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Autore: Ishyna    08/02/2008    19 recensioni
Che influenza può avere un satellite sulla nascita di un'attrazione speciale? Nel caso di un saiyan, forse, molta...(modificato il genere,grazie per la segnalazione a lilly81)
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con un calcio ben assestato, scostò le lenzuola che parevano bruciargli il corpo.
Non era abituato a quel calore innaturale nè al cicaleccio che proveniva dal giardino della C.C. e la stanchezza dovuta alla lunga giornata di allenamenti non migliorava certo il suo umore.
Con un verso simile ad un grugnito, l'aitante principe dei saiyan riaprì gli occhi per fissarli sul soffitto, in cerca della soluzione che gli avrebbe permesso di ritrovar il riposo che gli serviva per affrontare la giornata successiva.
Si abituò velocemente al buio, sebbene pallidi raggi di luna piena macchiassero qua e là le pareti di quella stanza che era ormai diventata sua.
Con un gesto inusuale, alzò la mano verso l'alto, come a voler sfiorare quella luce che era a lui tanto familiare.
Le punte delle dita si schiarirono a quel "contatto", facendogli aggrottare le sopraciglia come se qualcosa in esso fosse sbagliato.
Era fastidioso pensare che il suo legame con il satellite fosse stato troncato assieme alla sua coda. Già abituarsi alla sua mancanza, per quanto lui non ne avesse mai fatto parola, era assai difficile. Ma potersi letteralmente farsi il bagno nella sua luce senza che nulla potesse accadere, bè... quello lo lasciava sconcertato.
La sua controparte animalesca dava libero sfogo alla violenza tipica della sua razza: era sicuro che, andando avanti in quel modo e su quel pianeta, avrebbe finito per impazzire.
Qua e là, nell'universo, molti studiosi avevano creato teorie secondo le quali la trasformazione saiyan in enormi scimmie era più che necessaria, in quanto la loro malvagità era così grande che il loro corpo non riusciva a mantenerla. Presi invece dalla frenesia della bestia, i feroci combattenti riuscivano in qualche modo a "sfogarsi". Era pur vero che la loro società evitava, se non in caso di necessità, la visione diretta della luna: una trasformazione di massa avrebbe di certo significato la distruzione della loro civiltà.
Rinchiusi così nei loro dormitori, i saiyan vagavano come belve in gabbia tra le stanze dei palazzi, sentendo ribollire nelle vene il sangue, che urlava per ritornare alle origini...
Era proprio in quelle notti che la maggior parte delle donne veniva ingravidata, a causa del richiamo selvaggio della natura.
Vegeta non ne era immune.
Indispettito, ritrasse l'arto per portarlo dietro alla sua testa, quasi vergognandosi del gesto compiuto.
L'afa estiva pareva soffocarlo ed ora pure i suoi boxer parevano esser troppo stretti...
Con stizza si decise infine ad alzarsi, optando per la compensazione dei bisogni: una volta svaligiato il frigorigero, forse la sazietà l'avrebbe fatto scivolare meglio tra le braccia di Morfeo.
Senza curarsi dell'abbigliamento troppo succinto, aprì svogliatamente la porta ritrovandosi nel corridoio, sul quale nuovamente la luce che filtrava dalle finestre catturò il suo sguardo.
I suoi occhi si soffermarono svogliatamente sulle ombre allungate della notte per poi fermarsi definitivamente su una sagoma stagliata sull'orizzonte, poggiata al davanzale.
Il profilo morbido del naso, delle sue labbra, del mento non lasciavano alcun dubbio sul fatto che appartenessero alla giovane ereditiera della C.C... Ma il saiyan sapeva già chi ella fosse: il suo fiuto, in quelle notti, si faceva più fino, e sentiva che era una femmina quella che si ritrovava davanti.
Deglutì avvicinandosi e intravedendo la leggerissima camicia da notte che la avvolgeva... Sentiva i suoi sensi acuirsi e allo stesso tempo la mente annebbiarsi... doveva possederla in quel momento. Doveva placare le sue membra ed il sangue di fera che in lui scalpitava.
Si bloccò, a pochi passi, aprendo appena le labbra per far uscire la voce, che risultò roca e carica di desiderio.
"Cosa ci fai, qui... Donna..."le disse come pretesto per buttar giù le basi della sua conquista. Eppure la preda non gli rispose... Immobile, restava con il viso leggermente alzato verso l'alto, come attendendo la tintarella che quella luna brillante poteva offrirle.
Però aveva gli occhi... chiusi! Inarcò un sopraciglio, avvicinandosi come per accertarsene.
Ma ella sembrava davvero addormentata... lì, accanto alla finestra!
Sbuffò, sentendo in bocca l'amaro di un'occasione mancata. Non che quella femmina lo facesse impazzire, anzi... Parlava troppo ed era stupidamente sentimentale, legata da anni ad un cretino senza potere alcuno.
Nonostante tutto, aveva degli indubbi pregi: il suo corpo sembrava esser stato creato apposta per soddisfare ogni esigenza maschile, e Vegeta si guardò bene dal staccarle gli occhi di dosso.
La generosa scollatura che quell'indumento gli mostrava era tutto fuorchè irritante come la sua padrona.
Le spalline erano ricadute sulle braccia, rendendo così lo spettacolo quantomeno provocante.
Le lunghe e liscie gambe terminavano in quei graziosi e curati piedi, che sfioravano appena il pavimento.
Un ghigno si delineò sul suo viso, al pensiero della violazione di quel "terreno altrui".
Quello era senza dubbio il corpo migliore che aveva mai visto... oppure semplicemente l'eccitazione era troppo avanzata poichè potesse connettere.
Allungò la mano verso il seno di lei, senza più pensarci, per accoglierlo tra le sue dita: il lasciarla dormiente faceva parte di un gioco eccitante che non faceva null'altro se non aumentare il suo desiderio.
Immediatamente sentì la reazione del corpo di lei, mentre apriva le labbra in un piccolo gemito che lo faceva ben sperare.
Si poggiò dunque con una mano sul davanzale stesso per avvicinare il suo viso nei pressi del collo della donna, dove lasciò scorrere la lingua fino alla giugulare... il suo odore lo stava inebriando ed osò con un dito aprire ulteriormente sul davanti quella camicia da notte divenuta per lui, ormai, un vero e proprio ostacolo.
Fremente, osservò lo spettacolo di quel seno nudo in contrasto con il viso rilassato di lei... la stava per fare sua. E lei aveva un'espressione così indifesa e tranquilla.
Desideroso di esser motivo del cambiamento di quell'espressione stessa, posò la bocca sul suo petto lasciando così le mani libere di esplorare il resto del suo corpo.
Per la prima volta, le sue movenze in una situazione del genere erano posate e per nulla frettolose. Con stupore si accorse di apprezzare notevolmente la lentezza con cui aveva iniziato a prendere il suo bottino, abituato com'era nell'avere tutto e subito.
Mosse piano le dita alla scoperta di lei, sentendo il cotone della biancheria sbarrargli la strada verso la sua conquista.
Sentì il respiro di lei affrettarsi finalmente come il suo, sorrise compiaciuto nello scoprirsi un amante abile oltre che un uomo che sapeva prendersi il proprio piacere.
Posò entrambe le ginocchia sul davanzale scavalcandola con una gamba e mettendosi cavalcioni, senza però far gravare il peso su di lei, seduto.
La mano di Bulma stringeva a mala pena un libro accanto a lei, a seconda della minuziosità dei baci di lui... probabilmente, anche lei vittima della calura, si era ritrovata in quel corridoio con la speranza di raggiungere il sonno, giunto d'improvviso durante la lettura di uno dei trattati che era solita acquistare.
Ormai acciecato dalla passione, si decise infine nel prenderla fra le braccia di peso per portarla nella sua stanza, dove l'avrebbe fatta sua nonostante le proteste.
Passò il braccio sotto le sue esile gambe, sollevandola come una piuma, quando qualcosa lo frenò...
La testa di lei, poggiata serena sulla sua spalla, era proprio vicina al suo orecchio... E lì aveva sussurrato una parola che, in un attimo, lo spiazzò.
"Vegeta..."
Come?! Non era forse fidanzata con quel bell'imbusto?
Che fosse dunque sveglia, fino ad allora?
Con perplessità si fermò a scrutarla, senza cavar un ragno dal buco.
Il fatto che lei fosse relativamente consenziente non aveva avuto l'effetto sperato... Si era ritrovato in un attimo a pensare se lei, quella notte, stesse sognando proprio di lui.
Quella sola possibilità lo aveva fatto rabbrividire: la giovane Brief era una donna da legami.
Lui non voleva null'altro che possedere quel corpo e far piegare quelle gambe, ma a che prezzo?!
Se a lei avesse preteso un "legame"? Se avesse smesso ci costruire per lui tutti quei trabiccoli necessari al suo allenamento in previsione dell'arrivo di quei dannati cyrbog?
Digrignò i denti, indeciso sul da farsi, in piedi nel bel mezzo di quel corridoio con la ragazza fra le braccia.
Poi, con immane sforzo, schiuse la porta lì affianco, quella della camera di lei, e la adagiò nel letto, guardandola infastidito.
"Solo per questa volta, Miss Brief.. Quando avrò raggiunto il mio obbiettivo, ti farò questo onore..."sorrise poi sarcastico tornando nella sua camera.
Con gesto deciso tirò le tende che fecero, finalmente, cadere le tenebre più complete: aveva dei traguardi da superare... non poteva commettere errori solo per l'influenza di uno stupido satellite!
Perchè solo così si poteva spiegare l'innaturale attrazione di quella notte...
Era tutta colpa della luna...


Eccomi di ritorno!
Come promesso, la mia prima one-shot è dedicata a Bulma e Vegeta!
Come potete leggere, vedo l'inizio della loro attrazione in maniera un po' diversa dal solito... Ero stufa di tante fic uguali!Un bacio a tutti quelli che mi hanno seguito anche nella one-shot di Memorie dimenticate... smack!

  
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