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Autore: Yssel    31/07/2013    4 recensioni
[Of Mice & Men]
[Of Mice & Men]Of Mice & Men
Austin Carlile/Alan Ashby
"Perché Alan altro non era che un giovane ragazzo che suonava la chitarra, e tu altro non eri se non il suo cantante. "
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ti bastava guardare.







C’ era quello strano modo di guardarvi, da sempre. Tu che lo cercavi, lui che ti cercava, il tuo sfiorargli piano i capelli rossi e l’ avvicinarlo costantemente a te.
Se ne stava ricurvo, in piedi e con gli occhiali scuri calati sul naso anche se era notte, avevate finito di suonare qualche manciata di minuti prima e lo trovavi intento a fumarsi la sua solita sigaretta dopo la performance. Lo trovavi bello, perché per te lui era sempre bello.
Era bello con la sua risata di bambino, era bello con il suo miagolare durante le interviste, era bello con le sue foto e la lingua a prendere aria, era bello quando rispondeva ai messaggi e faceva smorfie da ragazzino. Perché Alan altro non era che un giovane ragazzo che suonava la chitarra, e tu altro non eri se non il suo cantante.
Gli sfiorasti una spalla, decidendoti a staccarti dallo stipite della porta sul retro del locale, e lui capì subito che eri tu. Rimase immobile, a fissare il cielo da dietro le lenti. Il tuo sguardo scese sul suo profilo perfetto, sulle ombre che i lampioni disegnavano sul suo volto, sui fari delle auto che passavano di lì ogni poco e che lo colpivano. Lui e quel suo fisico asciutto, quei suoi tatuaggi ovunque, quello stomaco piatto e quell’ aria dolce che ti trasmetteva.
Volevi stringerlo, volevi passargli un braccio dietro la schiena, volevi dargli un bacio mentre le uniche che vi rivolgevano l’ attenzione erano le stelle, ma semplicemente non potevi, perché lui era tuo amico, perché lui aveva di sicuro un’ altra ragazza alla quale pensare. E pure ti saresti accontentato anche del secondo posto, se si trattava di Alan.
Si voltò verso di te, gettò distratto la sigaretta a terra e la fece morire, calpestandola e spegnendola del tutto. Ti mise una mano su una spalla e si allungò verso il tuo viso, per lasciarci un bacio su una guancia. La tua mente era troppo confusa da quel gesto d’ affetto per poterlo vedere mentre ti sorpassava e si sbracciava verso l’ interno del locale, mentre la sua voce si espandeva nelle tue orecchie chiamando un nome che non era il tuo. Guardavi la schiena di Alan e pensavi che quello era stato solo un innocuo bacetto da amico, nient’ altro. Ed era così.
Decidesti di tornare a divertirti con gli altri, la figura del tuo rosso svaniva lenta dentro il locale e tu non ti muovevi. Volevi tornare, ma non volevi- non ce la facevi. I tuoi piedi volevano camminare ma il tuo cervello si ostinava a rimanere fermo, immobile.
Lanciasti uno sguardo alla luna lattea, bella, di fronte a te, che pareva vegliare sulla tua anima. Pensasti a tua madre, a quanto ti mancava, a quanto avresti voluto dirle di esserti innamorato. Pensasti a tua madre e a quanto avresti voluto averla accanto sul serio, non volevi che di lei rimanesse solo quel misero concetto astratto che non potevi toccare. Una mano si insinuò fra i tuoi capelli, li tirasti indietro e sospirasti, chiudendo gli occhi.
Andava tutto bene.
  
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