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Autore: Allegra_    31/07/2013    5 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37
 
I Giochi Stanno Per Concludersi

 

“ Guardai per l’ennesima volta l’abito disteso sul mio letto incerta.
Era davvero stupendo, non a caso avevo speso i risparmi di una settimana per comprarlo: un tubino fucsia molto stretto, specialmente sulla vita, con dei lustrini ai bordi.
Nonostante però avessi avuto modo di ammirarne la bellezza più di una volta, non ero ancora riuscita a decidere se andare o no a quella festa.
Lo avrei incontrato di sicuro, e il fatto che volessi perdermi il compleanno della mia migliore amica proprio per quello mi mandava in bestia.
Io che andavo dicendo a mari e monti che l’odiavo, io che non avrei perso occasione per schiaffeggiarlo … mi ero innamorata di lui, nel modo più semplice e veloce che conoscessi. “
Non potevo perdermi il compleanno di Mic.
Assolutamente.
Io e Dodo avevamo mosso mari e monti per fare in modo che quella giornata fosse perfetta e non potevo tirarmi indietro proprio in quel momento.
Avevamo passato l’intera mattinata al Madame Tussauds, visto che Mic aveva espresso da più di due mesi il desiderio di andarci per poter vedere il suo amatissimo Brad Pitt – il fatto che fosse fatto di cera non la demoralizzava affatto! –
Il pomeriggio avevamo poi visitato l’abbazia di Westminster, poiché la mia migliore amica si era mostrata decisamente interessata a visitare il luogo del matrimonio di William e Kate.
Cosa cavolo gliene fregava? Bah!
Che poi non aveva proprio nulla da invidiare a quella coppia.
Il suo Dodo si era presentato nella casa in cui eravamo entrambe ospiti alle otto di mattina con cornetti, cioccolate calde, palloncini e una chilometrica lettera che lei aveva letto piangendo ogni riga sempre di più per l’emozione.
Si erano baciati per un’ora intera e avevano camminato tutta la giornata tenendosi per mano, mentre io sorridevo cercando di mostrarmi allegra e spensierata ai loro occhi.
Ma mai come in quel momento i pensieri non mi mancavano proprio per niente.
Non potevano succedere tutte quante a me.
Perché mi era capitata proprio quella vita?
Non avrei potuto semplicemente rimanere a Firenze, con i miei genitori e i miei amici, trovare un ragazzo che mi amasse ed essere felice con lui?
No, il destino con me aveva deciso di essere più sadico che mai.
E così mi ritrovavo in una camera distante mille e più kilometri da quella che ormai consideravo la mia città, con le lacrime che mi inondavano il viso, un bellissimo vestito che aspettava solo di essere indossato, e un groppo in gola pesante quanto un macigno.
Ma la cosa peggiore era che ero sola.
Perché l’unica persona che avrebbe potuto capirmi era intenta a vivere il suo diciassettesimo compleanno con il suo meraviglioso ragazzo, e non avevo per nulla intenzione di rovinarglielo.
Avrei sempre potuto chiamare Giò, ma non sarebbe stato lo stesso.
Mic mi ascoltava per poi urlarmi addosso i miei errori, Giò semplicemente mi lasciava sfogare per poi abbracciarmi e dirmi che tutto sarebbe andato bene.
Ma in quel momento non avevo bisogno di essere rassicurata, volevo soltanto che qualcuno mi sbattesse in faccia che stavo sbagliando tutto e mi desse una mano a migliorare le cose.
Avevo bisogno della mia migliore amica, ma non avrei mai permesso che lei si dedicasse interamente a me anche il giorno del suo compleanno.
Mic mi era stata accanto ogni momento da quando l’avevo conosciuta, ed io ero certa di non essere un’amica perfetta come lei lo era, perché non le avevo mai dato quanto lei dava costantemente a me.
Però almeno una giornata gliela dovevo, nonostante innumerevoli pensieri suicidi mi stessero attanagliando la testa in quelle ultime ore.
Sentii bussare alla porta e mi ricomposi alla bell’e meglio, cercando di asciugare più velocemente possibile le lacrime.
Cheryl era di fronte a me con un enorme vassoio di biscotti, e la sua espressione sempre sorridente sembrò preoccuparsi alla vista del mio viso << Hello Noe! What’s happening? >>
<< N..nothing >> riuscii appena a singhiozzare.
Ma non la convinsi per niente.
Infatti chiuse subito la porta alle sue spalle accomodandosi sul letto e facendomi segno di imitarla.
<< Puoi parlare con me, se ti va >> mi disse in un perfetto italiano unito ad un meraviglioso accento inglese.
<< Ma come? >> domandai stupita << Tu parli la nostra lingua? >>
Annuì divertita.
<< E allora perché ci fai dannare da giorni per cercare di mettere insieme frasi sensate in inglese? >>
<< Perché è divertente >> rise ed io la seguii a ruota.
Quella donna era decisamente un mito!
<< Allora >> mi disse poi prendendomi una mano tra le sue << Perché sei così triste? >>
<< Ho messo in atto inconsapevolmente il piano per la mia autodistruzione, Cheryl >> le risposi mentre nuove lacrime mi rigavano il viso.
<< Dai, non essere così esagerata! >> mi intimò lei << Piuttosto, raccontami bene tutta la storia >>
E così cominciai quel racconto.
Le dissi della prima volta che avevo visto Fra’ su quel treno, di quanto ci fossimo odiati e punzecchiati per un bel po’, della collana che mi aveva regalato per Natale, delle chiamate mentre ero a Firenze, della notte di Capodanno, di quando Stefano aveva ammesso di amarmi, di quando io e Francesco avevamo deciso di stare insieme, di come ci eravamo traditi a vicenda, del mese passato a frequentarmi con Stefano, della nostra relazione.
Con non poco imbarazzo descrissi la giornata di San Valentino passata in Liguria, e poi le dissi della relazione clandestina tra me e Francesco, del bacio in aeroporto, della richiesta di Ste’, del mio averla accettata, del litigio con Francesco quella notte.
<< Quindi era per questo che sei tornata a casa piangendo l’altro ieri? >> mi domandò ed io annuii semplicemente.
Avevo quasi completato il mio racconto, mancava soltanto una piccola parte: ovvero quella mattinata.
 
La fila per entrare in quel maledetto museo era decisamente troppo lunga e stressante.
Erano già due ore che me ne stavo ferma a chiacchierare con Serena, mentre vedevo i miei due migliori amici sbaciucchiarsi innamorati.
Non ne potevo più.
<< Scusa Sere, vado un attimo a prendere aria! >> esclamai ad un tratto allontanandomi dal gruppo.
Stavo dirigendomi verso l’uscita, quando intravidi le figure di Giò e Fra’ fumare nel bagno dalla porta semi aperta.
Chiacchieravano di qualcosa, ma ero troppo distante per riuscire ad ascoltare.
E così, da brava stalker, mi appiattii al muro più vicino per origliare quella conversazione.
Non l’avessi mai fatto..
<< Allora, come stai? >> gli domandò Giò.
<< Come vuoi che stia? >> sbottò Fra’ in risposta << Io ancora non riesco a crederci a tutto questo, sembra una puntata riuscita male di Beautiful! >>
Il mio amico prese un respiro profondo prima di esclamare sicuro: << Noe non andrà con Ste’, ci metterei la mano sul fuoco! Si accorgerà di aver sbagliato tutto, lo lascerà e tornerà da te >>
Magari avessi avuto il coraggio di soddisfare le sue aspettative!
<< Non mi importa >> rispose Fra’ fin troppo arrabbiato per sembrare indifferente alla cosa << Non voglio avere più nulla a che fare con lei, anche se tornasse, la respingerei >>
<< Che? >> Giò sembrava stranito almeno quanto me a quelle parole.
<< Cosa pretendete? Che io resti qui a piangere per lei fin quando la principessina non capirà di amarmi e verrà qui a scusarsi? Ma neanche per sogno! >> sbottò ancora Francesco << Ora come ora provo soltanto odio verso di lei e non è per il mio orgoglio che non la perdonerò, ma per il mio cuore spezzato >>
<< Non ti sembra un discorso da femminucce, Fra’? >>
<< No che non lo è. >> buttò giù il ragazzo << Io la amo davvero, le ho dato tutto me stesso, le ho donato il mio cuore e lei ha pensato bene di schiacciarlo a suon di bugie e sotterfugi! Non tornerei mai con lei, mai. >>
 
<< Lo ha detto soltanto per rabbia tesoro, lo sai bene >> mi rassicurò Cheryl asciugandomi delicatamente qualche lacrima.
<< No, lo ha detto perché lo pensa Cher >> singhiozzai ancora un po’ prima di continuare a raccontarle l’ultimo pezzo della storia.
 
Eravamo a Westminster, pomeriggio inoltrato lì a Londra, poche ore dopo il discorso di Francesco e Giorgio che avevo origliato.
Ero un morto che camminava, con il trucco rifatto per ben cinque volte a causa del continuo pianto, un sorriso che più falso non era mai stato sfoggiato e il corpo trascinato con studiata ed improvvisata stanchezza.
<< Amore, devo dirti una cosa >> sussurrò ad un tratto Stefano al mio orecchio, senza mollare la mia mano alla quale era incollato dall’inizio della giornata.
Gli feci cenno con il capo di continuare.
<< Stasera ho fatto riservare una camera del privè per noi due >> mi sorrise a 1032 denti << Sarà tutto perfetto >>
 
<< Voglio morire, dammi una pistola per favore! >> esclamai arrivata ormai al limite della sopportazione a causa di quell’assurda storia.
<< Smettila, Noe! La fai molto più complicata di com’è! >> mi richiamò Cheryl guardandomi apprensiva << Devi semplicemente andare a quella festa adesso! >>
<< E come? Con le lacrime che mi scendono appena guardo Fra’ e Ste’ che pretende cose che non posso e non voglio dargli? >> sbottai triste.
<< No, ignorando Fra’, stando alla larga da Ste’ e cercando di divertirti per una sera! >> mi spiegò lei << Non puoi crogiolarti nel dolore e nelle lacrime, è il momento di cercare di dimenticare e di andare avanti! >>
<< E se Stefano mi si avvicina? >>
<< Fa ciò che ti senti di fare, ma fallo! Non lasciare la situazione in sospeso, non durerà per sempre Noe! >> si alzò prendendo con cura il mio vestito e porgendomelo << Se ami davvero Francesco smettila di dare false speranze a Stefano, chiarisci con lui e stai a vedere come vanno le cose! >>
Mi sfilai l’accappatoio indossando l’abito mentre lei mi porgeva il paio di scarpe che avevo preparato.
<< La cosa più importante è che tu la smetta di lasciare che le cose accadano e che la tua vita prenda pieghe inaspettate senza che tu te ne renda conto >> mi sorrise aiutandomi a sistemarmi i capelli << La cosa fondamentale è che sei tu a dirigerla, perciò inizia a vivere, Noe! >>
 

***

 
Quella discoteca era veramente gigantesca.
Ovunque c’erano ragazzi che ballavano sfrenatamente, bevevano, fumavano, si baciavano o semplicemente chiacchieravano.
C’erano Mic e Dodo che da un’ora se ne stavano appiccicati muovendosi a tempo di musica, c’era Giò che rimaneva attaccato al cellulare nel caso in cui la sua Luce gli scrivesse un messaggio o lo telefonasse, c’era Serena che rideva e scherzava con alcuni ragazzi appena conosciuti, c’erano i prof che fingevano di essere a loro agio in quel caos giovanile.
E poi c’ero io.
Io che da quando eravamo arrivati non facevo altro che ballare in mezzo alla pista, cercando in quel modo di stare più lontana possibile da Stefano e di non vedere Francesco.
Mi aveva fatto davvero bene parlare con Cheryl.
Ascoltando la sua voce premurosa e sentendo le sue dolci mani asciugarmi le lacrime avevo davvero pensato a lei come una madre in quel momento, pronta a consigliarmi e ad aiutarmi a rimediare ai miei errori.
Chissà se la mia vera madre avrebbe detto le sue stesse parole, chissà se anche lei mi avrebbe intimato di cominciare a prendere in mano le redini della mia vita e fare soltanto ciò che sentivo.
Probabilmente si.
Probabilmente no.
Le note di Boyfriend di Justin Bieber riempivano tutta la sala ed io ballavo come una posseduta nell’intento di scacciare via i miei pensieri.
Ad un tratto due braccia mi avvolsero da dietro portandomi al di fuori della mischia e trascinandomi verso i divanetti.
Stefano mi sorrise gioioso.
Era arrivato il momento, quello della mia condanna all’infelicità eterna.
Perché ero così dannatamente vigliacca da non riuscire ad oppormi alla sua richiesta?
<< Andiamo, amore? >> mi domandò dolce, non riuscendo però a mascherare la puzza di alcool nel suo alito.
Non risposi, perché ciò che vidi mi gelò tanto da togliermi il fiato.
Francesco, appoggiato al muro con le braccia conserte, mi guardava: forse speranzoso, forse semplicemente rassegnato.
Ma se anche avessi detto di no a Stefano tra noi due le cose non sarebbero comunque cambiate.
Ormai l’avevo perso e, testardo com’era, nulla l’avrebbe fatto ritornare sui suoi passi.
Eppure c’era ancora quella piccola parte di me che si ostinava a non credergli e a pensare che, se fossi tornata da lui, mi avrebbe accolta in un abbraccio possessivo per non lasciarmi andare mai più.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi di Stefano, il quale poggiò le sue labbra sulle mie ostentando la delicatezza che in quel momento più che mai gli mancava.
E fu in quel momento che vidi Fra’ voltarsi e correre verso l’uscita del locale.
Avrei voluto seguirlo, avrei voluto scusarmi con lui, avrei voluto dirgli che per noi c’era ancora e ci sarebbe sempre stata una speranza.
Ma non ne ebbi modo.
Perché prima che avessi tempo di realizzare cosa stava accadendo, uno Stefano violento come non era mai stato mi trascinò all’interno di una camera sbattendo la porta e iniziando a baciarmi con foga.
I giochi stavano per concludersi.
E io avevo tutti i requisiti per perdere alla grande.
 


Piccolo Angolo Di Luce
Hola!! Chiedo scusa nel ritardo dell’aggiornamento, ma come vi avevo anticipato sono stata in vacanza per una settimana e non avevo il pc con me.
Prometto però che da adesso in poi aggiornerò molto più velocemente, anche perché siamo praticamente alla fine: il prossimo capitolo sarà l’ultimo e poi ci sarà l’epilogo che concluderà definitivamente la storia.
Mi dispiacerà da morire lasciare questi personaggi che con il tempo sono diventati davvero parte di me e mi hanno aiutata a crescere, come persona e come scrittrice.
Ma lasciamo le parole tristi per l’epilogo e dedichiamoci a questo capitolo adesso!
Allora, come vedete è arrivato il giorno del compleanno di Mic e proprio qui ci ricolleghiamo al prologo, (il pezzo iniziale tra le virgolette è proprio quello con cui si apre la storia) molte di voi mi avevano chiesto quando sarebbe successo ed è arrivato il momento!
Per quanto riguarda la chiacchierata tra Noe e Cheryl, personalmente adoro quella donna, la trovo assolutamente meravigliosa e mi piacciono molto le parole che dice alla nostra protagonista!
E alla fine ci si presenta uno Stefano ubriaco che non ha niente a che vedere con il ragazzo dolce e sensibile che tutte noi conosciamo.
Cosa succederà?
Come detto da Noe: I giochi stanno per concludersi, quindi mettete in moto la vostra fantasia e ditemi cosa vi aspettate dal prossimo capitolo!
Inoltre, se vi va, passate alla mia nuova romantica “
Don’t Let Me Go – ‘Cause I’m Tired To Feeling Alone” e fatemi sapere cosa ne pensate!
Ah, quasi dimenticavo: grazie mille di tutto, vi adoro <3
xoxo

   
 
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