Fumetti/Cartoni americani > Phineas e Ferb
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Autore: heartorn    01/08/2013    2 recensioni
Categoria della storia: Fumetti/Cartoni americani.
Categoria: Phineas e Ferb.
Titolo: lo leggi sopra:33.
One shot.
Dovrei smetterla di fare certi pensieri, ma, fortunatamente, li faccio raramente.
“Si, molto raramente, eh.” una voce calda e profonda.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Ferb Fletcher , Isabella Garcia-Shapiro, Phineas Flynn
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Goodbye, my lover.


«Ehi, Ferb! So cosa faremo oggi!» urlò il mio energico fratellastro balzando giù dal suo letto e avventandosi sul mio.
“O forse si è avventato su di me” pensai.
Si, magari.
Dovrei smetterla di fare certi pensieri, ma, fortunatamente, li faccio raramente.
“Si, molto raramente, eh.” una voce calda e profonda.
Credo provenisse dalla mia testa.
Oh, già, anch’io ho una coscienza, ma non credo sia il momento giusto di tirarla fuori.
In fondo che c’è di male se penso al mio fratellastro in modo un po’ diverso?
“C’è di male che è il tuo fratellastro e che è un ragazzo. Anche promettente, direi.” nuovamente lei, la mia coscienza.
Ma sbaglio o ha appena detto che Phineas è promettente?
Ovvio, io non posso pensare a lui in quel modo, ma la mia coscienza si.
Ho capito: niente più doppia porzione di nachos prima di andare a dormire.
Mi fanno proprio un brutto effetto.
«Tuffo a bommmbaaaaaaaaaaaaa!» un urlò animalesco, o forse il cozzare del ginocchio di Phineas contro il mio naso, mi risvegliarono dai miei pensieri.
Aspetta, il cozzare del ginocchio di Phineas contro il mio naso?
Credo che questo sia il momento giusto per urlare, ma no, non è da me.
Cosa devo fare, quindi?
Mi alzo pigramente dal letto e con nonchalance corro in bagno.
Anzi, no.
Cammino.
Si, magari poi Phineas mi segue e ci chiude in bagno.
Sono anche sicuro che mi dichiarerà il suo amore.
“Smettila di pensare baggianate e corri a fare qualcosa per il tuo naso, stupido idiota.” la mia coscienza è educata, però.
 «Ferb! Ferb! Ferb, mi dispiace tanto!» dice Phineas avvicinando il suo viso al mio e sfiorandomi il naso delicatamente.
«Non preoccuparti, Phin.» dico, e inizio a camminare a passo di carica verso il bagno che condividiamo.
Mi blocco sulla porta.
«Anzi, comincia a vestirti, così, dopo facciamo qualcosa. Hai già detto che hai qualcosa in mente, no?» gli dico, sorridendo.
«Sei il miglior fratello del mondo!» mi urla lui, e, ridendo, corre a vestirsi, mentre io, mi chiudo in bagno.
Una volta entrato in quello bianco stanzino ricoperto di specchi, non posso fare a meno di osservare il mio riflesso in uno specchio a caso.
Niente di nuovo, a parte le occhiaie ed una narice grondante di sangue.
E, guarda caso, entrambe le cose, sono state provocato da un energico e più dolce che mai, fratellastro di nome Phineas.
Probabilmente, non sa che è stato lui a provocarmi quelle occhiaie.
O forse sono stato io, stupido masochista.
Come ho fatto ad innamorarmi del mio fratellastro?
Che per di più è un ragazzo.
Ed è etero; il che significa che non si interesserà mai ad un ragazzo, figuriamoci al suo taciturno fratellastro.
Questi pensieri mi fanno male.
Mi lacerano dall’interno.
Devo smettere di pensarci.
Riscossomi dai miei pensieri, comincio a tamponare la mia narice destra, sperando che il sangue cessi di scorrere.
Ci sono voluti dieci minuti, certo, ma adesso il mio naso è apposto.
Io sono apposto, e, sono pronto per dedicarmi ad una mattinata, che, si prospetta meravigliosa con il ragazzo che amo.
Con il mio fratellastro, volevo dire.
Esco dal bagno e vedo un felicissimo Phineas intento a rovistare nel baule che si trova ai piedi del suo letto.
“Lui è già pronto” penso, “quindi, sarà meglio che mi vesta.”
Gettò un’ultima occhiata al ragazzo ai piedi del baule, prima di vestirmi.
Sembra eccitato all’idea di ciò che faremo oggi, quindi, raccatto i vestiti che ho lasciato sulla sedia ieri sera e mi vesto.
Quasi in un batter di ciglia.
Una volta vestito, mi avvicino a Phineas, ancora immerso nel baule, e gli sfioro la spalla, nella speranza che capisca che sono pronto, anche senza guardarmi.
«Finalmente!» ulula.
«Allora, di grazia, potrei sapere dove mi porta oggi?» chiedo sbeffeggiandomi di lui.
«Al lago, amico mio!» risponde felice.
Particolarmente felice.
Chissà cos’avrà in mente questa volta.
«Per?...» chiedo perplesso.
«Dovrai aiutarmi ad organizzare una cenetta romantica, a lume di candela, s’intende, per Isabella.» dice.
Gli s’illuminano gli occhi.
I miei, s’incupiscono, invece.
Ho capito, è tutto sbagliato.
Addio, amore mio.

 
 

≈SPAZIO AGLI UNICORNI!
NO, MA CHE DICO?
SPAZIO A ME CHE SONO ME,
E CHE HO SCRITTO CODESTA STORIA.
GLI UNICORNI NON C’ENTRANO NULLA,
NON HANNO FATTO NIENTE,
QUEGLI SCANSAFATICHE!≈

 
 

Ciao a tutti, belli e brutti!
Sono io che vi scrivo!
(Che geniaccio, eh?)
Detto ciò, ho dimenticato ciò che avevo da dirvi,
quindi, ci si rilegge alla prossima.
Oh, perdonate gli eventuali errori/orrori grammaticali.
Cordialmente,
me.
P.S. Una piccola recensioncina non fa male a nessuno.
Nuovamente, ma sempre cordialmente
(ehi, ho fatto la rima!),
me.

  
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