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Autore: alyfa    02/08/2013    10 recensioni
Le canzoni si scrivono per un determinato motivo..per far ridere, per far piangere, per raccontare qualcosa, per ricordare qualcosa..E ci sono canzoni che feriscono, che amano, che rendono felici, che rendono tristi. E poi ci sono quelle canzoni che non puoi classificare, perchè ti rendono triste, ma le ami, perchè semplicemente sono legate alla tua vita, al tuo amore. Ci sono canzoni che ascolteresti tutto il giorno..ed alcune che invece non vorresti neppure sentire per sbaglio. Ci sono canzoni che dividono..e canzoni che uniscono. Canzoni che accompagnano la storia d'amore di Edward e Bella, Divisi per la paura del futuro..
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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**Salve a tutte! Allora..questa è una pazzia. E’ nata vedendo su FB veramente delle foto, che hanno scatenato in me una vena poetica e mi hanno svegliata dal torpore. Avevo in serbo un’altra OS, ma non mi convinceva molto il finale, per cui è lì in attesa..Questa invece..l’ho scritta in una notte, come le migliori scemenze! xD! Dopo però ho cercato di raddrizzare il tiro, perché davvero faceva pietà all’inizio..adesso mi piaciucchia! xD! Spero vi piaccia..perchè è davvero caotica e piena di modernità..forse un po’ troppo. So che alcune di voi non apprezzeranno il modo di interagire tra i due..ma volevo che risultasse un rapporto distaccato, combattuto, insomma..qualcosa di ancora in sospeso. Ma non voglio togliervi il divertimento..vi avviso solo che le canzoni che sono presenti nel testo NON sono reali..sono frasi buttate lì da me, che stavano bene in quel preciso istante, sono canzoni che ho inventato insieme alla storia, per cui non esistono davvero! Ed ovviamente NON voglio di certo pensare di essere un’autrice di canzoni!..capirete leggendo, che sono create apposta per la storia. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate, vanno benissimo anche le critiche! Aly**
 

Songs for Us

 
Pov Bella.
 
Lo sapevo che non avrei dovuto aprire quel maledetto sito. Sapevo che non avrei mai dovuto concentrarmi a controllare notizie su di lui su Facebook..eppure l’ho fatto, per l’ennesima volta. Appena ho aperto la home tutte le foto sono state a portata della mia vista..e le voci di corridoio che sentivo nel pomeriggio non erano più ipotesi, erano vere e proprie certezze.
Ma ancora non ero contenta…no..avevo anche letto i maledettissimi articoli dei tabloid inglesi più rinomati, e non solo, probabilmente per rendermi conto di quanto estesa fosse la notizia.
Se qualcuno si dovesse chiedere perché la mia home è piena di quelle scemenze, la risposta è semplice. Devo comunque essere informata su quello che accade attorno a noi, se un giornale pubblica foto di nostri artisti, come in questo caso contro il loro volere, l’ufficio stampa deve fare il più in fretta possibile per fare una menzione e cercare di coprire la notizia. E io so che lui non ama questo, non ama l’attenzione mediatica attorno a lui..almeno quella “spazzatura” che è il gossip. Ne abbiamo parlato più volte e lui ha sempre affermato che se erano foto reali, con tanto di articolo vero e magari anche un’intervista, non c’era alcun problema; ma quando tutto questo si trasformava in una bugia solo per pubblicare l’ennesima castronata su di lui..beh era giusto smentire al più presto! Era già successo di vederlo lì, sul mio schermo mentre baciava un’altra..Cristo se era successo più di una volta! Tutte le foto erano state pubblicate da uno dei giornali scandalistici americani, che aveva provveduto a mettere on-line le foto sul proprio account facebook. Ovviamente le notizie in prima pagina le scorrevo tutte e una volta arrivata a quelle foto non ce l’ho più fatta. E’ così che funziona al mondo d’oggi..prima che esca l’articolo cartaceo è già tutto on-line, i giornali pubblicano le loro foto su Facebook e coloro che seguono sono già informati e curiosi compreranno il giornale.
Ovviamente non ho avuto il tempo necessario per carpire tutte le informazioni che volevo, no..perché avendo pochissimi amici sul social network, quei pochi, sono amici intimi, familiari, e anche la mia amica del cuore, Alice Brandon.
Appena mi aveva vista on-line la mia amica, questione di qualche secondo perché ho provveduto subito a passare allo stato off-line, ha intasato il mio cellulare di chiamate e messaggi a cui non ho risposto. Fino a quando il suono era diventato estenuante.
-Alice, che vuoi?
-Bella, allontanati dal computer immediatamente! Non andare a farti del male, più di quanto te ne sei già fatta..Quelle foto sono dei foto montaggi, puoi vederlo benissimo anche tu..
 
Alice è la mia migliore amica da quando avevo diciannove anni. Il nostro incontro è un po’ particolare, diciamo che la prima volta abbiamo fatto il colloquio per lavorare alla stessa casa di musica. Pensavo già di veder sfumare un’occasione, lei bellissima, ordinatissima, spigliatissima..una persona seria. Io avevo da offrire poco più di niente, solo un sesto senso innato per la buona musica, quella che ti fa rizzare i capelli quando l’ascolti.
Ho scoperto dopo che lei era lì per un colloquio per l’ufficio stampa. E’ da quel giorno che lavoriamo insieme..più o meno. Abbiamo cercato di legare subito e ci siamo riuscite, poi all’interno della casa discografica abbiamo avuto degli avanzamenti, delle promozioni..lei è diventata il capo del suo ufficio e un’addetta stampa di grande rilievo, gira per il mondo ed è sempre in un posto diverso che non sia New York. Io..ho avuto più o meno lo stesso suo percorso, mi hanno promossa a “scopritrice di talenti” e me ne sto in giro per il mondo per tre quarti dell’anno, il resto del tempo sono qui a New York! Ovviamente ho anche io i miei quindici giorni di ferie..si, solo quindici..perché si sono ridotti quando ho iniziato a rifiutare le ferie solo per stare al lavoro e cercare di dimenticarmi delle brutte cose che mi giravano attorno.
 
-Ne sei così sicura Alice? Li hai letti i giornali inglesi? O quelli italiani..o quelli Tedeschi? E’ l’ennesima notizia che viene fuori su questa...- non finisco neppure.
-E’ la solita notizia da quattro soldi che si smorzerà non appena avranno visto nelle loro scrivanie il comunicato stampa che ho provveduto personalmente a inviare a tutti quanti! – la sua voce era arrabbiata e tesa.
 
La conoscevo bene quella parte di Alice, quel comportamento così autoritario e deciso che in molti temevano. Era la sua divisa di lavoro, la sua maschera. Io non ne avevo paura, ma tutti coloro che non la conoscevano bene, come i direttori dei giornali quali Bild-Zeitung, il tabloid tedesco più letto negli ultimi tempi, oppure Le Figarò, quello francesce..o perché no anche il Mirror, direttamente britannico. Ma ce n’erano molti altri..e sembrava che non finissero più.
 
-Alice, lascia perdere..ormai è una causa persa.. – dico passandomi una mano tra i capelli e scuotendo il capo. Sappiamo bene come vanno queste cose, le conosciamo fin troppo bene. Il nostro ufficio stampa si occupa di proteggere la riservatezza dei nostri pupilli praticamente da sempre, è una cosa che la casa discografica fa, per non dover chiedere ai manager di provvedere da soli. Ed Alice è talmente tanto brava che ogni qual volta si presentava un problema non dovevano neppure farglielo presente. Si è sempre informata prima ed ha sbrigliato il problema prima che i manager dei nostri cantanti potessero anche solo afferrare il telefono.
-Per cosa Bella? Per gli articoli..o per lui?
 
Lo so perché mi fa questa domanda ed io vorrei chiudere gli occhi e sospirare. Ma mi impedisco di farlo, mi mostrerei debole e non mi va. Mi mostrerei ferita e non posso esserlo, non dopo averlo allontanato da me in quel modo.
 
-Non dovresti essere a letto? Da te se non sbaglio dovrebbero essere circa le due di notte.. – non credo di aver fatto male i conti, da me sono le otto e mezzo di sera..a Londra sono l’una e mezza..più o meno.
-Ero impegnata a rispondere a quella fogna di gente che mette in prima pagina foto montate e ci scrive un articolo che non sta in piedi neppure con le stampelle. Porco cazzo! Bella..perché non lo chiami? L’ho incontrato stasera e ti assicuro che stava di merda..
 
E quando la mia migliore amica iniziava a dire parolacce a destra e a manca, voleva dire che era proprio furiosa e delusa e quasi mi ordinava di fare quello che diceva. Ma non potevo..non potevo davvero. Sono stata io a lasciarlo, quasi un anno fa..Il motivo? Sempre le solite foto scandalistiche scattate dai paps (così si chiamano nei nostri tempi moderni i paparazzi) nei momenti peggiori. Peggiori per me..migliori per lui, evidentemente. Una foto lo ritraeva con una biondona tinta e rifatta, mentre al ristorante mangiava e rideva, senza nessuno attorno, neppure la guardia del corpo. Il che non era mai successo..perchè lui aveva sempre voluto il suo Tayler vicino, senza dare la possibilità a nessuno di disfarsi di lui, neppure all’interno degli studi di registrazione. Solo con me l’aveva liquidato, dicendogli di andare pure a farsi un giro..che non gli importava se qualcuno lo avesse fotografato o gli avesse chiesto un autografo..lui era nella sua oasi felice, con me. Le parole di quella sera, una delle innumerevoli sere in cui siamo usciti a cena fuori, nel ristorantino intimo ma sempre di classe, mai scontato, mai eccessivo..Non le dimenticherò mai. Come tutte le altre, d'altronde. L’articolo diceva “Edward Cullen, il nuovo pupillo della Music Black Company, dimenticata la sua talent scout Isabella Swan si dedica a nuove scoperte…” Continuava poi “Notizie sicure ci dicono che continuerà a lavorare ancora per la stessa casa produttrice, ma Isabella Swan che ne pensa?” Era una domanda lecita..in un articolo che non stava in piedi. Lo sapevo..dentro di me ne ero convinta e ci ero passata su.
E poi ce n’erano state altre, alcune ragazze in gruppo, sedute attorno a lui su una barca, oppure una in cui lui imboccava una ragazza mora..e Tayler non era vicino a loro. Ho sopportato i primi tempi, sapevo che stava girando un film, anche se piccolino, lo avevano chiamato per una parte di un cantante tormentato, che sfoga i suoi problemi con la sua chitarra, dove gli capitava, e una bottiglia di birra in mano..In realtà il protagonista era un cantante di successo finito nell’oblio della depressione per una storia d’amore finita male. Insomma, un copione visto e stravisto, di quelli che ti fanno venire il latte alle ginocchia. Eppure..quando è uscito nelle sale cinematografiche sono stata una delle poche ad andare a vederlo, ovviamente insieme ad Alice, che mi faceva appoggiare la testa sulla sua spalla. Ci eravamo già lasciati in quel periodo ed io volevo comunque vedere quel film, credere di averlo vicino, anche se solo per pochi attimi. Alice non era d’accordo, diceva che mi sarei fatta solo del male, che dovevo lasciare perdere la visione di quella pellicola e piuttosto chiamarlo per sapere come stava. Già..non l’avevo sentito più da quel giorno di un anno fa..quando doveva fare sapere qualcosa alla casa discografica lo faceva tramite il suo manager, per non rischiare di parlare con me, o tramite mail davvero troppo formali, anche per me.
 
-Alice non ricominciare.. – le dico, sperando che la smetta. E’ sempre stata così, ha sempre cercato di farmi ragionare, come una madre farebbe, come un padre farebbe..ma con i miei genitori non parlo di queste cose..troppo impegnata a raccontargli come va la mia vita qui a New York, mentre loro sono a Phoenix, dall’altra parte dell’America rispetto a me. Ma li leggono anche loro i giornali e molto spesso ho trovato in segreteria messaggi di Reneè in cui mi chiedeva spiegazioni in merito a questo ragazzo..a cui io non ho risposto.
-Bella..sei venuta così tante volte a Londra in questo periodo che mi chiedo proprio come tu abbia fatto a non incrociarlo per strada..Non sai neppure in che condizioni versa, Tayler non serve neppure più, perché è talmente cambiato che nessuno lo riconosce..Chiamalo.
 
Riattacca con i soliti discorsi, che sono stanca di dover ascoltare, stanca di prendere in considerazione..si perché alla fine della telefonata mi chiedo sempre se Alice non abbia ragione, se non sia meglio terminare la nostra sofferenza invece che prolungarla. Ma poi..ritorno in me e so per certo che è meglio così! Perché non c’erano di mezzo solo le foto, c’era il fatto dell’essere sempre distanti..lui in giro per il mondo con il tour, io in giro per il mondo per il mio lavoro. C’erano due stili di vita completamente diversi, che apparentemente potevano assomigliarsi, ma che non erano simili per nulla. C’erano file di ragazze che si volevano far autografare le tette e lui che sorridendo lo faceva, dall’altra parte del mondo rispetto a dove ero io. C’era il pensare continuamente di non essere abbastanza, di avere poco tempo prima che lui trovasse qualcuno che potesse sostituirmi. Quando poteva tornava dai suoi genitori a Londra ed io rimanevo a New York per lavorare. Insomma..due vite completamente distanti. E pensare, pensare a lungo a tutto ciò..ti porta inevitabilmente a fare una scelta.
 
-E’ stato bello parlare con te Alice..spero che ci risentiremo presto..fammi sapere quando atterri a New York..un bacio. – le chiudo il telefono in faccia, senza attendere la sua risposta. Lo odia quando lo faccio e lo odio anch’io. Ma è l’unico modo che ho per farla smettere di dire quelle scemenze. Non aspetto molto infatti, il cellulare suona un’altra volta e il suo volto si illumina sul mio display.
-Stronza! – mi dice subito. La sento sospirare, adesso cambierà discorso, lo fa sempre. Mi chiederà come mi sono vestita al lavoro oggi, quando è fissato il mio prossimo viaggio, quando il nostro capo, Jacob Black, che è pure un nostro grande amico, ha fissato la riunione generale per il piano di breve termine..per sapere gli impegni eccetera. Lo fa sempre..ma non questa volta. –Se pensi che questa volta mi fermerai solo perché mi hai chiuso il telefono in faccia ti sbagli di grosso, ragazza degenere!
 
E parte con la sua arringa. Solitamente i suo scleri li tiene per quando sono in uno stato pietoso, per quando sono seduta in divano con la vaschetta di gelato tra le gambe, un grosso cucchiaio e in tv il musical di romeo e giulietta, solo per farmi rialzare..e invece adesso mi urla al telefono, come se stessi per crollare, come se lei mi conoscesse meglio di me stessa..ma infondo è vero.
 
-Non mi importa cosa farai dopo che hai chiuso la chiamata con me..anzi ti consiglierei una bella dormita profonda, magari bevi anche una camomilla che ti aiuta a distendere i nervi tesi..dopo di che, domattina..il prima possibile afferrerai quel maledetto telefono e lo chiamerai. Non perché lui sta male e a me importa qualcosa, non perché le canzoni faranno più schifo dell’ultima volta..no..solo perché tu non sei la solita Bella di sempre ed io sto male..rivoglio la mia amica, quella solare, disponibile, sarcastica, divertente..non quella che sta a piangersi addosso e cerca ogni momento disponibile qualche notizia su di lui in Internet. E’ reale Bella e ti ama come non ti ha mai amato nessuno. Porco Cazzo! Mi vuoi spiegare perché continui a soffrire inutilmente? E non dirmi le solite stronzate della distanza, del vostro lavoro, dei paparazzi e chi più ne ha più ne metta..Cristo Santo!
 
Era parecchio furiosa. Non l’ho mai sentita così autoritaria con me, mai in tutti questi nove anni..mai..neppure una volta.
 
-Non è facile come sembra Alice.. – sussurro appena ma lei mi sente.
-Credi che sia così solo per te? Si soffre Bella..io non vedo Jasper da circa due mesi..ma non per questo lo lascio, quando tornerò a New York sarò così piena di riunioni e meeting generali che probabilmente faticheremo a stare insieme per il prossimo mese, succede che alle volte mentre facciamo l’amore il manager di qualche artista mi chiama sul telefono personale, chiedendomi di riparare urgentemente a qualcosa..e non per questo lui mi lascia. Lo sai meglio di me..non vado a trovare i miei genitori da due anni Bella..viaggio talmente tanto che per una volta che sono a casa non ho voglia di prendere un’ulteriore volo e dirigermi in Canada dalla mia famiglia..ma non per questo mi bandiscono da casa. Capita che ci siano delle difficoltà Bella..e lui ti ha offerto una soluzione. Era pronto a lasciare i suoi genitori, la sua famiglia, il suo paese d’origine per stare con te a New York..Perchè non vedi le cose buone? Le foto..le foto non sono nulla Bella, sono momenti di una vita che è tutta una farsa..ma quei momenti con te sono la realtà. Te l’ha sempre dimostrato. Anche se era dall’altra parte dell’America, in un altro continente, dopo un’estenuante concerto…Appena poteva tornava da te..sempre.
 
Aveva maledettamente ragione. Lui mi aveva sempre dimostrato quanto importante fossi ed io non ci avevo pensato un attimo ad allontanarlo. Schifata da quelle foto che troppo a lungo avevo ignorato, preoccupata per la nostra vita da lì in poi..lui un cantante di successo, per giunta prodotto dalla nostra casa discografica..io una semplice talent scout.
Ma a lui non fregava nulla di com’era la mia vita, se fosse arida o piena di problemi..lui mi amava. Mi aveva confessato che si era innamorato di me, come se fosse stato un colpo di fulmine..il primo giorno che ci siamo incontrati a Londra, in un pub scassato dentro e fuori mentre suonava la sua chitarra e cantava per qualche persona che se ne stava lì ad ascoltarlo, mentre spensierati bevevano una birra. Io stavo facendo il mio lavoro, avevo avuto una soffiata e dato che mi trovavo nella capitale britannica e non avevo ancora nulla per le mani, ho deciso di andare a sentire quel ragazzo, speravo di avere una possibilità. Aveva il viso rilassato mentre cantava, le mani passavano leggere sopra le corde della chitarra e la voce roca e bassa, profonda al punto giusto, aveva saputo toccare punti di me che nessuno aveva mai raggiunto. Non so cosa fosse, ma tutto mi attraeva..il suo modo di cantare, la sua voce, la faccia espressiva.. Alla fine della sua prestazione mi ero avvicinata, consegnandogli un biglietto da visita, con la faccia seria e determinata, se il ragazzo avesse voluto mettermi i piedi in testa non ci sarebbe riuscito con il mio comportamento distaccato.
 
Flashback
-Mi chiamo Isabella Swan, faccio parte della Music Black Company, una delle più rinomate case discografiche di New York..mi piacerebbe scambiare qualche parola con te..ci beviamo qualcosa?
Sapevo perché Jake aveva mandato me in giro per il mondo..ero quella che aveva più talento e meno legami a New York. Avevo sempre svolto bene il mio lavoro, negli ultimi anni le nostre risorse sono aumentate, facendoci vendere un sacco di dischi. Non potevo permettermi di sbagliare questo colpo. Non potevo assolutamente.
-Si.. – sembrava addirittura turbato dalla mia irruenza. Ci sedemmo su un tavolino poco distante.
-Mi piacerebbe sapere come ti chiami, intanto.. – lui mi guarda scettico poi chiama il cameriere.
-Edward Cullen.. – ordinammo un caffè e poi tornammo a parlare di affari.
-Bene Edward Cullen..hai impegni nei prossimi mesi? – lo vidi negare con la testa. -Vivi di musica? – lui scosse di nuovo la testa. –Ce l’hai la lingua o te l’ha mangiata il gatto appena hai finito di cantare? – non potevo scegliere uno che non avesse le palle, uno che avesse paura del mondo.
-Sono solo confuso, frastornato..mi sento intimorito. Cosa vuole da me? – mi da del lei? Ma davvero è rintronato ‘sto gran pezzo di gnocco?
-Senti carino..non mi piace ripetere le cose. Sono una talent scout..quelle che cercano talenti sparsi per il mondo e fregarli alle altre case discografiche prima che possano trovarli..ti ho trovato. Mi piace come suoni la chitarra, mi piace come canti..è un pezzo tuo? – annuisce. –Bene e mi piace anche come scrivi..per cui..ti va di seguirmi a New York? – l’avevo spiazzato ma con calma chiarii meglio ogni cosa e alla fine, due giorni dopo eravamo in viaggio per New York.
Flashback.
 
-Alice..e se lui..se lui avesse davvero cercato qualcun’altra? Se quelle foto non fossero vere?
-Mi prendi per il culo Bella? Credi davvero che io possa spalare merda su i più importanti tabloid europei, mettendo in pericolo gli affari della casa discografica solo per proteggere la tua integrità? Quelle foto sono false Bella. Sono tutta una montatura..ma questa storia non devi sentirla da me..chiama Edward. Lui l’ha spiegato a me stasera..distrutto da tutta questa situazione..a proposito. Hai già visto la mail?
-No..perchè? – le chiedo quasi impaurita.
-Perché mi ha detto che ti ha inviato i testi delle nuove canzoni, e anche gli spartiti digitali..crede che così si possa risparmiare tempo..per lavorare il meno possibile insieme. Che lo fa per te. Leggi la mail..non credo ci sia solo quello. Sembrava turbato e per niente a suo agio a parlare con me in quel momento..
-Alice..
Non so neppure io cosa dire. Il computer è lì, fermo sulla pagina che mostra la copertina del Mirror. Eppure..eppure vorrei davvero credere ad Alice, al fatto che quelle foto siano una montatura.
-Bella..non ti sto prendendo in giro..avete davvero bisogno di parlare. E fattelo dire..sei una cretina. Buonanotte Bella..dormi bene!
Chiude il telefono, senza che possa dire altro. Perfetto..oltre il danno anche la beffa. La mia migliore amica mi aveva dato della cretina..una cosa normale a dire la verità..negli ultimi mesi. Ma che potevo farci?
 
Flashback
-Bells..sono tornato.. – parlava con la voce debole, di chi sa già cosa lo aspetta. E quel suo nomignolo tutto speciale, non aveva il potere di farmi ricredere sulla mia decisione. Gli avevo detto che sarei rimasta a New York per altri tre giorni, poi sarei partita per Santa Monica, e che avevo bisogno di parlargli di una cosa importante.
-Sono in camera da letto.. – parlo forte, per fargli sapere dove sono, anche se vorrei ritardare questo momento il più a lungo possibile.
-Ehi..come..come stai? – si siede dalla sua parte di letto, quella in cui dorme quando sta da me. Ormai è come se convivessimo.
-Non c’è male..tu? Fatto buon viaggio? – lo odia il mio tono pacato ma sarcastico e difatti si passa una mano tra i capelli, disperato.
-Bells..mi dispiace. Ma hai frainteso..quelle foto sono state scattate durante le riprese del film..sono le prime scene che ho dovuto girare..Ho cercato di spiegartelo ma tu cambiavi discorso..
-Non mi importa più Edward..ho ben altre cose più importanti a cui pensare..- non dovevo ferirlo così..lo sapevo che quelle foto non potevano essere vere.
-E’ successo qualcosa? – la voce preoccupata.
-No..solo..sono stanca di vivere così. Non può funzionare tra me e te. Troppo incompatibili..tu sei sempre in giro per il tuo lavoro ed io per il mio. Sono talmente poche le volte che ci vediamo che non riusciamo davvero a passare una settimana insieme..per cui..
-Mi stai lasciando? E’ per le foto vero? Ho già detto ad Alice di occuparsene..di smentire..
-Non è solo per quello Edward.. – cercavo di risalire, ma sapevo che il suo amore per me, mi mandava a fondo..perchè i suoi occhi erano talmente impregnati di ciò che mi bruciavano.
-E allora..cos’ho fatto? Cos’è successo in questi mesi? Si è vero..non sono stato molto presente, stavo lavorando..ma..lo sai Bells, se vuoi posso trasferirmi a New York in pianta stabile e..fare le cose per bene.. – in quel momento le sue parole erano pugnalate che mi ferivano profondamente.
-Edward..abbiamo due vite complicate già di nostro. Tu hai il tour, le canzoni, adesso anche i film, io devo girare il mondo e..non potremmo mai stare davvero insieme..I tuoi genitori sono a Londra, i tuoi amici sono a Londra..e’ meglio così.
-Mi stai lasciando veramente? – io annuii, calma e tranquilla, quando avrei solo voluto scoppiare a piangere.
-Bells..ma..non importa quello che sento io? Non ti importa se ti amo? – volevo disperatamente dirgli di si, che lo amavo profondamente anch’io e che non volevo davvero stare senza di lui, ma che era meglio per tutta una serie di fattori. A quel punto speravo che mi dicesse che tutto sarebbe andato bene, finchè eravamo insieme. Classica scena da film strappalacrime. E invece parlai ancora con la presunzione di sapere tutto, decidendo anche per lui..
-Per quanto tempo mi amerai Edward? Fino a che non arriverà la prossima a rapirti il cuore, magari in Germania o in Italia..o perfino a Londra. Cosa c’è di meglio che una ragazza che troverai a casa insieme ai tuoi genitori?! No Edward..l’amore certe volte non basta.
-Bells.. – non sapeva che altro dire. Lo sguardo spento, ma allo stesso tempo triste e deluso. L’avevo ferito..e non potevo più tornare indietro.
-Adesso va via.. – avevo avuto l’ultima parola. I suoi occhi tormentati si erano staccati dai miei. Aveva ripreso in mano la valigia ed era uscito da quella porta. Non l’ho più visto, né sentito al telefono.
Flashback.
 
Riprendo in mano il computer e scrivo ciò che mi viene in mente, sullo stato di Facebook.
“Cerchi di andare avanti, di non pensare a ieri, ma inevitabilmente i segni di quelle ferite ci sono e continuano a sanguinare..anche a distanza di tempo..”
So che lui può leggere, so che lo farà. Metterà quel “Mi piace” insignificante per molti, indispensabile per me. E’ così il nostro gioco..lui ovviamente non ha il proprio nome, ma è semplicemente mascherato con quel nome e cognome che mi sono divertita ad affibbiargli ridendo, quando ho scoperto che voleva farsi un account Facebook, per non restare indietro con la tecnologia, ma che non poteva di certo utilizzare il suo nome.
 
Flashback
-Non posso mica iscrivermi come Edward Cullen..non avrei un attimo di respiro!- si passa una mano tra i capelli, pensando davvero a un nomignolo.
-E come vorresti chiamarti, sentiamo? – incrocio le braccia al petto.
-Ma che ne so..qualcosa devo pure trovare..
-Bruce Wayne va bene?! – ormai ridevo già pregustandomi la faccia che avrebbe fatto alla mia spiegazione senza senso.
-Non era il nome di Batman? – annuisco –E allora…?
-Beh..lui si mascherava come Batman..per non farsi riconoscere. Tu usa il suo nome vero! Sarà la tua maschera e sarà un po’ una metafora al contrario..
-Bells..ma che hai bevuto stasera? – in effetti il mio ragionamento era sconclusionato e addirittura senza un filo logico neppure all’inizio. Ma mi piaceva pensare che lui usasse il vero nome, Bruce Wayne, che in realtà lui provvedeva a nascondere con quel “Batman”, avevamo appena terminato di vedere il film.
Flashback.
 
E così adesso mi ritrovo a sfogliare il profilo di Bruce Wayne. Controllo le foto, le nuove amicizie, gli stati che ha pubblicato e vengo colpita da uno stato in particolare.
“Potrebbe sembrarti banale, inutile, addirittura inadeguato..eppure mi manchi come l’aria. Vorrei davvero ci fosse un modo per respirare di nuovo, insieme.”
 
Non l’avevo mai notato, infatti non c’è il solito “mi piace” che clicco, per fargli sapere, che in qualche modo..sono ancora lì con lui, distante ma presente. Si riferisce a me, chiaramente. E’ inutile starci tanto a pensare..sono parole cariche di dolore..che sono tutte per me. Mi appresto velocemente a cliccarci su. Nel momento esatto in cui sto per chiudere la pagina, mi viene segnalata una notifica. A Bruce Wayen piace il tuo stato.
Mi sento emozionata come una bambina. E’ ancora sveglio..nonostante sia tardissimo per lui..ma è lì, dietro il computer a controllare anche lui Facebook, come se fosse di vitale importanza, come se fosse l’unico filo che ci tiene ancora legati.
Ancora una volta sono lì, lì per chiudere la pagina quando un’altra notifica mi viene segnalata. Bruce Wayne ha commentato il tuo stato. Strano. Non l’aveva mai fatto prima d’ora. Vado subito a vedere e quasi rimango pietrificata.
“Sarebbe bello avere qualcuno che ti disinfetti quelle maledette ferite, Che ti aiutasse a stenderci sopra un velo di cicatrizzante..per farle rimarginare..da soli è difficile..”
 
E’ possibile continuare in questo modo dopo un anno? Evidentemente siamo nella stessa situazione e lui non mi cerca solo perché è stata una mia volontà allontanarlo..ed io non lo cerco perché sono stupida.
Sto ancora decidendo se rispondergli quando una chat privata si apre. Bruce Wayne. Maledizione..mi tormenta oggi.
“Controlla la mail, per favore. Ho provveduto a mandarti le nuove canzoni, sperando che siano migliori di quelle scorse”
Sette mesi fa aveva mandato le canzoni alla mia mail e dopo averne letto il testo le ho cestinate, scrivendo una mail formale per chiedere nuove canzoni, nel suo stile e non in quello di un cantante senza cuore, sentimenti o testa..doveva esserci lui nelle canzoni, non scenette solo per far musica. Era per quello che mi era piaciuto, per quello che mi trasmetteva. Avevo scritto testuali parole “Le canzoni che hai appena mandato sono state cestinate nell’esatto momento in cui ho letto la prima strofa del primo titolo. Mi sembrano infantili e completamente estranee al tuo modo di fare che conosciamo in studio..gradiremmo che ti impegnassi nella stesura di ulteriori testi, che siano più adatti. Prenditi il tempo che ti serve..Isabella Swan”
“Lo stavo per fare”  scrivo secca sulla chat privata.
“Ok” beh direi che è stata una conversazione abbastanza normale, no?
 
No ovviamente. Ma faccio finta di si.
Un’altra chat si apre. Alice Brandon
“Sei di nuovo su FB Bella..devo farti venire a prendere di peso da Jazz?”
Sapevo che ne era capace per cui risposi tranquillamente.
“Non facevo altro, se non cercare di parlare con Ed..” sembrava risvegliarsi dal suo stato incazzato.
“CHE?”
“Guarda il mio stato. In più mi ha scritto in pm, dicendomi di guardare la mail per le canzoni..ci deve tenere particolarmente..”
“A te? Perché non lo sapevi?”
“Alle canzoni Alice”
“E’ uguale..parlano di te!” come faceva a saperlo? E perché la cosa non mi sembrava così strana? “Scusa..diciamo che..ho dato una sbirciatina..”
Lo sapevo che lei non doveva avere la mia password. Maledetta nanerottola!
“Me la paghi nana”
“Fila a letto. Notte”
 
Chiusi veramente il computer, senza neppure guardare le canzoni di Edward. Non mangiai quella sera, non avevo comunque appetito. Guardai un film d’azione e mi addormentai sul divano. Quando mi svegliai erano appena le tre di notte, sulla tv un vecchio film in bianco e nero, spensi tutto e mi infilai sotto le coperte. Quelle stesse coperte che una volta scaldavano anche Edward.
******
Era bello non dover andare al lavoro ogni giorno, ma poter fare tutto da casa, se si sentiva la necessità. Eppure oggi..avevo davvero voglia di uscire di casa e fiondarmi in ufficio. Non sopportavo più quelle quattro mura che avevano in sé troppi ricordi. Mi succede spesso, a dire la verità..è per quello che nell’ultimo periodo ho viaggiato così tanto da essere rimasta a New York solo due settimane in questi sette mesi. Non amo particolarmente non avere radici ben piantate ed essere sempre pronta con la valigia, dover cambiare albergo ogni settimana, prendere voli diversi da aeroporti internazionali ma anche nascosti al mondo, così piccoli che ci atterra solamente un volo charter. Ed ogni volta che tornavo a casa mi sentivo agitata, come se sapessi che aprire quella dannata porta mi sarebbe costato fatica, come essere sicura che avrei provato dolore, che mi sarei ferita, ancora una volta. E’ per questo che amo andare in ufficio, proprio oggi e il prima possibile..Così alle dieci ero già seduta alla scrivania del mio ufficio con una tazza di caffè fumante, pronta a scaricare le mail. Il telefono squilla sopra la scrivania, ma lo ignoro. Non voglio essere scocciata da nessuno finchè recupero un po’ di sano coraggio e una valanga di forza per affrontare le sue canzoni. Peccato non poter ignorare anche il cellulare, quello potrebbe essere importante, non si tratta solo di lavoro. E difatti è Alice.
-Si? – rispondo svogliata.
-Buongiorno cara..scommetto che non avrai fatto un fico secco di quello che ti ho detto ed ora sarai in ufficio intenta a leggere le canzoni.. – mi conosceva troppo bene.
-Che vuoi Alice? – era inutile tentare di sviare la sua accusa.
-Chiama Edward, dannazione! – e mette giù. Ma si può sapere perché mi tormenta così? Perché continua ininterrottamente a procurarmi piccoli tagli intorno alle mie ferite? E questa volta è davvero convinta di quello che dice, è davvero ostinata. Non passava giorno senza vedere il suo sguardo che mi diceva di fare una dannatissima chiamata a Edward, almeno per parlargli di lavoro, inizialmente. Eppure non c’era volta che io l’ascoltassi, che rispondessi con un sorriso e un segno affermativo. Scuotevo la testa..e ovviamente lei si arrabbiava. Ha sempre cercato di darmi consigli utili, e il più delle volte l’ascoltavo, perché sapevo che aveva ragione..ma questa..è la mia storia, ed io non voglio che lei si intrometta più del dovuto.
Una volta salvati tutti gli allegati prendo il file degli spartiti e lo faccio partire. Per fortuna abbiamo un programma, di cui abbiamo dotato anche Edward, in modo che possa comporre la sua melodia al pentagramma virtuale e noi ascoltiamo la sua composizione anche a distanza. E la prima che ascolto è bella. Si chiama “Dagger” (pugnale) e la musica è talmente tormentata che mi sorprende la voglia di andare a leggere il testo. Lo so, mi sto facendo male..ma è il mio lavoro..o forse la voglia di sapere quello che pensa, quello che prova, che mi fa andare avanti, anche contro me stessa. Lo cerco all’interno del file zippato e quando lo apro rimango sbalordita.
 
“I’m looking around, confused and sad,                                 “Mi guardo attorno, spaesato e triste
My skin still smells of you,                                                      La mia pelle odora ancora di te,
I’m fragrant of our last time together                                       Io Profumo della nostra ultima volta insieme
And those looks disappointed and hurt                                   Di quegli sguardi delusi e feriti
which no one can wipe out                                                      che nessuno saprà cancellare
I’m looking around but you, you're not here..                           Mi guardo attorno e tu, tu non ci sei..
 
You're like a dagger that my shoulder fear                                sei come un pugnale che le mie spalle temono
You're like a dagger that my mind remove                               Sei come un pugnale che la mia mente allontana
You're like a dagger .. and my heart knows about you.             Sei come un pugnale..e il mio cuore ti conosce bene
                       
Women who I see don’t have in their eyes                               Le donne che passano non hanno negli occhi
your same joy and happiness,                                                  La tua stessa allegria e spensieratezza             
which I wanted to wipe out as not hurt myself                         Che ho voluto cancellare per non farmi male
I look at myself and I see my wounds,                                     Mi guardo e mi vedo ferito,
the soul loses its shine in front of all this dirty                         l'anima perde la propria brillantezza di fronte a
and I feel empty of us”                                                            tutto questo sporco e mi sento svuotato di noi”
 
                                                          
Il ritornello si ripete, ma non voglio continuare a leggere. Questa canzone mi lascia l’amaro..come se davvero lui fosse lì a dirmi quelle cose, a sputarmi in faccia il dolore che prova. E’ sempre stato bravo con le parole e forse questa volta non si è dovuto impegnare più di tanto, a trovare dentro di se qualcosa da scrivere. Sapevo che ci sarebbe riuscito, sapevo che avrebbe fatto una bella carriera. Avevo già visto il suo futuro dentro quell’anonimo pub in cui lavorava qualche sera a settimana, prima che lo scoprissi e lo portassi a New York, in modo che il mondo intero ascoltasse le sue canzoni.
Gli occhi sono lucidi, pronti a rilasciare le lacrime. Dovevo guardarmele a casa le canzoni..sapendo che erano per me, sapendo che Alice le aveva già viste e parlavano di me..come si suppone che io possa produrle? Come farò a stare nello studio di registrazione con lui? Come si suppone che possa continuare a leggerle con tranquillità, con professionalità, con oggettività? Già questa mi fa stare male..e le altre come saranno? Ma Alice mi aveva avvertita.. “parlano di te”, mi ha detto ieri sera. Dovevo stare a casa stamattina, leggerle ed ascoltare la melodia e poi inviare tutto a Jake, senza prendermi carico nuovamente di lui. Senza farmi condizionare dal fatto che lui voleva me, all’interno di quella casa discografica, con tutte quelle persone che c’erano..lui voleva me, ha sempre voluto me. Diceva che sapevo cogliere il senso delle sue canzoni meglio di altri..ed ora credo che queste canzoni abbia fatto a posta a scriverle, per ferirmi, come io ho ferito lui.
 
Flashback
-Isabella.. – lo sento mentre mi chiama, mi volto sbuffando ho appena fatto tre passi per allontanarmi dalla sua postazione, non potevo fargli capire quanto fossi felice che mi chiamasse con il mio nome intero. Non lo faceva nessuno, perché lo odiavo..ma lui..lui poteva tutto.
-Dimmi Cullen.. – facevo l’altezzosa, per mantenere un po’ le distanze, ma la realtà è che mi attraeva come una calamita.
-E’ sempre un piacere lavorare con te! Credo che tu sia la mia preferita qui..sai cogliere ogni più piccola parte del mio testo, della musica..sei brava! – quel complimento mi fece arrossire e scossi la testa, per cacciare il rossore dalle guance.
-Grazie.. – avevo risposto semplicemente, con un tono di voce basso.
-Ho deciso..voglio lavorare con te..e solo con te! – a quelle parole rimasi basita, ma estremamente felice e soddisfatta, piena di orgoglio.
Flashback
 
Sorseggio il mio caffè cercando di trovare un po’ di tranquillità per affrontare il resto del lavoro. Credo che Dagger passerà! Ha una buona melodia, è triste e molto forte..e parla di Edward. E noi amiamo il modo che ha di scrivere e il modo che ha di cantare le canzoni che sono sue. Finisce direttamente nella cartella “Edward Cullen Songs” e mi sento un po’ realizzata. Passo alla seconda. Già il titolo dovrebbe indicarmi qualcosa di più tranquillo “In the air” (nell’aria).
La musica è dolce, meno tormentata della precedente ed è bella, maledettamente bella. Mi trovo così ad aprire il file del testo, curiosa di vedere le parole che ha usato. Le frasi scorrono fluide. Parla, in sostanza, di quel giorno in cui l’ho lasciato e non posso fare a meno di sentirmi triste, perché lui davvero pensa a me, ogni giorno della sua vita, mentre io sono qui..e l’ho lasciato come una stupida.
 
"I felt yourtorment in the air,                                                 “Sentivo nell’aria il tuo tormento,
which was minetoo..                                                              che era anche il mio..
I hoped that watchingyour eyes, and fixing them,                   Speravo che guardare i tuoi occhi, fissarli,
would change your mind..                                                       ti facesse cambiare idea..
I feltyour fear in the air,                                                         Sentivo nell’aria la tua paura,
Which wasmine too..                                                             che era anche la mia..
my handstrembled at thinking that you,                                 le mie mani tremavano al pensiero che tu,
you were going away from me.. "                                            ti stessi allontanando da me..”
 
E va bene. Aveva deciso di farmi stare male. Erano davvero le sue canzoni? Quelle che voleva produrre? Era davvero questo che avrebbe voluto ricordassero i suoi fan? Io ero anche pronta a mandarle in produzione..ma lui, sarebbe stato in grado di portare avanti tutto questo? Per un tempo indefinito?
Spostai anche quella canzone nella stessa cartella e poi, tornando sul file che riproduceva il pentagramma sono stata attratta da una canzone, che parlava di me in tutto e per tutto, perfino nel titolo. Bells’ eyes (gli occhi di Bells).
Non ho letto la canzone. Non c’è l’ho fatta. Ho solo ascoltato la melodia, più dolce di quella di prima e poi sono scoppiata a piangere. Non so quanto tempo sono stata lì, con la testa fra le mani e le lacrime sulle carte della scrivania..ma non mi importava molto.
Potevo davvero presentarmi da Jacob e dirgli “Ehi, sono arrivate le nuove canzoni di Edward..dagli un’occhiata! Per me sono tutte fighe! Faranno un successone!” quando sapevo benissimo da me che quelle canzoni erano indirizzate a me? Come avrei fatto a stare in studio di registrazione con lui, mentre incideva queste canzoni? Come..come avrei potuto sopportare i suoi occhi? Perché sapevo che erano quelli il suo pezzo forte, non erano solo le parole, non era solamente la sua voce..quei pozzi verdi parlavano di lui, parlavano di quello che cantava, di quello che sentiva. L’ho sempre saputo leggere, forse meglio di tanti altri..ed ora ho paura a vederlo, accorgermi che quei due smeraldi profondi mi parlassero di odio, risentimento, delusione.
Non so quanto tempo sia passato, da quando ho ascoltato l’ultima canzone ma il telefono della scrivania squilla e rompe quella piccola bolla che ho costruito, per restarmene a piangere in santa pace.
-Pronto? – cerco di modulare la mia voce, cercando di sembrare il più normale possibile.
-Isabella, sono Sam.. – e l’incubo tornava a pressare su di me. L’agente di Edward.
-Ciao Sam! Come va? – domando per cortesia, anche se vorrei chiudergli il telefono in faccia, dimenticarmi delle canzoni che devo visionare, far finta che questo non sia il mio lavoro e andare a rifugiarmi tra le braccia di mamma e papà.
-Bene grazie! Volevo sapere se avevi già visionato le canzoni..? – devo tornare a essere una professionista e non lasciarmi abbattere da queste piccolezze.
-Avevo giusto iniziato ora..ho avuto delle cose da fare in mattinata e non ho potuto farlo prima, puoi dire a..Edward..che alcune mi sono piaciute, quelle che ho visto fin’ora. – pronunciare il suo nome a voce alta era stato faticoso, soprattutto con Sam, che era il suo agente, ma che sapeva ogni cosa di noi.
-D’accordo allora! Poi mi farai sapere quando deve venire a New York per iniziare a incidere..
-Certamente. Buona giornata! – chiudo la telefonata e sospiro pesantemente. Non posso ignorare il mio lavoro..ed ora è questo quello che mi spetta, leggere le sue canzoni, correggere il tiro se necessario, decidere cosa produrre e decidere quando incidere.
 
Ma ero una professionista, giusto? Dovevo farlo..non potevo tirarmi indietro. E così sospirai di nuovo e mi attaccai al pc, saltando la pausa pranzo..avevo lo stomaco chiuso.
 
Per essere scrupolosa ho riaperto il file di testo della canzone Bells’ eyes e ho iniziato a leggerla nella mia mente, pensando alla melodia che avevo sentito prima.
 
I found a placewhere I felt at home                                   Ho trovato un posto in cui mi sentivo a casa
I found a placewhere I felt protected                                 Ho trovato un posto in cui mi sentivo protetto
I found a placethat kept the love                                        Ho trovato un posto che custodiva l’amore
That place isin your eyes ..                                               Quel posto è dentro i tuoi occhi..
 
For a long time, even around the world,                            Ho cercato a lungo, anche intorno al mondo,
I was looking for someone who can read Inside of me,    qualcuno che fosse capace di leggermi dentro
and understandat first sight what I was feeling                 di capire con uno sguardo ciò che sentivo
And I found itin you                                                             E l’ho trovato in te
I trembledwhen you lay your eyes on me                           Io tremavo quando i tuoi occhi si posavano su di me
I feltwarm when it was winter outside                                Mi sentivo al caldo quando fuori era inverno
And I feltrefreshed when the heat oppressed us              E sentivo ristoro quando il calore ci opprimeva
They saved me, They made me feel alive                        Erano la mia salvezza, la mia fonte di vita

I found a place where I felt at home                                Ho trovato un posto in cui mi sentivo a casa
I found a placewhere I felt protected                              Ho trovato un posto in cui mi sentivo protetto
I found a placethat kept the love                                    Ho trovato un posto che custodiva l’amore
That place isin your eyes ..                                           Quel posto è dentro i tuoi occhi..
 
La canzone continuava, con altre due strofe, in cui parlava dei nostri giorni insieme, riconoscevo solo io quei piccoli momenti. Quando durante uno dei primi pranzi assieme, qui nel bar di fianco alla casa discografica, la mia mela stava cadendo e lui l’ha afferrata al volo. E’ stata la prima volta che ho letto nei suoi occhi e c’era desiderio e tenerezza. O come quella volta che stavamo attraversando la strada in senso opposto e ci siamo messi a ridere quando ci siamo visti, ad attendere che il semaforo diventasse verde per noi pedoni.
Erano tre canzoni su tre, che parlavano di me. Erano tre canzoni su tre, che avevo cominciato ad amare al primo ascolto. Meritavano di essere prodotte, perché erano profonde, perché esprimevano i suoi sentimenti, il suo dolore, il suo tormento..che é anche il mio. Sorrido pensando che ho usato le stesse parole di “In the air” che ho visto prima.
 
Dovevo staccare un attimo, perché era troppo difficile continuare a leggere altre otto o nove canzoni. Dovevo cercare un modo per distrarmi, per non pensare a questi testi..perché volevo assolutamente continuare, da masochista quale sono li leggerò tutti, uno per uno..ma distanziati. Non posso continuare, una dopo l’altra, senza una pausa o cadrò in depressione.
Apro la pagina di Facebook e trovo due notifiche. Entrambe di Alice. Un “mi piace” sullo stato di ieri sera e un commento al mio stato. “Parlatevi, cretini!”
Sorrido e scuoto la testa. Non cambierà mai, rimarrà sempre la solita Alice piena di vita e sfacciata, che non ha il timore di dirti nulla.
 
La chat privata si apre di nuovo, Bruce Wayne.
“Hai finito con le canzoni?”
No, non ce la faccio. Mi ci vuole tempo per assorbire le tue parole taglienti, i tuoi ricordi dolorosi..che condividiamo. Non riesco a fare finta di niente. Non riesco a pensare che quelle parole siano per altri e non per me..Non posso ignorare le lacrime che vogliono scorrere libere. Questo avrei voluto rispondere..e invece..
“Non ancora” rispondo secca come ieri sera. Ci sono così tante cose che vorrei dire, così tante cose per cui chiedere scusa..e non faccio nulla.
“Fammi sapere cosa ne pensi quando hai finito” e la rabbia mi assale. Dice sul serio? Cosa vuole che gli dica? Che sono felice perché ha scritto belle canzoni? Non sono stupida..ho capito cosa vuole dirmi, ho capito per chi sono quei testi..ho capito. Non sono scema.
“Mi prendi in giro?” chiedo con la faccia sconvolta.
“No” secco. La rabbia sale ancora di più. “Per me, nonostante tutto, è importante il tuo parere”
“D’accordo..ti farò sapere. Ciao”
Cosa potevo dirgli? Che significato potevo dare a quel “nonostante tutto”? E soprattutto..Ero proprio sicura di non saperlo?
 
Riprendo a leggere le canzoni..Non ascolto neppure le melodie, quello lo farò dopo..prima leggo i testi, quelli che hanno il potere di destabilizzarmi.
 
Ce ne sono dolci, ce ne sono forti e dolorose, ma tutte quante fanno il loro dovere. Mi feriscono, come si sente ferito lui. Mi fanno sanguinare quei tagli che ho cercato di far cicatrizzare. Tutte ugualmente..tutte parlano di noi. Di qualche nostro momento speciale. Di qualche nostro episodio..del dolore di non vedermi, di non sentirmi.
Racconta di quella sera che mi ha fatto una sorpresa e mi ha portata sopra un grattacielo di New York, vicino a casa mia, sul tetto. Non è possibile salirci in realtà, ma con il dovuto prezzo ha creato un’atmosfera magnifica..solo per guardare le stelle con me. E appena ho letto il titolo me ne sono innamorata: Stars with you.
Cosa nascondeva quel testo? Nulla..perchè in realtà per me era chiarissimo. C’era tutto l’amore che provava per me, c’era la descrizione della mia pelle d’oca quando mi sono affacciata ed ho visto la città ai miei piedi. Quando la luna sembrava fosse a un passo da noi. Ho viaggiato nel tempo, fino ad arrivare a quella sera, quella notte magnifica passata abbracciati..proprio prima che partisse per le riprese del film. Ed ho sentito per l’ennesima volta quelle sensazioni, quelle emozioni..ed ho sorriso tra me e me, perché in realtà..stavo bene in quel momento, al solo ricordare quella notte.
 
Flashback
-Edward..questo posto è magnifico.. – era tornato da me per due settimane, prima di partire per le riprese del film. Era stato a Londra dai suo genitori una settimana e poi è salito sul primo aereo per New York, per stare con me..Ero al settimo cielo.
-Lo so..ma è bellissimo solo perché ci sei tu qui con me..senza non avrebbe senso.. – era dolcissimo, sempre con me. Ma non era sempre smielato..solitamente tirava fuori una dolcezza particolare..derivata da piccole attenzioni, gesti che erano più importanti di mille parole.
Flashback
 
E poi c’era “Invisible blood”, che ripercorreva i momenti e i giorni dopo che l’ho lasciato. Li riconoscevo come miei, anche se era il suo personale inferno..era come se fossimo legati e ciò che provava lui, nel monolocale che gli aveva assegnato la casa discografica, la stessi provando anche io..
Ma la più bella in assoluto, tra tutte quelle che ho ascoltato è The passion between us (la passione tra di noi). E’ facile sapere di cosa parla, per me..non servirebbe neppure leggere il testo..è così evidente, che piango appena leggo il titolo e mi soffermo a pensare.
 
Everything seemedmore beautiful                               Ogni cosa sembrava più bella
Each treewas greener                                                  Ogni albero era più verde
Each flowerhad a better scent                                     Ogni fiore aveva un profumo migliore
A sparkhad made us explode                                       Una scintilla ci ha fatti esplodere
Your skinshivered to each touch of mine                    La tua pelle rabbrividiva ad ogni mio tocco
Your lipsasked for kisses                                             Le tue labbra chiamavano baci

Any day, any bed                                                        Un giorno qualsiasi, Un letto qualsiasi
We didn’t mindother                                                 Non ci importava altro
at that timewe had everything yet                               in quel momento avevamo già tutto
The passion ofyour complaints                                    La passione dei tuoi lamenti
The passionof your caresses                                        La passione delle tue carezze
I can still feel it,                                                          La sento ancora,
Like it wasa moment ago                                            come fosse un attimo fa
 
The time is past                                                          E’ passato il tempo
The dayswent by fast                                                  I giorni viaggiavano veloci
But your bodywas there for me                                   Ma il tuo corpo era lì, per me
Your handswere gentle                                               Le tue mani erano gentili
Your eyeswere true                                                     I tuoi occhi erano sinceri
And eachperfume was stronger                                   Ed ogni profumo era più forte
And everysong was more beautiful                              Ed ogni canzone era più bella
And every secondmore and more valuable.                  Ed ogni secondo sempre più prezioso.

Making love seemed to be the result                            Fare l’amore sembrava la conseguenza
Ofany quarrel                                                             Di ogni litigio
But it was reallyonly necessity                                    Ma in realtà era soltanto necessità
Because we weretwo magnets                                     Perché eravamo due calamite
Which aren’ttoo distant for a long time                                  Che non stanno troppo tempo lontane
Ourbreaths mingled                                                    I nostri sospiri si confondevano
Our bodiesjoined                                                        I nostri corpi si univano
Andour faces were smiling                                          Ed i nostri volti si sorridevano

And every picture looked more beautiful                      Ed ogni fotografia sembrava più bella
And every daywas better                                             Ed ogni giorno era migliore
And everytime was like the first one                           Ed ogni volta sembrava la prima
 
E’ vero, ogni volta che facevamo l’amore era come se fosse la prima. C’era sempre la stessa passione, la stessa dolcezza, lo stesso sguardo innamorato. Ed io non l’avevo dimenticato, non potevo assolutamente, perché era bellissimo, mi sentivo viva, mi sentivo perfetta, desiderata, la donna più bella la mondo.
 
Flashback
-Ti amo piccola.. – mi sussurra all’orecchio, mentre mi accarezza i capelli, sudati e disordinati, dopo aver fatto l’amore.
-Ti amo anch’io.. – risposi ed ogni volta che pronunciavo quelle parole mi sentivo felice, serena.
-Sai a cosa pensavo? – scossi la testa per farlo continuare –Pensavo che ogni volta che facciamo l’amore..mi sento completo. Come se ogni tassello della mia vita combaciasse completamente..come se fossi nel posto giusto.. – era bello quando mi parlava di quello che sentiva, lo amavo.
-E sai invece cosa provo io? – imitò il mio gesto di prima –Mi sento volteggiare leggera sopra una nuvola, niente può farmi scendere, niente può distruggermi..sono felice, appagata e completa..
-Lo sai che ti amo ancora di più? – avevo sorriso e avevamo ripreso a fare l’amore.
Flashback
 
Ho mandato le canzoni a Jake, comunque so che vuole darci un’occhiata prima di dare l’okay, ma per me sono tutte bellissime, e giuro non sono di parte. Una volta che ho finito le piccole cose che dovevo fare, mi sento stremata dal lavoro di oggi. Non che sia stato faticoso, ammetto che ci sono lavori che richiedono più impegno e sforzo fisico..ma oggi è stata una giornata infinita. Ascoltare ogni canzone, leggere quelle parole..pensavo di scoppiare dal dolore.
Ho composto il numero di Sam e l’ho chiamato per dirgli di far sapere a Edward che le canzoni erano da Jacob per la sua approvazione..e che gli avrei fatto sapere quando registrare.
-Perché non lo dici direttamente a lui? Insomma..ti ha inviato le canzoni, le hai ascoltate no?
-Si Sam..dalla prima all’ultima..ho letto ogni testo..e ti pregherei di non insistere. Voleva sapere il mio parere? Bene..digli che le ho mandate in produzione perché sono belle..
-Non vuoi dirgli altro?
-Cosa dovrei dirgli?
-Che lo ami più di prima e che dovete finirla di stare male in due parti diverse del mondo, per esempio.. – ma perché tutti insistevano?
-Senti..hai parlato con Alice? No perché ultimamente sembra che ci date veramente dentro con i consigli.
-Lo facciamo per voi..perchè non capite..
-Va bene Sam..ora ho da fare, ci sentiamo. Buona serata.
 
Flashback
-Posso farti una domanda Isabella? – eravamo a pranzo insieme, nel bar vicino alla casa discografica. Capitava spesso che mangiassimo noi due, dato che lavorando insieme facevamo le pause quando volevamo. Avevamo imparato a conoscerci proprio stando così tanto a contatto, in più..essendo in terra straniera, io ed Alice avevamo provveduto a portarlo un po’ in giro e a fargli conoscere delle persone.
-Certo..ma mi avvalgo della facoltà di non rispondere! – sorrisi. Lui mi faceva stare bene..non importava l’orario in cui ero andata a dormire, non importava la difficoltà nel registrare, non importava la fatica, la stanchezza..sorridevo perché mi faceva felice.
-Cosa..ecco..cosa..succederebbe se ti invitassi a cena fuori..per esempio..domani sera? – era talmente impacciato che mi trovai quasi a scoppiare a ridere, se la domanda fosse stata diversa. Eppure mi stava davvero chiedendo se uscivamo a cena?! Wow..
-Beh..dovrei prima vedere se sono libera..poi accertarmi che il mio ragazzo non sia geloso..e magari potrei accettare.. – l’avevo buttata sullo scherzo, speravo solo che capisse.
-Oh..scusa..non avevo capito che fossi..impegnata. Ecco..mi dispiace..non voglio rovinare nulla.. – in quel momento non riuscii a stare zitta e scoppiai a ridere.
-Non ho nessun ragazzo Cullen! – non riuscivo a trattenermi e lui mi guardava davvero stupito. Forse non aveva apprezzato lo scherzo.. –Se me lo chiedessi..verrei a cena con te, molto volentieri! – avevo risposto dopo essere tornata seria.
-Passo a prenderti alle otto e mezzo? – un sorriso radioso aveva illuminato i nostri volti.
Flashback
 
I ricordi mi affollavano la mente..
 
Flashback
-Bells..sai..sto davvero bene con te.. – erano due mesi che uscivamo assieme. Stavamo finendo proprio in quei giorni la registrazione della canzone che sarebbe stata il secondo singolo e per fortuna sembrava che fossimo più affiatati anche sul lavoro.
-Lo so..anch’io..non mi è mai capitato con nessuno.. – Aveva dormito da me qualche volta, ma non avevamo mai fatto nulla. Non eravamo ancora andati a letto insieme..per vedere come procedeva il tutto, per non dover interrompere il rapporto lavorativo per questioni private.
-Io..credo di essermi innamorato.. – stavamo provando diverse velocità della canzone, e diversi effetti speciali sulla musica e sulla voce, per aggiustarla per il disco..e lui..mi aveva completamente sbalordita.
-Edward.. – non sapevo che dire, lui fissava la console ed io lo guardavo, eravamo entrambi imbarazzati.
-Lo so, forse crederai che è troppo presto, forse pensi che sia così con tutte quelle con cui sono stato..ma la realtà è che non mi sono mai sentito così. Ora mi sento completo, felice..non mi da fastidio condividere i miei spazi con te e non mi pesa stare insieme tutto il giorno..io..non vedo l’ora di raccontarti tutto..di ascoltare la tua giornata..di accarezzarti, tenerti stretta a me..è..amore questo? – mi chiede e sembra spaesato.
-Non lo so..non ho mai provato niente di simile..prima d’ora.. – ammetto anch’io.
-Allora credo proprio di si..credo che sia proprio amore.. – poi aveva intrecciato le mani nelle mie, imbarazzato e le sentivo sudate, o forse erano le mie?
-Sei sicuro? – domandai con un filo di voce.
-Ti amo Bells! – aveva risposto semplicemente, guardandomi negli occhi e il mio cuore saltò fuori dal petto e prese a battere intorno alla stanza, provocando un suono talmente forte da non riuscire a sentire nient’altro.
-Ti amo Edward! – avevo risposto e vidi i suoi occhi sgranarsi e illuminarsi di alcune lacrime di gioia.
Flashback
 
Stressata me ne torno a casa, non vorrei neppure accendere il computer, ma lo faccio ugualmente, forse per farmi del male. Come se non fosse bastato quello di oggi. Come se non fosse abbastanza aver dovuto ascoltare le sue canzoni, le sue emozioni, che condividevo in pieno. Preparo qualcosa da mangiare, un’insalata ricca con del formaggio e del tonno e quello che capita in frigo, perché ho fame, ho saltato la cena ieri sera e il pranzo oggi..e non è salutare.
Mi siedo davanti alla tv a mangiare e di tanto in tanto guardo il computer, ma cosa spero di trovarci? Davvero..cosa spero di vedere? Alice sarà a letto, domattina ha un volo per tornare a New York..e gli altri non mi contattano mai. La pagina di Facebook è aperta ma la home rimane sempre uguale, non cambia mai e le notifiche sono inesistenti.
Passa il tempo ma il mio sguardo continua a posarsi su quello schermo così lontano, ma che mi attira come la luce con la falena.
E allora, stanca di questo girarmi, che fra poco mi farà venire il torcicollo, mi alzo e vado a gironzolare un po’ su internet, magari facendomi i fatti degli altri. Ma la realtà è che voglio vedere di nuovo il suo profilo, se ci sono foto nuove, se ha nuove amicizie..se ha scritto qualcosa oggi.
 
Il suo stato mi colpisce e mi lascia sbigottita di fronte a quello schermo così inanimato.
“Mi sono svuotato dei ricordi, del dolore, di ogni cosa che parla di te..ed ora spero che non faccia più male..”
 
Non sapevo cosa fare, cosa dire..se ci fosse stato quel maledetto bottone “non mi piace” di sicuro l’avrei cliccato e avrei invitato a farlo anche ad Alice. Aveva superato il dolore di noi? Aveva superato e cancellato i ricordi dei nostri momenti insieme? Davvero ci era riuscito? Forse era il caso che gli chiedessi come aveva fatto, perché io non trovavo il modo..
Il telefono squilla e lo ignoro, so bene che sarà Alice. So bene che è connessa e vuole dirmi di lasciare stare il computer, che mi faccio solo male inutilmente..e che dovrei chiamarlo, dirgli che ho sbagliato..chiedergli come sta. E invece la cosa più semplice è ignorarla..fare finta di niente, non ascoltare quello che ha da dirmi.
La conosco troppo bene e so che non si fermerà. La chat del social network si apre e lei scrive velocemente e più volte la stessa cosa.
“Bella..parlaci” starà facendo copia e incolla perché è troppo veloce e le frasi diventano dieci, venti..finché sono stanca.
“Dormi che domani hai il volo, notte”
Mi metto off-line e mantengo la pagina aperta, mentre guardo la tv, distrattamente. Posso davvero stare così male dopo tutto questo tempo? E’ possibile che non riesca a dimenticarmi di lui? Sono stata io a lasciarlo..un anno fa, e lui si riprende adesso, dopo tutto questo tempo..non ha cercato subito qualcun’altra, ha aspettato che ritornassi. Ma sono troppo stupida per farlo, troppo. Davvero una cretina di prima categoria. E così, per farmi capire che è davvero finito, che lui mi ha archiviata e che adesso si farà una nuova vita, lo scrive su un cazzo di social network, come se noi valessimo meno di zero o come se avesse troppa paura a dirmelo in faccia.
L’orologio segna le nove e mezza, da lui sono le due e mezza passate. Starà di sicuro dormendo e non leggerà la mail prima di domani..per cui..posso tranquillamente scrivergli qualcosa ed affrontare le conseguenze quando mi sveglierò, a mente lucida e non con l’angoscia ancora dentro per quelle canzoni. Voglio dirgli quello che penso delle sua canzoni, voglio esprimere il mio parere, le mie emozioni..è giusto che sia così.
 
Prendo il computer portatile sulle gambe e apro il provider di posta e mi viene segnalata una mail da Edward.

From: edwardcullen82@mbcprov.com
To: bellaswanxx@mbcprov.com
Object: canzone mancante!

        
Ciao, ho dimenticato di inserire questa canzone tra le altre, mi dispiace del disguido..
Non posso tenerla per il prossimo giro perché è davvero importante. Fammi sapere cosa ne pensi..buon ascolto
 
Edward

Scarico i file e sbuffo. Un’altra canzone! Un altro tormento! Apro il programma e faccio partire il pentagramma e solo troppo tardi mi rendo conto del titolo della canzone.

 

Back to me (torna da me)
 
You'll find that not worth it                                                                 Ti accorgerai che non ne vale la pena
You'll find that it's just pain                                                                Ti accorgerai che è solo dolore
You will notice that your smile is not true                                           Ti accorgerai che il tuo sorriso non è vero
Your body is stiff, your hair is not softer                                                          Il tuo corpo è rigido, i tuoi capelli non sono più morbidi
Your skin so transparent isn’t shiny anymore                                                  La tua pelle così trasparente non è più lucente

You'll find that I feel bad too                                                              Ti accorgerai che soffro anch’io
You will notice that my eyes are red                                                    Ti accorgerai che i miei occhi sono rossi
You will notice that I cried                                                                  Ti accorgerai che ho pianto
The beard grows, my eyes are off                                                         La barba cresce, i miei occhi sono spenti
And My clothes are dirty                                                                     E I miei vestiti sono sporchi

It's the absence of us, the lack of love                                                  E’ l’assenza di noi, la mancanza di amore
There are plenty of looks                                                                     Ci mancano gli sguardi
We are missing the caresses                                                                 Ci mancano le carezze
The deep kisses and the long breaths                                                    I baci profondi e i sospiri lunghi
Sunset at the sea and the stars in the sky                                             Il tramonto al mare e le stelle nel cielo
Because the sky is different without you                                              Perché il cielo è diverso senza di te
Because looking into the deep blue doesn’t make sense anymore          Perché guardare nel blu profondo non ha più senso
Unlessyou're with me                                                                          Se non sei con me
 
You will notice that the words have no meaning                                  Ti accorgerai che le parole non hanno più
                                                                                                          senso
That those photos are simply fiction                                                    Che quelle foto sono solo una farsa,
That the speechesare allbig lies                                                          che i discorsi sono tutti grosse bugie
You will notice that your heart beats if there is mine                                       Ti accorgerai che il tuo cuore batte se c’è il mio
You will notice that my heart is there because it will beat.                               Ti accorgerai che il mio cuore è lì perché batterà.
 
It’s the absence of us, the lack of love                                                  E’ l’assenza di noi, la mancanza di amore
There are plenty of looks                                                                     Ci mancano gli sguardi
We are missing the caresses                                                                 Ci mancano le carezze
The deep kisses and the long breaths                                                    I baci profondi e i sospiri lunghi
The fragrant swim and the night walks                                                            I bagni profumati e le passeggiate di notte
Because even walk doesn’t make sense anymore                                  Perché anche camminare non ha più senso
If your hands are not tied to mine                                                        Se le tue mani non sono legate alle mie
 
Come back to me, please,                                                                    Torna da me, ti prego,
your eyes will be shining again                                                            i tuoi occhi saranno di nuovo splendenti
and our faces will smile again                                                              e I nostri volti sorrideranno ancora
Come back to me, please,                                                                     torna da me, ti prego,
your hands will tremble again                                                              le tue mani torneranno a tremare
Our heart will beat again                                                                     il nostro cuore batterà ancora
Come back to me, please                                                                     torna da me, ti prego
my heart will beat stronger                                                                 il mio cuore batterà più forte
along with your .. forever.                                                                   insieme al tuo..per sempre.
 
Fermare le lacrime è una difficoltà enorme, cercare di asciugarle anche. Ormai la mia maglia è zuppa, non posso neppure asciugarmi con le maniche perché sono inondate.
Dio perché deve essere così bravo? Perché è così difficile andare avanti?
Maledizione..perchè mi sono innamorata proprio di lui?
Ah si..per il suo sorriso magnetico, per quegli occhi dolci, per il suo corpo fantastico..
Magari si riducesse solo a questo!
Invece c’è molto di più..
C’è la sua dolcezza disarmante, la gentilezza di un signore d’altri tempi, il coraggio di un cavaliere..e poi c’è l’amore..quello è tutto suo. Perché mi ama totalmente, nonostante i miei difetti, nonostante il mio caratteraccio, nonostante potesse avere chiunque..lui ha scelto me.
Ed io sono una cretina, perché sto qui senza di lui, al posto che andare a riprendermelo!
Certo..forse se avessi capito ieri queste cose avrei fatto ancora in tempo, ma quello stato su FB mi ha fatto capire che adesso è troppo tardi..e che la sfortuna mi perseguita!
 
Lo amo. Lo amo da impazzire.
E al posto che dirglielo piango ascoltando di nuovo la melodia di “back to me”. Mi voglio far gran male stasera, si perché è quello che mi merito..
Un anno..un anno e più senza di lui..come ho fatto a resistere non lo so neppure io..ma è passato un intero anno. Trecento-settanta-cinque giorni per l’esattezza.
Ed ora i ricordi sono tutti lì, che vogliono affiorare per scacciare via il vuoto che sento.
 

From: bellaswanxx@mbcprov.com
To: edwardcullen82@mbcprov.com
Object: Your Songs
 
Ciao Edward, ho già fatto presente a Sam che le canzoni sono belle e le produrremo. Complimenti, questa volta ci hai messo tutto te stesso per comporle, devo darti atto che mi hai stupita..Hai tirato fuori il meglio di te.
Sono felice di non aver dato molto peso alle canzoncine che hai inviato la scorsa volta, non ti rendevano giustizia.
Era questo che volevi, giusto? Un parere..perchè come hai detto ieri “nonostante tutto” ti importa quello..
Perfetto allora..potrei concludere qui la mail e salutarti, dirti che ci vedremo quando inciderai.. ma la realtà è che ho altro da dire. Qualcosa che non riesco a fare guardandoti negli occhi o sentendo la tua voce, per cui mi affido a questa mail, cercando di esprimere al meglio me stessa..anche se tra i due è indiscutibile chi sia più bravo con le parole.
Le tue canzoni non sono solamente belle, scritte bene e con una melodia perfetta..no..sanno portarti nel dolore e nella tristezza di chi le ha scritte, e di chi come me prova la tua stessa pena. Perché è vero, soffro anch’io..ma forse non ne ho il diritto perché è tutta colpa mia. La tua sofferenza, la mia..il fatto di dover affidarci a frasi gentili solo per un rapporto di lavoro..e Dio se è difficile!
Vorrei tornare indietro, se si potesse..cambiare certe decisioni, cambiare certe idee..parlarti apertamente di ciò che sentivo, piuttosto che macinare dentro la mia testa bacata ipotesi che non avevano fondamento. E’ passato molto tempo, me ne rendo conto..troppo. Le persone passano..i sentimenti anche..e il dolore si affievolisce, pian piano. Non ho il diritto di sputare su di te ciò che sento, anche se l’hai fatto anche tu con le tue canzoni..ma è colpa mia..ne sono consapevole.
Le tue parole oggi mi hanno aperto gli occhi, ho cercato di non pensare troppo al passato, di non sentire troppo la mancanza dei giorni insieme e per un attimo pensavo di esserci riuscita..ma le tue frasi hanno aperto una stanza nella mia mente, nel mio cuore..e volevo che lo sapessi. Non so se eri così impaziente che le leggessi per sapere se ho capito il senso di ciò che hai scritto, non so se era solo voglia di incidere il prima possibile..ma nella prima ipotesi..beh..ho capito ogni cosa volessi dirmi.
Per cui..dopo aver pianto tutta la giornata ho pensato di rintanarmi a casa, quelle stanze che ho condiviso con te per molto tempo, che sanno ancora di noi..che portano i segni di una caduta rovinosa della mia vita. Non ho trovato la serenità che trovavo, ma almeno potevo starmene senza far niente e guardare la tv. Ma non ho fatto i conti con la tua ultima canzone “back to me”. Bella. Fantastica. Speciale. Meravigliosa. Estremamente sensibile. Affascinante. Lacrimevole. Sublime. Cos’altro posso dire di questo testo?! Non credo di poter continuare in eterno con aggettivi positivi e addirittura banali per la tua opera..
Credo invece che terminerò la mail con le semplici cose a cui sto pensando adesso, che forse è troppo tardi per dire, ma che mi libereranno di un peso enorme..
Ti amo Edward, come non ho mai amato nessuno ed ancora adesso è come se fosse quella notte in cui te l’ho detto per l’ennesima volta, di fronte a quella torta di ricotta e cioccolato, che hai comprato di ritorno da Londra per farmi una sorpresa. Ti ricordi? Avevamo litigato mentre eri in tour e non sei tornato a New York per due mesi consecutivi, poi ti sei fermato a casa dai tuoi..ed io ho viaggiato per un altro mese. Litigavamo al telefono, perché avevamo bisogno di vederci..e stufo com’eri di starmi lontano hai preso un volo e sei arrivato al mio appartamento facendoti perdonare con quella meravigliosa torta. Ti ho detto che eri la persona più importante della mia vita..mangiando insieme dalla stessa forchetta, guardando nei tuoi occhi verdi e profondi..
Mi sento sola senza di te..e il mio cuore batte, solo per sopravvivere, se potesse farne a meno sono certa che smetterebbe con il suo ritmo e andrebbe a riposare, stanco, affaticato e incazzato con la mia mente per averti allontanato.
Mi manchi..e sto vivendo come se fossi in apnea da quando ti ho mandato via. Ma ero convinta che fosse la soluzione migliore..per non soffrire. E invece guardaci qui, che stronzata!
Ed anche se è troppo tardi, perché il dolore passa, insieme ai giorni e alle settimane; perché il ricordo di me sei riuscito ad allontanarlo; perché la tua vita sta tornando ad avere un senso..beh..Ti amo..e non smetterò mai.
Buonanotte Edward.

 
Premo invio, e non la rileggo. Ho il timore di cancellare ogni cosa..ma devo farlo, mi sentirò più libera. Forse scaricherò su di lui ogni pensiero, ed ancora più dolore del necessario..ma io avrò detto quello che provo.
Mi infilo a letto e piango ancora, finché il sonno non mi porta con sé.
*****
Da quella sera è passata quasi una settimana, Edward ha risposto alla mail con un semplicissimo “D’accordo, ci si vede in sala di registrazione”
Ma è meglio così.
Credevo avrebbe detto qualcosa in più, qualcosa di più bello, di più intimo..per rispondere al mio piccolo sfogo. Non mi aspettavo certo che mi dicesse “ti amo anch’io Bells, come non ho mai amato nessuna e appena torno a New York voglio recuperare il nostro tempo insieme..” No, questo no. Ma mi aspettavo che mi scrivesse qualcosa tipo “Hai ragione, è tardi..ho superato tutto il dolore che mi hai provocato ed ora vivo sereno con la mia nuova vita..”. E invece l’aveva ignorato.
Ma è meglio così.
Credo che prima o poi passerò a mettere quel “mi piace” sullo stato che aveva inserito quel pomeriggio, il dolore l’ha superato..beato lui. Almeno poteva ricominciare ad andare avanti normalmente.
Alice quando è arrivata a New York ha voluto subito vedermi, sapeva che Jasper era al lavoro, per cui si è fiondata nel mio studio. Mi ha chiesto come andavano le cose, si è fatta raccontare cosa ne penso delle canzoni che ho letto e poi mi ha parlato di Edward..
 
Flashback
-Quando l’ho visto ho faticato a riconoscerlo. Aveva la barba lunga, un paio di occhiali da sole a coprirgli gli occhi stanchissimi e gonfi, un cappello con il frontino davvero di cattivo gusto..e indossava abiti stropicciati. Come se ci dormisse addirittura con quelli..Non sembrava neppure lui. L’ho invitato in un bar per un caffè e ho potuto notare quanto era spento..solitamente Edward chiacchiera normalmente, e invece sono state pochissime le cose che mi ha detto..per lo più stava ad ascoltare me..
-Alice..smettila ti prego..- provo a fermare il fiume in piena.
-Alla fine, per sbaglio giuro, mi è uscito fuori il tuo nome, non so neppure come..eppure ho visto qualcosa nei suoi occhi cambiare. Si sono riempiti di lacrime e le sue mani tremavano. Non so cosa diavolo gli sia successo in questo anno Bella..ma quel ragazzo non è più l’Edward che conoscevamo..
Flashback
 
Aveva continuato ma ho deciso di fermarmi dall’ascoltare, perché faceva male. Un maledettissimo dolore allo stomaco, al petto, alla testa. Tutto.
Se ci ripensavo lo sentivo ancora..il cuore che si fermava, lo stomaco che si stringeva..
Per fortuna però, cercavo di non pensarci molto, perché se l’avessi fatto potevo benissimo dichiararmi una perdente, con ferite nascoste su tutto il corpo e gli occhi perennemente colmi di lacrime.
Adesso avevo davvero bisogno di un bicchiere di latte per farmi tranquillizzare un po’, per scacciare via i brutti pensieri..si perché erano diventati brutti dal momento in cui avevo confessato a Edward che l’amavo ancora e che non l’avevo dimenticato, con quella mail che ogni volta che rileggevo mi faceva sentire inadeguata. Cosa mi aspettavo? Che tornasse da me correndo? Illusa..l’avevo lasciato..ed ero tornata a dirgli che l’amavo dopo un anno..dopo che lui era riuscito a scrollarsi di dosso noi..
Anzi..a dire la verità ho più bisogno di una bottiglia di rum per stordirmi completamente. Peccato che in casa mia non ci siano liquori..ho solo qualche bottiglia di birra..ma niente di più. E’ difficile riuscire a ubriacarsi con la birra, ne dovrei avere casse intere..ed il mio frigo ne offre appena due, tre al massimo.
Potrei anche andare di sotto a comprare qualcosa di forte, ma ho già addosso il mio paio preferito di pantaloni della tuta, con la felpa con un nano gigante, credo che sia anche pisolo, giustappunto!
 
Sto per decidere di andare a cambiarmi, per andare a comprare davvero quella bottiglia di rum, quando il cellulare mi avvisa dell’arrivo di un messaggio. Il numero non lo vedevo da tempo, troppo tempo..così tanto che ho anche dimenticato di tirare via il nome che usavo per lui e la foto mentre mi dedica un cuore con le dita.
 
MyLove: Ciao Bells..Come stai?
 
Un messaggio semplice. Usa un approccio normale, classico, da amico..Come se fosse sempre stato qui, come se non ci vedessimo da qualche giorno. Ma se ha deciso di scrivermi, un motivo ci sarà, no? E soprattutto..era un buon segno che mi chiamasse con il suo nomignolo classico..quello di sempre che amavo da impazzire.
 
Me: Ciao Edward..sto..tu, come stai?
 
Semplice anche la mia risposta. Come se fossimo due amici che non si sentono da tempo.. Che volevo dirgli, che mi sto torturando per la cretinata che ho fatto un anno fa? Sarei una stupida..queste cose non si dicono per messaggi. E in realtà queste cose non si dicono punto. Ho già sputato troppo male su di lui per farlo ancora..non se lo merita.
 
MyLove: Male..sei a casa?
 
Sta male? Come sta male? E dov’è? E’ tardi..a quest’ora a Londra sono le quattro della mattina..io che faccio adesso alle undici di sera? Non posso chiamare nessuno, non so che fare. Mi trovo a rispondere velocemente, presa da un senso d’ansia che non sentivo da tempo.
 
Me: Si..perchè? Cosa posso fare per aiutarti? Chiamo qualcuno?
 
Non so perché ha deciso di scrivermi e non so neppure perché invece che chiamare i suoi genitori che gli abitano vicino, abbia cercato me. Dio…sono preoccupata. Che faccio adesso? Potrei chiamare Alice, magari lei conosce qualcuno..oppure..ma si certo! Il numero di Tayler! Adesso lo chiamo e gli dico di andare a controllare Edward. Ma non ne ho il tempo perché il campanello della porta suona e mi affretto ad andare ad aprire.
Una semplice rosa rossa tra le sue mani, il viso scarno, la barbetta incolta, le spalle ricurve e lo sguardo brillante che nasconde fiumi di lacrime.
-Edward..- sussurro senza voce. Proprio non ce la faccio a parlare più forte. Vorrei chiedergli cosa ci fa qui, perché ha quella rosa in mano, perché i suoi occhi sono spenti.
-Ho bisogno di te Bells, non mi mandare via.. – mi guarda negli occhi mentre mi parla ed io non posso fare altro che sciogliermi. Vorrei dire qualcosa di sensato, qualcosa che lo faccia sentire bene come io sto bene ora, vedendolo qui di fronte a me. Invece le parole non escono, anzi..si bloccano ancora di più e temo che adesso voglia andarsene, i suoi occhi si abbassano e gli cade una lacrima sul suo viso delicato.
-Ed-Edward..- sono completamente sconvolta. Non mi aspettavo nulla del genere. Ha una mano lunga il fianco e l’altra tiene la rosa lievemente sollevata, a portata dei miei occhi, ed io non posso fare altro che attirarlo nel mio abbraccio e stringerlo, più forte che posso. Un anno che non lo tocco, che non sento le sue braccia attorno al mio corpo, che non sento il suo profumo così vicino. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, non so se per la felicità o per come mi ha supplicato qualche secondo fa. Ma non mi importa, sto così, ferma sul pianerottolo tra le sue braccia. Non so quanto tempo restiamo fermi in quella posizione e non mi importa, davvero. Le sue braccia mi stringono, il suo volto è affondato nell’incavo tra il collo e la spalla e il suo profumo mi inonda le narici e mi fa girare la testa. Dio, è qui con me, tra le mie braccia! –Vieni..entriamo.. – sussurro appena. Noto che afferra un piccolo borsone e poi mi segue chiudendo la porta. Continua a tenere lo sguardo basso e mi chiedo se Alice avesse ragione, se questo Edward fosse troppo diverso da quello che ricordavo.
Sta fermo, all’ingresso con il borsone appoggiato a terra, lo sguardo rivolto verso il basso, i capelli spettinati ma morbidi, il giubbino di pelle che adoro su di lui, una maglia grigia al di sotto e un paio di jeans. E’ semplice..ma bellissimo.
-Bells.. – fa per parlare, ma non voglio che dica altro. Mi avvicino di più e affondo tra le sue braccia.
-Shh..stringimi e basta. – fa esattamente quello che gli chiedo, nello stesso punto in cui era prima, senza spostarci. E’ così bello stare accoccolata a lui che adesso capisco davvero cosa mi sia mancato di lui in questo tempo. Il suo calore, il suo corpo, il suo profumo..il senso di protezione che sento ogni volta che mi tiene tra le braccia. Ecco perché mi mancava tanto.
Ci distacchiamo dopo un po’, potrebbero essere pochi minuti, come un interminabile ora..ma la verità è che mi piaceva così tanto che non ho guardato l’orologio.
-Ho..bisogno di sedermi.. – dice passandosi la mano libera tra i capelli. E vedo che trema, mi accorgo che sembra proprio non stare bene. Mi preoccupo, davvero molto.
Lo accompagno sul divano e vado a preparare una cioccolata calda, magari lo aiuta e magari aiuta anche me. So che gli piaceva.. ma..se adesso non gli piacesse più? Se preferiva qualcos’altro? Beh..speravo di no. Speravo che le vecchie tradizioni, trovarsi sul divano a bere la cioccolata calda ad esempio, non fossero completamente svanite.
-Ho preparato la cioccolata.. – sussurro tornando in salotto e portando con me le due tazze con dei biscotti. Edward era seduto sul divano, con la testa fra le mani, piegato leggermente in avanti, aveva ancora il giubbino addosso. –Edward stai male? – mi feci più vicina, appoggiando una mano sulla spalla, per attirare l’attenzione. Quando alzò la testa e mi fissò negli occhi potei vedere la quantità di lacrime che stava versando e iniziarono a riempirsi anche i miei. –Edward.. – stavo per dire qualcos’altro, ma le sue mani si impossessarono del mio viso e mi attirarono più vicina.
Quando le sue labbra toccarono le mie ebbi un fremito che accompagnò tutta la durata di quel bacio. C’era disperazione, amore, delusione, tristezza, paura, felicità..un cumolo di sensazioni che faceva venire la pelle d’oca. Le sue labbra erano rimaste sempre le stesse, perfette per le mie, e la sua lingua giocosa era la compagna ideale della mia. Non ho mai amato un bacio come questo, non ho mai desiderato tanto qualcosa come questo bacio. Sembrava che non volesse staccarsi da me, forse per paura che fuggissi, forse per paura di stare da solo.
Cercai di togliergli il giubbotto di pelle dalle spalle, e lui mi aiutò scrollandoselo di dosso poi, con un po’ di forza, mi issò sul suo corpo, in modo che fossi a cavalcioni su di lui.
-Bells..devo dirti una cosa.. – diceva tra i baci. Conoscevo bene Edward, sapevo che non saremmo mai andati avanti prima di aver parlato, ma avevo così tanto bisogno di baciarlo che continuai a fare quello che stavo facendo, senza fermarmi, fino a che non si allontanò lui, rimettendomi al mio posto. Ecco..ora si che era strano. –Dobbiamo parlare..non voglio.. – scosse la testa e pensavo di voler sprofondare –Non voglio affrettare le cose..io..
-Si lo so..ti conosco. Volevo solo..insomma..mi è mancato baciarti.. – ammisi guardando verso il basso, con ancora il corpo rivolto verso di lui. E si avvicinò prendendomi una mano tra le sue.
-A me è mancata ogni singola cosa di te..anche la più insignificante. Non ce la facevo più..stare senza di te voleva dire ogni giorno affrontare una giornata di merda e non ne ho la forza. Sei tu che mi aiuti ad andare avanti, sei tu…da quando ti ho conosciuta mi fai sorridere, ridere, essere felice..non ce la faccio senza di te..
-Anche per me è la stessa cosa..con la sola differenza che tutto questo l’ho causato io.. – non osavo alzare gli occhi su di lui, troppo impaurita da ciò che avrei trovato. Ma mi stupì.
-Vieni qui..girati..- mi prese tra le braccia, cacciando per terra i cuscinoni laterali del divano e facendo più spazio, per poterci stendere. Avevo appoggiato la testa sul suo petto, respiravo a contatto con il battito del suo cuore che mi dava una specie di ritmo. –Adesso siamo qui..è questo l’importante..
-Abbiamo sofferto inutilmente, per colpa mia..io..
-Shh..non volevo parlare di questo Bells..so perché l’hai fatto, l’ho capito. Non ti sto dando la colpa, hai agito secondo quello che pensavi, secondo le tue paure, i tuoi timori. Siamo stati male entrambi.. ma non sono arrabbiato con te..
-Davvero? – mi alzò la testa con le dita e mi perforò con il suo sguardo carico di sincerità.
-Non posso essere arrabbiato con te, perché ti amo alla follia..e perché non posso vivere senza di te Bells.. – erano le parole più belle che mi sentivo dire da un anno a questa parte. E la cosa che le rendeva speciali e bellissime era che provenivano da Edward.
-Ti amo anch’io Edward..più di me stessa..
-Dimmi che mi vuoi ancora.. – gli occhi gli si riempiono di lacrime. Dio come faccio a non volerlo? Certo che lo voglio. Sarei dovuta andare a riprendermelo molto prima! Dannazione.
-Ti voglio ancora Edward..ma tu, tu mi vuoi nonostante tutto? – mi stringe più forte. Non si parla di desiderio fisico, di attrazione sessuale..quello è il minimo. Anche se in un rapporto diventa una delle cose fondamentali..non c’è solo quello. E lui ora parla di tutto il pacchetto Edward ed io..di tutto il pacchetto Bells.
-Se ti voglio? Dio..ho aspettato un anno di sentirti dire che mi amavi. Avevo già i bagagli pronti. Ho dovuto solo prenotare il primo aereo disponibile..ma poi…poi ho pensato che non mi volessi più e..ho avuto paura. – scossi la testa. Di cosa doveva avere paura? –Sei bellissima..e i tuoi occhi..non li ricordavo così belli..
-Non sono stati così durante questi mesi..e’ perché ci sei tu..a rendere tutto più bello.. – ero incapace di dire qualcos’altro. Mi guardava come se non mi vedesse da secoli..ma forse era così, troppo tempo abbiamo passato lontani.
-E la tua voce..è così melodiosa.. – lo vedevo con gli occhi continuamente lucidi, tremava addirittura. Non riuscivo a capire cosa ci fosse. Gli avevo detto che lo amavo, che lo volevo..siamo qui insieme. So di aver sbagliato, l’ho ammesso..ha detto che non è arrabbiato con me..ma questo comportamento, la sua reazione mi sta spaventando.
-Edward..cosa c’è?
-Ho..paura..paura di perderti ancora. Paura che tutto questo sia un bellissimo sogno..dei tanti che ho fatto. Ho il timore di dover attraversare di nuovo quella porta e lasciarti indietro..fa troppo male.- vedo che gli occhi sono ancora colmi di lacrime.
-Non ti allontanerò più..sono stata così male in tutto questo tempo senza di te..Lo so che ho fatto tutto da sola ma non ero pronta a vivere quello che mi si prospettava, credevo di non riuscirci..e invece allontanandoti ho fatto peggio, perché tu mi sorreggi, tu mi ami..non posso vivere di nuovo la stessa cosa, non posso stare senza di te..se dovessi anche solo passare una giornata lontano da te credo che impazzirei ora..Non ne ho la forza..e tu..mi sei mancato da matti..- sussurro.
-Anche tu..e..Dio vorrei fare una cosa..ma credo che sia presto.. – lo guardo confusa, il suo sguardo è timoroso. Passa una mano tra i capelli e una sotto gli occhi per cancellare le lacrime e poi prende qualcosa dalla tasca dei jeans. E’ una scatoletta piccolissima, in velluto nero che contiene dentro un anello semplice in oro bianco, con un brillante al centro non troppo grande, e altri due brillanti più piccoli incastonati nell’oro. E’ fantastico, perfetto..bellissimo.
-Sposami.. – non riusciva a dire nient’altro, ed io lo capivo benissimo. Aveva fatto fatica a dire anche quelle pochissime sillabe, non tentava neppure di fare un discorso lungo e romantico. Anche perché..più romantico di questo momento per me, non poteva esistere.
-S-si.. – dissi allo stremo delle forze. L’avevo detto di capirlo bene no? Ero nella sua stessa situazione. Sgranò gli occhi, sorpreso e allibito ma velocemente fece scivolare l’anello sul mio dito. Non sapevo se fosse quello giusto, se doveva andare su un altro dito o se era troppo grande. So solo che lo abbracciai più stretto che potevo, incollando le mie labbra alle sue.
Le sue mani morbide e grandi vagavano sulla mia schiena, tirando su la felpa e passando le mani sulla pelle nuda. Le nostre gambe continuavano a intrecciarsi ancora di più, se si poteva ed eravamo così vicini che tra noi non c’era neppure un alito di ossigeno. Ma non ne avevamo bisogno comunque.
La felpa finì a terra, come la sua maglietta. I pantaloni della tuta dimenticati in fondo al divano, stessa fine dei suoi jeans.
-Sei bellissima..- mi disse dolcemente, mentre sfilava via il reggiseno. La sua bocca non ci mise molto a raggiungere i miei capezzoli ed io graffiai le sue spalle, per incitarlo a continuare. Nel silenzio dell’appartamento si sentivano solo i nostri gemiti, neppure tanto trattenuti. E chi ci avesse sentito si sarebbe fatto una cultura! (come si dice dalle mie parti!)
Mentre tiravo via i suoi boxer mi nacque una domanda spontanea, che non riuscii a trattenere.
-Sei stato con altre donne? – sgranò gli occhi sorpreso dalla mia audacia ed anche un po’ infastidito. Non mi lasciai prendere troppo dalla sua reazione e presi a massaggiarlo, accarezzarlo, dargli piacere come so che gli piaceva. Prima di avventarmi su di lui con la mia bocca ripetei la domanda. –Sei stato con altre donne? – e poi lo feci affondare nella mia bocca. Un gemito più forte degli altri esplose dalla sua bocca ed io gongolai tra me e me.
-No..no..no..Non potevo Bells..volevo solo te. Ti sognavo ogni notte..ogni notte mi svegliavo sudato e con la voglia di fare l’amore con te..Solo le tue mani, la tua bocca..nessun’altra..avrebbe..potuto..aaaaaaahhhh prendere..il tuo…posto.. – faticava a parlare, perché dalla voglia che avevo repressa credo di averlo fatto quasi venire. Probabilmente si starà trattenendo come non ha mai fatto, perché il suo viso è talmente concentrato e le sue mani strette a pugno che tra poco esplode dalla pressione del suo corpo.
Mi spostai risalendo sul suo corpo e baciandolo con passione. In un attimo mi ritrovai sotto di lui, non mi resi conto come, con un dito mi penetrava, lo muoveva e con la lingua lambiva il clitoride.
-E tu…tu hai avuto altri uomini? – non aspettai che facesse di nuovo la domanda e risposi subito.
-No..non potevo Edward. Volevo solo te..ti ho sognato, mentre mi prendevi in ogni modo possibile..ed ogni volta mi svegliavo con la voglia di fare l’amore con te.. – avevo ripreso la sua frase. Ma era la verità..era esattamente quello che mi succedeva. Come me prima risalì sul mio corpo, per arrivare a parlarmi all’orecchio.
-Ti sei data piacere da sola? Ti sei toccata pensando a me? – Dio..non era mai stato così. Si..era passionale, dolce, violento a volte..sempre nei limiti. Ma..non mi aveva mai parlato così..e mi eccitava, mi eccitava da morire. Soprattutto perché stava giocando con me, muovendo il suo membro sulla mia entrata.
-Si.. – sussurrai imbarazzata.
-Anch’io..ogni dannatissimo giorno.. – e in quel momento mi resi conto che forse non stava andando tutto come volevo. Che magari lui era venuto qui solo per darmi il colpo di grazia. Per farmela pagare per quello che gli avevo fatto..la sua voce era così arrabbiata che credevo di voler piangere. Ma poi il mio occhio cadde sull’anello che portavo al dito, proprio un attimo prima di sentirlo entrare dentro di me, con una spinta lenta e attenta.
-Sei bella..bellissima.. – mi ripeteva all’orecchio, mentre lo mordeva e spingeva in me.
Poi stanco probabilmente di quella posizione si portò seduto, attirandomi sopra di lui. Lo feci rientrare in me, bisognosa di averlo ancora ed allacciai le braccia attorno al suo collo, sussurrando sulla sua bocca “Ti amo” prima di baciarlo profondamente e succhiare la sua lingua nella mi bocca, imitando i movimenti che avevo fatto prima con il suo sesso.
Le sue mani volarono ai miei fianchi, mi spinsero più giù, lo sentivo così bene, e mi davano il ritmo che lui preferiva, lo seguì scoprendo sempre più piacere, sempre di più, finchè il mio bacino non si mosse incontrollato su di lui, portandoci all’orgasmo insieme.
Rimanemmo così, Edward afferrò la coperta vicina e ci coprì in qualche modo.
 
Passato un’infinità di tempo lui mi prese la mano e la portò sul suo cuore.
-Lo senti? – annuii guardandolo negli occhi. –Batte più forte..perchè è insieme al tuo..e adesso non si separeranno più.. –mi disse accarezzando il dito con l’anello che mi ha regalato poco fa.
-Edward.. – sorrisi completamente stordita da tutte quelle emozioni..ma lui non ne voleva sapere. Intrecciò le nostre mani.
-Mi sembra di esplodere dalla felicità..mi viene da piangere, vorrei alzarmi e saltare per casa..urlare fuori dalla finestra quanto ti amo..ma sono tutte cose che non posso fare..
Gli sorrisi dolcemente, mi avvicinai a lui e facendolo mi mossi sopra la sua asta, ancora dura..già pronta per me.
-E’ vero..ma puoi fare l’amore con me..tutta la notte.. – lo baciai e in un attimo mi trovai distesa sul divano, con lui sopra che riprendeva a spingere dolcemente.
-Ti amo futura signora Cullen!
 
La cioccolata era dimenticata sul tavolino, i brutti pensieri accantonati in un angolo. Avevamo ritrovato noi stessi..ed era vero..esattamente come nel testo della sua canzone..i nostri cuori battevano più forti perché erano insieme ed ogni volta che facevamo l’amore, sembrava la prima.
 
Avevamo tutto il tempo del mondo, da lì all’infinito, per parlare di quello che era successo, urlarci contro, litigare e poi far pace..ma di sicuro non ci saremmo mai più allontanati. Soffrivamo troppo senza l’altro e niente era più come prima. Tutto quanto aveva un sapore migliore..e chissà quante altre cioccolate calde avremmo bevuto, stretti in un abbraccio sul divano..e chissà quante altre canzoni avrebbe scritto su di noi.
 
Perché noi siamo la sua canzone più bella. Muoviamo le corde e pigiamo i tasti, scriviamo il testo giorno dopo giorno..creando una melodia perfetta..migliore di volta in volta..speciale..sublime.
 

The End

   
 
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