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Autore: crescoconloro    30/07/2013    4 recensioni
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E se una canzone rievocasse i ricordi di Alexis?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sola,stanca,senza più un briciolo di vitalità. Clinica St. Joseph,stanza 228,la stanza del mistero. Quella stanza che sapeva di lacrime,tristezza,malinconia, ricordi e pazzia. Pazza,ecco come era considerata Alexis,la ragazza “misteriosa”,la ragazza “dai mille volti”.Ci vuole un secondo a chiamare una ragazza”pazza” ed un microsecondo a mettere questa parola sulla bocca di tutti. Alexis era come un libro,un libro chiuso e le persone la giudicavano dalla copertina,nessuno si interessava di aprire quel “libro” e leggere la vera storia,il passato di quella ragazza. Alexis,17 anni,capelli lunghi e neri come petrolio,occhi scuri e profondi come pozzi,quegli occhi che prima brillavano di luce propria ora erano spenti,vuoti e rispecchiavano in pieno l’anima della ragazza. Rinchiusa in quella clinica da quasi un anno,lo psicologo disse che le avrebbe fatto bene,sarebbe ritornata come prima,ma non fu affatto così. Lei non era pazza,non era depressa,lei era solo delusa. Delusa dal mondo che la circondava,delusa dagli altri che non riuscivano a capirla e delusa da se stessa perché non riusciva ad accettarsi per quello che era. <<  Ma d’altronde  >> pensava << chi sarebbe sicuro di se stesso,se ha dei genitori assenti,che le dimostrano il loro bene raramente. Se non ha amici veri,come quelli che si vedono nei film. Se non ha qualcuno che lo ama per quello che è,dicendogli che è perfetta così e che non deve cambiare mai? >>. Alexis,un nome,mille storie alle spalle. Aveva un fratello,se così si poteva chiamare una persona che si univa ai bulli per umiliarla e maltrattarla,che voleva liberarsi di sua sorella a tutti i costi,una persona da cui Alexis non aveva mai sentito pronunciare un “Ehi,ti voglio bene” e per la quale piangeva ogni notte. Aveva un amico,il suo migliore amico,lui che l’amava così com’era,lui che la faceva sorridere,lui che la capiva e la proteggeva. Ma la vita a volte gioca brutti scherzi,una notte Lucas,così si chiamava il suo migliore amico, stava ritornando a casa dopo aver accompagnato Alexis,guidava piano e successe tutto in un attimo,un auto che andava a tutta velocità lo colse in pieno. Lucas morì e con lui anche l’anima della sua migliore amica,che era segretamente innamorata di lui. Da allora tutto peggiorò. Alexis aveva rinunciato all’idea che la sua vita sarebbe cambiata in meglio,che tutto sarebbe stato migliore,che avrebbe trovato qualcuno che l’amasse davvero. Aveva guardato in faccia la realtà e aveva lasciato quei pensieri “stupidi” alle spalle. Nessuno si accorgeva di quanto soffriva a vivere in quella società,nessuno capiva che aveva bisogno di aiuto,semplicemente nessuno vedeva oltre a quel sorriso falso,che ormai aveva stampato sul viso. E tutte quelle volte che aveva provato a togliersi la vita,gli altri l’avevano fermata << Che egoisti >> continuava a pensare,<<  era meglio che mi lasciavano morire,ma no! Loro devono continuare a farmi soffrire,stupide persone >>. Alexis si mise seduta sul misero letto di quella stanza per allacciarsi le scarpe,si piegò e vide qualcosa di nero che si trovava sotto il letto,sembrava una giacca. La ragazza prese la manica e tirò fuori l’indumento,era la giacca che indossava il primo giorno che entrò in quella clinica,quella giacca che aveva tenuto nascosta. Dalla tasca sinistra sbucavano delle cuffiette,il suo I-Pod! Da quanto non ascoltava musica…
Mise riproduzione casuale,partì così una canzone che sembrava familiare e con questa i ricordi riaffioravano e le lacrime iniziarono a scendere. “ Little Things”,ecco il nome della canzone,ricordava ancora la prima volta che la ascoltò,era appena ritornata da scuola,come sempre era stata derisa da tutti,ma quel giorno aspettava la canzone dei suoi idoli,quei ragazzi che l’avevano fatta sentire amata per la prima volta,quegli angeli che l’avevano salvata.
Alexis ritornò alla realtà e si avvicinò allo specchio pieno di crepe,presente nella stanza grigia e cupa,e si specchiò.

Your Hand fits in mine
it’s made just for me
but bear this in mind
it was meant to be
and i’m joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me.


Si guardò le mani e ricordò quando per scherzo,intrecciava le sue mani con quelle di Lucas ed entrambi sorridevano perché combaciavano alla perfezione. Erano l’uno la metà dell’altra. Erano come due pezzi di puzzle,che insieme hanno un senso,ma se manca un pezzo,il puzzle non comporrà più la stessa immagine. E le lentiggini,beh ecco,erano una delle cose che Alexis non sopportava di sé,ma le veniva da ridere ogni volta che il suo migliore amico si divertiva ad unirle con le dita o semplicemente con lo sguardo,traendone delle forme. Ecco che le prime lacrime iniziavano a scendere.

I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endless.


Odiava le piccole rughe che si formavano attorno ai suoi occhi ogni volta che sorrideva,ma al suo migliore amico piacevano <<  sei troppo cucciola quando sorridi >>  diceva ogni volta che la vedeva sorridere. Alexis si alzò la maglietta fin sotto il seno e passo una mano sulla pancia,la sua odiata pancia. Poi si guardò le gambe,quelle gambe piene di cicatrici,quelle gambe che non aveva mai lasciato scoperte,per il timore di essere giudicata. Così rimase a guardarsi pancia e gambe. Aveva sempre desiderato un fisico da modella,se solo sapessero di tutte quelle volte che si chiudeva nel bagno a vomitare, fino ad arrivare a sporcare il water di sangue. La canzone intanto, continuava.

I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you
they add up to
i’m in love with you
and all these little things.


<< Nessuno mi ama per quello che sono >> pensava durante le notti passate a piangere. Se solo sapesse che Lucas era innamorato di lei,se solo avesse letto la lettera anonima lasciata sul suo banco,ora saprebbe che qualcuno l’ha amata perdavvero.

You can’t go to bed
without a cup of tea
and maybe that’s the reason
that you talk in your sleep
and all those conversations
are the secrets that i keep
though it makes no sense to me.


E ricordava tutte quelle volte in cui lei e Lucas dormivano insieme. Ad Alexis piaceva bere del the prima di andare a letto,quel sapore,quell’aroma al rendeva più rilassata,ma sapeva anche che aveva degli effetti collaterali su di lei. La mattina, , Lucas le diceva che non aveva dormito,per ascoltarla mentre parlava nel sonno << tranquilla piccola,sarà il nostro piccolo segreto >> le diceva,stringendola in un abbraccio.

I know you’ve never loved
the sound of your voice on tape
you never want to know how much you weight
you still have to squeeze
into your jeans
but you’re perfect to me.


La più grande passione di Alexis era cantare, ma ogni volta che ascoltava la sua voce registrata,era come disgustata. Il suo peso poi,quello era il tasto dolente della ragazza. Aveva il terrore della bilancia,aveva paura di sapere il suo peso. Voleva dimagrire,voleva infilarsi nei suoi jeans perfettamente,senza alcuno sforzo.

I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you
they add up to
i’m in love with you
and all these little things.


Ma Lucas le diceva che era perfetta così,che non doveva cambiare per gli altri,che lui le voleva un bene indescrivibile ed era una pugnalata al cuore vedere quei tagli su i suoi polsi.

You’ve never loved yourself
half as much as I love you
you’ll never treat yourself right darlin’
but I want you to
if I let you know
I’m here for you
maybe you’ll love yourself
like I love you.


Piangeva ,piangeva come non aveva mai fatto. Ricordava,tra le lacrime,l’ultimo messaggio da parte di Lucas,prima dell’incidente. “Ricorda che ovunque andrai non sarai mai sola. Vorrei tenerti stretta a me per sempre,vorrei ricordarti che sei unica,sei speciale,sei la mia piccola. Ogni volta che ti vedo piangere,ogni volta che ti sento pronunciare parole di odio contro te stessa,ogni singola volta è una pugnalata al cuore. Diamine,se solo per una volta provassi ad amarti almeno la metà di quanto ti amo io,se solo ti guardassi allo specchio vedresti la persona più bella,più dolce,ma anche la più fragile e triste, che esista. Sono qui per te,non ci sarò fisicamente ,ma per te ci sarò sempre e comunque,ad ogni ora,ogni singolo giorno. Ti voglio bene piccola” . Alexis ricordava quelle parole a memoria,ormai erano scolpite nel suo cuore,ormai erano indelebili.

I’ve just left these little things
slip out of my mouth
because it’s you
oh it’s you
it’s you
they add up to
and i’m in love with you
and all these little things
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
it’s you
they add up to
I’m in love with you
and all your little things.


Prese la giacca e frugò nell’altra tasca,trovò la sua amica,colei che c’era sempre stata: “la lametta”. Sapeva che non doveva farlo ma era più forte di lei,ormai aveva deciso. Scivolò lungo il muro,si alzò la manica della maglietta e incise il primo taglio,non molto profondo,il sangue incominciava ad uscire. Premette la lametta nello stesso punto di prima andando sempre più in fondo.

Un taglio,per suo fratello che non era mai stato tale,che si era unito ai bulli per maltrattarla e deriderla davanti a tutta la scuola.

Due tagli,per il suo corpo,quel corpo che tanto odiava,quel corpo che la rendeva quello che era.

Tre tagli,stavolta scoprì la pancia e incise lì il taglio,lasciò scorrere il sangue,non si era mai sentita così libera,così felice,così leggera. La vista del suo sangue,che fuoriusciva dai tagli la rendeva euforica.

Quattro tagli,arrivò alle gambe,quei cosciotti per cui era presa in giro,quelle gambe per cui non voleva indossare pantaloncini,quelle gambe su cui aveva lasciato il segno di un passato doloroso e indelebile.
Era stanca,stanca di continuare a vivere,stanca di tutto e di tutti. Da due settimane,ormai, conservava i sonniferi che le davano ogni sera. Li aveva contati,11 in tutto. Ingoiò i sonniferi e si distese sul letto. Prese una foto sua e di Lucas e la mise accanto a lei << Tra poco ci rivedremo amore mio e ti prometto che nessuno riuscirà a separarci >>,rimise Little Things e si addormentò,per la prima volta in tutta la sua vita serena e felice.

23 ottobre,ore 22.20,Alexis finalmente era felice,sorrideva,aveva il sorriso di un angelo,già perché lei non apparteneva più al mondo terreno,ma al cielo. Tutti piansero,tutti stettero male. Il fratello venne rinchiuso in un manicomio,i genitori andarono in depressione,i bulli..beh loro continuarono ad essere tali,ma c’era un qualcosa,qualcuno che ogni giorno li tormentava,che fosse il fantasma di Alexis? Probabile.

Clinica St. Joseph,stanza 228,quella stanza non fù più la stessa…

EILA
MI FAREBBE PIACERE SAPERE CHE NE PENSATE DI QUESTA OS. C:

   
 
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