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Autore: Aranil    02/08/2013    2 recensioni
Crescendo e navigando nasce come raccolta di storie tratte da sogni, storie vere, accadimenti o pensieri dell'autore.
Ogni storia è auto conclusiva, ma vedrà sempre come protagonista Leonardo Fulmini, ragazzo 24enne nerd e amante della musica.
Spero vi piacciano!!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leonardo era sempre stato un ragazzo dolce e romantico. Uno di quei nerd che, invece di ascoltare i gli Iron Maiden, ascoltano le poetiche canzoni di Claudio Baglioni o di Renga. Questo era sempre stato un flagello per lui, soprattutto nel campo amoroso: troppo nerd per le ragazze romanticone e troppo “dolce” per le ragazze nerd.
Così, quanto conobbe Cindy, ne rimase folgorato. Era un’amica di un suo compagno di giochi. Si erano conosciuti alla fiera del fumetto di Roma: lei era venuta per incontrare Paolo – l’amico di Leonardo – che non vedeva da tanto: tempo addietro lei si era trasferita abbastanza lontano da rendere il tragitto un bel viaggio.
Leo è Cindy rimasero a parlare per molto tempo sdraiati sull’erba, interrotti solo dai vari ragazzi che volevano fotografare Obi Wan Kenobi (Leonardo ne aveva portato il cosplay). Leo rimase sbalordito da molte sfaccettature della ragazza e da molte loro similitudini. Dopo quell’incontro, iniziarono a messaggiare ogni giorno, scrivendosi qualsiasi cosa e progettando uscite, viaggi e attività insieme Erano diventati come droga, l’uno per l’altra.
Parlavano di qualsiasi cosa, dai telefilm, alle loro esperienze nei giochi di ruolo, ai libri letti o da leggere, alle canzoni da cantare al prossimo karaoke. Una volta, infatti, erano usciti e lui le aveva dedicato una canzone al karaoke, ovviamente di Baglioni, perché scoprirono piaceva a entrambi.
Leo era ormai pronto a dichiararsi. Non aveva mai trovato una persona – figuriamoci una ragazza – con la quale condividere così tanto e con cui stava così bene. Era tutto pronto: uscita verso il mare, in un lungomare con c’era un pontile romantico dove, sotto la luce della luna tanto amata alla ragazza, lui le avrebbe regalato un ciondolo a forma di mezzaluna con un paio di Swarovski (quanti poteva permettersi), che aveva comprato proprio per lei. E lì, sotto la luna, le avrebbe dato un bacio… il loro primo bacio.
Era tutto pronto. Doveva vederla il sabato, ma lui aveva l’ansia già dal lunedì. Ma l’ansia svanì presto: il giovedì, lei si ammalò. Niente di grave, una semplice febbre, ma avrebbero dovuto rimandare l’uscita. Ed essendoci un esame a breve, l’uscita sarebbe stata rimandata a un mese.
Ciò non successe!
 
Nel mese successivo, lei diventò strana e assente. Pian piano, i messaggi divennero sempre meno e Leonardo capì di essere sempre lui a iniziare le conversazioni. La mise alla prova, scoprendo che, se non scriveva lui per primo, lei non si faceva proprio sentire.
Iniziò a provare una nuova ansia: l’ansia di perderla. Cercò di essere prima più presente, poi di fare il duro (gli uomini sono convinti piaccia a tutte le donne) e anche a fare lo stronzo. Poi, però, non riuscì a trattenersi e le chiese cosa c’era che non andava. Lei si scusò parlando del suo strano carattere e di come si chiudeva in se stessa quando c’era un esame nelle vicinanze. Lui propose di aspettare l’esame, ma lei non lo fece.
Due giorni dopo l’ultimo messaggio, lo status di Facebook cambiò: si era rimessa con l’ex.
 
Passarono 2/3 mesi. Leonardo ormai era andato avanti. Non erano stati insieme nemmeno un giorno, ma forte era stata la delusione. Soprattutto per l’aver trovato una ragazza che sembrava perfetta e l’essere stato poi preso in giro dalla stessa. Alla fine, il risultato fu solo quello d’aver accumulato un po’ più di cinismo.
Poi lei si fece risentire.
Leonardo scoprì che era stata insieme all’ex per quattro giorni prima di capire che era una stronzata e che aveva sentito la sua mancanza. L’indole del ragazzo, incapace di portare rancore, li fece riavvicinare.
Ripresero messaggi (non tanti quanto prima, ma parecchi) e rinacque il desiderio in Leonardo di fare quell’uscita fatidica. Così l’organizzarono, ma non furono da soli. Cindy portò con sé gli amici e niente andò secondo i piani. Leo le diede anche il ciondolo, ma l’effetto non fu lo stesso. Da un “regalo romantico”, si trasformò in un “pensiero carino”.
Così fu lui a sparire. Non per sua volontà. Sparì per capire. In amore vince chi fugge, soleva dirgli la madre. Quella volta non aveva vinto nessuno. Lei non si fece risentire.
 
Alla fiera di Roma successiva, si r’incontrarono. Era passato un anno dal loro incontro e 8 mesi dall’ultimo messaggio. Si ritrovarono di nuovo da soli, seduti sul prato della fiera.
“Allora, che hai fatto tutto questo tempo?” chiese lei.
“Niente: lavorato.” rispose secco lui. Non aveva tanta voglia di parlare.
“Invece la musica? Come va il tuo gruppo?” continuò a chiedere Cindy che cercava di instaurare un discorso. Ma anche lei si stava innervosendo.
“Ci siamo sciolti.” Rispose di nuovo lui in modo secco. Cindy esplose.
“Insomma, prima sparisci senza dare motivo e ora nemmeno vuoi parlarmi?” sbottò Cindy alzando un po’ troppo la voce. Poi continuò, abbassandola “Che ti ho fatto!”
Leonardo si era voltato verso la ragazza con l’aria stupefatta e con le parole “sparisci senza dare un motivo” che gli vorticavano nella testa. Poi tornò lucido e rivide Cindy per quello che era. Si alzò in piedi senza nemmeno guardarla. Cindy rimase seduta con l’espressione attonita e il respiro nervoso.
“È proprio vero!” esordì Leonardo “Te nemmeno sai come ti sei comportata. Nemmeno sai cosa mi hai fatto, cosa ho provato quando, dopo due giorni di quel tuo ‘sono nervosa, mi chiudo nello studio’ ho scoperto che ti eri rimessa col tuo ex. Non sai nemmeno cosa intendevo quando ti ho dato quel ciondolo che porti ancora, cercando di dimostrarti qualcosa.” Gli occhi di Leonardo si fecero lucidi, ma non la guardò. Continuò a guardare un punto imprecisato davanti a se, in mezzo alla folla della fiera. Cindy rimase seduta, in silenzio. Il fiato più strozzato, gli occhi più arrossati. Continuò ad ascoltare. “E soprattutto non sai che, a sparire, non sono stato io, ma te! Perché io ti cercavo: eri te a non cercarmi.”
Rimasero in silenzio per un po’. Lui in piedi che non la guardava. Lei seduta che non lo guardava. Due perfetti estranei. Poi Leonardo si allontanò, ma non prima di dire un’ultima frase.
“È proprio vero: Il bello di chi sparisce è che incolperà te d'averlo fatto!”
 
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NOTE DELL'AUTORE

Questa storia nasce come insieme di pensieri e fatti realmente accaduti all'autore. Tutto scaturito, poi, da uno status messo da lui stesso su quel mezzo di socialità con nome di faccialibro.
Forse è un po' incasinata, ma la storia era troppo lunga per farci una One Shot e troppo corta per farci una storia a più capitoli.
Alla fine l'ho compressa in una One Shot. Spero di essere riuscito a trasmettere ciò che volevo anche in così poco spazio.
   
 
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