Libri > Il Bacio dell’angelo Caduto
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Autore: _Arya    31/07/2013    4 recensioni
Un piccolo momento collocato alla fine del quarto capitolo della saga.
[ Intro ]
Benché la musica e il continuo parlottare delle persone fosse alto, la presenza vicina del mare arrivò ai sensi di Nora sotto forma di una brezza fresca.
- Ti accompagno a casa - , disse Patch, porgendole una mano.
Nora, sorridendo e mordendosi le labbra, portò entrambe le sue mani dietro la schiena. In un segno di negazione, scosse la testa, indietreggiando di pochi piccoli passi. Il sorriso dipinto sul suo viso aumentò, quando vide Patch corrugare la fronte. Ancora prima che lui potesse parlare o chiedere qualche spiegazione sotto forma di domanda, alla quale non avrebbe ricevuto risposta, Nora si tolse le scarpe e scese gli scalini che portavano in spiaggia. Bastò una semplice occhiata veloce per vedere come quei due occhi si spalancarono per l’inattesa sorpresa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nora Grey, Patch Cipriano
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Momento collocato dopo il capitolo conclusivo della saga

 

Ruffle

 

Benché la musica e il continuo parlottare delle persone fosse alto, la presenza vicina del mare arrivò ai sensi di Nora sotto forma di una brezza fresca.

<< Ti riaccompagno a casa >>, disse Patch, porgendole una mano.

Nora, sorridendo e mordendosi le labbra, portò entrambe le sue mani dietro la schiena. In un segno di negazione, scosse la testa, indietreggiando di pochi piccoli passi. Il sorriso dipinto sul suo viso aumentò, quando vide Patch corrugare la fronte. Ancora prima che lui potesse parlare o chiedere qualche spiegazione sotto forma di domanda, alla quale non avrebbe ricevuto risposta, Nora si tolse le scarpe e scese gli scalini che portavano in spiaggia. Bastò una semplice occhiata veloce per vedere come quei due occhi si spalancarono per l’inattesa sorpresa.

A contatto con i piedi scalzi di Nora, la sabbia era fresca, piacevole, sottile. Piccoli granelli che aggiunti a tanti altri formavano una vasta distesa dorata, resa calda da quella grande palla infuocata alta nel cielo diurno, azzurro e sconfinato.

Tuttavia, in quel momento della giornata non vi era più alcuna traccia del calore emanato dai raggi luminosi del sole, che la riscaldavano ora dopo ora, durante lo scorrere lento o veloce di un giorno qualunque d’estate.

Era una sera inoltrata di agosto, dove le luci della città rischiaravano solo fino a dove quei chiarori artificiali riuscivano ad estendere il loro bagliore, proiettando sulla spiaggia le ombre scure di profili più o meno alti dei locali. Da questi, le correnti calde d’aria disperdevano nello spazio circostante il chiacchiericcio continuo di coppiette o di gruppi di amici intenti a passeggiare lungo la via pedonale. Il basso mormorio di voci e risate veniva sovrastato dal suono ben più forte ed insistente della musica. Con l’avvicinarsi maggiormente alla riva, quel frastuono di sottofondo veniva sostituito poco a poco dal rumore naturale delle onde del mare. Tutte, una dopo l’altra e continue, si infrangevano sulla terra, venendo a creare un suono monotono, eppure avente il potere di indurre chi lo ascoltava a lasciarsi andare, abbandonandosi completamente a quel rumore appartenente solo all’oceano.

Avvolti da una sottile oscurità, tra l’orizzonte e il mare non vi era un reale e visibile confine. Questi si mischiavano senza che Nora riuscisse ad identificare con certezza dove finisse uno e iniziasse realmente l’altro. Rivolgendo lo sguardo al cielo, il sole caldo aveva ceduto il posto alla signora pallida della notte, accompagnata da quelle fedeli compagne arcaiche che macchiavano il manto scuro con miriadi di punti luminosi.

 << Cosa ci facciamo qui? >>

La voce scettica di Patch giunse alle spalle di Nora e, sebbene provasse ad essere serio ed indagatore, in essa la ragazza riuscì a scorgere un sottile velo di divertimento e curiosità.

Mordendosi il labbro inferiore, riponendo in un posto sicuro i suoi pensieri segreti, impendendo così di lasciarli esposti, prese un lungo respiro prima di affrontare l’angelo. Volgendosi verso di lui, rimase incantata alla visione dalla sua figura, illuminata solo dalla luce tenue e bianca della luna. Studiò solo per pochi secondi quel ragazzo che, circondato dalla più nera delle oscurità, appariva meno tenebroso e pericoloso. Con le mani affondate nelle tasche posteriori dei jeans, la maglietta nera e a scollo a v, i capelli ribelli color dell’onice che gli ricadevano sugli occhi dell’omonimo colore, Nora contemplò quello sguardo sospettoso e attento, indirizzarle domande silenziose.

<< Ti va di fare una passeggiata fino al faro? >>

<< Che cosa? >>

In quella risposta secca, proferita ancora prima di essere stata pensata, riuscì a cogliere tutta la sorpresa che in Patch era riuscita a scatenare. Vedendo i suoi occhi neri spalancarsi, le sfuggì un piccolo sorriso.

<< Bisogna semplicemente camminare >>, continuò Nora incurante, indicando con lo sguardo l’ipotetica meta.

Non troppo lontano da loro, tra le spire scure del buio, svettava alta la torre di un faro. Con il suo profilo si mischiava al paesaggio naturale come unico elemento costruito da mani umane. Questo, accompagnato da una fitta vegetazione di alberi dalle chiome in apparenza nere, divideva in due parti la spiaggia, impedendo all’occhio di cogliere cosa ci fosse dall’altra parte della costruzione, stuzzicandolo con curiosità e interesse.

Tornando ad osservare l’angelo e avvicinandosi a lui di un solo passo, riducendo così lo spazio tra di loro, Nora puntò i suoi occhi di un semplice e comune color nocciola in quelli sempre più perplessi e scuri di Patch.

<< Non mi dire che hai paura del buio >>, disse, stuzzicandolo.

Gli occhi neri brillarono di una luce provocante e agli angoli della bocca si disegnò un accenno di sorriso, quel sorriso strafottente, quel sorriso che prometteva guai, quel sorriso che tanto in passato aveva irritato Nora, ma che adesso ad ugual misura e contro ogni più bizzarra previsione amava.

Sotto il suo sguardo attento a cogliere anche il più impercepibile dei movimenti, vide Patch osare un piccolo passo verso di lei. In contrapposizione con quella mossa, Nora ne fece uno indietro. Sorridendogli e senza staccare gli occhi da quelli neri, iniziò ad incamminarsi lungo la riva della spiaggia. Sul volto dell’angelo un sopracciglio perfetto si incurvò, increspando di conseguenza la fronte. Indifferente alla sua visibile perplessità, Nora continuò ad affondare i piedi nella sabbia fresca, sentendo come questa solleticasse la parte più sensibile di questi.

Silenzioso e permissivo, Patch le si affiancò alla sua destra, in tanto che il suono rilassante delle onde vicine accompagnavano i loro passi, senza che queste arrivassero a bagnare la pelle.

Noncurante dell’angelo, Nora volse il suo sguardo all’attenzione degli elementi naturali. Nello specchio scuro dell’oceano, la luna rifletteva il suo maestoso profilo, rischiarendo per un breve tratto le acque calme e fredde. Alta e bianca, da lassù senza, alcun pudore, spiava ogni loro mossa e parola, gesto e fugace occhiata. Come ogni donna curiosa e maliziosa, anche lei, forse tramite quelle brezze odoranti di salsedine, bisbigliava a quelle compagne luminose i suoi pensieri, dove in essi racchiudeva commenti e opinioni sull’incontro di quei due amanti che sulla riva si scambiavano dolci effusioni.

A quel pazzo pensiero e alla vana speranza che quell’attimo non volgesse mai al termine, Nora accolse quella tranquillità e quel senso di pace regalato dai componenti di quel luogo, che iniziava ad assumere le sembianze di un piccolo rifugio segreto.

D’improvviso, quell’attimo stesso di beatitudine, venne alterato e mutato in qualcosa di più caldo dal brivido generato al contatto di alcune dita che si intrufolarono spudoratamente tra quelle affusolate di Nora e una mano che, percorrendo la sua schiena, sfiorandola appena, cinse il suo fianco. Un leggero formicolio la fece tremare dentro. Cercando di ignorarlo, lanciò un’occhiata all’indirizzo di Patch. Riuscì a cogliere solo l’ombra di quel sorrisino strafottente, quando quella stessa mano appena posata sul suo fianco, aumentando di poco la presa, la spinse a perdere l’equilibrio, entrando in contatto con la sabbia. Ritrovandosi sdraiata, il volto e gli occhi di Patch occupavano l’intera visuale della sua vista e della sua attenzione.

Nora impiegò la manciata di alcuni secondi per capire cosa fosse realmente successo. Scoprendo di essere intrappolata dal corpo provocante di Patch, sentendo ogni suo muscolo a contatto con il suo corpo, Nora pregò se stessa di far prevalere la parte spavalda e provocatrice di lei.

<< Forse ti è sfuggito il significato della parola passeggiata >>,  bisbigliò a pochi centimetri dalle labbra di Patch.

L’angelo sorrise ed inclinando leggermente il volto di lato, con occhi intensi, diventando cosi ancora più seducente, incominciò ad accarezzare e a seguire i lineamenti delicati del viso di Nora. Sulla sua pelle, sentiva quel dito correre lento, come se volesse marchiare sulla superficie del suo tratto la finezza stessa di quel volto. Continuando a lambirlo con lente carezze, giunse ai morbidi capelli, legati in una coda, dove, con un altro dito, catturarono una ciocca di questi, iniziandoci a giocare. Patch, taciturno, continuava a fissarla, lasciando a quei suoi occhi neri come la notte il compito di parlare ed esprimersi per lui. Quando Nora cercò di muoversi, realizzò che le sue gambe erano bloccate da quelle dell’angelo, che nel frattempo si lasciò scappare un sorriso. Nora poteva avvertire il tessuto ruvido dei jeans sfregare contro la sue gambe nude.

<< Posso chiederti cosa hai in mente? >>

A quella domanda il sorriso di Patch si allargò.

Senza proferire alcuna parola, la sola risposta che questo le concesse, fu la leggera unione delle sue labbra con quelle di Nora in un bacio. Avrebbe giurato che se avesse dovuto definire di che sapore fossero le labbra di Patch, se avesse dovuto trovare un termine di paragone, avrebbe detto che queste sapevano di fresco, esattamente come quella corrente di aria fresca che pervade lo spazio subito dopo un temporale estivo. Esattamente come i compagni della pioggia, le labbra di Patch sapevano rubarti un bacio fugace come il lampo, lasciandoti stordita ed attonita l’attimo dopo come il tuono.

<< Perché non è evidente? >>, sussurrò la voce calda di Patch.

Benché la sabbia poteva essere fresca, Nora sentiva la sua pelle incominciare a riscaldarsi.

Decidendo di seguire il consiglio che le bisbigliava a bassa voce il suo istinto, chiuse gli occhi. Osservò il mondo mentre gli veniva sottratta la sua luce, accogliendo al posto di questa il buio e la sua oscurità. Il cielo con la luna e le sue stelle, il viso e gli occhi di Patch svanirono. Quell’atto di abbracciare il buio non fece altro che incentivare il sapore dolce delle labbra. Quell’aroma inebriante divenne più intenso, quando Nora percepì il suo labbro inferiore venir catturato e intrappolato in un piccolo morso dalle labbra di Patch. All’istante le sembrò quasi che il suono vicino e continuo delle onde, che si era ridotto a diventare solo un dolce sottofondo, si fosse completamente annullato, mentre il piacere iniziava a farsi largo tra il suo stordimento. Prima che la mente riuscisse a controllare l’azione, le mani di Nora risalirono lungo le braccia possenti dell’angelo, accarezzarono le spalle fino ad incontrare i suoi capelli. Li strinse e, come breve reazione, Patch tornò solo a regalare un altro bacio intenso, più profondo. Un bacio che, contro ogni sua immaginazione, lasciandola quasi sorpresa, iniziava ad avere il sapore salmastro del mare. La mano gentile del suo assalitore si spostò con lentezza dal fianco per discendere lungo la coscia e fermarsi al limite del lembo del suo vestito. Il cuore di Nora aumentò qualche battito. Riusciva a sentirlo battere più velocemente contro la gabbia toracica, lasciandola quasi senza ossigeno nei polmoni. Quello sfioro indugiò ancora per qualche breve secondo e nell’attimo successivo, che sembrava essere stato di attesa e di indecisione, Patch prese a sfiorare la pelle di Nora lasciata scoperta, creando disegni dalle forme geometriche completamente inventate. Ciascun percorso, ciascun intreccio avvertito sullo strato candido di pelle, cominciò a scottare dal momento in cui Patch decise di approfondire quel bacio, facendo scontrare la sua lingua con quella di Nora, mentre lei sapeva che stava perdendo velocemente il controllo sulle sue azione e del suo corpo. Questo si ritrovò ad essere sottomesso alla presenza e alla vicinanza di Patch. Indotta dal pensiero di essere in balia dell’angelo, in un gesto spontaneo strinse con maggior forza la ciocca di capelli corvini, fomentando maggiormente quel bacio.

Ad un tratto, Nora ebbe l’impressione che quella stessa mano tornò ad accarezzarle la guancia. Solo quando, tra pollice e indice, il suo mento venne stretto e con una semplice mossa costrinse le sue labbra a separarsi da quelle dell’angelo, quel pensiero mutò in una silenziosa conferma.

Alcuni sospiri di un lieve venticello fresco incominciarono a lambire leggeri il volto di Nora. L’odore dell’oceano aggredì i suoi sensi, gettandola in acque burrascose, dove quei leggeri soffi di salsedine a nulla servivano a ritrovare, se possibile, il controllo. Patch prese a discendere con le sue labbra il suo collo, baciandolo e Nora, impotente, non sapeva far altro che ascoltare il suono di quei baci sulla sua pelle mischiati al rumore delle onde. Con lo scorrere dei secondi, percepiva quei baci, uno dopo l’altro, aumentare il loro fuoco che riuscivano ad emanare e irradiare in tutto il corpo di Nora al solo sfiorarla, scavando sotto la sua pelle, lasciando che sotto di questa ogni singola cellula si agitasse e tremasse. Quella sabbia fresca, con la quale era in contatto, le donava un po’ di frescura, ponendosi in contrasto con il fuoco che in lei stava divampando forte.

Poi un pensiero, una consapevolezza che si era riuscita ad imporre sotto azioni e baci, sfiori e poche parole.

Quella distanza di pochi centimetri, quei sospiri continui e freschi, consentirono alla mente di Nora di realizzare che Patch era riuscito a prendere in mano la situazione e a volgerla a suo vantaggio. Spinta da questa verità, cercò di allontanare il piacere che in lei ogni singolo bacio riusciva a scatenarle, concentrandosi su ciò che confermava e ricordava di trovarsi a pochi passi da acque scure e profonde. Il suono dell’onda e della spuma che arriva alla riva della terra ferma, la aiutò ad imporsi l’ordine di ignorare quelle sottili e continue attenzioni sul suo corpo.

Lasciando Patch sorpreso, Nora lo fermò, allontanandolo quel poco che bastava per permettere ai loro sguardi di incrociarsi. Con un sorriso e uno sguardo furbo, riuscì a liberarsi dall’abbraccio e dalle catene dell’angelo per poi alzarsi. Sotto lo sguardo attento di questo, che sentiva bruciare, si avviò a piccoli passi verso la riva. Non dovette attendere molto che un’onda lieve giunse a bagnarle i piedi. A quel contatto non troppo freddo, chiuse gli occhi, rabbrividendo.

Avvertiva il suo corpo caldo necessitare ancora di quel torpore. Percepiva quasi l’illusione di sentire un altro bacio dischiudersi sulla sua pelle, di provare ancora cosa significasse il verbo bruciare. A quel pensiero di avere le labbra di Patch ancora sulla sua pelle, accarezzandola, baciandola, solcandola delicatamente, il cuore e il respiro di Nora aumentarono, spiazzandola. Rimanendo ancorata al presente, impedendo se stessa di disperdere la ragione, si concentrò su quel rumore di spuma, vaporoso e leggero, che prima era riuscito a farla riemergere da quel vortice di iniziale perdizione.

Sentendo le onde abbattersi continue sulle sue caviglie, percepiva l’acqua diventare sempre più tiepida.

Malgrado il sole non era presente e testimone di quell’incontro, aveva lasciato una sua calda traccia in quelle acque scure e profonde.

Concentrò la sua attenzione su una lieve brezza che le sfiorò le braccia nude. Benché questa all’accostamento con la pelle nivea fosse piacevolmente fresca, Nora la percepì come frizzante, se non elettrica. Ad occhi chiusi, assaporando ogni più piccolo e singolo particolare di quella sera, ispirò il profumo del mare pungente, avvertendo la corrente di qualche e raro sospiro che si innalzava da questo sfiorarle amichevole il volto. Si scoprì di sorrise al pensiero che avevano ritagliando all’esterno il mondo frenetico.

In quel momento non c’era niente altro che loro e il suono lento del mare che li accompagnava in quell’incontro.

I suoi pensieri furono spazzati via da un semplice sfioro. Un dito risalì il suo braccio per poi discendere lungo questo e intrecciarsi alle dita di Nora.

<< Penso che questa sera tu abbia deciso di provocarmi. >>

La voce di Patch bisbigliata leggera all’orecchio di Nora, riuscì ad innescare un formicolio simile quasi alla risposta ad un richiamo appena lanciato. Quella sensazione si estese lungo tutto il corpo, senza fermarsi, come a voler sottolineare che perfino lei sapeva a chi appartenesse quel timbro caldo e unicamente famigliare.

Prima ancora che Nora perdesse ancora il controllo, si mosse, voltandosi e scontrandosi con gli occhi di Patch.

<< Lo pensi davvero? >>

Patch era a pochi passi da lei e, se solo avesse voluto, avrebbe potuto allungare un braccio e cingerle la vita per rendere nullo quel poco spazio che intercorreva trai loro corpi. Nora ebbe la sensazione di poter sentire la sua pelle vibrare al contatto con le labbra di quell’angelo che era riuscito ad estendere il suo potere sulla sua mente e ad imprigionarla. Immaginando il calore estendersi in ogni angolo del suo corpo, sperò di ritrovarsi stretta nuovamente tra le sue braccia, le loro labbra unite da un altro casto e leggero o infinito e accattivante bacio.

A quell’inganno della mente di sentire le dita di Patch solcare morbide la sua pelle, si protese verso di lui. Bastò un piccolo contatto tra le loro dita per incoraggiare queste a legarsi. Ritrovandosi di nuovo, come vecchie amiche si rincorrevano per un secondo dopo sfuggire al tatto dell’altra. Il ginocchio di Nora sfiorò quello di Patch, segno della loro innegabile vicinanza. Gli occhi, uniti da un sottile filo invisibile che faceva da connessione trai due, si attraevano come campi magnetici opposti.

A quella loro vicinanza, vedendo nella sua mente il braccio di Patch legarla a lui e prima che potesse realmente e del tutto compiere questa azione, Nora riuscì ad allontanarsi di muovendo qualche passo lontano da quella zona che per lei risultava essere pericolosa. Senza staccare il contatto visivo trai loro occhi, si diresse a grandi passi verso la stradina che portava a quella meta proposta.

Immergendo nuovamente i piedi nella sabbia, osservò il faro avvicinarsi. Immerso nell’oscurità, svettava con la sua imponente torre, affacciandosi sull’oceano come a volersi imporre come solo padrone di quel luogo silenzioso. Al di sotto di questa, le si affiancava una piccola costruzione, anch’essa circondata dal buio.

Il silenzio e la calma che vi regnava, era un dolce cullare che invitava a perdersi nella tranquillità che quell’angolo di Terra offriva.

All’essenza di quel vento salino, si aggiunse l’odore pungente e inconfondibile dell’aroma dei pini, pungente e balsamico. Era difficile decretare chi prevalesse sull’altro, ma insieme, miscelandosi al sapore stesso della notte e alla sua tranquillità, generavano una fragranza che faceva sospirare l’anima e la persona di felicità e pace.

Nora poteva vedere la presenza di quel venticello manifestarsi tra le chiome degli alberi, che alla luce del sole erano in grado di esibire e vantare un meraviglioso colore verde smeraldo, brillante sotto quei raggi caldi.

Persa nello studio del complesso, raggiungendo quella destinazione, si arrestò. Dall’interno della piccola casa, che dominava uno spiazzo di pietra bianca, dove qua e la sbucavano erbacce che solleticavano la pelle, non una fioca luce era accesa per rischiarire le stanze completamente al buio. Quello era un segno evidente che quella piccola proprietà sul mare era completamente disabitata.

Dei passi alle sue spalle si fecero sempre più vicini a lei fino a quando anche quelli si acquietarono.

<< Mmm si, confermo. >>

Un lieve bacio si posò su una sua spalla e calde braccia le circondarono la vita, attraendola ad un corpo caldo e conosciuto, negandole una possibile fuga.

<< Hai deciso di provocarmi. >>

Il profumo caratteristico del mare, fresco e piacevole, si mischiava pericolosamente a quello di Patch, inebriante e seducente. Era strano pensare a quanto queste due essenze esercitassero poteri diversi sulla mente di Nora. Uno aveva il dono di lasciare alla ragione il compito di guidare e far compiere le sue azioni, l’altro riusciva a renderla schiava e preda di un fuoco ardente con il quale sapeva che si sarebbe infine bruciata. Uno portava a compire quelle azioni che si potevano credere giuste, l’altro lasciava spazio e dominio assoluto alla passione, anche solo la più frivola e casta.

Assorta nell’intento di cogliere ciascuna delle diverse sensazioni, tutti i cambiamenti, ogni particolare, ripercorrendo quegli attimi che li aveva portati fino a lì, assaporandoli nuovamente e sentendo di nuovo quel formicolio ripresentarsi, non aveva paura dell’idea di cadere completamente vittima, di immettersi in una strada dove ritornare o ritrovare la retta via sarebbe risultato una prova ardua. Componendo nuovi desideri, non curandosi di ciò che c’era oltre a loro, assaporò quei baci iniziali, pensando distrattamente che adesso ogni singolo pensiero parlava, urlava, sapeva di Patch.

Muovendosi in quell’abbraccio, distaccandosi per un breve attimo, Nora riuscì a catturare le labbra dell’angelo con le sue, legandole in intrecci inscindibili, dove i sapori dei rispettivi detentori si mischiavano e in quella nuova essenza si perdevano, incuranti del tempo e dello spazio. Intrecciando le loro mani, lasciando che i loro corpi si rincontrassero ancora una volta, un sospiro scappò al suo controllo. Allacciando le sue mani al corpo di Patch, sentì stringersi maggiormente la vita, quando, ad un tratto, lo avvertì distaccarsi. I loro occhi si incontrarono per un attimo e in quell’attimo lei sapeva che nei suoi, privi di alcuna barriera, lui poteva leggere tutti i suoi desideri, i suoi sogni, ogni singolo pensiero.

 << Visto? Mi stai provocando. >>

Bastò un secondo per far decidere a Nora che quel momento lo voleva vivere fino in fondo, senza permettere a niente di intralciare quella magia che si era venuta a creare. 

Mordendosi il labbro inferiore, osservando Patch da sotto le sue ciglia, accarezzò il suo petto. Afferrando una morsa una ciocca dei suoi capelli corvini e stringendoli, riallacciò i loro corpi, le loro labbra si incontrarono. Facendo pressione sul petto di Patch, Nora riuscì nell’intento di farlo arretrare fino a quando le spalle dell'angelo non incontrarono il muro della piccola casa al limite con il faro. 

Nora lasciò che gli sfiori sulle sue braccia, provocati dalle dita di Patch ,stuzzicassero quel giusto piacere che si incentivò nel momento in cui l’angelo decise di portare a quel bacio nuove provocazioni. Sentendo le labbra di questo spostarsi al confine con le sue, le percepì iniziare a correre lungo la mandibola fino a giungere all’altezza del suo orecchio.

<< Provocazioni accettate. >>

Proferite quelle parole che avevano il gusto di una sentenza, seguita da una condanna, sentì le braccia di Patch stringerla a lui e invertire con facilità la postazione. Prima che potesse ribattere o escogitare qualcosa che le riportasse le redini della situazione nelle sue mani, il corpo muscoloso dell’angelo la intrappolò a quello stesso muro freddo, dove prima era costretto lui. La bocca famelica di Patch fu nuovamente sulla pelle di Nora e, come se fosse una dolce tortura, incominciò a stuzzicarla ovunque ci fosse uno strato libero dal tessuto leggero del vestito. Quando sfiorò appena le braccia di Patch, questo le strinse tra le sue, bloccando ogni sua intenzione. 

Un tuono inaspettato irruppe nel cielo, facendo trasalire Nora. Distaccandosi dalle labbra di Patch e rivolgendo il suo sguardo al cielo, vide non molto lontane delle nuvole minacciose avvicinarsi.

<< Dobbiamo tornare a casa >>, stabilì Nora con voce tremante, tornando a guardare l’angelo.

Facendo un piccolo passo per riuscire a uscire da quella trappola, si sentì attirare da Patch e ritornare dov’era, bloccandole di conseguenza ogni via di uscita.

Le labbra fresche dell’angelo tornarono a sfiorarla, delicate.

<< No >>, disse Patch, appoggiando la fronte contro quella di lei.

Ascoltando il respiro affannoso di entrambi mischiarsi, Nora percepì una mano dell’angelo allacciarsi alla sua. Era calda e la presa decisa, la vicinanza dei corpi, era un richiamo chiaro e forte al quale non riusciva, non voleva provare a sottrarsi o tentare solo di fuggire.

<< Vieni. >>

Silenziosa, si lasciò guidare dal ragazzo lungo il piccolo viottolo che portava all’ingresso dell’edificio disabitato. Ritrovandosi la porta d’ingresso della piccola casa davanti a lei e Patch che cercava di aprirla, nella sua mente si affacciò una vaga idea delle sue intenzioni.

<< Questa è violazione di domicilio, lo sai si? >>

<< Si, lo so e so anche che rende tutto ancora più eccitante. >> 

Nora sapeva che non si poteva aspettare una risposta diversa da Patch, accompagnata da quel sorriso e da quella luce selvaggia che illuminava i suoi occhi. Guardandosi intorno circospetta, il suono della serratura scattò di colpo, sovrapponendosi per un attimo al rumore lontano delle onde e pervadendo l’aria.

<< Come ci sei riuscito? >>, chiese stupita, quando Patch aprì con noncuranza la porta d’ingresso, rivelando all’interno della stanza solo il buio più fitto.

<< Sono in giro da parecchio, Angelo. So giusto qualche trucchetto in più di te. >>

Nora non ebbe il tempo di lanciargli un’occhiataccia o di replicare a quella piccola frecciatina, che lo vide compiere un primo passo all’interno dell’abitacolo.

Spalancando leggermente gli occhi per l’incredulità, Nora raggiunse l’angelo, agguantando un suo polso.

<< Patch… >>

Non le fu permesso di continuare quella sua iniziale disapprovazione. La voce di Nora venne interrotta da un dito posato sulle sue labbra, vietandole di proferire anche solo un’altra parola.

<< Shhh >>

Sentì stringersi una mano e, trovandosi Patch a pochi centimetri, i suoi occhi che la attraevano come il fuoco attrae a sé le falene, baciò le sue labbra. Quello stesso fuoco immaginario iniziò a crepitare e, seguendo l’onda che aveva appena increspato quelle acque diventate di nuovo calme, dove per pochi minuti le fu concesso di tornare a navigare, Nora lasciò che quel bacio si approfondisse, tornando in balia di un mare in tempesta.

Quel piacere che era stato zittito troppo volte in quella lunga serata, raccolse e richiamò a sé tutte le sensazioni e le dolci emozioni che fino a quel momento aveva provato, per poi investirla di colpo con tutta la sua forza. Al sapore famigliare della lingua di Patch a contatto con la sua, ebbe la strana percezione che il mondo avesse incominciato ad un tratto a girare più forte. Involontariamente, si aggrappò con forza a Patch, stringendolo a lei, usando come scusa rivolta a se stessa la paura di naufragare in quel mare in burrasca.

Una goccia si intromise in quel momento, bagnando la loro pelle, seguita da un’altra e un’altra ancora.

Stava iniziando a piovere.

<< Vieni >>, sussurrò Patch distaccandosi.

Quella sua semplice parola suonò, come se fosse il canto di una sirena incantatrice. Ammaliatore e tentatore, Nora si sentì attrarre maggiormente al corpo dell’angelo e incoraggiata da quel sentimento che sentiva dentro di lei essere appena esploso e che pretendeva di obbedire a quel suono, ritrovandosi ormai completamente fuori rotta, seguì Patch. 

Il suono che si poteva associare ad una porta che si chiude, arrivò annebbiato da nuove carezze e sospiri, intanto che il buio tornò sovrano di ogni cosa. Ora, il mondo era totalmente lasciato fuori. C’erano solo loro due. Il desiderio che quel momento non finisse mai riecheggiò chiaro all’interno di Nora.

Il picchiettio delle prime gocce, insistenti e poi sempre più forti, iniziò a solcare la superficie dei vetri freddi.

Attenta a cogliere anche solo il minimo movimento, ascoltò un tuono lontano riuscire a far tremare il cielo.

Per la breve durata di un secondo, il silenzio fu riempito dal rumore di un passo di Patch che avanzava. Nora poteva sentire la sua presenza davanti a lei. Non cercò di calmare il suo respiro o di cercare di estendere, se fosse stato possibile, un po’ di calma al battito frenetico del suo cuore, quando due mani si posarono sui suoi fianchi. Queste, circondandola in un abbraccio, furono la via per ritrovare le labbra dell’angelo ad una breve distanza dalle sue.

Sentiva le labbra di lui rilasciare ondate di urgenza, dove il tempo per baci leggeri e carezze amorevoli era finito. Qualcosa suggerì alla mente di Nora che Patch non l’avrebbe fatta fuggire anche questa volta, assecondandola nelle sue azione e lasciandola la conduzione del gioco. Le labbra tornarono a baciare con forza e prepotenza quelle di Nora, che sotto quella nuova ondata di passione sentì le gambe tremare e minacciarla di sottrarsi al loro compito di sostenerla.

Nella vaga impressione che il respiro le venne meno, nell’attimo in cui l’angelo riuscì a spingerla contro quello che sembrava essere un tavolo, lasciò che la sollevasse quel poco che bastava per farla sedere. In un istante una mano andò a sfiorare la sua spalla, raggiunta poco dopo dalle sue labbra, lasciando Nora completamente in balia di quella tempesta. Le labbra di Patch salirono lungo il collo, giungendo sotto l’orecchio, iniziando a baciare la base di questo e scatenando continui brividi lungo tutto il corpo di Nora. Percepì la mano distaccarsi dal suo fianco per risalire lentamente la sua schiena e giungere dietro al suo collo. In una mossa inaspettata, l’avvertì afferrare una ciocca dei suoi capelli, tenuti legati da una coda. Sentendola tirarsela leggermente, Nora fu costretta a inclinare il suo viso, lasciando il suo collo libero di essere attaccato e sedotto dai baci di Patch. Il dolore che provò nell’attimo in cui lui decise di slegarli con un’unica mossa, venne zittito da nuovo bacio.

<< Li preferisco sciolti >>, sussurrò Patch, Distaccandosi per un breve attimo, lasciando Nora riprendere fiato.

In una cascata di carezze leggere, le ciocche dei suoi capelli sfiorarono le sue spalle.

Un lampo illuminò la stanza. Il tempo necessario per osservare la lingua di Patch inumidire quelle labbra tentatrici.

Mentre Nora si chiese che sapore avessero, un irragionevole pensiero si insinuò nella sua mente, impossessandosi di questa, corpo e anima. Inconsapevolmente, si ritrovò a mordere il suo labbro inferiore, forse per zittire o frenare quel fugace pensiero che sentiva mutare e trasformarsi improvvisamente in non più che un semplice, nuovo, disarmante desiderio.

Il tuono si perse nelle lande infinite del cielo, facendo tornare quel ticchettio incessante di pioggia ad interrompere il silenzio, composto di sospiri e parole.

Allacciando le sue mani dietro al collo di Patch, alcuni nuovi, provocanti baci tornarono a regalarle disarmanti sensazioni. Circondando i fianchi dell’angelo con le gambe e stringendo in una morsa i capelli di questo, l’azione di respirare le risultò quasi difficile. Mentalmente, facendo appello anche solo ad un minimo di lucidità, provò a ricordare a se stessa come si facesse. Un gesto che da sempre per gli esseri umani era naturale, in quel momento Nora le sembrava che necessitasse di qualcuno che le rievocasse il ricordo dei diversi passaggi. Al contrario, persa in quella spirale, era capace di urlare contro chiunque che l’ossigeno non le serviva. Lei poteva vivere con il solo sfioro di quelle labbra, che, invitanti e dissetanti, riuscivano a togliere la fame e la sete, saziandola.

Un altro lampo tornò ad illuminare la stanza per pochi secondi, rischiarando così i tratti del volto dell’angelo.

Bastò un semplice sguardo e Nora riuscì a scorgere negli occhi di Patch l’intero universo. Inaspettatamente ogni cosa che vi era in natura, il sole e i suoi raggi, il dolce cullare delle onde, le gocce fresche e scroscianti della pioggia, la tempesta che fuori iniziava ad infuriare, tutto sembrava essersi riversato di colpo nei gesti passionali di Patch.

In un vortice di sensazioni che non le lasciava tregua, si lasciò trascinare maggiormente da quei tocchi che continuavano ad alimentare quel torpore, come se fossero il sole. Il dolce schioccare dei baci, erano quei raggi che iniziavano a mutare il torpore in fuoco rovente e incandescente. Nora ascoltava i loro respiri affannati mischiarsi e aumentare all’unisono dei battiti frenetici dei loro cuori, come se fossero quella stessa sinfonia creata dalle onde dell’oceano. La presenza del corpo di Patch sul suo era piacevole, come se fosse quella pioggia che picchiettava costante sul vetro di una delle finestre. Ogni suo movimento di istigazione era come quella tempesta arrivata senza alcun preavviso, cogliendoli di sorpresa.

Patch era quell’incarnazione terrena della gravità e al tempo stesso quel corpo celeste che, con forza universale, riusciva sempre ad attirarla a lui. Nora era solo quel piccolo corpo di materia che con forza veniva attratta dalla gravità stessa a quel corpo celeste, a quel demone sotto finte fattezze angeliche.

Stringendosi all’angelo e consapevole che lui poteva sentirla, Nora, agitandosi e facendo scontrare maggiormente le loro lingue, affondò le sue unghie nel braccio di Patch, graffiandolo e provocandogli un gemito. Sentì le sue mani sfiorarle la nuca e stringerle i capelli.

Incapace di difendersi, sapeva che quella sera si era già arresa dal primo momento che era entrata in contatto con gli occhi neri, con il corpo, con la bocca di Patch.

In un brivido, Nora avvertì quel piccolo corpo celeste che, ad un minimo accenno di interazione fisica, si scontrò con un altro, provocando una forte collisione.

 

 

 

 

Note Autrice

 

Dopo quasi una anno e un mese, la sottoscritta torna a scrivere di Nora e Patch! 

Troppo, troppo tempo. Faccio mea culpa.  :(   :( 

Per questa saga di Becca Fitzpatrick occorrerebbero più ff!!!

Bando alle ciance e parliamo di questo mio quarto, piccolo lavoro che ha come protagonisti i personaggi principali della saga del bacio dell'angelo caduto (HushHush). 

Come sottolineato in precedenza, questo momento intimo tra Nora e Patch avviene subito dopo la conclusione dell'ultimo capitolo della saga. È chiaro quindi che anche un angelo di nostra conoscenza riesce a percepire ogni singola e piccola cosa. 

Quanto a Nora, lei cerca di tardare quell'epilogo che fin dalle prime righe della ff si può immaginare quale sia. È vero che in altre mie storie sono stata un po' cattivella con i personaggi di cui scrivevo, ma alla fine sono riusciti sempre a giungere ad una loro svolta importante. 

Con Nora e Patch, in questa situazione e poiché sono tornata dopo tanto tempo, non potevo lasciare la cosa in sospeso. ;)

Questa idea mi frullava da un po' di tempo e, dando però precedenza ad un'altra os, sono riuscita a concluderla definitivamente solo ieri e oggi a pubblicarla. 

Come in un pizzico di follia, qui troviamo una temperatura ben più alta. A scottarsi in primis è Nora, che riuscendo a scappare giusto un paio di volte, alla fine si arrende. Credo che però il termine esatto sia costretta ad arrendersi. Il solo leggere il nome di Patch spiega molte cose. 

Ricordo i miei lavoro precedenti su questa saga:

Un pizzico di follia

Non lasciarmi sola

Ali spezzate

Spero che questa nuova ff tutta fresca vi sia piaciuta e in una vostra opinione. 

Un bacio, 

Lilydh

 

P.S.  Approfitto per segnalare che da ieri potete trovare nel mio profilo autrice il collegamento con la mia pagina Facebook, oltre che quello con Twitter. In questa potrete trovare non solo anticipazioni dei lavori e delle diverse mie ff, ma anche molte altre cose! :D

  
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