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Autore: Kyla    10/02/2008    3 recensioni
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Cosa avrà pensato Don Rodrigo durante l'episodio della seduzione di Lucia da parte sua,presente sia nel "Fermo e Lucia",sia ne "I Promessi Sposi"?Ecco qui riportato il pensiero di questo singolare personaggio ambientato nel Seicento,e come tutto ciò avverrebbe nei nostri giorni
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il "nobile" Don Rodrigo
Il castrone grigio di suo cugino Attilio scartò,mentre scuoteva infastidito il capo.Era una bestia vecchia,sporca e piena di macchie,pulci e zecche,e odiava il suo cavaliere quasi quanto questi odiava la sua cavalcatura.
Sorrise divertito davanti l'imprecazione esclamata dal cugino.Quello del destriero non era un problema che lo riguardava.Del resto lui,Rodrigo,era in possesso di uno splendido cavallo spagnolo,dal lucido manto nero e dalla muscolatura possente che guizzava sotto la pelle.Era una bestia splendida che frustava l'aria con la coda quasi con annoiata superbia,come se volesse imitare l'espressione tipica del suo padrone.Era quasi un'indecenza lasciare che un simile e superbo esemplare si trattenesse dal dimostrare tutta la sua magnificenza.Con una risata,emessa quasi come un grido di giubilo,Rodrigo spronò il cavallo al galoppo.
Attilio,sorpreso,tirò le redini con troppa forza,rischiando di far male al proprio cavallo con il morso.Poi,catalogando il comportamento del cugino come un'altra delle sue tipiche manifestazioni di superiortà,spronò il vecchio castrone all'inseguimento.
Riuscì a raggiungerlo solo molto tempo dopo.Digrignò i denti,sputò ai piedi dell'immenso cavallo nero e lanciò tutta una serie di improperi in direzione del cugino.Rodrigo,dal canto suo,era troppo inorgoglito nel vedere i segni lasciati dalla corsa su Attilio e sulla sua cavalcatura:respiro ansante,spossatezza...tutto il contrario di lui e del suo cavallo.Restò in silenzio un altro poco,senza fare caso agli insulti del cugino,troppo impegnato a godersi il suo trionfo.
Alla fine decise di interrompere il flusso di parole che uscivano dalla bocca di Attilio.Sfoderò il migliore dei suoi sorrisi.<< Cugino,cugino...ti lamenti troppo!Rasserenati e non sprecare energie,se no non te ne resteranno abbastanza per divertirti >>.Davanti all'espressione stravolta di Attilio don Rodrigo continuò.<< Sai,credo che tu stia prematuramente invecchiando.Non è che,per caso,impegnato com'eri a cercare di non perdermi di vista,non hai visto dove ti ho portato?Povero,povero cuginetto >>.Mentre diceva questo si gustò una piccola soddisfazione personale nel vedere un lampo d'ira che attraversava gli occhi di suo cugino.
Attilio aveva le mani che gli prudevano.Ah,come avrebbe desiderato tirare un pugno sul bel mascellone del cugino.Che tu sia maledetto! pensò.Che peste ti colga!Ma tutto quello che disse fu:<< No,Rodrigo,non ho visto dove eravamo >>
Il signorotto si esibì in un nuovo sorrisetto straffottente e saputello.<< La filanda è proprio dietro quest'enorme albero >>

Il padrone gridava.Nulla di nuovo visto che era un uomo molto rumoroso:o gridava qualcosa,o imprecava,o russava.Faceva rumore perfino quando respirava.Forse questo era dovuto al fatto che era un omaccione molto nervoso,con quell'ansia caratteristica di chi si aspetta di tutto da un momento all'altro.Magari era solo un tipo molto paranoico,o,magari,quel giorno,aveva ragione...

La filanda era un'immensa distesa di donne.Donne.Tutte donne e tutte sole e senza qualcuno che le proteggesse.Dopo tutto,sarei proprio curioso di vedere chi è che avrebbe il coraggio di mettersi contro di me!Era un signorotto del posto,temuto e rispettato almeno in apparenza.Oh,non si illudeva.Sapeva benissimo che l'odio nei suoi confronti era radicato in quei contadinotti fin nel midollo.Sapeva che ogni qualvolta che qualcuno interrompeva il suo lavoro nei campi o altrove per salutarlo mentre passava,si toglieva il cappello dalla testa e se lo portava rispettosamente al petto e biascicava a bassa voce qualche parola,non stava certo tessendo e sue lodi.No,era decisamente più probabile che stesse maledicendo il giorno in cui la sua nobile madre lo aveva messo al mondo.Sapeva tutto questo...e si divertiva come un matto nel rammentarlo,perché era dall'odio e la paura che quegli stolti provavano nei suoi confronti che nascevano il rispetto e la fama di cui il suo nomee la sua figura erano rivestiti.
Il rispetto nasce dalla paura.Questa è la lezione che tutti dovevano imparare,e quella era la lezione che don Rodrigo aveva imparato fin da quando era in fasce.

Nel momento stesso in cui lo videro,tutte le lavoratrici della filanda entrarono in subbuglio.Conoscevano don Rodrigo e il cugino Attilio,e sapevano perfettamente che quei due erano più bestiali delle loro cavalcature.
Dal canto loro,i due erano troppo impegnati a pavoneggiarsi sui loro destrieri per fare caso alle occhiate incendiarie che arrivavano nella loro direzione.Nel momento stesso in cui Attilio arrestò il suo cavallo e scese,un mormorio percorse la folla,ma fu quando don Rodrigo poggiò la punta del suo stivale lucido su una zolla di terra appena smossa dallo zoccolo del cavallo che gli astanti smisero quasi di respirare. Il signorotto sorrise nel vedere l'intera situazione.Tremate contadinelle.Don Rodrigo è arrivato!
Tutte le donne,quasi contemporaneamente arretrarono di un passo nel momento stesso in cui l'uomo al centro fece scorrere il proprio sguardo sulla folla.
Attilio gli diede una leggera gomitata.<< Hai visto quel capolavoro là in fondo? >>
Rodrigo si sentì quasi disturbato dall'intervento di Attilio.Si girò con fare irritato.<< Che cosa vuoi? >>
<< Là,laggiù,in quel punto.La vedi quella biondina? >>
Guardò nella direzione che gli veniva indicata dal cugino.Effettivamente c'era una ragazza con una massa di disordinati boccoli biondi,e non si poteva negare che avesse una figura interessane.Tuttavia si ritrovò a storcere il naso con un certo disappunto,quasi avesse fiutato un odore sgradevole.<< Te la lascio.A me non interessa >>
<< Bah.Fa come vuoi.Alla fine sei tu quello che ci perde >>.Attilio camminò a grandi falcate in direzione della poverina.Le disse qualche commento volgare e le fece una proposta oscena.Quella,bianca in faccia,si guardò intorno quasi nella speranza che qualcuna delle altre donne intervenisse in sua difesa.Alla fine,vedendo che nessuno faceva nulla,si limitò a seguire l'uomo con aria rassegnata.
Il padrone,vedendo che don Rodrigo restava fermo cercò di darsi un contegno.<< Su,lavative.Qua non c'è niente da vedere.Tornate a lavorare o vi giuro che non vi pago la gionata! >>
Le poverine non poterono fare altro che ignorare quello che stava accadendo e obbedire.
Il signorotto era molto più soddisfatto così.Per lui,il comportamento di Attilio era semplicemente deplorevole.Come era possibile che il cugino si limitasse a rivolgere la propria attenzione solo verso una donna e a comportarsi in quella maniera così animalesca?Rodrigo cominciò a camminare tra la folla di donne che lo guardavano di sottecchi.Era molto più piacevole disturbarne più d'una,e mentre passava tra di loro,mettergli addosso inquietudine e soggezione.La campagna era piena di donne arrendevoli,desiderose di avere l'attenzione di un nobile.Sarebbe stato tutto fin troppo facile fare come faceva Attilio.No,lui preferiva di gran lunga avere a che fare con donne che era costrette a restare passive a causa della loro umile condizione.Donne che non potevano ribellarsi e che erano costrette a fare finta di nulla in ogni caso.Insomma,preferiva di gran lunga donne come quelle che lavoravano alla filanda. Mentre camminava,e lanciava lunghe occhiate lascive in direzione delle donne circostanti,notò che c'era qualcosa di diverso.Anzi,se proprio avesse voluto essere preciso,c'era qualcuno.
In un angolo un po' riparato c'era una ragazzina con una massa di capelli scuri che gli ricordavano vagamente il manto del suo cavallo.Era piuttosto minuta,ben proporzionata e con il viso ovale molto pallido.Era vestita con stoffe grezze e semplici,colorate con tintura che richiamavano i colori della terra,tanto da farla quasi mimetizzare con l'ambiente circostante.Tutto in lei indicava che non aveva assolutamente interesse nell'attirare l'attenzione altrui.L'aria intorno a lei sembrava non essere stata contaminata dalla paura che gravava sulla filanda,ma al contrario si poteva quasi respirare un candore e una pudicizia che don Rodrigo era sicuro di non trovare da nessun'altra parte.Sembrava non averlo notato.Si accostò a lei e sentì un mormorio,come se la ragazza stesse pregando.
Don Rodrigo sorrise tra se e se.Allora fai solo finta di non vedermi,ma in realtà sai benissimo che ci sono e che sono qua,dietro te.Le sfiorò una spalla.Quel solo gesto bastò a farla sobbalzare.Evidentemente,contrariamente a quanto pensava,la ragazza,intenta com'era a lavorare e pregare,non doveva essersi accorta assolutamente di quello che stava succedendo.
La cosa infastidì non poco don Rodrigo.Come osava ignorarlo?Cercò di trarre piacere dallo sguardo spaventato della fanciulla.Aveva gli occhi nerissimi,proprio come i capelli.Sembravano due pozzi profondi...Scosse il capo,cercando di convincersi che lo stordimento che provava era dovuto solo alla calura della giornata.Cercò di darsi un contegno.<< Ma che gran bella ragazza che abbiamo qua! >>
Quella si limitò a continuare a guardarlo con quello sguardo assurdo.Era sicuramente impaurita,eppure a sentirsi inquieto era proprio don Rodrigo.Diavolo,ma che cosa mi sta succedendo?Decise di ignorare la risposta.Sapeva che non gli sarebbe piaciuta per niente.<< Che c'è,sei muta?Sei sorda?O sei solo stupida,proprio come tutti i tuoi amici qui nei dintorni? >>.Sperava che,insultandola,magari la ragazza avrebbe reagito.
E invece nulla.Si ostinava a guardarlo in silenzio.L'uomo ebbe quasi l'impressione che gli occhi della giovane diventassero sempre più grandi,e lui,al loro cospetto,sempre più piccino,come se dovesse essere inglobato da tutto quel nero.
Perse le staffe.Afferrò il braccio della giovane e lo strattonò con forza.
Adesso il labbro della ragazza tremava.Biascicò qualche parola,ma tutto quello che don Rodrigo sentì fu un “in nome di Dio,ti prego di lasciarmi”
Dio.Sempre lui.Sempre chiamato in causa da quella massa di idioti.Si azzardò a incrociare nuovamente lo sguardo implorante della ragazza.Vi lesse una richiesta di pietà,cieca fiducia nella Divina Provvidenza,bontà...Non riuscì a sostenerne il peso.
Lasciò andare la ragazza e si diresse con furia verso il suo cavallo.La bestia,contagiata dal nervosismo del suo padrone,cominciò ad agitarsi.Don Rodrigo si spazientì e strattonò le redini.Il cavallo allora si impennò di colpo,mandando a gambe all'aria il signorotto,e scappò nella direzione in cui era giunto.Mentre l'uomo si rialzava,portandosi una mano alla tempia,gli giunse alle orecchie la risata canzonatoria di suo cugino.Don Rodrigo,allora,si rimise in piedi di scatto,e,agitando il pugno chiuso in direzione di Attilio disse:<< Scommettiamo? >>
L'altro lo guardò,contento che la situazione si fosse momentaneamente ribaltata.<< Sono proprio curioso.Vedremo >>


Don Rodrigo,il "piccolo-borghese"
Diede gas ancora e ancora.Il motore della moto rombava che era un piacere.Era un modello che gli era costato un occhio della testa,ma ne valeva la pena.Certo,niente a che vedere con la porsche che stazionava in garage,però bisognava ammettere che sulle donne faceva molto più effetto quell'enorme bestione a due ruote anziché la macchina.Era nera,chiaramente lussuosa,ma priva di tutti quegli orpelli che utilizzavano i tipici “centauri” per abbellire i loro veicoli.Quelli nella vita,non avevano nient'altro da fare oltre a osannare le loro due ruote nei loro garage,quasi fossero templi.Lui,invece,da fare ce l'aveva,eccome:la carriera,gli affari,i soldi,gli amici,le feste,le donne.Già,c'erano anche loro.La moto non era il paradiso celeste,ma solo un mezzo per raggiungerlo. Spense il motore.Era arrivato.Si guardò nello specchietto sinistro.La sua immagine gli sorrise di rimando.Era semplicemente perfetto.
Aveva già superato i trent'anni,eppure non si vergognava di indossare un giubbotto di pelle nera che sarebbe andato sicuramente bene su un ventenne,ma che sarebbe apparso ridicolo su un quarantenne.Eppure,mentre osservava il suo riflesso sulla vetrinetta del locale in cui stava per entrare,non poté fare a meno di considerare che su di lui faceva ancora un certo effetto.
I suoi amici erano già entrati.Erano arrivati prima di lui e dovevano aver deciso di aspettarlo dentro.Tanto meglio.Non solo stava arrivando per ultimo,facendo chiaramente intendere che non era tipo da aspettare nessuno,ma avrebbe fatto l'ingresso che avrebbe ricevuto più attenzione di tutti.Tutto stava andando come era giusto che andasse.
I “cugini” lo attesero con i boccali di birra alzati in un brindisi in onore del suo arrivo.Notò che,poggiato sul tavoloce n'era uno in più.Attilio prese uno sgabello e lo avvicinò a se,poi gli fece cenno d sedersi lì.<< Rodrigo,mi sono preso la libertà di ordinarti una birra.Ovviamente te l'ho pagata io >>.
Rodrigo aspettò prima di sedersi.Gli sembrava che Attilio volesse aggiungere ancora qualcosa.
<< Sta tranquillo,Rodrigo,è ancora fresca.Avevo previsto che saresti arrivato a quest'ora.Sappiamo che per te la puntualità esiste solo negli affari! >>
Ecco cos'è che quella serpe gli voleva dire!|Aveva cercato di fare lo splendido,passando per l'amicone che si comportava come un fratello maggiore,e che riusciva a capire in anticipo cosa avrebbe fatto.<< Eh,Attilio,vecchio mio,cosa ci vuoi fare...sarà che sto diventando prevedibile come i tradimenti di tua moglie! >>.Non gli interessava che la battuta facesse ridere.L'importante era ridimensionare il cugino.
Attilio incassò il colpo con una recitazione degna di un attore hollywoodiano.Dopo essersi fatto una grossa risata,diede una pacca piuttosto forte sulla spalla di Rodrigo.<< Ahi,ahi.Almeno io una moglie ce l'ho.E poi mia moglie non mi tradisce >>
Rodrigo sorrise.Quella era la prova che la frase che aveva detto aveva procurato un certo fastidio.<< Allora io,al posto tuo,comincerei a chiedermi perchè tua moglie nell'intimità ti chiama “rodrigo”! >>.Esplose in una fragorosa risata.
All'improvviso la sua attenzione venne distolta da qualcosa di un bianco candidissimo.Si alzò dallo sgabello,adducendo come scusa un bisogno fisiologico impellente,curioso di vedere la fonte di quel colore,così in contrasto con il dorato e il rosso di quel lussuosissimo locale.Girò un angolo,e quasi andò a sbattere contro qualcosa.
La sua vista non l'aveva ingannato.Era una ragazza con un'anonima coda di cavallo nera,e un giubbottino bianchissimo fuori moda.Era finita per terra,e lo guardava con l'aria di qualcuno che è stato pescato a fare qualcosa di sbagliato.Rodrigo icrociò le braccia sul petto con aria spavalda.<< Chi sei? >>
<< I-io sono Lucia,la figlia del custode >>
Il custode...custode...ah,già...Mondello!<< Lo sai che non puoi stare qui? >>.All'improvviso si accorse che la ragazza era piuttosto carina.<< Certo,per te potrei anche chiudere un occhio...non so se mi spiego...una mano lava l'altra e tutt'e due lavano il viso,no? >>.Dicendo questo,mise la mano sulla spalla della ragazza e poi cercò di accarezzarle una guancia.
La giovane si scostò di colpo,quasi che la mano dell'uomo fosse arroventata.Lo guardò un'ultima volta,con uno sguardo che era un misto tra la paura e il disgusto,gli diede le spalle e scappò via.
Rodrigo restò a bocca aperta.Era la prima volta che una ragazza lo rifiutava.Si portò una mano verso le tempie,laddove stava cominciando a spuntare qualche capello bianco.
Una risata alle sue spalle lo fece sobbalzare.Attilio lo stava deridendo.<< Ti ha dato buca,eh? >>
Rodrigo era furioso.<< Scommettiamo che non finisce qui? >>
Attilio smise di ridere,ma non si tolse dal volto quel sorrisetto ilare che era stato tipico di Rodrigo fino a poco prima.<< Vedremo,Rodrigo.Vedremo >>
  
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