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Autore: _xliamslove    01/08/2013    5 recensioni
Tratto dal 1°capitolo
“ Perché stavi guardando il mio disegno? ” dissi flebilmente
Fece finta di non sentirmi e continuò le sue faccende.
“ Ashton perché guardavi il mio disegno!? ” scandii bene le parole.
“ Come scusa? Posso sapere almeno il tuo nome? ” disse freddamente
“ Mi chiamo Valerie e non ti do del voi perché hai la mia età più o meno. Perché stavi guardando il mio disegno eh? Perché sei impallidito? ” non amavo fare giri di parole per questo andrai dritta al punto,probabilmente ne rimase sorpreso perché indugiò molto prima di rispondere.
“ Per te sono l’insegnante Miller e non importa la differenza di età.Guardavo il tuo disegno perché è bello,che c’è? Non mi sembra di aver fatto qualcosa di male ” disse innervosendosi.
Oh se pensava di ingannarmi così si sbagliava di grosso.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ssssalveee :)
Questa è la prima storia che scrivo e pubblico perciò se inizialmente non è tanto avvincente vi chiedo scusa ma migliorerà man mano.
Che dire..ah si! Aggiornerò a 3 recensioni giusto per vedere se interessa a qualcuno!
Alla prossima :*

-Un ringraziamento speciale va alla mia migliore amica Nataly. Grazie per esserci sempre, ti voglio bene vita mia <3

Capitolo 1

7:45.
Uscii di casa, selezionai la riproduzione casuale e intrapresi la strada per andare a scuola. Non ero considerata un’asociale o una popolare .. diciamo che ero nella fascia media: parlavo con tutti,non facevo distinzioni e cercavo di essere il meno fredda possibile. Non avevo migliori amiche o meglio,non ne volevo più. Ero stanca di essere sempre la seconda scelta di tutti e di essere considerata a piacimento così avevo preferito rimanere da sola …com’è che si dice? Ah si “meglio soli che male accompagnati”.Mia madre da piccola  lo ripeteva sempre ma io non l’ascoltavo pensavo che era meglio conoscere tutti invece di rimanere da sola. Ero una di quelle tipiche bambine che amavano essere al centro dell’attenzione, organizzare feste di compleanno.. ora invece non organizzavo feste di compleanno e me ne stavo in un angolino da sola.
Svoltai l’angolo e intravidi l’istituto color giallo dalle finestre grigie era così triste,così spenta magari dipingerla diversamente avrebbe aiutato le cose. Tolsi le cuffie dal cellulare impostai la vibrazione e mi avvicinai all’entrata,non che avevo molta voglia di andarci ma preferivo entrare invece che sentire le solite chiacchiere su un’imminente compito in classe o un’interrogazione andata male. Non che io fossi un genio ma almeno la sufficienza la raggiungevo in tutte le materie o..quasi. Alcune  mie “amiche” si stavano avvicinando per parlare con me, non erano antipatiche anzi cercavano sempre di mettermi a mio agio ma io non volevo saperne niente di nessuno. Stavo già pensando a come svignarmela e fortunatamente la campanella mi salvò,non la ringrazierò mai abbastanza per tutte le volte che mi aveva parato il culo. Una mandria di ragazzi borbottanti mi urtò,riportandomi alla realtà e a malincuore entrai nell’istituto. Posai i libri nell’armadietto e mi recai alla lezione di matematica.
Feci il tutto molto frettolosamente perché fra me e l’insegnante Strood non c’era una certa intesa. Io odiavo tutti quei numeri incomprensibili e tutte quelle leggi geometriche e lui, capendo questa mia “allergia” a essa,tentava sempre di mettermi in difficoltà. Entrai in classe e con mia grande gioia notai che ero la prima, mi recai all’ultimo banco della fila centrale, posai i libri sul banco e diedi una rapida occhiata al cellulare mentre la classe si riempiva.
La porta si chiuse rumorosamente,posai il cellulare nella borsa e guardai chi era entrato.
Mr Strood si recò alla cattedra, posò il registro e battè la mano su esso attirando l’attenzione di quelli distratti.
“ Nemmeno il tempo di entrare e già fate questo chiasso! Quando imparerete cos’è il rispetto sarà troppo tardi” disse in modo severo, si sedette alla cattedra e iniziò l’appello.Non era molto alto e la sua pancia così grande lo faceva sembrare più basso,il viso appesantito da spessi occhiali e da uno sguardo freddo di certo non lo aiutava,insomma Mr Strood di certo non era l’insegnante più affascinante, quello lo era Mr James;l’insegnante di arte.
Il mio cognome ripetuto più volte mi destò dai pensieri poco casti su quell’amabile insegnante e mi riportò al più scorbutico.
“ Collins già durante le lezioni è distratta almeno cerchi di seguire l’appello,non è così complicato basta solo rispondere presente ” disse in tono di sfida.
“ Scusi Mr Strood non succederà di nuovo ”  risposi in modo piuttosto annoiato,consapevole che quella era una bugia bella e buona.
Infastidito continuò con l’appello e io ne approfittai per tirar fuori il mio cellulare, posizionarlo nell’astuccio e  aggiustarmi sulla sedia, in modo da essere completamente coperta dalla massa di ricci di una certa suzanne o sunshine seduta al posto davanti.
 “ Bene bene,oggi si interroga ” disse con un sorriso sadico.
improvvisamente diventai tesa come una corda di violino,non avevo studiato e se mi avesse interrogato un bel 2 nessuno me l’avrebbe tolto.
“  Mhh.. vediamo un po’..-provava un certo gusto a creare quell’attesa- la signorina elisabeth e..-il suo sguardo vagava sul registro in cerca della prossima vittima- la signorina..Cox ” a quelle parole tirai un sospiro di sollievo mentre i due sfortunati si recavano alla cattedra. Fortunatamente riuscì a giocare con il cellulare in modo indisturbato dato che l’insegnante era concentrato a rimproverare lo scarso impegno degli interrogati.
Il tempo passò rapidamente e la campanella mi rallegrò da quell’inferno,andai al mio armadietto e vi trovai morgan. Probabilmente assunsi una faccia  annoiata perché lei mi guardò sconsolata,così per rimediare alla figuraccia mi avvicinai,intenta ad avere una conversazione civile.
“ Hey Morgan come vanno le cose? ” i suoi occhi si illuminarono,probabilmente era contenta di essere considerata da qualcuno. Non capivo come fosse possibile che una ragazza così dolce e carina non avesse amiche.era sempre disponibile per tutti eppure era sola, che strano.
” Vanno alla grande e a te lerie?”
“ no,no no! Non chiamarmi lerie lo detesto. Sembra un soprannome per le barbie della scuola ” dissi gesticolando nervosamente “ comunque bene – guardai l’ora sul cellulare e aggiunsi -scusa ma ora devo andare a ripetere la lezione,ci si vede in giro,stammi bene ”
Intristita mi salutò e andò via, tirai un sospiro di sollievo,presi il libro di storia e mi recai all’aula di Mss Catcher.
Entrai e mi accomodai al primo banco. Amavo troppo quell’insegnante,era dolce e spiegava in un modo così coinvolgente che quando suonava l’ora eravamo dispiaciuti (soprattutto i ragazzi che ne approfittavano per ammirarla)
Sentì la porta chiudersi,alzai la testa dal banco e invece di esserci una donna dai capelli biondi c’era un..ragazzo
Alto,muscoloso ,capelli biondi e occhi verdi..un figo pazzesco. Mi girai verso gli altri e tutte le ragazze stavano sbavando mentre i ragazzi erano direi..gelosi.
“ Salve ragazzi. Sono Ashton Miller,per oggi ci sarò io al posto di mia madre,ha avuto un contrattempo e visto che sono competente ha deciso di “assumermi” come supplente ”disse senza smettere di sorridere. Ecco perché era così bello! Tale madre tale figlio no?
“ Bene,visto che è solo per oggi direi di parlare un po’ no? ” disse entusiasto .La classe esultò,ma non io. Odiavo parlare di me ai prof.
“ Ohoh quanto entusiasmo! –rise- chi vuole iniziare? ”fece vagare lo sguardo per la classe e fortunatamente ci fu un volontario.
“ Io,io prof! ” disse sbracciandosi per farsi notare. Ecco a chi mi riferivo quando parlavo di barbie:katherine.
“ Bene. Allora parlaci di te. Come ti chiami,progetti per il futur-“
“ Sono Katherine ma per lei Kath è fidanzato? ” che squallore,nemmeno il tempo di farle delle domande che iniziava a flirtare.
“ Piacere signorina Katherine,le ho chiesto dei suoi progetti,non di flirtare e comunque no sono single  e no –disse prevedendo la prossima domanda-io non faccio parte dei suoi progetti ” disse ghignando
Katherine non si scompose e continuò a parlare normalmente,come se non fosse successo niente. Annoiata dalla sua voce iniziai a disegnare sul mio album.
Non ero brava anzi,ma da un po’ di tempo in mente mi si raffiguravano delle persone o dei luoghi e così iniziavo a disegnarli. Abbassai il capo,e senza farmi vedere chiusi gli occhi in attesa di un flash che mostrasse il mio prossimo disegno:attesi vari secondi e finalmente arrivò.
In un vicolo cieco un ragazzo dai capelli ricci era chino sul collo di una ragazza bionda.
Iniziai ad abbozzare la figura del ragazzo,conclusa,feci lo stesso con quella della ragazza. Guardai il mio lavoro e insoddisfatta iniziai a perfezionarlo aggiustando qualche dettaglio venuto male.
Soddisfatta osservai il disegno e iniziai a sfiorare i contorni del ragazzo.
“ Signorina e lei? ” sobbalzai sulla sedia e l’insegnante rise.
si avvicinò e tentai di nascondere il disegno.
“ Ci parli di ”all’improvviso si ammutolì,troppo intento ad osservare il disegno. Merda. sperai che non mi avesse deriso.
Fece vagare il suo sguardo da me al disegno e viceversa,poi ammirandolo meglio deglutì. Lo guardai accigliata,perché fissava il mio disegno? Perché era impallidito?
Suonò la campanella e si riscosse.
“ Queste due ore sono volate. Bene,spero che in futuro ci rivedremo,è stato un piacere ” disse rivolgendosi alla classe  si avvicinò alla cattedra e sistemò le sue cose
Alcune ragazze stavano domandando delle informazioni   così ne approfittai per prendere l’album di disegno e il libro,aspettai che le ragazze si allontanassero e mi avvicinai alla cattedra.
“ Perché stavi guardando il mio disegno? ” dissi flebilmente
 Fece finta di non sentirmi e continuò le sue faccende.
“ Ashton perché guardavi il mio disegno!? ” scandii bene le parole.
“ Come scusa? Posso sapere almeno il tuo nome? ”  disse freddamente
“ Mi chiamo Valerie e non ti do del voi perché hai la mia età più o meno. Perché stavi guardando il mio disegno eh? Perché sei impallidito? ” non amavo fare giri di parole per questo andrai dritta al punto,probabilmente ne rimase sorpreso perché indugiò molto prima di rispondere.
“ Per te sono l’insegnante  Miller e non importa la differenza di età.Guardavo il tuo disegno perché è bello,che c’è? Non mi sembra di aver fatto qualcosa di male ” disse innervosendosi.
Oh se pensava di ingannarmi così si sbagliava di grosso.
“ Mr miller -dissi calcando il cognome- non credo minimamente a quello che LEI ha detto,il suo sguardo non era di ammirazione ma di..sorpresa. ” strinsi  le braccia intorno ai libri  e aspettai una sua risposta.
In tutta risposta sospirò sciolse i pugni e dopo poco parlò.
“ Signorina ..Collins giusto?-annuii- Le assicuro che ero affascinato dal suo disegno,amo l’arte e non avevo mai visto nulla del genere,mi dispiace averla infastidita ma ora ho cose più importanti da fare, arrivederla ” prese i libri e uscì dall’aula rimanendomi a bocca asciutta.
Forse ero stata troppo dura ma non importava,ero sicura di quello che dicevo,decisi di lasciar perdere e mi avviai nel cortile visto che era l’intervallo.
Molte persone erano sedute sotto gli alberi,alcuni mangiavano,altri ripetevano la lezione successiva e qualcuno fumava. Vagai con lo sguardo in cerca di un albero non occupato,appena lo vidi mi avvicinai frettolosamente.
Posai il libro sul prato, iniziai a fumare una sigaretta e guardai tutti i miei disegni.
Ne erano tanti anche se avevo iniziato da poco a farli,non so perché ma la protagonista era sempre quella ragazza dai capelli biondi.
Chiusi l’album e lo lanciai al mio fianco,aspirai dalla sigaretta e la spensi,poi guardai l’ora: 11.30. altre due ore e anche questa giornata sarebbe finita.
Insonnolita appoggiai la testa sul tronco,chiusi gli occhi e ascoltai i rumori intorno. Principalmente sentivo un forte brusio ma prestando attenzione riuscivo anche a capire quello che alcuni dicevano così sorrisi soddisfatta.
fin da piccola avevo questa,chiamiamola, “dote”: se riuscivo a concentrarmi potevo acogliere ogni singolo rumore,ogni singola voce.
Era una cosa divertente ma anche negativa perché riuscivo a sentire anche gli insulti che mi rivolgevano quando ero scorbutica.. Aprì gli occhi e un raggio di sole mi colpì in pieno,mi alzai riaccolsi le mie cose da terra e mi recai all’interno dell’istituto pronta,si fa per dire,ad altre due ore.
Non successe nulla di emozionante,nessun rimprovero,nessun nuovo disegno solo una noiosissima lezione di chimica. Al suono dell’ultima campanella raccolsi in fretta e furia le mie cose,le posai nell’armadietto e mi recai verso casa.
Per tutto il tragitto non feci altro che pensare ad Ashton. Era un tizio veramente strano, non mi ispirava molta simpatia e mi chiesi come poteva essere il figlio di una donna così simpatica,beh probabilmente era simile a suo padre.
Arrivata a casa indossai qualcosa di più comodo,papà era a lavoro e mamma invece stava preparando il pranzo.
“  Mà vuoi una mano? ” dissi mentre legavo i capelli in una coda alta.
“ Nono,ho già fatto tutto,tranquilla. Novità a scuola? ” disse mentre girava la pasta in pentola.
“  No le solite cose – spostai la sedia e mi sedetti- ah si! Mss Catcher oggi non è potuta venire e quindi è venuto suo figlio ”
“ Come mai? Ha dei problemi di salute? ” disse preoccupata,anche a lei era simpatica quella donna.
“ No tranquilla aveva delle commissioni da fare o qualcosa del genere ”  dissi sbuffando.
“ Valerie senti..hai fatto più quei disegni? ” disse curiosa o almeno fingeva di esserlo.
“ Te l’avrei detto se così fosse stato non credi? ” da tempo mentivo a mia madre. Quando aveva  visto casualmente i miei disegni era sbiancata di colpo e dovetti sorreggerla per non farla cadere,inventò la scusa di un calo di zuccheri ma sapevo che non era così:c’era qualcosa che non andava. Per non farla preoccupare inutilmente le mentivo e nascondevo i disegni. Non amavo raccontare bugie ma avevo imparato a farlo.
Dopo aver pranzato aiutai mamma a sparecchiare e mi recai nella mia camera,chiusi la porta a chiave e iniziai a leggere il mio libro preferito.
Il tempo come al solito passò rapidamente,cenai e andai a letto,troppo stanca per pensare alla giornata trascorsa,anche se il mio non fu un sonno tranquillo.
  
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