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Autore: SheilaUnison    30/07/2013    2 recensioni
Giuro che tutto questo racconto è frutto di un sogno, io mi limito solo a trascriverlo. Devo dire che quando mi sono svegliata ho ripensato completamente al mondo dei vampiri e l'ho rivalutato al 100%! Spero vi piaccia!
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno stordimento inebriante dato dal bacio infuocato di quel misterioso ragazzo appena incontrato. Le sue braccia la imprigionavano in una gabbia da cui non voleva nemmeno fuggire.
 
Era stato così facile per Iris perdere il controllo davanti a quel biondo che aveva conosciuto qualche ora prima. Qualche complimento e le sue mani fredde strette fra le sue erano bastati per farla cedere. Del resto non c’è nulla di più fragile e vulnerabile di una ragazza che non si è mai sentita desiderata in vita sua.
Che importava di sapere il suo nome? Di quella notte avrebbe ricordato più i gesti e le sensazioni che un semplice appellativo. Il tocco delle sue mani, il fiato dei sussurri che le solleticava dolcemente l’orecchio, facendola ridere, la sua bocca…come resistere? Lui era riuscito a buttare giù tutte le sue barriere in pochi istanti. Anni ed anni di raccomandazioni dei genitori, di consigli delle amiche e di mura che si era costruita rifiuto dopo rifiuto erano stati distrutti semplicemente dalla visione del suo volto.
 
La prese con la mano sul fianco e la fissò intensamente. Gli occhi erano una calamita di colore e di fatto. Non riusciva a distogliere lo sguardo. Era una preda caduta nella trappola del cacciatore. Ma non era disposta a scappare. Anche volendo, non ci sarebbe riuscita.
Lui si diresse verso il cancello di una casupola, tirò fuori un paio di chiavi dal borsellino e aprì una porticina in metallo che conduceva in un giardino privo di alberi ed arbusti, dove vi erano cresciuti solo tulipani neri.
Quella visione trasmise ad Iris un senso di solitudine e tristezza immensa. Era così che si sentiva il ragazzo? Un senso di protezione la invase.
Prima che potesse anche solo fargli qualche domanda, Iris si ritrovò in braccio a lui, una mano dietro le spalle ed una dietro le ginocchia, come una sposa novizia in braccio al marito mentre lui la porta sulla soglia della loro casa.
Le sorrise, cercando di infonderle sicurezza e con un movimento della mano aprì la porta in ferro che conduceva all’interno dell’abitazione.
Si ritrovarono in un ampio ingresso, con angolo cucina e tavolo da pranzo sul lato destro, mentre dall’altra c’erano una libreria, un divano e un televisore. Le pareti erano di un lilla scuro.
Lui la appoggiò sul divano cremisi con delicatezza, quasi avesse paura di romperla.
 
Chissà cos’avrebbero detto i suoi genitori, così rigidi, severi e conservatori se l’avessero vista in quel momento.
Un dio, un David ora si stagliava sopra di lei, la pelle fredda, un angelo venuto dal Paradiso incredibilmente solo per lei. La fissava con ardore, desiderandola ogni secondo di più.
 
Il ragazzo prese il suo volto fra le mani e la carezzò dolcemente, poi iniziò a baciarla, prima timidamente, poi con sempre più grande foga. Il contatto tra le due lingue fece esplodere un fuoco dentro di loro, che iniziarono a respirare sempre più forte, il battito del cuore sempre più veloce, così tanto che Iris per un secondo temette di stare per morire, ma poi scacciò il pensiero, divorata dalla passione.
Dopo qualche secondo lui iniziò a mordicchiarle le labbra, in un impeto di desiderio. Iris sentì un lieve dolore provenire dalla sua bocca, il sapore di sangue sulla lingua e poi…più nulla.
 
''A cruel fate now condemns us to burn to a cinder.''          
Un crudele destino ora ci condanna a bruciare in cenere.
  
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