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Autore: MalocchioRose    31/07/2013    1 recensioni
Dieci prompt tutti sulla coppia Alice Paciock Jr. e Scorpius malfoy. Malciock
Genere: Angst, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scorpius Malfoy
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 A Costanza, che mi chiede di scrivere qualcosa su Alice e Scorpius da una vita, e io forse gliel'ho promesso anche da di più!
Sono solo le prime cinque, le prossime cinque te le finisco in settimana, perchè sono le tre e cinquantotto e il Giusti sta per svegliarsi!
Manchi, e voglio la mia grafica sui miei gay!
Ah, da tutto ciò si evince la mia incapacità di scrivere crack, o qualsivoglia tipo di humor. Mentre, coll'angst, è andata liscia come l'olio; niente di nuovo sotto al sole, insomma... Scusate eventuali errori, eran le quattro ed ero tanto, tanto assonnata!













 ANGST  STUDIO MATTO E DISPERATO

Sono giorni che Scorpius non lascia l'ospedale, ha ormai vagato per tutti i corridoi, conosce a memoria tutte le uscite di sicurezza del San Mungo, ogni sedia, ogni madre preoccupata, felice, ogni vecchio che sta per lasciare la vita per sempre.
Ha cercato in tutti i tomi, in tutti gli scampoli di stracci di pagine di libri di medi-magia, ha provato tutte le pozioni, tutti gl'incantesimi, tutti gl'infusi dello scibile magico, ma niente ha funzionato.
Ha supplicato, per la prima volta in vita sua, è caduto in ginocchio davanti al primario, ha chiesto di fare tutto il possibile, le mani giunte, il cuore pesante come un macigno, ma quello non ha potuto far niente, non si può curare un male che nemmeno si conosce.
Allora ha preso a pugni il muro, ha gridato, si è tolto il camice e l'ha gettato via con astio, sentendosi inutile, insulso, deludente. Ha perso la fiducia nella medimagia, nei suoi professori, in chi ha lavorato con lui per anni, in chi con lui ha studiato.
E' diventato pazzo, fuori di sè, ha perso la strada per poi ritrovarla davanti alla stanza numero sette, corridoio H dell'ala est, nei suoi occhi, nei suoi respiri flebili, trai capelli biondi sparsi sul cuscino. E' tornato in sè tenendole la mano, sorridendo per lei, fingendo che la vita non la stesse lentamente abbandonando, rubata da un male incurabile, sconosciuto.
Ha tenuto insieme i pezzi meglio che ha potuto, accarezzandole piano una gota, baciandole la fronte sempre più fredda. Ha fatto la persona per bene, addirittura non ha litigato con James quando è andato a trovarla, si sono solo scambiati un cenno d'assenso e per poco ha lasciato la piccola stanza dai muri gialli, perdendosi per un altro po'.
I pezzi, però, non è più riuscito a rimetterli insieme quando è morta, si è inesorabilmente sgretolato, è caduto a pezzi in un assordante silenzio, come una bambola di porcellana, come un sacco vuoto.
Ha lasciato del tutto il mondo della ragione passando la mano sul marmo freddo della lapide, le dita lunghe, da pianista, a sfiorare i caratteri neri, impressi nella fredda pietra per sempre.

"Qui giace Alice Paciock Jr. Figlia, Sorella, Amica e Moglie."







ALTERNATIVE UNIVERSE  DUE CAFFE' DI CUI UNO MACCHIATO
Alice Paciock Jr. non è mai stata un'assidua frequentatrice del bar davanti all'università, tanto meno una mattiniera, solitamente preferisce ignorare deliberatamente la sveglia, che imperterrita continua a segnalarle che sì, è mattina, e decisamente sì, i corsi sarebbero iniziati da lì a poco più di mezzora. Però, quel giorno, qualcosa la turbava, o meglio, la sua coinquilina aveva deciso di tenere una seduta di sesso estremo nella propria camera che continuava da quella notte alle quattro e, quindi, alle sette e trenta, con tanto di occhi iniettati di sangue, si era trovata già pronta davanti ai cancelli dell'università, pronta a seguire "giornalismo 101" tanto quanto poteva esserlo per correre la London Marathon. L'unico problema era che i cancelli avrebbero aperto solo da lì a un' oretta buona, per questo per la prima volta da quando era diventata una matricola si era seduta a uno dei tavolinetti un po' sghembi del caffè, più adatti a una route che costeggia la Senna che alla uggiosa Londra.
Uno svolazzare di cappotti di alta sartoria e sciarpe di lana la distrasse dalle sue elucubrazioni su quanto la vita sessuale di Lily fosse fin troppo attiva -forse perchè la paragonava alla sua- riportandola alla realtà, realtà che implicava un ragazzo seduto difronte a lei che continuava a fissarla, in attesa di una risposta.
-Ma stai ancora dormendo? Posso sedermi qui o no, che gli altri tavoli sono occupati?-
-Beh, mi sembra che tu sia già seduto!-
I due continuarono a fissarsi storto, quasi in cagnesco, fino all'arrivo della povera cameriera che per farsi sentire dovette ricorrere ai suoi migliori colpi di tosse e ticchettii irritati per far distogliere gli occhi castani di lei da quelli quasi argentei del ragazzo, cosa che Alice ancora non riusciva a spiegarsi come fosse possibile.
-Un caffè.-
-Un macchiato.-
Sputarono fuori in coro, guadagnandosi un sospiro esasperato dalla commessa e un "non posso farcela, non sono nemmeno le otto" borbottato a denti stretti.
-Alice, comunque-
-Scorpius.-

[Tre anni dopo]

La scena è quasi la stessa però non del tutto, ormai sono amici della cameriera, la sciarpa di lui è passata da una grigio spento a un orribile aggeggio che Alice ha provato a fare ai ferri, le loro mani non sono più nascoste tra le braccia conserte ma nascoste l'una in quella dell'altro, sul tavolo, Scorpius può dormire ogni mattina quindici minuti in più e Alice cerca sempre di svegliarsi mezz'ora prima.

-Due caffè di cui uno macchiato.-
Ordina ormai uno solo dei due.








CRACK\HUMOUR  UNA MANO SUL GRILLETTO, L'ALTRA SUL SUO CULO

Essere l'assistente di Scorpius Hyperion Malfoy, il più grande cacciatore di vampiri vivente, non è proprio fantastico quanto può sembrare. Ogni donna avrebbe venduto l'anima, se non molto di più, per poter esser accanto a lui giorno e notte, in tutti i momenti, passargli le armi e tamponargli il sudore della fronte, non che Alice lo facesse, davvero, aveva le mani, poteva farlo benissimo da solo! Alcune erano arrivate a farsi mordere, finendo solo per esser uccise come un vampiro qualunque, ma, specialmente, le sue amate ochette non potevano sapere quanto potesse essere irritante, lunatico, scostante, cocciuto, orgoglioso, un po' maniaco, pieno di è e dispotico, tutto allo stesso tempo e, magari, anche con una sola frase.
Ecco, magari non sarebbero nemmeno state capaci di montare una VPR3000 a tamburo ruotante con canna doppia e probabilità d'inceppamento pari allo 0,1% in soli due secondi e tre, evitando a tutti e due una morte certa, lenta e sanguinosamente dolorosa.
E, pensa Alice, mentre carica i proiettili di frassino nel tamburo della sua piccola rivoltella modificata, non avrebbero nemmeno le palle di starsene lì tranquille, pregando Van Helsing e Lincoln di non esser morse da quelle bestiacce dai denti da pesce cane e l'incarnato di un morto -perspicace Alice, sono effettivamente, morti!

-Pronta Danno?-

Alice, che stasera è evidentemente in vena, decide che una pacca sul culo sia il miglior modo per rispondere a quel deprecabile, non troppo sincero, doppiogiochista, donnaiolo, spezza cuori, del suo compagno.

.Pronti per l'azione!-

Una mano sul suo culo, l'altra sul grilletto.


FUTURE!FIC  IN UNA SCALA DA UNO A DIECI, UNDICI!

-Nonna, in una scala da uno a dieci, quanto ami il nonno?-

Allora Alice non potè che sorridere, e ripensare un po' a tutto. Alle litigate a Hogwarts perchè lui era un orgoglioso serpeverde e lei una testarda grifondoro, alle crisi isteriche di suo padre, ai baci rubati di nascosto, di nascosto perfino da loro stessi. Alle innumerevoli pozioni che gli aveva fatto scoppiare in faccia e a tutte le volte che aveva passato le mani trai suoi capelli così disumanamente biondi, a quando James e Albus li avevano scoperti, e aveva passato l'intera nottata a cercare di non ridere mentre gli tamponava con lo straccio freddo un occhio nero.
Alla prima volta, al primo bacio, al primo anniversario, la prima litigata, il primo natale tutti insieme, il primo figlio, tutto ciò che per la prima volta aveva fatto con lui e per lui.
Certo, c'erano stati anche i momenti difficili, in cui tutto sembrava impossibile, in cui si sentivano troppo diversi, quando tutti erano contro di loro e pure il mondo, un po', ci si metteva. Quando entrambi iniziarono i tirocini, uno al San Mungo e l'altra alla Gazzetta del Profeta, e tornavano a casa troppo stanchi persino per parlare. Però avevano superato tutto, avevano superato chi diceva no, chi non credeva che potessero durare più di sei mesi, chi diceva un anno, chi cinque, si erano sposati, avevano avuto due figli bellissimi e, addirittura, tre nipotini.

-Oh Amanda, Scorpius lo amo come minimo un undici, ma non glielo dire, mi raccomando!-





FIRST TIME  LUNA

Un giorno, a cavallo tra la primavera e l'estate, quando la gente non sa come vestirsi, se mettersi il cardigan o la canottiera, Neville Paciock decise che portare la sua amata bambina al parco fosse una buona idea, e lo stesso pensò Draco Malfoy per il suo adorato primogenito, anche unico, a dire il vero. Nessuno dei due, però, sospettava della presenza dell'altro, e tanto meno se ne accorse, uno troppo preso nella ricerca mentale di un regalo per la mogli e l'altro preoccupato per le sorti del figlio, temendo fin nel profondo che fosse un magonò.
Però, due bambini, uno dai capelli chiarissimi, quasi bianchi, e l'altra che faceva sfoggio di due adorabili codini del color del grano, si accorsero l'uno dell'altra e, come ogni bambino di buone maniere si presentarono e, dopo aver accertato che il nome Scorpius era davvero molto buffo, a detta di Alice, e aver deciso che da quel momento si sarebbe chiamato Ted, si misero a giocare nella sabbiera, felici come pasque.
All'improvviso, un bulletto di terza elementare decise di passare proprio dal loro angolino fatato di mondo, fatto di castelli di sabbia e stampini a forma di luna, affondando la sua geox mal ridotta proprio sulla torre più alta del loro maniero sabbioso, riducendolo a un cumuletto di macerie.
Incapace di trattenere le lacrime grandi lacrimoni solcarono il viso della piccola Alice e, a tale vista, il piccolo Scorpius s'infuriò tanto che il castello tornò su, più bello che mai, grazie alla sua prima magia involontaria.  
  
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