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Autore: anwilu    02/08/2013    2 recensioni
Terza One-shot della serie "My exboyfriend's friend - Untold stories"
Piccolo omaggio alla memoria di Cory Monteith.
Nellie e Nate vedono il loro zio piangere, ma Finn è davvero così triste come sembra?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'My exboyfriend's friend - Untold stories'
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Lacrime di gioia

Note d'autore: Ho scritto questa one-shot oggi. Non era pianificata per questa storia, ma dopo la triste notizia di ieri di Cory ho voluto scrivere un capitolo con Finn. E ovviamente volevo fosse fluff. Non è betato, quindi mi scuso in anticipo per gli errori.

RIP Cory.

Note traduttore: Mi dispiace pubblicare la storia in ritardo, anche se il dolore per la perdita del fandom non si è affievolito. Spero vi porti un sorriso in questo momento triste.

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“Papi?” Una piccola voce riecheggiò nell’altrimenti silenziosa cucina.

“Che succede raggio di sole?” Blaine si voltò dal bancone dove lui e suo marito stavano preparando la colazione per guardare sua figlia.

“Ti piace questo disegno?” La bimba di cinque anni tenne il disegno sul suo petto così che lui potesse vederlo.

“È bellissimo.” Blaine le sorrise e le carezzò una guancia.

“Papà?” Chiese di nuovo e Kurt sapeva che era il suo turno di dare un opinione al disegno.

“Penso sia davvero bello tesoro. Vuoi che lo metto sul frigorifero?”

“No. È per zio Finn. Pensi che gli piacerà?” Blaine osservò la figura un'altra volta e realizzò che il grande uomo disegnatovi sopra era probabilmente suo cognato.

“Certo. Lo amerà. Ne sono sicuro.”

“Grandioso. Pensi che lo farà sorridere? Voi sorridete sempre quando io e Nate vi diamo un disegno.”

“Si, sorriderà assolutamente.”

“Okay.” La piccola disse e saltò in piedi. “Vado a darglielo adesso.”

“Nellie, zio Finn sta ancora dormendo. Aspetta che si svegli.”

“Ma io non voglio più che è triste. Voglio che sorride ed è felice…” I padri si scambiarono dei sguardi confusi. Kurt si sedette su una sedia e si mise sua figlia sul grembo.

“Perché pensi che zio Finn sia triste?”

“Ha pianto ieri quando stava parlando con voi. Lo abbiamo visto…” Blaine si inginocchiò davanti a loro e prese le mani di lei tra le sue.

“Zio Finn non stava piangendo perché era triste principessa. Stava piangendo perché era molto felice.” Nellie lo guardò accigliata, chiaramente non credeva ad una singola parola di quello che lui le aveva detto. Le persone non piangono quando sono felici. Sorridono e ridono. Aveva cinque anni. Non era una bambina che non conosceva la differenza tra l’essere triste e felice.

“Io non piango quando sono felice.” Affermò. “Piango solo quando sono triste. Perché invece non rideva?” Kurt scosse la testa con un sorriso divertito.

“Perché a volte gli adulti sono talmente felici che cominciano a piangere. E ieri quelle erano lacrime di gioia tesoro. Te lo giuro, zio Finn non è triste.”

“Vai a toglierti il pigiama. Puoi aiutarci con la colazione mentre aspettiamo che si sveglia.” Suggerì Blaine e lei annuì, ancora confusa dal motivo per cui gli adulti avrebbero dovuto piangere quando non erano tristi. Sembrava una cosa stupida.

Nella strada per arrivare alla sua stanza passò quella degli ospiti e la curiosità ebbe il sopravvento su di lei. Aprì lentamente la porta per convincersi che il suo amato zio stesse davvero dormendo – cosa che era vera. Chiudendosi la porta dietro corse nella stanza di suo fratello.

“Nate?” Sussurrò entrata nella stanza. Nessuna risposta. “Nate?” Arrivò al letto, dove era visibile la figura di suo fratello sotto le coperte. Nate stava apparentemente dormendo come Finn. Gli diede una gomitata con un po’ troppa forza per una bambina di cinque anni. “Nate?”

“Hmmm?” La testa di suo fratello apparve quando lei gli tirò via le coperte.

“Stai dormendo?” Chiese innocentemente.

“Non più.” Mormorò Nate. Dio sa che amava sua sorella più della sua stessa vita, ma a volte lo faceva impazzire.

“Guarda.” Disse mettendo il disegno proprio davanti i suoi occhi assonnati.

“Carino.”

“È per zio Finn. Così non sarà triste.” Nate si sedette immediatamente. Lui non aveva niente per rendere suo zio felice. Non era molto portato per l’arte. Almeno era quello che i suoi genitori gli dicevano quando non volevano dirgli che era un caso senza speranze nel campo artistico. Infatti Nellie e Nate non sapevano cantare né ballare, ma in aggiunta a tutto questo, Nate non sapeva neanche disegnare.

“Non preoccuparti.” Nellie cercò di confortarlo non appena sentì la tensione in lui. “L’ho firmato da parte di entrambi. Vedi?” Indicò un angolo del disegno. C’erano due chiare firme con calligrafia infantile.

“Grazie… Vorrei saper fare un disegno da solo.” Sospirò Nate.

“Sai fare dei disegni da solo. È solo che non ti piacciono.” Gli ricordò Nellie.

“Perché sono orribili…”

“Beh, non puoi essere bravo in tutto.” Disse lei con sagacia. “Sei il bambino più intelligente di tutta la classe. Puoi fare molto di più che un disegno. Un giorno puoi essere un dottore. Ecco quanto sei intelligente. Io posso fare un disegno, ma non posso essere un dottore. Non sono abbastanza intelligente per quello. Ma tu lo sei Nate. Un giorno aiuterai nonno Burt a stare meglio quando andrà di nuovo in ospedale. E non dovrai preoccuparti di fare dei disegni perché i bambini che tu aiuterai li faranno per te.”

“Si, potrei fare questo.” Nate sorrise e si mosse di più contro il muro così che sua sorella potesse sedersi accanto a lui sul letto.

“Papi dice che zio Finn non era triste quando stava piangendo, ma io penso che stava mentendo.”

“Allora perché piangeva?”

“Mi hanno detto che a volte gli adulti piangono quando sono davvero felici… ma è strano. Non pensi?”

“Si. Io piango solo quando sono triste. Papà ha pianto quando nonno Burt è andato in ospedale l’anno scorso e papi lo ha stretto per tanto tempo. Ti ricordi? Erano entrambi tristi.”

“Me lo ricordo. Gli abbiamo fatto dei disegni… Andiamo nella stanza di zio Finn. Forse si è alzato.” Propose Nellie e Nate saltò dal suo letto in un istante. Silenziosamente si incamminarono verso la stanza e aprirono la porta. Finn stava dormendo beatamente e i due fratelli non sapevano cosa fare. Nellie sapeva che i loro papà si sarebbero arrabbiati se avessero svegliato loro zio. Quindi si arrampicarono sul letto e poggiarono le loro piccole teste sul suo petto. Le coccole erano una meraviglia quando qualcuno era triste. Facevano stare meglio. C’erano stati migliaia di momenti in cui le coccole erano state necessarie nella famiglia Anderson-Hummel e Nellie e Nate erano i migliori coccoloni del mondo intero. I loro padri dicevano così, e loro non mentivano mai. Beh, a parte per la strana cosa del piango perché sono felice, ma i bambini sapevano esserci qualcosa dietro e continuavano a considerare i loro genitori degni di fiducia.

“Buongiorno.” Gli disse Finn non appena loro trovarono una posizione ai suoi fianchi.

“Abbiamo un disegno per te.” Disse Nellie dandogli il figlio. Finn si sedette così da poterlo guardare meglio e un gran sorriso apparve sul suo volto.

“Grazia ragazzi. È meraviglioso.”

“Siamo noi quando ci hai portato al parco di Columbus.” Finn osservò il disegno. C’era un grande uomo in piedi accanto alle giostre con due bambini seduti sui cavallucci.

“Eravamo felici allora, te lo ricordi?” Chiese lei ansiosa mentre pensava che suo zio avrebbe potuto dimenticare il loro viaggio.

“Si, certo che mi ricordo. È stata una meravigliosa giornata passata insieme.”

“Non vogliamo che tu sei triste zio Finn.” Disse Nate in un sussurro.

“Piccolo, non sono triste.” Lo rassicurò Finn e baciò la testa di entrambi. “In realtà sono molto felice.” Ghignò e li avvicinò a se.

“Ma tu ieri stavi piangendo quando parlavi con papà e papi.” Gli ricordò Nate.

“È vero. Piangevo. Ma non perché ero triste. Piangevo perché ero molto, molto felice.” I fratelli sospirarono. Cosa ci trovavano gli adulti nel piangere quando erano felici?!

“Volete sapere un segreto?” Chiese loro Finn con voce bassa. “Ma non potete dirlo a nessuno.” Continuò adocchiandoli. Annuirono con fervore e fecero segno di chiudersi le labbra con una cerniera per fargli sapere che non avrebbero detto niente ad anima viva. Finn allungò un braccio e prese qualcosa dal comodino.

“Guardate questo.” Stava tenendo in mano un piccolo foglietto nero con una strana forma sopra.

“È una foto dell’universo?” Nate era sicuro di aver visto foto simili nelle sue enciclopedie.

“No, non è una foto dell’universo. È la foto di un bambino.”

“Un bambino?” Chiesero insieme i fratelli, guardarono la foto con occhi spalancati.

“Dov’è il bambino?”

“Qui.” Finn indicò qualcosa che sembrava un fagiolo.

“È un bambino senza corpo?” Nellie davvero non capiva cosa suo zio stesse cercando di mostrare loro.

“No, è il corpo di un bambino, ma adesso è molto piccolo. Il bambino ha bisogno di crescere nella pancia della mamma.”

“Hai fatto la foto di un bambino dentro una pancia?” Nate non riusciva a crederci. Una foto dell’universo sarebbe stata molto più fica.

“Beh, si. È la prima foto di vostro cugino. Zia Suzie e io avremo un bambino tra qualche mese.”

“Saremo cugini?” Strillò Nellie eccitata.

“Si. Lo sarete. Sarete i cugini più meravigliosi di tutto il mondo. Che ne dite? Vi piace?” Il viso di Nate probabilmente faceva male per quanto era grande il suo sorriso. Forse la foto dell’universo sarebbe stata più fica della foto di un bambino fagiolo, ma essere un cugino maggiore superava tutto.

“Quando uscirà dalla pancia?” Chiese.

“Ci vorrà un po’. Il bambino dovrebbe nascere a metà estate.”

“Fantastico! Non saremo a scuola! Posso aiutarti a spingere il passeggino? Amo spingere i passeggini. Ti prego, ti prego, ti prego.” Pregò Nellie.

“Si. Certo che puoi.”

“È una femmina o un maschio?”

“Non lo sappiamo ancora Nate.”

“Potete scegliere?”

“No, non possiamo scegliere.” Finn rise.

“Ma papà e papi ci hanno scelto.”

“Si, loro potevano scegliervi perché eravate già nati. Il mio bambino non è ancora nato.”

“Non è ancora nato ma tu sai che è già tuo?”

“Beh, si. È mio e di zia Suzie.”

“Zia Suzie ha il bambino nella sua pancia?”

“Si, è lì.”

“Ieri stavi piangendo perché non puoi scegliere se è un maschio o una femmina?” Chiese Nate con compassione.

“No piccolo. Non mi interessa se è una femmina o un maschio. Piangevo perché volevamo avere un bambino da tanto tempo e finalmente ne avremo uno. Sono felicissimo.”

“Quindi gli adulti piangono davvero quando sono felici?”

“Si, lo facciamo.” Finn annuì. “È una cosa stupida, vero?”

“Si, lo è.” Nate e Nellie ridacchiarono.

“Ti vogliamo bene zio Finn.” Nellie disse e lo abbracciò. Nate semplicemente sorrise e sollevò una mano per dare a suo zio il cinque.

“Vi voglio bene anche io.”

  
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