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Autore: simpleGAIMAN    31/07/2013    3 recensioni
"Cerca di capire da quale direzione si sta avvicinando: da nord, o da est? In ogni caso, non manca molto prima che Ratonhnhaké:ton venga raggiunto. Decide di spostarsi; con un balzo sale in cima ad un masso, si accuccia all'ombra della parete di roccia alla sua destra e aspetta.
Passa un minuto, poi due: l'inseguitore lo sta cercando. Può quasi figurarselo, mentre fruga tutti i cespugli e balza davanti ai massi nella speranza di vederlo.
Suo padre non è mai stato bravo in quel gioco."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Connor Kenway, Haytham Kenway
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: Salve! Allora, la mia cara beta reader mi ha suggerito di fornire una piccola spiegazione: Kaniehti:io ha lasciato Haytham solo nel 1760, dopo una relazione di quattro annu, parte dei quali trascorsi vivendo insieme nella frontiera. Successivamente, Haytham è partito per l'Europa senza sapere che la compagna era incinta. Tutto ciò lo potete tranquillamente verificare su Assassin's Creed Wikia alla voce "Haytham Kenway". Quindi questa one-shot parte dall'idea che, una volta tornato, Haytham abbia inizialmente voluto passare del tempo con suo figlio, andandolo a trovare di tanto in tanto, ma l'arrivo dei colleghi templari lo ha totalmente distratto e i suoi impegni gli hanno impedito di essere presente nella vita di Ratonhnhaké:ton. Mi è stato fatto notare che il personaggio di Haytham è un po' troppo affettuoso, e quindi voglio spiegare il motivo: ho notato che, di base, Haytham non sarebbe così scostante nei confronti delle altre persone. Lo possiamo vedere nella sequenza in cui lui e Kaniehti:io si baciano nel Tempio della Prima Civilizzazione: in questa scena lui non è così ironico e scontroso come nelle altre, e quindi penso sia possibile che questo lato del suo carattere venga totalmente sommerso e messo in ombra dall'appartenenza ai Templari. Ecco perché, appena Lee e Johnson si fanno vedere nella foresta, lui si affretta a riposrtare il figlio al villaggio Mohawk. Questa storia si svolge quando Ratonhnhaké:ton ha tre anni, quindi un anno prima della rottura della relazione fra i genitori.


Ratonhnhaké:ton lo sente: si sta avvicinando. Può sentire i suoi passi che si avvicinano sempre di più. Le sue mani si stringono intorno all'arco di legno, mentre i piedi chiusi negli stivaletti di pelle di daino si muovono lentamente fra l'erba. Alcuni uccelli cinguettano, da qualche parte un'aquila impone il silenzio e tutto tace di nuovo. Gli unici suoni che sente sono il suo respiro, calmo, da cacciatore, ed i passi del suo inseguitore.
Cerca di capire da quale direzione si sta avvicinando: da nord, o da est? In ogni caso, non manca molto prima che Ratonhnhaké:ton venga raggiunto. Decide di spostarsi; con un balzo sale in cima ad un masso, si accuccia all'ombra della parete di roccia alla sua destra e aspetta.
Passa un minuto, poi due: l'inseguitore lo sta cercando. Può quasi figurarselo, mentre fruga tutti i cespugli e balza davanti ai massi nella speranza di vederlo.
Suo padre non è mai stato bravo in quel gioco.
All'improvviso, due mani grandi lo afferrano per le ascelle e lo sollevano. Ratonhnhaké:ton inizia a ridere e scalcia, lasciando cadere il suo arco, con il quale non potrebbe mai uccidere niente.
«Ti ho preso!» grida Haytham, facendo volare in alto il figlio. Ratonhnhaké:ton allarga le braccia, e per un momento gli sembra di volare: un'aquila nel cielo azzurro di settembre. Troppo presto ricade tra le braccia di suo padre.
Continuando a ridere, Ratonhnhaké:ton viene rimesso a terra.
«Questa volta ho vinto io» commenta Haytham, sedendosi sul masso accanto a lui. Le loro gambe penzolano giù dal bordo della roccia, i piedini del bambino minuscoli rispetto agli stivali dell'uomo.
Restando in silenzio, Ratonhnhaké:ton appoggia la sua mano su quella grande di Haytham, che gliela stringe. Sotto di loro, in fondo al pendio, una lepre attraversa il sentiero per sparire nella boscaglia. Haytham la indica e racconta al figlio una storia divertente, su una lepre ed una tartaruga che si sfidano ad una gara di velocità.
«Vince la lepre, vero?»
«No» spiega Haytham. «La lepre è troppo sicura di sé, e decide di fermarsi a riposare. Quando si sveglia, però, la tartaruga ha raggiunto il traguardo! Mai fermarsi a dormire, figlio.»
Lui alza lo sguardo. «Perché?»
«Perché la tua vita ti passa davanti, e capisci quello che hai perso solo quando non ce l'hai più.»
Un suono proveniente dal sentiero attira la loro attenzione: visibile solo a chi sappia riconoscerlo, due uomini stanno in piedi e li fissano. Uno di loro ha lunghi capelli castani e uno sguardo arcigno, e l'altro è avvolto in un pesante drappo rosso. Istintivamente, Ratonhnhaké:ton si stringe a suo padre. Haytham, invece, balza a terra e si affretta a prendere in braccio suo figlio.
«Andiamo, è ora di riportarti da tua madre.»
«Di già?» mormora il bambino, appoggiando il capo sulla spalla destra di quell'omone, che a lui sembra grande come un animale totem. Irraggiungibile.
Haytham annuisce. «Si, io.. Ho degli affari, a Boston. Ci vediamo la prossima volta.»
Ratonhnhaké:ton, cullato dal passo regolare di suo padre ed esausto per i giochi del pomeriggio, si addormenta e così non fa in tempo a chiedere quando sarà la prossima volta.
Al suo risveglio, suo padre è andato via: il sole è tramontato da parecchio, e sua madre è seduta poco distante. Ratonhnhaké:ton si mette seduto e si stropiccia gli occhi.
«Ben svegliato» lo saluta Kaniehti:io. «Ti sei divertito?»
Ratonhnhaké:ton annuisce, e le racconta la storia della lepre e della tartaruga. Decide che essere la lepre non fa per lui, non vuole fermarsi e perdersi nulla di quello che accade intorno a lui.

Non vedrà suo padre fino al 5 marzo 1770, a Boston, davanti alla Old State House. Quel giorno, Haytham avrebbe ordinato a Charles Lee di ucciderlo: la lepre non era nemmeno in grado di riconoscere la tartaruga.

   
 
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