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Autore: Lady Vibeke    10/02/2008    9 recensioni
Ecco cosa succede quando Georg vuole godersi un sonnellino all'ombra di una palma e Bill vuole attenzione.
[storia by allslashedout; traduzione by Lady Vibeke]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'Autrice: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo. Non dispongo di un altro indirizzo email con cui creare un secondo account a nome dell'autrice della storia, allslashedout, ma la storia appartiene a lei e lei sola, ed io mi sono limitata a tradurla il più fedelmente ed elegantemente possibile.




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Georg Listing era un ragazzo semplice che traeva piacere dalle più piccole cose. Una di queste se la stava godendo all’ombra di qualche palma.

L’amaca stava ondeggiando dolcemente e Georg sorrise mentre la brezza gli rinfrescava la pelle. Alla band erano state concesse due settimane di pausa prima del prossimo round di concerti nella loro patria e David Jost aveva fatto in modo di organizzare le cose in modo tale che ora loro quattro potessero trascorrere qualche giorno su una spiaggia privata.

La vita, per come la conosceva lui, era comoda.

Stava giusto per scivolare nel sonno quando sentì qualcosa che gli solleticava il naso. Aprì gli occhi e vide Bill con una faccia sorniona mentre teneva in mano un filo d’erba.

“Hey, Bill. Cosa vuoi?”

Bill sogghignò. “La tua attenzione.”

Georg sorrise davanti alla risposta sincera e chiuse di nuovo gli occhi.

“Vai ad importunare qualcun altro.”

“Ma sono tutti occupati.” Georg poté avvertire il broncio nella voce di Bill.

“Tom?”

“Dorme. È stato su tutta la notte a parlare al telefono con qualche ragazza.” Il bassista aprì appena un occhio solo per vedere Bill infastidito.

“E Gustav?”

“Da qualche parte… A fare foto, suppongo.”

Georg sospirò e Bill lo prese come un segno che il bassista volesse essere lasciato solo. Si rabbuiò e si voltò per andarsene quando una mano sul suo braccio lo fermò.

“Dove vai?”

“So afferrare un invito implicito,” fu tutto ciò che Bill disse mentre si divincolava.

“Quale invito implicito?” Georg si spostò sulla destra e fece cenno a Bill di raggiungerlo. Bill si mosse verso il bassista ma sembrò esitante mentre si sedeva sull’amaca. Georg rise quando si rese conto del perché.

“Non ti preoccupare. Gustav ed io abbiamo lottato per questa amaca, prima, e non ha ceduto quando ci siamo seduti sopra insieme. Dovrebbe reggerci.”

Bill sorrise e parve soddisfatto mentre si stendeva accanto a Georg.

“Quindi… Tu e Gustav, eh?” lo stuzzicò Bill.

“Uh-huh. Geloso?” lo stuzzicò Georg in risposta.

“Neanche per sogno!” disse Bill sulla difensiva, dando un colpo a Georg sul braccio. Georg si limitò a ridacchiare.

Non era la prima volta che Bill veniva da lui “a cercare attenzione”. Se Tom non era disponibile a dargliene, Bill la chiedeva a Georg o Gustav. Georg rideva sempre di fronte all’espressione leggermente inorridita di Gustav ogni volta che Bill invadeva lo spazio personale del batterista. Non era perché fosse un ragazzo, Gustav lo aveva spiegato a Bill quando il cantante lo aveva affrontato proprio in merito a quello. Semplicemente non era abituato a pubbliche dimostrazioni di affetto in generale. Bill però l’aveva presa come una sfida e si era dedicato alla missione tormentare Gustav fino a che non si era abituato all’invasione.

Georg, d’altro canto, era più che disponibile a dare attenzione a Bill. Lo imputava al fatto che fosse cresciuto senza fratelli con cui giocare. Inoltre, Bill era una persona molto interessante e uno degli hobby di Georg era osservare le variazioni dell’umore e del comportamento del cantante. Era affascinato dal modo in cui Bill gesticolava con le mani quando parlava o dal modo in cui si scostava i capelli quand’erano di impaccio. Bill aveva i più incredibili occhi nocciola ed anche l’abitudine di guardare, no, fissare direttamente le persone negli occhi mentre parlava con loro. Era qualcosa che tuttora intimidiva Georg, certe volte. E, ovviamente, c’era quella cosa della lingua. Poteva essere o non essere conscio di ciò che faceva, ma il bassista era pienamente consapevole ogni volta che Bill si inumidiva le labbra o se ne leccava gli angoli, o anche quando rideva così tanto che il piercing alla lingua del cantante ammiccava verso di lui. Georg si ritrovò a mordersi il labbro davanti a quell’immagine e si rabbuiò.

“Hey.”

Georg batté le ciglia mentre tornava sulla terra. Bill si era appoggiato su un gomito e stava scrutando il bassista da vicino.

“Ho visto la tua espressione cambiare quattro volte nel giro di dieci secondi. A cosa stavi pensando?”

Georg arrossì leggermente ed evitò lo sguardo di Bill, cercando di venirsene fuori con una risposta.

“Niente. Mi manca Garon, tutto qui.”

Bill sollevò un sopracciglio. “Cane fortunato.”

“Già. Ora piantala di parlare e mettiti a dormire.”

Anziché ribattere come Georg si era aspettato, il cantante aveva tirato il braccio sinistro del bassista e si era disteso, così da usare la spalla di Georg come cuscino. Georg ne fu sorpreso ma tenne la bocca chiusa.

“Per te va bene?” chiese Bill. Georg annuì anche se sapeva che se ne sarebbe pentito più tardi. Se ne stava già pentendo ora, sentendo i capelli del cantante che gli solleticavano il braccio.

Non dovrei ricamarci sopra, pensò. È solamente Bill che è di nuovo lo strano se stesso.

Il respiro di Georg fremette mentre lui tentava di ignorare la sensazione delle dita di Bill che tracciavano i disegni intricati della sua maglietta. Forse gli manca solo il suo gemello, cercò di convincersi. Già. Forse lo fanno sempre. Georg gemette mentalmente per via dell’immagine che quel pensiero portò.

Una forte folata di vento soffiò all’improvviso e cullò dolcemente l’amaca. Georg sentì Bill rabbrividire così lo trasse più vicino, strofinandogli il braccio per far sparire la pelle d’oca.

“Andiamo dentro prima che tu ti prenda un raffreddore,” suggerì Georg, anche se la sua mente stava dicendo tutt’altro.

“No, sto bene qui.” Bill intercettò lo sguardo di Georg. “E tu sei caldo.”

Un ghigno si formò sulle sue labbra. “È il tuo modo di dirmi che sono grasso?”

Bill rise. “Forse.”

“Ma guarda, piccolo sfrontato!” borbottò Georg sottovoce e si mise a fare il solletico al cantante. La risata di Bill risuonò alta e nitida per la spiaggia tranquilla.

“Smettila! Me lo rimangio!” riuscì a dire Bill tra un ansito e l’altro. Ma Georg non interruppe il proprio attacco mentre Bill cercava di mettersi a sedere e falliva. In pochi istanti stavano entrambi respirando a fatica. Bill era quasi sopra Georg, la mano destra sul suo petto. Gli occhi di Georg seguirono il movimento di Bill che si inumidiva le labbra. Deglutì.

Quegli occhi… Lo stavano guardando di nuovo, facendo sentire Georg come se fosse l’unica persona esistente nel mondo di Bill. Non posso, insisté la sua mente. Non dovrei. Quindi guardò altrove.

“Oh, che teneri!”

Entrambe le teste si voltarono per guardare Gustav, che li stava osservando da poco lontano con una macchina fotografica in mano. Il batterista cercò di non sogghignare così spudoratamente mentre assorbiva la vista che gli stava davanti. Georg, i cui capelli erano stati raccolti in una coda morbida ma ordinata poco prima, ora esibiva un caso piuttosto grave di capelli scarmigliati, mentre Bill, che era occupato a lisciarsi i propri capelli, portava una maglietta molto sciupata.

“Se non vi conoscessi così bene, direi che siete reduci da una bella sessione di pomiciamento.”

Georg roteò gli occhi e strinse Bill un po’ più vicino. “Trovati un Kaulitz tutto tuo!” scherzò. Non riuscì a non notare Bill che lo occhieggiava curioso.

Gustav sollevò un sopracciglio e finse di considerare l’idea.

“No, grazie. Costa troppo mantenerli. Specialmente la signorina qui presente.” Disse Gustav, indicando Bill. Bill boccheggiò indignato e Gustav colse l’opportunità per fotografare l’impagabile espressione del viso del cantante.

“Oooh, me la pagherai. E cancella quella foto!”

Gustav si limitò a mostrargli la lingua e corse via. Bill si districò immediatamente da Georg, sconvolgendo l’equilibrio. Sarebbe caduto nella sabbia se non fosse stato per le forti mani del bassista che lo sorressero. Ammiccò verso Georg prima di dedicarsi all’inseguimento del batterista che si stava già dirigendo verso la casa.

Georg osservò le larghe falcate del cantante raggiungevano Gustav e scosse la testa mentre Bill saltava sulla schiena del batterista, facendo quasi cadere entrambi.

“Listing!” urlò Gustav. “Vieni a togliermi questa creatura di dosso prima che mi faccia venire un’ernia!”

Bill rise ma si rifiutò di mollare mentre Gustav lottava con la fastidiosa e goffa presenza di Bill sulle proprie spalle.

“Arrivo!” gridò Georg, scendendo dall’amaca e stiracchiandosi i muscoli indolenziti. Si fermò un momento per stare a guardare.

Un giorno, pensò. Un giorno gli dirò quello che provo.

Per ora era contento di ciò che Bill aveva da offrire.



- FINE -




A/N
:
ho letto questa storia su livejournal e mi è piaciuta così tanto che ho voluto tradurla e dare la possibilità a tutti di leggerla anche qui. Non sono un'amante dello slash, in particolare riguardo i Tokio Hotel, ma questa oneshot è così dolce e delicata che mi ha conquistata. Spero piaccia a voi come è piaciuta a me e che vorrete lasciare un commento, che io provvederò a riportare all'autrice. Un grazie particolare a _Princess_ per la gentile revisione finale!
Per chi volesse leggersi anche il testo originale (cosa che consiglio vivamente, a chi può), questo è il link: http://allflushedout.livejournal.com/905.html#cutid1

   
 
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