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Autore: Alexander Scarlet Carson    01/08/2013    2 recensioni
Questa storia è un tentativo di spiegare le azioni di Garland e le complesse macchinazioni che mette in opera, oltre alla sua scelta di utilizzare proprio il meccanismo di Iifa. Inoltre, è un tentativo di rendere merito a un personaggio di mia invenzione che non rappresenta assolutamente me, ma è un personaggio ideale con cui non mi identifico, bensì che mi piace particolarmente. Spero vi piacerà, spero che qualche jenoma mi apprezzerà...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il blu scuro si stemperava di azzurro verso l'orizzonte. I colori erano così vari che sembrava si fosse rovesciata nel cielo una tavolozza di umidi acquerelli appena bagnati dalla setola del pennello. Il giallo del Sole si tingeva di rosso, arancione e rosa, ed i colori scorrevano sulla rocciosa terra brulla della pianura appena oltre il passo che conduceva a Conde Petit. In quella stessa pianura in cui si stagliava l'imponente figura dell'albero di Iifa, con le sue robuste radici che sembravano affondare fino al cuore del pianeta.

 

 

 

 

Osservando questo spettacolo naturale, Garnet pensava a tutte le parole che erano state dette la sera precedente. Avevano ragione, a preoccuparsi per lei. In fondo, finora non se l'era mai cavata da sola, c'era sempre stato qualcuno che vegliava su di lei e aveva sempre frequentato il tranquillo e sereno ambiente della corte, avulso da pericoli e turbamenti. Beatrix, Steiner... loro sì che erano forti. Le loro spade sguainate l'avevano sempre protetta, la loro forza affascinata.
'Gidan... anche tu sei molto forte. Sei riuscito a superare le difese innalzate da mia madre, hai combattuto contro Steiner e perfino la Shogun Beatrix, la guerriera più potente del mondo, per rapirmi e portarmi con te. Devi essere proprio in pensiero per volermi riportare proprio dalla donna da cui hai giurato di proteggermi...'
Si sedette su una roccia che sporgeva lì appresso, e chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare dolcemente da quei delicati raggi, che cominciavano timidamente a librarsi nell'aria, mentre una leggera brezza mattutina leniva il caldo soffocante di quelle terre aride.
"Cosa ci fai già sveglia?"
La ruvida voce la fece sobbalzare. Si voltò di scatto, sorpresa che ci fosse qualcuno già in piedi a quell'ora. Realizzò che si trattava di Amarant, che ora la stava guardando indifferente da sotto i suoi cespugliosi capelli rossi.
"Io... ecco... non riuscivo a dormire e quindi... osservavo l'alba. Mi ha sempre rilassato. Sai, quand'ero al Castello, l'alba era l'unico momento in cui potevo essere me stessa e lasciar vagare la mia mente fuori dai confini di quelle mura. Immaginavo terre, lande e villaggi, città popolose e foreste oscure che non avevo mai potuto esplorare. Siediti qui e guardala con me. Sono sicura che rasserenerà anche il tuo, di spirito."
Lui si girò di spalle, sprezzante come suo solito.
"Tsk, cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di simili consolazioni? La ricerca della serenità la lascio ai deboli."
Le gelide parole tagliarono l'aria e sembrarono uccidere i neonati raggi solari, facendo smettere quella piacevole sensazione di morbida e calda carezza sul viso grazioso della principessa.
"Come puoi parlare sempre in questo modo...? Come se esistesse un modo di comportarsi dei forti e uno dei deboli. È come se avessi paura..."
"IO NON HO PAURA! Capito? Non c'è niente che possa farmi paura. Se vi seguo è solo per estinguere il mio debito con quel moccioso." ringhiò la Salamandra.
'... paura che si capisca che hai anche tu delle debolezze e dei sentimenti, e che in fondo ami queste stesse albe, questi stessi tramonti che tutti noi ammiriamo rapiti, cullandovi dentro le sofferenze del nostro cuore.' concluse Garnet nel pensiero, fissando addolorata lo scontroso compagno.
"Comunque ero solo venuto a dirti che è meglio se ti corichi e provi a riposare. Sarà una dura giornata e non sappiamo neanche cosa ci attende. Meglio essere pronti a tutto. Ma fa' come vuoi, non sono affari miei.". E prese a camminare con il suo solito passo lento e pesante, dirigendosi al suo giaciglio. Garnet restò a guardarlo mentre si allontanava, intanto che l'eco delle sue parole smetteva di rimbombargli nella testa. Poi si alzò silenziosamente, e con il suo solito passo leggero cercò di raggiungere il suo pagliericcio.
'Grazie, Amarant...' fu l'ultimo pensiero della principessa, prima di riaddormentarsi sul morbido letto di foglie, accanto a Eiko e Freija, che fortunatamente parevano non essersi svegliate.


Il mattino seguente, quando si svegliò, trovò già tutti in piedi che si indaffaravano a finire di preparare la frugale colazione, prima di spegnere il fuoco e prepararsi alla partenza.
"Buongiorno, Altezza! Come vi sentite stamane?" la salutò gioviale e affabile il Comandante dei Plutò.
"Discretamente bene, Steiner. Ho avuto qualche difficoltà a dormire, ma si è poi tutto risolto, grazie!"
"Difficoltà a dormire, principessa? Se mi avessi svegliato ci avrei pensato io a farla dormire fra le mie braccia (<3)!" la stuzzicò provocante Gidan.
"Questo è intollerabile! Ma vi sembra il modo di parlare, ladruncolo da strapazzo?!?" si scandalizzò Steiner.
"E cambia le battute ogni tanto, Lancillotto dei miei stivali..." bofonchiò annoiato Gidan.
"Beh, SIGNOR Gidan, ho dormito BENISSIMO anche così, grazie!" aggiunse irritata Garnet, calcando l'accento su alcuni concetti chiave della sua frase.
"Ahem!"
Eiko si schiarì la voce con fare minaccioso. Gidan trasalì.
"Gidan, cosa stavi pensando di proporre alla signorina Garnet?" chiese, puntando i furiosi occhioni verdi proprio in quelli azzurri del brigante.
"I-io...? Ma niente, niente! Cosa vai a pensare..." balbettò imbarazzato.
"Sarà meglio" ribattè la bambina, voltandosi furiosa. Nonostante l'età, aveva un carattere piuttosto forte. Ed infatti...
'Che bel caratterino... sarà meglio starci attento a quella là!' pensò Gidan, sollevato di averla scampata per stavolta.
"E non pensare di averla scampata stavolta! Questa me la lego al dito!"
'Ecco! E ti pareva...'
Sbuffando, il giovane ladro si sedette per terra, estraendo le sue daghe e cominciando a lucidarle. Una mano gli si appoggiò con dolcezza alla spalla, una bella mano di donna, che sarebbe potuta risultare innocente e graziosa... non fosse stato per i lucidi artigli, affilati come rasoi.
"Che bel gruppo vivace. Se quel giorno all'osteria di Lindblum mi avessi detto che avevi intenzione di tirare in piedi una squadra del genere, non ti avrei creduto."
Gidan sollevò lo sguardo, incontrando i lucidi e fieri occhi di Freija, la Draghiera.
"Eh già... neanche io mi sarei creduto se lo avessi sentito. Meno che meno se lo avessi sentito detto da me!" ridacchiò il giovane, sornione. Anche la donna rise, una risata per la prima volta semplice, spontanea e priva di pensieri.
"Era tanto tempo che non ti sentivo ridere così... vedrai, in questo continuo viaggiare incontreremo di nuovo anche il tuo Flatrey. E quando accadrà, sarà meglio per lui che l'abbia recuperata la memoria, o sarà peggio per lui: se la vedrà direttamente con me" la rincuorò scherzosamente il giovane e biondo ragazzino, pieno di buoni propositi e della forza per portarli a termine. Ma il sorriso della fiera donna si spense.
"Già... Flatrey... chissà cosa mai gli sarà successo per scordarsi in quel modo di me... di noi..." mormorò.
'Dannazione a me! Starmi zitto io mai! Non perdo proprio occasione per tenermela cucita questa boccaccia.' si maledisse Gidan.
"Dai, torniamo dagli altri. È ora di partire." cambiò definitivamente discorso Freija, avviandosi verso gli altri. Gidan restò seduto ancora qualche minuto, finendo di affilare le daghe e di masticare insulti rivolti a se stesso, poi si alzò e rinfoderò le armi.
"Si, è giunto il momento della partenza.” esclamò per dare forza agli amici in trepidante attesa.

''È ora di fermare la Nebbia una volta per tutte. Prossima meta: l'Albero di Iifa!''



Note dell'Autore:
Eccomi qua, un altro pezzo aggiunto alla storia. Sperando di essere riuscito a rendere in maniera ottimale anche Gidan e gli altri, e sperando che qualcuno lasci una recensione (anche negativa va bene, piuttosto che l'indifferenza T.T), mi accingo a finire di scrivere il terzo capitolo, che pubblicherò penso a fine agosto di ritorno dalle vacanza insieme ad altre due storie di differente fattura e ambientazione! ;) au revoir, a bientot!

  
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