Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: NCSP    31/07/2013    9 recensioni
Piccola Stony scritta a undicimila metri di altezza, spero che vi piaccia
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Sono tornato. Tony, stai bene?»

 «Zi...» affermò una voce nasale dal divano.

Alzò gli occhi al cielo andandogli incontro e lo trovò sdraiato sotto una coperta con il naso rosso e una faccia distrutta.

«Meno male che stavi bene.» commentò dopo avergli posato una mano sulla fronte bollente.

«Cergavo di non fardi preoggupare.»

 Sorrise esasperato dalla protettività del compagno «Hai almeno preso qualcosa?»

«Dobrei alzarmi.»

«Vado io, tu resta lì.» gli diede un leggero bacio sulla fronte come se quello potesse fargli scendere la febbre e andò in cerca di qualche medicina.

Sebbene vivesse lì ormai da un paio di mesi non aveva ancora idea di dove potesse trovarsi l'armadietto delle medicine. Girovagò a vuoto per qualche minuto fino ad aprire un cassetto in una sala da pranzo e trovarci qualche contenitore arancione pieno di pastiglie. Certo che Tony teneva le cose nei posti più improbabili. Un po' come i calzini che aveva trovato nel frigo o il telecomando sopra il lavandino.

Ritornò dal suo malato con il flacone tra le mani e la stessa espressione di chi ha appena scoperto un nuovo continente.

«Dobe zei ztato?» chiese imbronciato.

«A cercarti delle medicine. Se tu non seguissi il tuo disordine mentale nel riporre le cose ci avrei messo di meno.» si sedette accanto a lui infagottandolo nella coperta visto che il moro continuava a tremare per il freddo.

«Z'è un orbine: zbarzo.» replicò tra uno starnuto e un colpo di tosse.

«Sei divertente quando parli, sai?» ridacchiò concedendosi quel filo di cattiveria.

«Zdronzo.»

«Oh dai, tu mi prendi continuamente in giro e io non posso nemmeno un po'» gli si sdraiò accanto facendolo rannicchiare sul proprio petto per farsi perdonare.

«Ba tu zei Cabitan Bazienza.»

«E tu il miliardario eccentrico che sfotte tutti, va bene. Quando starai meglio mi farò perdonare.» sussurrò l'ultima frase nel suo orecchio con un tono che avrebbe fatto eccitare un morto.

«Zto già meglio.» si voltò verso di lui ma il naso e gli occhi rossi lo tradirono.

«Non ci casco, mi spiace. Comunque te la sei cercata.»

«Non è vero.»

«Ah no? Ricordami, chi ha voluto andare sul tetto a giocare con la neve.»

«Andibadico.»

Eh sì, il grande Tony Stark lo aveva convinto ad andare sul tetto durante una nevicata epica, uno dei tipici blizzard che si abbattono su New York paralizzando la città e facendo imprecare i tassisti in modo tale che se tutte le divinità che bestemmiavano non erano ancora scese a scagliare una qualche maledizione o a scatenare una pioggia di cavallette sulla città avevano avuto solo fortuna.

Steve aveva accettato quel gioco solo per lui, poiché dopo essere rimasto surgelato per settant'anni in un blocco di ghiaccio per lui più caldo faceva e meglio era, quindi uscire in mezzo a una tormenta in una gelida giornata di gennaio era stata una concessione grandissima che però il moro non aveva tardato a ricompensare.

Dopo averlo seppellito nella neve, sia ben chiaro.

Lo aveva colto di sorpresa con una serie di palle di neve e poi gli era saltato addosso, spingendolo in uno dei cumuli e iniziando poi a infilargli la neve nel collo; Steve non aveva tardato a reagire e dopo poco di Tony non si riconosceva quasi più nulla tanto era coperto di neve.

Inutile dire che rotolarsi nella neve per sue ore di fila non aveva fatto bene al miliardario nonostante la doccia bollente, bollente per almeno una paio di motivi che avevano causato la richiesta del riservatissimo Steve di togliere le telecamere almeno dal bagno, che si erano concessi una volta rientrati e levati i vestiti fradici.

Quello della doccia era diventato ormai un rituale di ogni sera, e per quanto tornassero a casa stanchi e esasperati non saltavano mai quei minuti di rilassante silenzio e di roventi baci che sfociavano sempre in qualcosa che aveva fatto insistere tanto il moro per conservare i filmati di sicurezza finché Steve non lo aveva convinto mandandolo in bianco per tre giorni di fila, in cui il rituale della doccia non si era interrotto rendendo a tutti e due le cose più difficili, alla fine dei quali Tony aveva ceduto pur di poter riavere il suo aitante capitano dell'umore giusto per una bella scopata.

È quasi inutile aggiungere che il soldato era del tutto ignaro dell'esistenza di qualcosa chiamato "backup"...

«Prendi queste, dopo ti preparo qualcosa. Oggi hai mangiato?»

«Do...» ammise già sapendo la sfuriata che lo aspettava.

Una delle cose che facevano più incazzare Steve, oltre ai filmati di loro due in atteggiamenti piuttosto intimi e la fame nel mondo, era il suo continuo saltare i pasti solo per dedicarsi al progetto del suo ennesimo giocattolino elettronico di cui non avrebbe mai capito il funzionamento.

«Quando si ha l'influenza la fame passa, ma devi mangiare qualcosa.» spiegò con tono dolce avvolgendo meglio il suo corpo minuto ma perfetto tra le braccia.

Gongolò di nascosto. Questa doveva ricordarsela per la prossima volta in cui lo avrebbe beccato dopo che si era dimenticato di mangiare.

«Non andardene.» mugolò facendo la vittima.

«E come pensi di mangiare se non te ne preparo?»

«Non ho bame.»

«Piantala, ci metto due minuti a farti scaldare qualcosa.»

«Zono drobbi: zto ber morire.» rantolò accompagnato da un colpo di tosse dopo che l'altro gli aveva fatto inghiottire a forza tre diverse pastiglie.

«Piantala di fare il cretino. Adesso fai il bravo e mangi.»

«Di odio.» sibilò mentre l'altro lasciava la presa sul suo corpo per andare verso la cucina che aveva iniziato a funzionare solo dopo il suo arrivo.

«Me ne ricorderò stanotte.»

«Zcherzabo.» aggiunse precipitosamente.

Il capitano trasformato in crocerossina d'emergenza ritornò con una minestrina che il moro guardò con malcelato schifo.

«Mangia.»

«Don ci benzo brobrio.»

«Mangia.»

«Do.»

Continuarono così per parecchi minuti finché Steve non si decise a immobilizzarlo e a farlo mangiare con la forza per poi sollevarlo quasi di peso e portarlo a letto.

«Don zo ze oggi ce la faccio.» borbottò mortificato mentre lo infilava sotto le coperte.

«Non ci pensare nemmeno, tu stanotte dormi e se sarà necessario io andrò sul divano.»

«Stebe...» mugolò.

«Cosa?»

«Ztai qui.» allungò una mano e con una forza che il moro non si aspettava in quel momento se lo trascinò accanto.

«Va bene.» gli baciò la punta rossa del naso «Ma non farti venire strane idee o me ne vado.»

«Ztarò bravo.» promise alzando le dita come gli scout.

«Ora a nanna. Se non stai bene svegliami.»

«Zi mamma.» si accoccolò al suo fianco e in pochi minuti si addormentò, complici la malattia e il calore del corpo del biondo.

Steve lo osservò dormire per qualche momento, poi gli posò una bacio nei capelli arruffati e chiuse a sua volta gli occhi.

 

 

 

«Sveglia.»

Respinse la mano petulante che lo scuoteva.

«Dai Stebe, svegliati.»

Brontolò nel sonno e si voltò dall'altra parte, ignorando deliberatamente il compagno.

«Steeeebe...» trascinò come suo solito la vocale in quel modo che lo faceva impazzire; aveva imparato ad apprezzare la bellezza del proprio nome solo dopo averlo sentito pronunciare da lui, uno srotolarsi di lettere come quello di un sontuoso tappeto rosso.

«Che c'è?» borbottò aprendo a malapena un occhio.

«Sto meglio e fuori nevica. Andiamo a giocare sul tetto?»

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Ho detto che per il momento avrei sospeso la Ironfrost visto che ormai i commenti erano davvero pochi e non avevo voglia di scrivere per niente, perché potrà essere strano ma ho bisogno di gratificazioni e per andare avanti e non ricevendone ho deciso di interrompere momentaneamente a meno che le cose non cambino, ma questa shot l’ho scritta in aereo ed era già pronta, quindi eccola.

Mi scuso per l’incomprensibilità di queste non-meglio-definita cosa, ma spero vogliate dare la colpa all’altitudine.

Ora chiedo ai miei quattro lettori (sì, lo so, come captatio benevolentiae fa schifo) di lasciarmi un loro parere, non costa molto, potete anche insultarmi e dirmi che mi verrete a cercare per per darmi fuoco (tanto non sapete dove sono *balla*).

Grazie mille per aver letto questo sclero.

Baci e a presto.

 

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: NCSP