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Autore: Sophia Elise    30/07/2013    2 recensioni
«Allora,Evans, ho sentito che hai un appuntamento ad Hogsmeade domani» disse il moro, con un tono striato di malizia, ammiccando alla ragazza.
«Dici davvero? E posso chiederti,di grazia, come fai a saperlo?» ribatté lei, appoggiandosi completamente alla porta dietro di lei.
«Ho le mie fonti». Dicendo questo, mise un braccio sulla porta, accanto alla testa della ragazza; abbassò la testa fino a sfiorarle il naso col suo. «Ed ho sentito dire che è anche un tipo piuttosto sexy, bello da far paura...»
«Sai, è davvero strano, Potter, perché io pensavo di andarci con te» fece lei con un’alzata di spalle.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«Per l’appunto, Evans!»

 

A te. Perché mi manchi tanto.

 

Lily Evans trovava particolarmente interessanti le fiamme scoppiettanti nel camino che emanavano calore in tutta la stanza. Adorava quel particolare momento della giornata: il momento in cui la Sala Comune rosso-oro era completamente vuota perché l’intera Casata era caduta nelle invitanti braccia di Morfeo.

Silenzio. Ecco, quella era la parte migliore: poter stare completamente spaparanzata sul divano di fronte al camino e pensare.

Pensare. Quella ,invece, era la parte un po’ meno buona.

Pensare ,a volte, faceva male. Pensare alla guerra, a Voldemort, alle minacce, alla paura... erano tutte cose che facevano male. Cose che rendevano il silenzio, che tanto le piaceva, troppo rumoroso.

Lily fu bruscamente riportata alla realtà quando sentì il buco del ritratto aprirsi per lasciare entrare i quattro studenti più rumorosi e famosi di tutta Hogwarts.

I malandrini entrarono nella Sala Comune ridendo come dei pazzi e annaspando in cerca di aria. Uno scherzo andato bene, non poteva trattarsi che di questo. Si tirò su e li guardò, a braccia conserte, aspettando che loro la notassero.

«Ramoso, devo ammetterlo, questa volta sei stato grande!» ansimò SIrius Black, ansimando e tenendosi la pancia per le troppe risa. Poi si accorse della testolina rossa che li osservava curiosa dal divano.

«Modestamente, credo di aver superato me stesso. Avete visto la faccia di Gazza? Merlino, avrei voluto avere una macchina fotografica tra le mani» rise di nuovo, e tutti gli altri lo seguirono.

Il piccolo Peter Minus fu il primo ad accorgersi di lei. Si schiarì la gola:« Ehm... Ragazzi, credo che sia meglio se smetteste di parlarne». Fece un cenno con la testa paffuta verso di lei.

Sirius Black, invece, fu il primo a rivolgerle la parola.

«Evans, mia cara, qual buon vento! Che ci fai in piedi a quest’ora? Lo sai, vero, che il coprifuoco è scattato da un pezzo? Potrei farti togliere dei punti dal nostro Caposcuola» e passò un braccio attorno alle spalle di James Potter.

James sospirò e scosse la testa, combattendo contro il sorriso che gli si stava formando sulle labbra. «Dacci un taglio, Sirius»

 «Oh, Black caro,» cominciò la rossa, assumendo una finta aria di rimprovero «purtroppo comprendo che il tuo cervello è stato irrimediabilmente danneggiato quando eri bambino e che la tua memoria è a breve termine, tuttavia mi preme di ricordati che anche io sono una Caposcuola e che in questo momento non sto infrangendo nessuna delle regole della scuola, in quanto sono nella mia Sala Comune. Al contrario di quattro soggetti che sono sgattaiolati fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco e che hanno un’aria abbastanza sospetta.» concluse esibendo la sua lucente e minacciosa spilla da Caposcuola.

«Touché»

«Già»

«Ok, allora» si intromise Remus Lupin «diciamo che tu non hai visto noi e noi non abbiamo visto te?» disse, facendole l’occhiolino. Non era un segreto per nessuno che Remus era uno dei suoi più cari amici. Aveva sempre una parola gentile per tutti ed era un’ottima spalla su cui piangere. In più, riusciva ad ascoltarla sfogarsi per ore – sia quando si lamentava di quanto infantile e arrogante era uno dei suoi migliori amici, sia quando portava avanti monologhi di ore e ore su come era impossibile che a lei piacesse James Potter o sul fatto che non aveva il coraggio di dirglielo dopo sei anni di amari rifiuti.

«Patto» gli disse, alla fine, sorridendo.

«Bene, allora noi andiamo» si intromisi di nuovo Black, portando un braccio attorno alle spalle di Lupin e l’altro attorno a Peter trascinandoli con se. «Buonanotte,Evans, fai sogni d’oro» le disse, da sopra alla spalla, una volta sulle scale che conducevano al dormitorio maschile.

«‘Notte, Black. Buona notte anche a voi, ragazzi» disse la ragazza.

Due voci intonarono un flebile ‘buonanotte’ e, pochi secondi dopo,si udì  il rumore di una porta che veniva chiusa.

Quando si voltò rimase sorpresa nel vedere che i Malandrini avevano dimenticato uno dei loro compari di malefatte e che Potter se ne stava appoggiato con un fianco al camino, con le braccia incrociate sul petto e la guardava divertito.

Erano rimasti soli.

I loro rapporti erano decisamente migliorati, comunque; da quando aveva smesso di fare l’imbecille, aveva scoperto in lui un buon amico e una persona decisamente piacevole con cui trascorre il tempo. Era passata dal non poter reggere la sua presenza per più di cinque minuti al non vedere l’ora di preparare gli orari delle ronde per stare con lui in poco tempo.

E poi, un giorno, mentre tornava dalla Sala Grande, fu colpita da una forte realizzazione: le piaceva James dannato Potter.

Comunque, non perdevano mai occasione di punzecchiarsi come al solito. E infatti:

«Hai qualche problema, Potter?»

«Sai, Evans, stavo pensando che ti sei ridotta proprio male. Non credevi ti abbassassi a certi livelli.»

Lily corrugò la fronte: «Come prego?»

Lui si stacco dal camino e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni. «Stai cercando un sostituto del sottoscritto. Sirius è decente, certo, ma andiamo... credi davvero che si a possibile superare le discussioni che hai avuto col sottoscritto?»

La ragazza rise piano e sospirò. «SI fa quel che si può» disse, con un’alzata di spalle.

 

Seguì un silenzio leggermente imbarazzante in cui entrambi interruppero il contatto visivo. Dopo diversi minuti di un’interessantissima contemplazione delle assi del pavimento scuro, Lily si decise a sollevare lo sguardo incontrando due paia di occhi nocciola che la fissavano curiosi.

Verde e Marrone.

Giada e Nocciola.

Lily  e James.

Sorrisero contemporaneamente e, inevitabilmente, Lily arrossì e disse:«Che ne dici di andare a letto?»

«Uh - oh, Evans, non tentarmi così!»

«James Potter, sei il solito lurido pervertito!» esclamò Lily con le guancie in fiamme, ma lasciando uscire una risata. Gli diede uno spintone e si diresse verso le scale del dormitorio.

Proseguirono il loro percorso in silenzio fino al dormitorio dei Caposcuola.

Fu James il primo a rompere il silenzio.

«Allora,Evans, ho sentito che hai un appuntamento ad Hogsmeade domani» disse il moro, con un tono striato di malizia, ammiccando alla ragazza.

«Dici davvero? E posso chiederti,di grazia, come fai a saperlo?» ribatté lei, appoggiandosi completamente alla porta dietro di lei.

«Ho le mie fonti». Dicendo questo, mise un braccio sulla porta, accanto alla testa della ragazza; abbassò la testa fino a sfiorarle il naso col suo. «Ed ho sentito dire che è anche un tipo piuttosto sexy, bello da far paura...»

 «Sai, è davvero strano, Potter, perché io pensavo di andarci con te» fece lei con un’alzata di spalle.

Il ragazzo la guardò; le labbra a pochi centimetri da quelle rosee di lei. Riusciva a sentire il suo alito fresco e al profumo di menta sul viso

«Per l’appunto, Evans.» le sussurrò, facendole l’occhiolino.

«Vedremo, Potter, vedremo.»

E a quel punto non riuscì più a trattenersi; posò le labbra su quelle di Lily e la baciò dolcemente.

Si staccò dopo un tempo indefinito e le sorrise; Lily scosse la testa e sospirò, cercando di reprimere il suo di sorriso. A quel punto si diresse verso la porta del dormitorio da Caposcuola maschile.

Prima di aprire la porta, però, si voltò ancora verso di lei. «Fidati, Rossa, non te ne pentirai»

«Ci vediamo domani, allora?»

«Non me lo perderei per niente al mondo»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

E’ una vecchia storiella che ho rivisto e ricorretto quando mi sono accorta che il primo tentativo faceva schifo.

Come la prima volta, stavo ascoltando Lego House quando l’ho scritta e be’...

Lasciatemi una recensione piccolina e vi amerò per il resto della mia vita.

 

Ps: fatemi sapere se va meglio J

   
 
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