AVVERTIMENTO:
i dialoghi e la storia saranno scritti in Italiano, ma voi dovete
immaginare
che siano in inglese, dato che la storia si svolgerà in
Inghilterra. Buona
lettura :)
“Azzurro
mare”
Il
rumore dell’aereo sulla pista d’atterraggio mi
riportò alla realtà: ero
arrivata a Londra.
Sbirciai
fuori dal finestrino e subito un sentimento di malinconia mi invase;
era
giorno, l’orologio dell’aereo segnava le tre del
pomeriggio e il cielo era
coperto da grandi nuvoloni grigi che lo rendevano spaventoso. E
pioveva.
Pioveva, pioveva e pioveva. “Tipico
dell’Inghilterra” pensai. Presi la mia
borsa, arrotolai le cuffiette all’iPod e mi diressi verso
l’uscita.
Finalmente
riuscii ad uscire dall’aeroporto e mi diressi verso il
parcheggio dei taxi,
presi il primo, mi feci aiutare a cariare i bagagli e partii:
“34 di Abbey Road
per favore” “Subito signorina” disse
gentilmente il taxista.
Aspetta! Cosa?! Abbey Road?
Quella dei
Beatles? “Si Jane, proprio quella!” mi risposi da
sola come una stupida.
Parlare da sola era mio tipico, certe volte lo facevo anche ad alta
voce, e lì
sì che era imbarazzante.
Finalmente
arrivai ad Abbey Road, aveva smesso di piovere e il sole faceva
capolino tra le
nuvole che, col tempo, ritornavano ad assomigliare a soffici batuffoli
di
cotone. “Numero 28, numero 30, numero, 32…ecco il
numero 34, wow, niente male
per un hotel tre stelle”. Entrai trascinandomi le valigie
dietro, e come
previsto inciampai sui gradini d’entrata. Fortunatamente
nessuno mi aveva visto,
così mi diressi verso la reception come se non fosse
successo nulla:
“Buongiorno”
dissi
“Buongiorno”
mi rispose una signora sui 60 anni “come posso esserti
utile?”
“Credo
che i miei genitori mi abbiano prenotato una camera per tutto
l’anno
scolastico, il mio nome è Jane, Jane Ferrero
e….no, non sono imparentata con il
creatore della Nutella. Comunque vengo dall’Italia, le
risulta la
prenotazione?”
“Si
si cara, mi risulta, la tua camera è la numero 214 al terzo
piano, ti
accompagno”
Prendemmo
l’ascensore e finalmente arrivammo nella stanza; era molto
grande, con un letto
centrale e una finestra con un balcone che offriva una bellissima vista
nella
città. Quando la signora se ne andò mi buttai sul
letto e decisi di mandare un
SMS a mia mamma per dirle che ero arrivata e stavo bene.
Com’era apprensiva…
“Ciao
mamma, sono appena arrivata in hotel, la camera e’ molto
bella e spaziosa, ti
farò sapere al piu’ presto. Baci”
Quando
erano le sei di sera, decisi di andare a farmi una doccia. Dopo
indossai un
paio di leggins neri, una t-shirt e una felpa azzurra. Uscii
dall’hotel in
cerca di un buon ristorante dove mangiare. Mentre camminavo ammiravo i
palazzi
e tutto ciò che mi circondava; era tutto molto diverso dal
piccolo paesino
italiano da cui venivo, persino le persone parevano diverse. La
città era
tappezzata di poster, Chanel, Gucci, Abercrombie, Hollister, Lana del
Rey e
loro, i miei idoli: i One Direction. Ero molto informata sul loro conto
grazie
alla pagine di facebook che li riguardavano; anche io ne avevo una.
Adesso
erano proprio a Londra, e vi sarebbero rimasti per altre tre settimane
per una
serie di concerti e per qualche photoshoot.
Come
tutte le ragazze della mia età credevo che andando a Londra
avrei incontrato
automaticamente i miei idoli, ma ovviamente non era così. Di
conseguenza mi
illudevo e ci stavo male; da un lato sapevo che quello che speravo non
sarebbe
accaduto, dall’altro avevo ancora una piccola speranza in
fondo al cuore. Ma
diciamocelo; stavo male perché ero nella loro stessa
città ma non gli avrei
incontrati mai. Ecco un altro mio difetto molto grande; io parlo,
parlo, parlo
ma non concludo mai niente.
Attraversai
una grande piazza, passai di fronte ai negozi che stavano chiudendo e
mi
ritrovai in un piccolo vicolo pieno di gente. Attraversai il vicolo a
fatica,
spingendo e dando piccole gomitate a quella immensa folla di ragazze
che mi
impedivano di vedere il motivo per cui c’era tutta questa
gente. Quando
finalmente arrivai alla fine del vicolo capii: tutte queste ragazze
erano qui
perché da adesso i One Direction sarebbero andati a vivere
tutti insieme nella
loro nuova casa, proprio quella che per poco non stava per essere
invasa da una
mandria di fan inferocite. Io sì, ero una directioner, ma
non sopportavo tutte
quelle urla e
quelle gride isteriche
da oche in calore; mi facevano venire il volta-stomaco.
“Che
cosa succede qui?” chiesi a uno di quegli uomini grandi e
grossi che indossano
una divisa nera (una guardia del corpo)
“Stanne
fuori ragazzina” mi rispose bruscamente lui
“Ehi
aspetti un attimo, veda di non parlarmi così, ha capito? Io
non mi faccio
mettere i piedi in testa da nessuno, e inoltre non ho cattive
intenzioni. Voglio
solo attraversare questo stupido viale e raggiungere quel ristorante,
dove
poter mangiare tranquillamente, dato che è da stamattina
quando mi sono alzata
per venire in questa città del cavolo che non
mangio”
Da
quanto avete capito sono abbastanza ribelle…
“I
One Direction arriveranno a momenti nella loro nuova casa”
“E
quindi?”
“Senti,
ti ho già detto abbastanza e se…” si
interruppe quando vide il mio viso farsi
cupo per il modo in cui stava ricominciando a parlare con me
“..se
non ti allontani rischi di farti male” continuò
“Non
si preoccupi, se una sola di queste oche si avvicina a me la prendo a
calci” ovviamente
stavo un po’ esagerando, non prenderei mai a calci una fan
come me, e non le
considero tutte oche, ma con il grassone è meglio farsi
valere.
Ad
un certo tratto un furgoncino nero accosta davanti alla casa, le fan
gridano
sempre di più. Eccoli.
LOUIS’
POV
“Zayn
muovi il tuo sederino e vedi di farmi uscire da questa macchina, sto
sudando”
dissi frustrato
“Se
Niall non si muove non esco neanche io” ribatté
Zayn
“Oh
finalmente liberi” sospirai. E così questa sarebbe
stata la nostra nuova
casa…tutte le fan credono che rimarremo qui per tre
settimane, ma la verità è
che da oggi questa sarà la casa ufficiale di noi, i One
Direction. Per sempre.
Diedi
una sbirciatina alla marea di fans che si erano appostate poco distante
da
casa, fortunatamente le guardie le tenevano….
Guardando
tra la folla scorsi una figura alta poco meno di me e snella, con una
treccia
di lato, un paio di pantaloni neri, scarpe da ginnastica e una felpa di
una
bellissimo azzurro mare. Stava chiacchierando con una delle guardie, e
sembrava
farsi valere.
“Ehi
Zayn, Liam! Carina quella?” la indicai
“Not bad” disse Zayn
“Really not bad!”
concluse Liam
“Se
non fosse una fan ci proveri”
“E
se non lo fosse, Zayn?”
“Nah,
sarà sicuramente una delle solite
scatenate…peccato però…” e
entrò nella nuova
casa
“Già,
peccato…”
“Liam,
è solo una fan, stavo solo dicendo che era carina
e…”
“Niente
“ma” Lou, lo sai che mi piacciono le
brune”
-SPAZIO
A ME!
Ecco
il capitolo 2! È più
lungo del primo e spero vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate, mi
interessano
davvero i vostri consigli. Scriverò il capitolo 3 al
più presto!
:)