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Autore: 6_9Carisma    01/08/2013    1 recensioni
Sara era una bambina tosta. Carne di unicorno a colazione e via, verso nuove avventure. Con grande terrore di coetanei e compaesani.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nostra storia comincia a Middletone, una cittadina inglese come tante: villette a schiera, sorrisi cordiali, serial killer nelle notti di temporale, té a fiotti.
La nostra storia, per essere precisi, comincia il 06 giungno del 1996 in un ospedale di Middletone, e volendo essere ancora più precisi, comincia con le urla della signora Ingrid Donovan, consorte dell'allora molto agitato signor Henry Donovan, che in quella data, esattamente alle sei e sei del mattino, stava dando alla luce la piccola Sara Donovan.
Chiunque abbia assitito ad un parto, sa perfettamente che come inizio per una storia non è un granché; a ben pensarci, anche come finale lascia a desiderare e, in tutta franchezza, visti gli urli, il sangue, lo schifo scivolante e considerando che i neonati appena sfornati sono davvero reppellenti ( e Sara Donovan non faceva eccezione), un parto andrebbe escluso da qualunque fase narrativa di qualsivoglia storia. Ciononostante, volendo attenersi ai fatti con inglese accuratezza, altro non si può dire se non che la nostra storia comincia proprio con la venuta al mondo di uno di quei mostriciattoli, che solo l'istinto materno e il riguardo nei confronti dei neo-genitori salva dall'etichetta di "orripilino".

Passata la fase di bebè rugoso e lagnoso, Sara si dimostrò subito una bambina tosta. I suoi genitori lo capirono immediatamente: a due anni, per farla mangiare, si erano dovuto inventare che il cibo che aveva nel piatto era carne di unicorrno; a cinque, aveva tentato di corrompere la maestra dell'asilo con quattro sterline perché la facesse tornare a casa in anticipo, asserendo che con lo stipendio che percepiva in quanto insegnate, se non si fosse decisa ad arrotondare con qualche piccolo favore, le tasse l'avrebbero dissanguata; a sette anni, quando tirò un pugno al compagno di classe che l'aveva baciata sulla guancia, invece di scrivere venti volte alla lavagna “non devo picchiare gli altri bambini”, la sua coscienza sociale la spinse a modificare la frase in “non devo difendermi dalle molestie sul lavoro”. Frase che, tra l'altro, provocò non pochi equivoci nei confronti dell'insegnate, che dal quel giorno fu guardata con un certo sospetto da tutto il personale scolastico.

Infine, a dieci anni, dopo aver arricchito la storia della piccola cittadina di Middletone con un paio di incendi, una fuga di cavalli, un'artistica raffigurazione floreale in vernice sulla facciata del comune, gare di parkour nel centro commerciale e un episodio ancora poco chiaro che comprendeva un semaforo e delle corde elastiche; dopo tutto questo, dicevo, in una giornata estiva particolarmente piena di grilli e di noia, la piccola, mingherlina e terribile Sara, trotterellando sotto un'ingovernabile massa di riccioli rossi, si diresse al cimitero in cerca di attività ricreative degne della sua fantasia.

  
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