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Autore: Shari Deschain    02/08/2013    6 recensioni
AU. Abigail è una bambina con un amico immaginario di nome Hannibal.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abigail Hobbs, Alana Bloom, Garrett Jacob Hobbs, Hannibal Lecter
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Pairing/Characters: Abigail Hobbes, Hannibal Lecter, Garrett Jacob Hobbs, Alana Bloom;
Rating: PG13
Warnings: AU, implicati cannibalismo e abuso su bambini.
Word Count: 1086 (fdp)
N/A: Scritta per la Maratona in Piscina #2 @ piscinadiprompt prompt “Abigail/Hannibal, AU!Abigail è una bambina con un amico immaginario di nome Hannibal” e per il COWT #3.5 @ maridichallenge, settimana due, missione #3, prompt “Altrove”.




Simon Says





C'è qualcosa di sbagliato in suo padre.

Abigail non ne è pienamente cosciente, ma c'è una parte di lei ─ quella guidata dal suo istinto di bambina, probabilmente ─ che di tanto in tanto si irrigidisce quando lui la prende tra le braccia o le scosta con dolcezza una ciocca di capelli dalla fronte. Non sa il perché.

E poi ci sono i sogni. Incubi dove il Lupo Cattivo ha la meglio su Cappuccetto Rosso e il Cacciatore, solo che per ingannarli non si traveste da nonnina, ma da papà. E a guardarlo bene il babau nell'armadio ha addosso qualcosa che somiglia molto al giubbotto da caccia di suo padre.

Abigail non fa davvero caso a queste cose. Non di giorno, e non volontariamente. Dopotutto è del suo papà che si sta parlando. Dell'uomo che le compra le bambole e le caramelle gommose a forma di denti da vampiro, l'uomo che la mette a letto e le legge le favole della buonanotte, l'uomo che bacia sua madre sulla bocca strappandole risatine divertite, l'uomo che la lancia in aria così in alto che le sembra di volare, e che la riacchiappa sempre senza esitazioni, facendola urlare di gioia e mai e poi mai di paura.

Però gli incubi rimangono, così vividi e terribili che qualche volta le capita ancora ─ con sua somma vergogna ─ di bagnare il letto. E la mamma comincia a preoccuparsi.

Le cose non migliorano nemmeno dopo che i suoi genitori decidono di portarla da una signora gentile che le fa un sacco di domande mentre lei disegna seduta al tavolino colorato nel suo studio, due volte a settimana per un'ora e mezza.

Il fatto è che Abigail non conosce il problema, ed è impossibile per tutti gli altri rendersene conto.

Perché il problema ─ quello che mette in guardia istinti che lei non riconosce perché non sa nemmeno di avere ─ è il modo in cui suo padre la guarda:come se volesse mangiarsela con gli occhi. E se anche Abigail riuscisse a formulare coerentemente questo pensiero, nessuno lo troverebbe davvero allarmante. La gran parte dei padri stravede per le loro bambine e non è raro che diventino un po' possessivi. Sempre meglio di quelli che picchiano i figli, no?

È a questo punto che Abigail s'inventa l'Altrove e l'uomo che vi abita.

*

L'Altrove è ─ a dispetto del nome ─ un posto piuttosto preciso, e Abigail ci va tutte le volte che rimane da sola: le basta semplicemente chiudere gli occhi.

È un ufficio ─ uno studio, anzi: così lo chiama la mamma ─ molto simile a quello della dottoressa Alana, ma più cupo, senza disegni colorati sui muri e senza fotografie di bambini sorridenti sparse un po' ovunque. Ci sono tanti libri, però. Scaffali altissimi, fitti di tomi dall'aria importante, proprio come in biblioteca. Eppure Abigail non ne è intimidita, anzi le piace parecchio.

E le piace anche Hannibal.

Hannibal è gentile, alto, molto intelligente. E non ha paura di niente.

«Insegnerò anche a te a non aver paura, Abigail», le dice di solito.

Lei non ci crede molto, ma fa finta di sì perché non vuole che lui si arrabbi. Solo che lui non si arrabbia mai. È sempre buonissimo con lei e anche se non la lancia in aria per riacchiapparla subito dopo, riesce comunque a farla sentire al sicuro.

Ad esempio anche Hannibal le racconta delle favole (di solito le sere in cui i suoi genitori sono troppo distratti per farlo loro stessi). Solo che le sue favole sono diverse da quelle originali, molto più eccitanti. Hannibal non cambia il colore dei capelli di Cappuccetto Rosso in modo che somigli di più a lei (come fa suo padre), anzi le racconta di quanto quella bambina sia brutta e maleducata, e di quanto bene abbia fatto il Lupo Cattivo a mangiarsela (anche a costo di un mal di pancia con i fiocchi!, aggiunge Hannibal subito dopo, spalancando gli occhi in un'espressione comica, e Abigail puntualmente ride con le manine schiacciate sulla bocca perché l'idea di un Lupo Cattivo col mal di pancia è senza dubbio molto divertente).

La verità è che Abigail ha una piccola cotta per Hannibal. Ma anche in questo non c'è nulla di allarmante: tutte le bambine da piccole hanno una cotta per il loro papà.

*

Seduta sul divanetto del corridoio, Abigail ascolta senza troppo interesse il colloquio tra i suoi genitori e la signora gentile.

«Non è preoccupante il fatto che abbia un amico immaginario», spiega la dottoressa Bloom. «Quasi tutti i bambini ne hanno uno, è una fase normale della crescita. Considerando che Abigail è anche figlia unica, poi, non è affatto insolito che si sia creata un amico che giochi con lei.»

Seduto al suo fianco, Hannibal alza gli occhi al cielo e li fa roteare in tondo, facendo ridere Abigail. Dall'altra stanza un breve silenzio teso accoglie la sua risata, ma lei non ci fa caso. Hannibal di solito è sempre così serio, è divertente vederlo fare le boccacce.

«Certo è un po' strano che si tratti di un adulto», continua Alana, dopo qualche momento. «Ma Abigail è una bambina molto tranquilla e introspettiva, e non credo che abbia problemi con gli altri bambini, penso che semplicemente preferisca una compagnia meno... chiassosa», c'è l'accenno di un sorriso nella sua voce, e Hannibal sorride a sua volta, congiungendo indice e pollice per fare il segno dell'okay. La bambina ride di nuovo.

«Comunque siamo solo all'inizio. Sono sicura che tra qualche seduta, quando ci conosceremo meglio, Abigail mi dirà qualcosa di più su questo suo Hannibal, e...»

Abigail smette di ascoltare e alza il viso verso quello di Hannibal, che ora è tornato serio e scuote con fermezza la testa.

«Meno sa di me, meglio è per entrambi», le sussurra piano. «L'Altrove non la riguarda», dice con un tono un po' minaccioso.

E non la riguarda nemmeno il mio altro papà, aggiunge mentalmente Abigail, scuotendo la testa a sua volta. Si tratta solo di tenere un segreto in fondo, e lei è bravissima a tenere i segreti.

Ad esempio non ha mai detto a nessuno che a volte, quando lei e suo padre vanno allo zoo o al luna-park, lui le chiede di fare amicizia con qualche bambina vestita come lei o che le somiglia un pochino. Non ha detto niente nemmeno quando visto la foto di una di quelle bambine in televisione, con sotto la scritta scomparsa in grandi lettere rosse.

Ha mantenuto il segreto perché il suo papà le ha detto di farlo, e lei obbedisce sempre al suo papà. Sempre quell'istinto che non è consapevole di avere le suggerisce che è molto meglio così.



   
 
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