica.

Sola, con la luce spenta e l'MP3 nelle orecchie, mi sento libera. Nel mio Rifugio, il più bello che esista al mondo: la Sala Danza.

*Angolino "autrice"*

Beh, cosa dire...vi ringrazio anche solo se leggete questa one shot perché è la prima volta che scrivo qualcosa su EFP, quindi sono abbastanza convinta che non sia proprio il massimo. Stamattina mi sono detta:"Perché non scrivo qualcosa?", l'ho fatto e ho avuto anche la malsana idea di pubblicarlo. Naturalmente, prima l'ho riletta un miliardo di volte, e c'era sempre qualcosa che non mi piaceva, così ho smesso e l'ho pubblicata ignorando tutti i "E se poi te ne penti...?" che mi balenavano in testa...Spero che a qualcuno piaccia così com'è! :S

Saluti, L&B ^^