Le ombre portavano il desiderio di conoscersi, di esplorarsi, contemplarsi come quando ci si affaccia da una finestra per osservare un paesaggio, una casa, il volto di una bella donna. Di guardarsi come si guarda un quadro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Non sapeva esattamente chi o cosa fosse. A dire il vero, non si era mai posto il problema. Dopotutto, non era poi necessario saperlo.
Possedeva vaghi concetti di sé stesso; doveva essere importante, perché da ogni parte del mondo in tanti venivano a vederlo. Ogni giorno, tutto il giorno, volti nuovi, occhi nuovi, con nuove macchine fotografiche e nuovi commenti. E tutti lo guardavano con sguardi tra l’ammirazione e lo stupore, mormorando il nome del famoso artista -quanto famoso poteva essere, se lui non ne aveva mai sentito parlare?-
I mille sguardi davanti a lui riflettevano quello che il suo volto pareva mostrare. E doveva essere bello. Perché tutti ne erano felici. Tutti lo guardavano entusiasti. E si chiedeva cosa mai potesse essere il suo volto per dare tanta gioia alle persone.
Curioso, pensò lui, in alto, inchiodato alla sua parete, come un prigioniero, che fosse nato per dare gioia a tutto il mondo, e l’unico estraneo, fuori da quello stupore, era lui soltanto.
Il museo chiudeva alle 22.30. Quando si spegnevano le luci, era di nuovo solo. Le ombre portavano il desiderio di conoscersi, di esplorarsi, contemplarsi come quando ci si affaccia da una finestra per osservare un paesaggio, una casa, il volto di una bella donna. Di guardarsi come si guarda un quadro.
Ma il suo sguardo era fisso e stanco, e non poteva che guardare la nuda parete davanti a lui, dove nessuno aveva mai appeso uno specchio.