«Per
l’appunto, Evans!»
Lily Evans
trovava particolarmente interessanti le fiamme scoppiettanti nel camino
che
emanavano calore in tutta la stanza. Adorava quel particolare momento
della
giornata: il momento in cui la Sala Comune rosso-oro era completamente
vuota
perché l’intera Casata era caduta nelle invitanti
braccia di Morfeo.
Silenzio.
Ecco, quella era
la parte migliore: poter
stare completamente spaparanzata sul divano di fronte al camino e
pensare.
Pensare.
Quella ,invece,
era la parte un po’ meno
buona.
Pensare ,a volte,
faceva male. Pensare alla guerra, a
Voldemort, alle minacce, alla paura... erano tutte cose che facevano
male. Cose
che rendevano il silenzio, che tanto le piaceva, troppo rumoroso.
Lily fu
bruscamente riportata alla realtà
quando sentì il buco del ritratto aprirsi per lasciare
entrare i quattro
studenti più rumorosi e famosi di tutta Hogwarts.
I malandrini
entrarono nella Sala Comune
ridendo come dei pazzi e annaspando in cerca di aria. Uno scherzo
andato bene,
non poteva trattarsi che di questo. Si tirò su e li
guardò, a braccia conserte,
aspettando che loro la notassero.
«Ramoso,
devo ammetterlo, questa volta sei stato grande!»
ansimò SIrius Black, ansimando
e tenendosi la pancia per le troppe risa. Poi si accorse della
testolina rossa
che li osservava curiosa dal divano.
«Modestamente,
credo di aver superato me stesso. Avete visto la faccia di Gazza?
Merlino,
avrei voluto avere una macchina fotografica tra le mani» rise
di nuovo, e tutti
gli altri lo seguirono.
Il
piccolo Peter Minus fu il primo ad accorgersi di lei. Si
schiarì la gola:«
Ehm... Ragazzi, credo che sia meglio se smetteste di
parlarne». Fece un cenno
con la testa paffuta verso di lei.
Sirius
Black, invece, fu il primo a rivolgerle la parola.
«Evans,
mia cara, qual buon vento! Che ci fai in piedi a quest’ora?
Lo sai, vero, che
il coprifuoco è scattato da un pezzo? Potrei farti togliere
dei punti dal
nostro Caposcuola» e passò un braccio attorno alle
spalle di James Potter.
James
sospirò e scosse la testa, combattendo contro il sorriso che
gli si stava
formando sulle labbra. «Dacci un taglio, Sirius»
«Oh,
Black caro,»
cominciò la rossa, assumendo una finta aria di
rimprovero «purtroppo
comprendo che il tuo cervello è stato irrimediabilmente
danneggiato quando eri
bambino e che la tua memoria è a breve termine, tuttavia mi
preme di ricordati
che anche io sono una Caposcuola e che in questo momento non sto
infrangendo
nessuna delle regole della scuola, in quanto sono nella mia
Sala Comune. Al contrario di quattro soggetti che sono
sgattaiolati fuori dal dormitorio dopo
il coprifuoco e che hanno un’aria abbastanza
sospetta.» concluse esibendo la
sua lucente e minacciosa spilla da Caposcuola.
«Touché»
«Già»
«Ok,
allora» si intromise Remus Lupin «diciamo che tu
non hai visto noi e noi non
abbiamo visto te?» disse, facendole l’occhiolino.
Non era un segreto per
nessuno che Remus era uno dei suoi più cari amici. Aveva
sempre una parola
gentile per tutti ed era un’ottima spalla su cui piangere. In
più, riusciva ad
ascoltarla sfogarsi per ore – sia quando si lamentava di
quanto infantile e
arrogante era uno dei suoi migliori amici, sia quando portava avanti
monologhi
di ore e ore su come era impossibile che a lei piacesse James Potter o
sul
fatto che non aveva il coraggio di dirglielo dopo sei anni di amari
rifiuti.
«Patto»
gli disse, alla fine, sorridendo.
«Bene,
allora noi andiamo» si intromisi di nuovo Black, portando un
braccio attorno
alle spalle di Lupin e l’altro attorno a Peter trascinandoli
con se. «Buonanotte,Evans,
fai sogni d’oro» le disse, da sopra alla spalla,
una volta sulle scale che
conducevano al dormitorio maschile.
«‘Notte,
Black. Buona notte anche a voi, ragazzi»
disse la ragazza.
Due voci
intonarono un flebile ‘buonanotte’
e, pochi secondi dopo,si
udì il
rumore di una porta che veniva
chiusa.
Quando si
voltò rimase sorpresa
nel vedere che i Malandrini avevano dimenticato uno dei loro compari di
malefatte
e che Potter se ne stava appoggiato con un fianco al camino, con le
braccia incrociate
sul petto e la guardava divertito.
Erano
rimasti soli.
I loro rapporti
erano decisamente migliorati,
comunque; da quando aveva smesso di fare l’imbecille, aveva
scoperto in lui un
buon amico e una persona decisamente piacevole con cui trascorre il
tempo. Era
passata dal non poter reggere la sua presenza per più di
cinque minuti al non
vedere l’ora di preparare gli orari delle ronde per stare con
lui in poco
tempo.
E
poi, un giorno, mentre tornava dalla Sala Grande, fu colpita da una
forte
realizzazione: le piaceva James dannato
Potter.
Comunque,
non perdevano mai occasione di punzecchiarsi come al solito. E infatti:
«Hai
qualche problema, Potter?»
«Sai,
Evans, stavo pensando che ti sei ridotta proprio male. Non credevi ti
abbassassi a certi livelli.»
Lily
corrugò la fronte: «Come
prego?»
Lui si stacco
dal camino e infilò
le mani nelle tasche dei pantaloni. «Stai cercando un
sostituto del
sottoscritto. Sirius è decente, certo, ma andiamo... credi
davvero che si a
possibile superare le discussioni che hai avuto col
sottoscritto?»
La ragazza rise
piano e sospirò.
«SI fa quel che si può» disse, con
un’alzata di spalle.
Seguì
un silenzio leggermente
imbarazzante in cui entrambi interruppero il contatto visivo. Dopo diversi
minuti di un’interessantissima contemplazione
delle assi del pavimento scuro,
Lily si decise a sollevare lo sguardo incontrando due paia di occhi
nocciola
che la fissavano curiosi.
Verde
e Marrone.
Giada e Nocciola.
Lily
e James.
Sorrisero
contemporaneamente e, inevitabilmente, Lily arrossì e
disse:«Che ne dici di
andare a letto?»
«Uh
- oh, Evans, non tentarmi così!»
«James
Potter, sei il solito lurido pervertito!» esclamò
Lily con le guancie in fiamme,
ma lasciando uscire una risata. Gli diede uno spintone e si diresse
verso le
scale del dormitorio.
Proseguirono
il loro percorso in silenzio fino al dormitorio dei Caposcuola.
Fu
James il primo a rompere il silenzio.
«Allora,Evans,
ho sentito che hai un appuntamento ad Hogsmeade domani» disse
il moro, con un
tono striato di malizia, ammiccando alla ragazza.
«Dici
davvero? E posso chiederti,di grazia, come fai a saperlo?»
ribatté lei, appoggiandosi
completamente alla porta dietro di lei.
«Ho
le mie fonti». Dicendo questo, mise un braccio sulla porta,
accanto alla testa
della ragazza; abbassò la testa fino a sfiorarle il naso col
suo. «Ed ho
sentito dire che è anche un tipo piuttosto sexy, bello da
far paura...»
«Sai,
è davvero strano, Potter, perché io
pensavo di andarci con te» fece lei con un’alzata
di spalle.
Il
ragazzo la guardò; le labbra a pochi centimetri da quelle
rosee di lei.
Riusciva a sentire il suo alito fresco e al profumo di menta sul viso
«Per
l’appunto, Evans.» le sussurrò,
facendole l’occhiolino.
«Vedremo,
Potter, vedremo.»
E
a quel punto non riuscì più a trattenersi;
posò le labbra su quelle di Lily e
la baciò dolcemente.
Si
staccò dopo un tempo indefinito e le sorrise; Lily scosse la
testa e sospirò,
cercando di reprimere il suo di sorriso. A quel punto si diresse verso
la porta
del dormitorio da Caposcuola maschile.
Prima
di aprire la porta, però, si voltò ancora verso
di lei. «Fidati, Rossa, non te
ne pentirai»
«Ci
vediamo domani, allora?»
«Non
me lo perderei per niente al mondo»
Angolo
Autrice:
E’ una
vecchia storiella che ho rivisto e ricorretto
quando mi sono accorta che il primo tentativo faceva schifo.
Come la prima
volta, stavo ascoltando Lego
House quando l’ho scritta e be’...
Lasciatemi una
recensione piccolina e vi amerò
per il resto della mia vita.
Ps: fatemi
sapere se va meglio J