Nenia della gabbia dorata
(Vedrò)
“…Oscilla la gabbia
un canarino grigio dentro vi canta
i dadi si fermano impietosi sul tavolo verde
e sadica la vita sorride
mentre immobile resta l’uomo,
il perdente…”
Lasciarmi cadere, vedere il tagliacarte sporco di sangue… ho forse qualche cosa da perdere? Sentire calda la rossa linfa scivolare sulla lama di freddo metallo…chissà che cosa sentirò quando la punta mi raggiungerà il cuore… uno squarcio o solo un lieve graffio? Dolore o solo semplice liberazione? Chiuderò gli occhi, in un silenzio soddisfatto, o urlerò, diffondendo le mie grida nell’aria, con gli occhi sbarrati piangendo lacrime perlacee?
Quale sarà la sensazione?
Ma forza! Il sangue è caldo e mi pulsa nelle arterie, la testa è percossa da mille voci e sussurri…
Quale seguirai?
Sono stanca della vita, sono stanca dell’amore… dei miei simili guerrafondai, dello schifo che popola il mondo, della monotonia delle giornate, delle vite senza scopo…
Ma non ridiamo di noi stessi
La mia è una perduta puntata: ho scommesso con la Vita e ho perso.
Ah! Sono una fallita giocatrice d’azzardo ed ora la Vita esige il pagamento. “È il rosso sangue che hai scommesso, ed ora devi pagare!” Lo so, lo so! Perché me lo ricordi?! Rintanati nel buio antro da cui sei venuto, cupo sussurrò, stonata voce, non ho tempo di ascoltarti!
Sta tirando i dadi
Già, perché la scommessa non è ancora finita. Ma che può fare un tenero canarino chiuso in una gabbia dorata? Oltre cantare, intendo…
“…Piccola gabbia
color del sole,
prigione dorata,
piange la luna
striscia la speranza,
ma la vera domanda è:
quando sfuggirà l’uccellino alla tua stretta?...”
Che ridere sarà vedere i volti dei miei compagni quando mi accascerò sul banco, con la lama nel petto... Perché quando i dadi si fermeranno mi lascerò cadere: non posso vincere questa scommessa.
Vedrò i loro occhi pieni di paura
Vedrò i loro volti portati al pianto
Vedrò le loro urla sorprese
Vedrò tutto quello che posso sentire
Vedrò tutto quello che posso toccare
Perché i tuoi
occhi saranno sbarrati per sempre
Già, per questo. Solo per questo… forse non si aprirà la gabbia, ma il canarino sarà comunque libero di volare in qualche dannato cielo, che il padrone voglia o no…
Ecco, i dadi si sono fermati: ho perso.
L’uccellino finirà
di cantare, è l’ora!
“…Al termine è
giunta un'altra partita,
il perdente ha
nuovamente perso,
ha vinto di nuovo
la Vita.
E se la luna
piange
E la speranza
striscia,
che importa?...”
Vedrò il rosso sangue scorrere sulla lama
Vedrò scivolare nere lacrime sul volto
Vedrò gli occhi farsi vitrei e spenti
Vedrò la gola divenire arsa
Vedrò le voci spegnersi in lontananza
Vita, facciamo un’altra partita?
Ho voglia di scagliare nuovamente i dadi, sono sicura di vincere… mi riesce facile ingannarmi. Sono la regina dei codardi! Vita, ridi di me, ma non avrai il mio sangue! Vedi? Appoggio la lama sul banco, sono un debitore insolvente. Mi denuncerai? Che vengano a prendermi, mi troveranno nella mia gabbia.
A cantare, ovviamente.
E se la melodia li rattristerà, non ne abbiano sorpresa!
Perché un uccellino in gabbia non canta: piange.
Soprattutto
quando il nome della gabbia è Paura.
Dorata gabbietta,
la mia domanda è sempre la stessa:
quando sfuggirà
l’uccellino alla tua stretta?...”
Dedicato a Federica. Se mai lo leggerà capirà sicuramente il perché…
Dedicato a Lorenzo,
che mentre leggeva le prime righe rideva, beata la sua innocenza.
Ringrazio tutti quelli
che mi recensiscono – Flare grazie tantissimo! Mi
piacciono molto le tue recensioni – e tutti quelli che vorranno farlo.
Spero
che ci sia qualcun altro, oltre a me, a sentirsi un grigio canarino nella
gabbia dorata della paura. Ma in certi casi, è forse meglio così…o no?
- Thanx
- *
Mamey *