Momento
collocato dopo
il capitolo conclusivo della saga
Ruffle
Benché
la musica e il continuo parlottare delle persone
fosse alto, la presenza vicina del mare arrivò ai sensi di
Nora sotto forma di
una brezza fresca.
<<
Ti riaccompagno a casa >>, disse Patch,
porgendole una mano.
Nora,
sorridendo e mordendosi le labbra, portò entrambe le
sue mani dietro la schiena. In un segno di negazione, scosse la testa,
indietreggiando di pochi piccoli passi. Il sorriso dipinto sul suo viso
aumentò, quando vide Patch corrugare la fronte. Ancora prima
che lui potesse
parlare o chiedere qualche spiegazione sotto forma di domanda, alla
quale non
avrebbe ricevuto risposta, Nora si tolse le scarpe e scese gli scalini
che
portavano in spiaggia. Bastò una semplice occhiata veloce
per vedere come quei
due occhi si spalancarono per l’inattesa sorpresa.
A
contatto con i piedi scalzi di Nora, la sabbia era
fresca, piacevole, sottile. Piccoli granelli che aggiunti a tanti altri
formavano una vasta distesa dorata, resa calda da quella grande palla
infuocata
alta nel cielo diurno, azzurro e sconfinato.
Tuttavia,
in quel momento della giornata non vi era più
alcuna traccia del calore emanato dai raggi luminosi del sole, che la
riscaldavano ora dopo ora, durante lo scorrere lento o veloce di un
giorno
qualunque d’estate.
Era
una sera inoltrata di agosto, dove le luci della città
rischiaravano solo fino a dove quei chiarori artificiali riuscivano ad
estendere il loro bagliore, proiettando sulla spiaggia le ombre scure
di
profili più o meno alti dei locali. Da questi, le correnti
calde d’aria
disperdevano nello spazio circostante il chiacchiericcio continuo di
coppiette
o di gruppi di amici intenti a passeggiare lungo la via pedonale. Il
basso
mormorio di voci e risate veniva sovrastato dal suono ben
più forte ed
insistente della musica. Con l’avvicinarsi maggiormente alla
riva, quel
frastuono di sottofondo veniva sostituito poco a poco dal rumore
naturale delle
onde del mare. Tutte, una dopo l’altra e continue, si
infrangevano sulla terra,
venendo a creare un suono monotono, eppure avente il potere di indurre
chi lo
ascoltava a lasciarsi andare, abbandonandosi completamente a quel
rumore
appartenente solo all’oceano.
Avvolti
da una sottile oscurità, tra l’orizzonte e il mare
non vi era un reale e visibile confine. Questi si mischiavano senza che
Nora
riuscisse ad identificare con certezza dove finisse uno e iniziasse
realmente
l’altro. Rivolgendo lo sguardo al cielo, il sole caldo aveva
ceduto il posto
alla signora pallida della notte, accompagnata da quelle fedeli
compagne
arcaiche che macchiavano il manto scuro con miriadi di punti luminosi.
<< Cosa ci
facciamo qui? >>
La
voce scettica di Patch giunse alle spalle di Nora e,
sebbene provasse ad essere serio ed indagatore, in essa la ragazza
riuscì a
scorgere un sottile velo di divertimento e curiosità.
Mordendosi
il labbro inferiore, riponendo in un posto
sicuro i suoi pensieri segreti, impendendo così di lasciarli
esposti, prese un
lungo respiro prima di affrontare l’angelo. Volgendosi verso
di lui, rimase
incantata alla visione dalla sua figura, illuminata solo dalla luce
tenue e
bianca della luna. Studiò solo per pochi secondi quel
ragazzo che, circondato
dalla più nera delle oscurità, appariva meno
tenebroso e pericoloso. Con le
mani affondate nelle tasche posteriori dei jeans, la maglietta nera e a
scollo
a v, i capelli ribelli color dell’onice che gli ricadevano
sugli occhi
dell’omonimo colore, Nora contemplò quello sguardo
sospettoso e attento,
indirizzarle domande silenziose.
<<
Ti va di fare una passeggiata fino al faro?
>>
<<
Che cosa? >>
In
quella risposta secca, proferita ancora prima di essere
stata pensata, riuscì a cogliere tutta la sorpresa che in
Patch era riuscita a
scatenare. Vedendo i suoi occhi neri spalancarsi, le sfuggì
un piccolo sorriso.
<<
Bisogna semplicemente camminare >>, continuò
Nora incurante, indicando con lo sguardo l’ipotetica meta.
Non
troppo lontano da loro, tra le spire scure del buio,
svettava alta la torre di un faro. Con il suo profilo si mischiava
al
paesaggio naturale come unico elemento costruito da mani umane. Questo,
accompagnato da una fitta vegetazione di alberi dalle chiome in
apparenza nere,
divideva in due parti la spiaggia, impedendo all’occhio di
cogliere cosa ci
fosse dall’altra parte della costruzione, stuzzicandolo con
curiosità e
interesse.
Tornando
ad osservare l’angelo e avvicinandosi a lui di un
solo passo, riducendo così lo spazio tra di loro, Nora
puntò i suoi occhi di un
semplice e comune color nocciola in quelli sempre più
perplessi e scuri di
Patch.
<<
Non mi dire che hai paura del buio >>,
disse, stuzzicandolo.
Gli
occhi neri brillarono di una luce provocante e agli
angoli della bocca si disegnò un accenno di sorriso, quel
sorriso strafottente,
quel sorriso che prometteva guai, quel sorriso che tanto in passato
aveva
irritato Nora, ma che adesso ad ugual misura e contro ogni
più bizzarra
previsione amava.
Sotto
il suo sguardo attento a cogliere anche il più
impercepibile dei movimenti, vide Patch osare un piccolo passo verso di
lei. In
contrapposizione con quella mossa, Nora ne fece uno indietro.
Sorridendogli e
senza staccare gli occhi da quelli neri, iniziò ad
incamminarsi lungo la riva
della spiaggia. Sul volto dell’angelo un sopracciglio
perfetto si incurvò,
increspando di conseguenza la fronte. Indifferente alla sua visibile
perplessità, Nora continuò ad affondare i piedi
nella sabbia fresca, sentendo
come questa solleticasse la parte più sensibile di questi.
Silenzioso
e permissivo, Patch le si affiancò alla sua
destra, in tanto che il suono rilassante delle onde vicine
accompagnavano i
loro passi, senza che queste arrivassero a bagnare la pelle.
Noncurante
dell’angelo, Nora volse il suo sguardo
all’attenzione degli elementi naturali. Nello specchio scuro
dell’oceano, la
luna rifletteva il suo maestoso profilo, rischiarendo per un breve
tratto le
acque calme e fredde. Alta e bianca, da lassù senza, alcun
pudore, spiava ogni
loro mossa e parola, gesto e fugace occhiata. Come ogni donna curiosa e
maliziosa, anche lei, forse tramite quelle brezze odoranti di
salsedine,
bisbigliava a quelle compagne luminose i suoi pensieri, dove in essi
racchiudeva commenti e opinioni sull’incontro di quei due
amanti che sulla riva
si scambiavano dolci effusioni.
A
quel pazzo pensiero e alla vana speranza che quell’attimo
non volgesse mai al termine, Nora accolse quella
tranquillità e quel senso di
pace regalato dai componenti di quel luogo, che iniziava ad assumere le
sembianze
di un piccolo rifugio segreto.
D’improvviso,
quell’attimo stesso di beatitudine, venne
alterato e mutato in qualcosa di più caldo dal brivido
generato al contatto di
alcune dita che si intrufolarono spudoratamente tra quelle affusolate
di Nora e
una mano che, percorrendo la sua schiena, sfiorandola appena, cinse il
suo
fianco. Un leggero formicolio la fece tremare dentro. Cercando di
ignorarlo,
lanciò un’occhiata all’indirizzo di
Patch. Riuscì a cogliere solo l’ombra di
quel sorrisino strafottente, quando quella stessa mano appena posata
sul suo
fianco, aumentando di poco la presa, la spinse a perdere
l’equilibrio, entrando
in contatto con la sabbia. Ritrovandosi sdraiata, il volto e gli occhi
di Patch
occupavano l’intera visuale della sua vista e della sua
attenzione.
Nora
impiegò la manciata di alcuni secondi per capire cosa
fosse realmente successo. Scoprendo di essere intrappolata dal corpo
provocante
di Patch, sentendo ogni suo muscolo a contatto con il suo corpo, Nora
pregò se
stessa di far prevalere la parte spavalda e provocatrice di lei.
<<
Forse ti è sfuggito il significato della parola
passeggiata >>, bisbigliò
a pochi
centimetri dalle labbra di Patch.
L’angelo
sorrise ed inclinando leggermente il volto di
lato, con occhi intensi, diventando cosi ancora più
seducente, incominciò ad
accarezzare e a seguire i lineamenti delicati del viso di Nora. Sulla
sua
pelle, sentiva quel dito correre lento, come se volesse marchiare sulla
superficie del suo tratto la finezza stessa di quel volto. Continuando
a lambirlo
con lente carezze, giunse ai morbidi capelli, legati in una coda, dove,
con un
altro dito, catturarono una ciocca di questi, iniziandoci a giocare.
Patch,
taciturno, continuava a fissarla, lasciando a quei suoi occhi neri come
la
notte il compito di parlare ed esprimersi per lui. Quando Nora
cercò di
muoversi, realizzò che le sue gambe erano bloccate da quelle
dell’angelo, che
nel frattempo si lasciò scappare un sorriso. Nora poteva
avvertire il tessuto
ruvido dei jeans sfregare contro la sue gambe nude.
<<
Posso chiederti cosa hai in mente? >>
A
quella domanda il sorriso di Patch si allargò.
Senza
proferire alcuna parola, la sola risposta che questo
le concesse, fu la leggera unione delle sue labbra con quelle di Nora
in un
bacio. Avrebbe giurato che se avesse dovuto definire di che sapore
fossero le
labbra di Patch, se avesse dovuto trovare un termine di paragone,
avrebbe detto
che queste sapevano di fresco, esattamente come quella corrente di aria
fresca
che pervade lo spazio subito dopo un temporale estivo. Esattamente come
i
compagni della pioggia, le labbra di Patch sapevano rubarti un bacio
fugace
come il lampo, lasciandoti stordita ed attonita l’attimo dopo
come il tuono.
<<
Perché non è evidente? >>,
sussurrò la voce
calda di Patch.
Benché
la sabbia poteva essere fresca, Nora sentiva la sua
pelle incominciare a riscaldarsi.
Decidendo
di seguire il consiglio che le bisbigliava a
bassa voce il suo istinto, chiuse gli occhi. Osservò il
mondo mentre gli veniva
sottratta la sua luce, accogliendo al posto di questa il buio e la sua
oscurità.
Il cielo con la luna e le sue stelle, il viso e gli occhi di Patch
svanirono.
Quell’atto di abbracciare il buio non fece altro che
incentivare il sapore
dolce delle labbra. Quell’aroma inebriante divenne
più intenso, quando Nora
percepì il suo labbro inferiore venir catturato e
intrappolato in un piccolo morso
dalle labbra di Patch. All’istante le sembrò quasi
che il suono vicino e
continuo delle onde, che si era ridotto a diventare solo un dolce
sottofondo,
si fosse completamente annullato, mentre il piacere iniziava a farsi
largo tra
il suo stordimento. Prima che la mente riuscisse a controllare
l’azione, le
mani di Nora risalirono lungo le braccia possenti
dell’angelo, accarezzarono le
spalle fino ad incontrare i suoi capelli. Li strinse e, come breve
reazione,
Patch tornò solo a regalare un altro bacio intenso,
più profondo. Un bacio che,
contro ogni sua immaginazione, lasciandola quasi sorpresa, iniziava ad
avere il
sapore salmastro del mare. La mano gentile del suo assalitore si
spostò con
lentezza dal fianco per discendere lungo la coscia e fermarsi al limite
del
lembo del suo vestito. Il cuore di Nora aumentò qualche
battito. Riusciva a
sentirlo battere più velocemente contro la gabbia toracica,
lasciandola quasi
senza ossigeno nei polmoni. Quello sfioro indugiò ancora per
qualche breve
secondo e nell’attimo successivo, che sembrava essere stato
di attesa e di
indecisione, Patch prese a sfiorare la pelle di Nora lasciata scoperta,
creando
disegni dalle forme geometriche completamente inventate. Ciascun
percorso, ciascun
intreccio avvertito sullo strato candido di pelle, cominciò
a scottare dal
momento in cui Patch decise di approfondire quel bacio, facendo
scontrare la
sua lingua con quella di Nora, mentre lei sapeva che stava perdendo
velocemente
il controllo sulle sue azione e del suo corpo. Questo si
ritrovò ad essere
sottomesso alla presenza e alla vicinanza di Patch. Indotta dal
pensiero di
essere in balia dell’angelo, in un gesto spontaneo strinse
con maggior forza la
ciocca di capelli corvini, fomentando maggiormente quel bacio.
Ad
un tratto, Nora ebbe l’impressione che quella stessa
mano tornò ad accarezzarle la guancia. Solo quando, tra
pollice e indice, il
suo mento venne stretto e con una semplice mossa costrinse le sue
labbra a separarsi
da quelle dell’angelo, quel pensiero mutò in una
silenziosa conferma.
Alcuni
sospiri di un lieve venticello fresco incominciarono
a lambire leggeri il volto di Nora. L’odore
dell’oceano aggredì i suoi sensi,
gettandola in acque burrascose, dove quei leggeri soffi di salsedine a
nulla
servivano a ritrovare, se possibile, il controllo. Patch prese a
discendere con
le sue labbra il suo collo, baciandolo e Nora, impotente, non sapeva
far altro
che ascoltare il suono di quei baci sulla sua pelle mischiati al rumore
delle
onde. Con lo scorrere dei secondi, percepiva quei baci, uno dopo
l’altro, aumentare
il loro fuoco che riuscivano ad emanare e irradiare in tutto il corpo
di Nora
al solo sfiorarla, scavando sotto la sua pelle, lasciando che sotto di
questa
ogni singola cellula si agitasse e tremasse. Quella sabbia fresca, con
la quale
era in contatto, le donava un po’ di frescura, ponendosi in
contrasto con il
fuoco che in lei stava divampando forte.
Poi
un pensiero, una consapevolezza che si era riuscita ad
imporre sotto azioni e baci, sfiori e poche parole.
Quella
distanza di pochi centimetri, quei sospiri continui
e freschi, consentirono alla mente di Nora di realizzare che Patch era
riuscito
a prendere in mano la situazione e a volgerla a suo vantaggio. Spinta
da questa
verità, cercò di allontanare il piacere che in
lei ogni singolo bacio riusciva
a scatenarle, concentrandosi su ciò che confermava e
ricordava di trovarsi a
pochi passi da acque scure e profonde. Il suono dell’onda e
della spuma che
arriva alla riva della terra ferma, la aiutò ad imporsi
l’ordine di ignorare
quelle sottili e continue attenzioni sul suo corpo.
Lasciando
Patch sorpreso, Nora lo fermò, allontanandolo quel
poco che bastava per permettere ai loro sguardi di incrociarsi. Con un
sorriso
e uno sguardo furbo, riuscì a liberarsi
dall’abbraccio e dalle catene dell’angelo
per poi alzarsi. Sotto lo sguardo attento di questo, che sentiva
bruciare, si
avviò a piccoli passi verso la riva. Non dovette attendere
molto che un’onda
lieve giunse a bagnarle i piedi. A quel contatto non troppo freddo,
chiuse gli
occhi, rabbrividendo.
Avvertiva
il suo corpo caldo necessitare ancora di quel
torpore. Percepiva quasi l’illusione di sentire un altro
bacio dischiudersi
sulla sua pelle, di provare ancora cosa significasse il verbo bruciare.
A quel
pensiero di avere le labbra di Patch ancora sulla sua pelle,
accarezzandola,
baciandola, solcandola delicatamente, il cuore e il respiro di Nora
aumentarono, spiazzandola. Rimanendo ancorata al presente, impedendo se
stessa
di disperdere la ragione, si concentrò su quel rumore di
spuma, vaporoso e
leggero, che prima era riuscito a farla riemergere da quel vortice di
iniziale perdizione.
Sentendo
le onde abbattersi continue sulle sue caviglie, percepiva
l’acqua diventare sempre più tiepida.
Malgrado
il sole non era presente e testimone di
quell’incontro, aveva lasciato una sua calda traccia in
quelle acque scure e
profonde.
Concentrò
la sua attenzione su una lieve brezza che le
sfiorò le braccia nude. Benché questa
all’accostamento con la pelle nivea fosse
piacevolmente fresca, Nora la percepì come frizzante, se non
elettrica. Ad
occhi chiusi, assaporando ogni più piccolo e singolo
particolare di quella
sera, ispirò il profumo del mare pungente, avvertendo la
corrente di qualche e
raro sospiro che si innalzava da questo sfiorarle amichevole il volto.
Si
scoprì di sorrise al pensiero che avevano ritagliando
all’esterno il mondo
frenetico.
In
quel momento non c’era niente altro che loro e il suono
lento del mare che li accompagnava in quell’incontro.
I
suoi pensieri furono spazzati via da un semplice sfioro.
Un dito risalì il suo braccio per poi discendere lungo
questo e intrecciarsi
alle dita di Nora.
<<
Penso che questa sera tu abbia deciso di
provocarmi. >>
La
voce di Patch bisbigliata leggera all’orecchio di Nora,
riuscì ad innescare un formicolio simile quasi alla risposta
ad un richiamo
appena lanciato. Quella sensazione si estese lungo tutto il corpo,
senza
fermarsi, come a voler sottolineare che perfino lei sapeva a chi
appartenesse
quel timbro caldo e unicamente famigliare.
Prima
ancora che Nora perdesse ancora il controllo, si
mosse, voltandosi e scontrandosi con gli occhi di Patch.
<<
Lo pensi davvero? >>
Patch
era a pochi passi da lei e, se solo avesse voluto,
avrebbe potuto allungare un braccio e cingerle la vita per rendere
nullo quel
poco spazio che intercorreva trai loro corpi. Nora ebbe la sensazione
di poter
sentire la sua pelle vibrare al contatto con le labbra di
quell’angelo che era
riuscito ad estendere il suo potere sulla sua mente e ad imprigionarla.
Immaginando il calore estendersi in ogni angolo del suo corpo,
sperò di
ritrovarsi stretta nuovamente tra le sue braccia, le loro labbra unite
da un
altro casto e leggero o infinito e accattivante bacio.
A
quell’inganno della mente di sentire le dita di Patch
solcare morbide la sua pelle, si protese verso di lui. Bastò
un piccolo
contatto tra le loro dita per incoraggiare queste a legarsi.
Ritrovandosi di
nuovo, come vecchie amiche si rincorrevano per un secondo dopo sfuggire
al
tatto dell’altra. Il ginocchio di Nora sfiorò
quello di Patch, segno della loro
innegabile vicinanza. Gli occhi, uniti da un sottile filo invisibile
che faceva
da connessione trai due, si attraevano come campi magnetici opposti.
A
quella loro vicinanza, vedendo nella sua mente il braccio
di Patch legarla a lui e prima che potesse realmente e del tutto
compiere
questa azione, Nora riuscì ad allontanarsi di muovendo
qualche passo lontano da
quella zona che per lei risultava essere pericolosa. Senza staccare il
contatto
visivo trai loro occhi, si diresse a grandi passi verso la stradina che
portava
a quella meta proposta.
Immergendo
nuovamente i piedi nella sabbia, osservò il faro
avvicinarsi. Immerso nell’oscurità, svettava con
la sua imponente torre,
affacciandosi sull’oceano come a volersi imporre come solo
padrone di quel
luogo silenzioso. Al di sotto di questa, le si affiancava una piccola
costruzione, anch’essa circondata dal buio.
Il
silenzio e la calma che vi regnava, era un dolce cullare
che invitava a perdersi nella tranquillità che
quell’angolo di Terra offriva.
All’essenza
di quel vento salino, si aggiunse l’odore
pungente e inconfondibile dell’aroma dei pini, pungente e
balsamico. Era
difficile decretare chi prevalesse sull’altro, ma insieme,
miscelandosi al
sapore stesso della notte e alla sua tranquillità,
generavano una fragranza che
faceva sospirare l’anima e la persona di felicità
e pace.
Nora
poteva vedere la presenza di quel venticello
manifestarsi tra le chiome degli alberi, che alla luce del sole erano
in grado
di esibire e vantare un meraviglioso colore verde smeraldo, brillante
sotto
quei raggi caldi.
Persa
nello studio del complesso, raggiungendo quella
destinazione, si arrestò. Dall’interno della
piccola casa, che dominava uno
spiazzo di pietra bianca, dove qua e la sbucavano erbacce che
solleticavano la
pelle, non una fioca luce era accesa per rischiarire le stanze
completamente al
buio. Quello era un segno evidente che quella piccola
proprietà sul mare era
completamente disabitata.
Dei
passi alle sue spalle si fecero sempre più vicini a lei
fino a quando anche quelli si acquietarono.
<<
Mmm si, confermo. >>
Un
lieve bacio si posò su una sua spalla e calde braccia le
circondarono la vita, attraendola ad un corpo caldo e conosciuto,
negandole una
possibile fuga.
<<
Hai deciso di provocarmi. >>
Il
profumo caratteristico del mare, fresco e piacevole, si
mischiava pericolosamente a quello di Patch, inebriante e seducente.
Era strano
pensare a quanto queste due essenze esercitassero poteri diversi sulla
mente di
Nora. Uno aveva il dono di lasciare alla ragione il compito di guidare
e far
compiere le sue azioni, l’altro riusciva a renderla schiava e
preda di un fuoco
ardente con il quale sapeva che si sarebbe infine bruciata. Uno portava
a
compire quelle azioni che si potevano credere giuste, l’altro
lasciava spazio e
dominio assoluto alla passione, anche solo la più frivola e
casta.
Assorta
nell’intento di cogliere ciascuna delle diverse
sensazioni, tutti i cambiamenti, ogni particolare, ripercorrendo quegli
attimi
che li aveva portati fino a lì, assaporandoli nuovamente e
sentendo di nuovo
quel formicolio ripresentarsi, non aveva paura dell’idea di
cadere
completamente vittima, di immettersi in una strada dove ritornare o
ritrovare
la retta via sarebbe risultato una prova ardua. Componendo nuovi
desideri, non
curandosi di ciò che c’era oltre a loro,
assaporò quei baci iniziali, pensando
distrattamente che adesso ogni singolo pensiero parlava, urlava, sapeva
di
Patch.
Muovendosi
in quell’abbraccio, distaccandosi per un breve
attimo, Nora riuscì a catturare le labbra
dell’angelo con le sue, legandole in
intrecci inscindibili, dove i sapori dei rispettivi detentori si
mischiavano e
in quella nuova essenza si perdevano, incuranti del tempo e dello
spazio.
Intrecciando le loro mani, lasciando che i loro corpi si rincontrassero
ancora
una volta, un sospiro scappò al suo controllo. Allacciando
le sue mani al corpo
di Patch, sentì stringersi maggiormente la vita, quando, ad
un tratto, lo avvertì
distaccarsi. I loro occhi si incontrarono per un attimo e in
quell’attimo lei
sapeva che nei suoi, privi di alcuna barriera, lui poteva leggere tutti
i suoi
desideri, i suoi sogni, ogni singolo pensiero.
<< Visto? Mi
stai provocando. >>
Bastò
un secondo per far decidere a
Nora che quel momento lo voleva vivere fino in fondo, senza permettere
a niente
di intralciare quella magia che si era venuta a creare.
Mordendosi
il labbro inferiore, osservando Patch da sotto le sue ciglia,
accarezzò il suo petto. Afferrando una morsa una ciocca dei
suoi capelli
corvini e stringendoli, riallacciò i loro corpi, le loro
labbra si
incontrarono. Facendo pressione sul petto di Patch, Nora
riuscì nell’intento di
farlo arretrare fino a quando le spalle dell'angelo non incontrarono il
muro
della piccola casa al limite con il faro.
Nora
lasciò che gli sfiori sulle sue braccia, provocati dalle
dita di Patch
,stuzzicassero quel giusto piacere che si incentivò nel
momento in cui l’angelo
decise di portare a quel bacio nuove provocazioni. Sentendo le labbra
di questo
spostarsi al confine con le sue, le percepì iniziare a
correre lungo la
mandibola fino a giungere all’altezza del suo orecchio.
<<
Provocazioni accettate. >>
Proferite
quelle parole che avevano il gusto di una sentenza, seguita da una
condanna, sentì le braccia di Patch stringerla a lui e
invertire con facilità
la postazione. Prima che potesse ribattere o escogitare qualcosa che le
riportasse le redini della situazione nelle sue mani, il corpo
muscoloso
dell’angelo la intrappolò a quello stesso muro
freddo, dove prima era costretto
lui. La bocca famelica di Patch fu nuovamente sulla pelle di Nora e,
come se
fosse una dolce tortura, incominciò a stuzzicarla ovunque ci
fosse uno strato
libero dal tessuto leggero del vestito. Quando sfiorò appena
le braccia di
Patch, questo le strinse tra le sue, bloccando ogni sua
intenzione.
Un
tuono inaspettato irruppe nel cielo, facendo trasalire
Nora. Distaccandosi dalle labbra di Patch e rivolgendo il suo sguardo
al cielo,
vide non molto lontane delle nuvole minacciose avvicinarsi.
<<
Dobbiamo tornare a casa >>, stabilì Nora con
voce tremante, tornando a guardare l’angelo.
Facendo
un piccolo passo per riuscire a uscire da quella
trappola, si sentì attirare da Patch e ritornare
dov’era, bloccandole di
conseguenza ogni via di uscita.
Le
labbra fresche dell’angelo tornarono a sfiorarla,
delicate.
<<
No >>, disse Patch, appoggiando la fronte
contro quella di lei.
Ascoltando
il respiro affannoso di entrambi mischiarsi, Nora
percepì una mano dell’angelo allacciarsi alla sua.
Era calda e la presa decisa,
la vicinanza dei corpi, era un richiamo chiaro e forte al quale non
riusciva,
non voleva provare a sottrarsi o tentare solo di fuggire.
<<
Vieni. >>
Silenziosa,
si lasciò guidare dal ragazzo lungo il piccolo
viottolo che portava all’ingresso dell’edificio
disabitato. Ritrovandosi la
porta d’ingresso della piccola casa davanti a lei e Patch che
cercava di
aprirla, nella sua mente si affacciò una vaga idea delle sue
intenzioni.
<<
Questa è violazione di domicilio, lo sai si?
>>
<<
Si, lo so e so anche che rende tutto ancora più
eccitante. >>
Nora
sapeva che non si poteva aspettare una risposta
diversa da Patch, accompagnata da quel sorriso e da quella luce
selvaggia che
illuminava i suoi occhi. Guardandosi intorno circospetta, il suono
della
serratura scattò di colpo, sovrapponendosi per un attimo al
rumore lontano
delle onde e pervadendo l’aria.
<<
Come ci sei riuscito? >>, chiese stupita,
quando Patch aprì con noncuranza la porta
d’ingresso, rivelando all’interno
della stanza solo il buio più fitto.
<<
Sono in giro da parecchio, Angelo. So giusto
qualche trucchetto in più di te. >>
Nora
non ebbe il tempo di lanciargli un’occhiataccia o di
replicare a quella piccola frecciatina, che lo vide compiere un primo
passo
all’interno dell’abitacolo.
Spalancando
leggermente gli occhi per l’incredulità, Nora
raggiunse l’angelo, agguantando un suo polso.
<<
Patch… >>
Non
le fu permesso di continuare quella sua iniziale
disapprovazione. La voce di Nora venne interrotta da un dito posato
sulle sue labbra, vietandole di proferire anche solo
un’altra parola.
<<
Shhh >>
Sentì
stringersi una mano e, trovandosi Patch a pochi centimetri, i suoi
occhi che la attraevano come il fuoco attrae a sé le falene,
baciò le sue
labbra. Quello stesso fuoco immaginario iniziò a crepitare
e, seguendo l’onda
che aveva appena increspato quelle acque diventate di nuovo calme, dove
per
pochi minuti le fu concesso di tornare a navigare, Nora
lasciò che quel bacio
si approfondisse, tornando in balia di un mare in tempesta.
Quel
piacere che era stato zittito troppo volte in quella lunga serata,
raccolse e richiamò a sé tutte le sensazioni e le
dolci emozioni che fino a
quel momento aveva provato, per poi investirla di colpo con tutta la
sua forza.
Al sapore famigliare della lingua di Patch a contatto con la sua, ebbe
la
strana percezione che il mondo avesse incominciato ad un tratto a
girare più
forte. Involontariamente, si aggrappò con forza a Patch,
stringendolo a lei,
usando come scusa rivolta a se stessa la paura di naufragare in quel
mare in
burrasca.
Una
goccia si intromise in quel momento, bagnando la loro pelle, seguita da
un’altra e un’altra ancora.
Stava
iniziando a piovere.
<<
Vieni >>, sussurrò Patch distaccandosi.
Quella
sua semplice parola suonò, come se fosse il canto di una
sirena
incantatrice. Ammaliatore e tentatore, Nora si sentì
attrarre maggiormente al
corpo dell’angelo e incoraggiata da quel sentimento che
sentiva dentro di lei
essere appena esploso e che pretendeva di obbedire a quel suono,
ritrovandosi
ormai completamente fuori rotta, seguì Patch.
Il
suono che si poteva associare ad una porta che si chiude,
arrivò
annebbiato da nuove carezze e sospiri, intanto che il
buio tornò sovrano
di ogni cosa. Ora, il mondo era totalmente lasciato fuori.
C’erano solo loro
due. Il desiderio che quel momento non finisse mai
riecheggiò chiaro all’interno
di Nora.
Il
picchiettio delle prime
gocce, insistenti e poi sempre più forti, iniziò
a solcare la superficie dei
vetri freddi.
Attenta
a cogliere anche
solo il minimo movimento, ascoltò un tuono lontano riuscire
a far tremare il
cielo.
Per
la breve durata di un secondo, il silenzio fu riempito
dal rumore di un passo di Patch che avanzava. Nora poteva sentire la
sua
presenza davanti a lei. Non cercò di calmare il suo respiro
o di cercare di
estendere, se fosse stato possibile, un po’ di calma al
battito frenetico del
suo cuore, quando due mani si posarono sui suoi fianchi. Queste,
circondandola
in un abbraccio, furono la via per ritrovare le labbra
dell’angelo ad una breve
distanza dalle sue.
Sentiva
le labbra di lui rilasciare ondate di urgenza, dove
il tempo per baci leggeri e carezze amorevoli era finito. Qualcosa
suggerì alla
mente di Nora che Patch non l’avrebbe fatta fuggire anche
questa volta,
assecondandola nelle sue azione e lasciandola la conduzione del gioco.
Le
labbra tornarono a baciare con forza e prepotenza quelle di Nora, che
sotto
quella nuova ondata di passione sentì le gambe tremare e
minacciarla di
sottrarsi al loro compito di sostenerla.
Nella
vaga impressione che il respiro le venne meno, nell’attimo
in cui l’angelo riuscì a spingerla contro quello
che sembrava essere un tavolo,
lasciò che la sollevasse quel poco che bastava per farla
sedere. In un istante
una mano andò a sfiorare la sua spalla, raggiunta poco dopo
dalle sue labbra,
lasciando Nora completamente in balia di quella tempesta. Le labbra di
Patch
salirono lungo il collo, giungendo sotto l’orecchio,
iniziando a baciare la
base di questo e scatenando continui brividi lungo tutto il corpo di
Nora.
Percepì la mano distaccarsi dal suo fianco per risalire
lentamente la sua
schiena e giungere dietro al suo collo. In una mossa inaspettata,
l’avvertì
afferrare una ciocca dei suoi capelli, tenuti legati da una coda.
Sentendola
tirarsela leggermente, Nora fu costretta a inclinare il suo viso,
lasciando il
suo collo libero di essere attaccato e sedotto dai baci di Patch. Il
dolore che
provò nell’attimo in cui lui decise di slegarli
con un’unica mossa, venne
zittito da nuovo bacio.
<<
Li preferisco sciolti >>, sussurrò Patch,
Distaccandosi
per un breve attimo, lasciando Nora riprendere fiato.
In
una cascata di carezze leggere, le ciocche dei suoi
capelli sfiorarono le sue spalle.
Un
lampo illuminò la stanza. Il tempo necessario per
osservare la lingua di Patch inumidire quelle labbra tentatrici.
Mentre
Nora si chiese che sapore avessero, un irragionevole
pensiero si insinuò nella sua mente, impossessandosi di
questa, corpo e anima. Inconsapevolmente,
si ritrovò a mordere il
suo labbro inferiore, forse per zittire o frenare quel fugace pensiero
che
sentiva mutare e trasformarsi improvvisamente in non più che
un semplice,
nuovo, disarmante desiderio.
Il
tuono si perse nelle
lande infinite del cielo, facendo tornare quel ticchettio incessante di
pioggia
ad interrompere il silenzio, composto di sospiri e parole.
Allacciando
le sue mani
dietro al collo di Patch, alcuni
nuovi, provocanti baci tornarono a
regalarle disarmanti sensazioni. Circondando i fianchi
dell’angelo con le gambe
e stringendo in una morsa i capelli di questo, l’azione di
respirare le risultò
quasi difficile. Mentalmente, facendo appello anche solo ad un minimo
di
lucidità, provò a ricordare a se stessa come si
facesse. Un gesto che da sempre
per gli esseri umani era naturale, in quel momento Nora le sembrava che
necessitasse di qualcuno che le rievocasse il ricordo dei diversi
passaggi. Al
contrario, persa in quella spirale, era capace di urlare contro
chiunque che l’ossigeno
non le serviva. Lei poteva vivere con il solo sfioro di quelle labbra,
che,
invitanti e dissetanti, riuscivano a togliere la fame e la sete,
saziandola.
Un
altro lampo tornò ad illuminare
la stanza per pochi secondi,
rischiarando
così i tratti del volto dell’angelo.
Bastò
un semplice sguardo e Nora riuscì a scorgere negli
occhi di Patch l’intero universo. Inaspettatamente ogni cosa
che vi era in
natura, il sole e i suoi raggi, il dolce cullare delle onde, le gocce
fresche e
scroscianti della pioggia, la tempesta che fuori iniziava ad infuriare,
tutto
sembrava essersi riversato di colpo nei gesti passionali di Patch.
In
un vortice di sensazioni che non le lasciava tregua, si
lasciò trascinare maggiormente da quei tocchi che
continuavano ad alimentare
quel torpore, come se fossero il sole. Il dolce schioccare dei baci,
erano quei
raggi che iniziavano a mutare il torpore in fuoco rovente e
incandescente. Nora
ascoltava i loro respiri affannati mischiarsi e aumentare
all’unisono dei
battiti frenetici dei loro cuori, come se fossero quella stessa
sinfonia creata
dalle onde dell’oceano. La presenza del corpo di Patch sul
suo era piacevole,
come se fosse quella pioggia che picchiettava costante sul vetro di una
delle
finestre. Ogni suo movimento di istigazione era come quella tempesta
arrivata senza
alcun preavviso, cogliendoli di sorpresa.
Patch
era quell’incarnazione terrena della gravità e al
tempo stesso quel corpo celeste che, con forza universale, riusciva
sempre ad
attirarla a lui. Nora era solo quel piccolo corpo di materia che con
forza
veniva attratta dalla gravità stessa a quel corpo celeste, a
quel demone sotto
finte fattezze angeliche.
Stringendosi
all’angelo e consapevole che lui poteva sentirla,
Nora, agitandosi e facendo
scontrare maggiormente le loro lingue, affondò le sue unghie
nel braccio di
Patch, graffiandolo e provocandogli un gemito. Sentì le sue
mani sfiorarle la
nuca e stringerle i capelli.
Incapace
di difendersi, sapeva che quella sera si era già
arresa dal primo momento che era entrata in contatto con gli occhi
neri, con il
corpo, con la bocca di Patch.
In
un brivido, Nora avvertì quel piccolo corpo celeste che,
ad un minimo accenno di interazione fisica, si scontrò con
un altro, provocando
una forte collisione.
Note Autrice
Dopo
quasi una anno e un mese, la
sottoscritta torna a scrivere di Nora e Patch!
Troppo,
troppo tempo. Faccio mea culpa.
:( :(
Per
questa saga di Becca Fitzpatrick
occorrerebbero più ff!!!
Bando
alle ciance e parliamo di questo mio
quarto, piccolo lavoro che ha come protagonisti i personaggi principali
della
saga del bacio dell'angelo caduto (HushHush).
Come
sottolineato in precedenza, questo
momento intimo tra Nora e Patch avviene subito dopo la conclusione
dell'ultimo
capitolo della saga. È chiaro quindi che anche un angelo di
nostra conoscenza
riesce a percepire ogni singola e piccola cosa.
Quanto
a Nora, lei cerca di tardare
quell'epilogo che fin dalle prime righe della ff si può
immaginare quale sia. È
vero che in altre mie storie sono stata un po' cattivella con i
personaggi di
cui scrivevo, ma alla fine sono riusciti sempre a giungere ad una loro
svolta
importante.
Con
Nora e Patch, in questa situazione e
poiché sono tornata dopo tanto tempo, non potevo lasciare la
cosa in sospeso.
;)
Questa
idea mi frullava da un po' di tempo
e, dando però precedenza ad un'altra os, sono riuscita a
concluderla
definitivamente solo ieri e oggi a pubblicarla.
Come
in un pizzico di follia, qui troviamo
una temperatura ben più alta. A scottarsi in primis
è Nora, che riuscendo a
scappare giusto un paio di volte, alla fine si arrende. Credo che
però il
termine esatto sia costretta ad arrendersi. Il solo leggere il nome di
Patch
spiega molte cose.
Ricordo
i miei lavoro
precedenti su questa saga:
Un
pizzico di follia
Non
lasciarmi sola
Spero
che questa nuova ff tutta fresca vi
sia piaciuta e in una vostra opinione.
Lilydh
P.S.
Approfitto per segnalare che da ieri potete trovare nel
mio profilo autrice
il collegamento con la mia pagina Facebook, oltre che quello con
Twitter. In
questa potrete trovare non solo anticipazioni dei lavori e delle
diverse mie
ff, ma anche molte altre cose! :D