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Autore: Rancore    02/08/2013    3 recensioni
Il Dr. Karasciò è uno psichiatra, lavora nella clinica C.Bukowski e si occupa di casi particolari ... Avrà a che fare con il caso piu' curioso della sua carriera e si vedrà coinvolto, trascinato dagli eventi e risucchiato da questo vortice misto di: Paura e follia .
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Allora, inizio il mio secondo Racconto Horror nonostante il primo non sia ancora completato, questo a differenza di : Silenzio-Seijaku è caratterizzato da una lettura che giudico molto piu' scorrevole e da capitoli di corta-media lunghezza ... Ho voluto creare un Horror che fosse piu' ... Horror :D e ... Chiamiamolo Introspettivo dai, spero che questa storia vi piaccia ...


Capitolo I - Un Giorno di Ordinaria Follia.


Erano le sette di mattina e la sveglia continuava a suonare morbosamente, era Lunedì e quel giorno mi sarebbe spettato il turno pomeridiano, lavoravo come psichiatra in una clinica. Mi ci volle qualche secondo per realizzare che la sveglia che suonava non era la mia, bensì quella in camera di Kristinne :  mia figlia di 16 anni che doveva svegliarsi per andare a scuola;  Mia moglie ''Arianne  invece era già al lavoro, sarebbe tornata a casa entro le nove di mattina, era un infermiera e spesso le capitava di dover fare il turno di notte. La sua era una vita frenetica insomma, non molto diversa dalla mia.

Nonostante l'età Kristinne era già una ragazza autonoma, infatti quando non poteva contare su sua madre in casa, si occupava di tutto lei, era incredibile la maturità che aveva e che io alla sua età potevo solo sognarmi.
Mi alzai dal letto lentamente e andai a lavarmi, un quarto d'ora ed ero già in cucina che assaporavo il caffè amaro guardando la televisione, era ormai un rituale che avveniva ogni giorno. In televisione stavano trasmettendo il Telegiornale,  solite notizie di gente pazza che compie omicidi insensati

« La gente è pazza » Dissi quasi riluttante, probabilmente detto da uno psichiatra poteva quasi suonare ironico
« Che è successo Pà ? » Chiese Kristinne prima di finire di preparare la colazione e sedersi davanti a me
« Niente di strano, è questo il problema ... » Risposi ancora con quel tono amareggiato

Il caffè mi sembrava piu' amaro del solito o probabilmente era solo una mia impressione, solo in quel momento mi accorsi che il Tg stava annunciando una notizia di rilievo, le immagini mostrate erano quelle di un uomo il cui volto era celato da un cappuccio, probabilmente per questioni di sicurezza la sua identità era rimasta parzialmente segreta.

- Nella notte la polizia è riuscita finalmente a catturare il Pluri-Omicida E. , la sua identità è rimasta segreta per ovvi motivi, incensurato ... Accusato di aver ucciso 16 ragazze del Liceo E.Hemingway -

Afferrai nervosamente il telecomando prima di spegnere il televisore, era tardi e Kristinne doveva essere accompagnata a scuola, mi alzai poggiando la tazza di caffè sul tavolo  « Andiamo » Dissi in modo molto sbrigativo a mia figlia: era una ragazza come  tante, aveva dei capelli rossi che le arrivavano fino le spalle e degli occhi color verde smeraldo; in effetti assomigliava molto a sua madre, mia moglie. Uscii di casa e salii in macchina aspettando Kristinne « Prendi la borsa! » Alzai la voce in modo da farmi sentire, mi ero dimenticato della borsa contenente il mio portatile su cui salvavo tutti i casi seguiti in clinica.
Fortunatamente mi sentì e dopo qualche minuto arrivò correndo in tutta fretta verso la macchina, era in evidente ritardo, a differenza mia che avevo ancora un paio d'ore per arrivare in clinica. La accompagnai a scuola e me ne andai subito dopo averla fatta scendere dalla macchina, non rimanevo mai davanti la scuola;  conoscevo bene la psiche adolescenziale ed ero sicuro che Kristinne avrebbe trovato un qualsiasi motivo strambo per sentirsi a disagio con suo padre davanti all'entrata della scuola. Mia figlia frequentava il liceo artistico, era quello che voleva fare ... Arte, non ne ho mai compreso il significato, ma infondo ognuno ha le sue aspirazioni fin da giovane, No?

Mi fermai a fare il pieno di benzina prima di cominciare a dirigermi al lavoro, lavoravo nella clinica Charles Bukowski,  distante circa 15 Km da casa mia, si trovava in periferia ... Distante, è vero, Ma la paga non era male; lavoravo li ormai da anni e mi ero anche relazionato bene con il personale, nonostante non mi consideri proprio un tipo socievole.
Mancava ormai poco all'arrivo alla clinica, sembrava un giorno come tanti ossia: ''dannatamente monotono'' ....

... Sembrava .

Fine Capitolo I

Commento : Iniziare un racconto è sempre difficile ... Non sapevo bene come impostare l'inizio, d'ora in poi credo che sarà molto piu' facile °-° , Gradirei dei commenti, nonostante credo che ci sia ancor poco da commentare in questo primo capitolo ..
  
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