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Autore: Kiji    02/08/2013    1 recensioni
Un amore tradito può essere perdonato? Sofferenza ma anche verità e tanta dolcezza espressa con un filo di voce.... Una storia di un amore dolce e passione... Henry e Kris degli ExoM, due ragazzi che apparentemente non hanno nulla in comune ma forse...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Henry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’amore è un’arma a doppio taglio, una belva spaventosamente intrigante che ti cattura e ti invade di una terrificante, briosa paura. Lo capii la prima volta quando tutto il mio mondo, le mie speranze ed il mio futuro, sparirono con un solo bacio tradito. Vedere con i miei stessi occhi l’uomo che amavo con tutto me stesso abbracciare un’altra persona, fu una sofferenza tale che percepii le schegge del mio cuore ferire la mia carne. Il mio corpo, abbandonato dallo spirito, era immobile ad osservare quella scena. Non soffrii! Non avevo più alcun senso nel mio corpo che mi facesse percepire il dolore, eppure continuavo a piangere in silenzio. In un solo istante, quegli anni di amore intenso, sembravano nulli. A passi malfermi, mi allontanai più veloce che potevo, con solo l’eco della sua voce che mi seguiva.
 – He… Henry aspetta! – Non volevo parlargli, non ero pronto! Le sue bugie, come potevo credere ancora alle sue parole, ma forse la verità sarebbe stata ancora peggio. Tutte quelle volte in cui i miei dubbi furono così grandi da spaventarmi, quelle piccole parole di dolcezza mi avevano riportato alla luce, ma adesso era tutto inutile. Mentre salivo in macchina, sfrecciando come una furia sulla strada principale, ero accecato totalmente dalle lacrime e guidare era così difficile. Abbastanza lontano, mi fermai di colpo, in una strada che non conoscevo e ricaddi pesantemente nel volante che profumava di buono. Non sentii più nulla! Né il mio cuore che batteva, né il rumore del clacson forte e persistente, nè la suoneria di quel telefono inanimato.
Era tutto svanito nel nulla. Ero completamente bloccato in quella posizione scomoda e che, senza alcuna logica, come una posizione antalgica, mi dava protezione e conforto. Non so quanto tempo impiegai per riprendere le forze, forse pochi minuti o qualche anno, chi può saperlo. Ricordo solo che quando alzai la testa, vidi il sole rosso, sparire dalla vista umana ed il cielo che iniziava a tingersi di un blu intenso e torbido. Non volevo tornare a casa, ma neanche potevo dormire in macchina, quindi mi diressi verso il primo albergo della zona e, indossando il cappello, entrai cercando di non attirare l’attenzione. Non notai neanche il nome di quel piccolo locale squallido, era l’ultima cosa che volevo sapere, impegnato com’ero a cercare di sopravvivere.
Entrando in quella piccola camera, notai la sporcizia ai margini del pavimento e sono consapevole che la mia espressione rimase immutabile. Gettandomi nel materasso duro, affondai il viso sulle lenzuola pulite che emanavano un leggero odore di lavanda e mi addormentai. Non feci alcun sogno quella notte, ma rividi i nostri occhi incontrarsi e i nostri cuori legarsi ad un solo destino. Quei ricordi, che tutto erano fuorché fantasia! Quella melodia che suonai, i suoi occhi che mi palpavano da lontano, l’ambiente elegante di quella competizione musicale ed il mio nervosismo che mi rendeva incapace di impugnare il violino nella mia mano. Non so per quale ragione, ma solo guardando quegli occhi sconosciuti che, incredibilmente mi ricambiavano, riuscii a farcela.
Sentire la sua voce, poter avvicinarmi al suo corpo, assaporare le sue labbra. Eravamo due ragazzini, ma ai nostri occhi quel nostro amore nato dal nulla era qualcosa di più importante della nostra stessa vita. La persona che ho amato per 10 anni, senza osare voltare lo sguardo dal suo corpo angelico, si chiama Kris. Da quel nostro primo incontro, che finì con le sue mani avvolte nel mio corpo esausto dalla fatica, tutto si complicò nella mia vita. I giorni passavano pieni di eccitazione e ricchi di gioie e dolori, ma la mia fiducia per lui non vacillò mai. Sia quando era lui ad osservarmi da uno schermo, che quando divenni io il suo fan numero 1. Luccicante e pieno di fascino, iniziai ad avere paura.
– Henry, sei uno stupido! Sai che ti amo. Sei la persona più importante della mia vita. – Sebbene lo ripetesse spesso, il suo sguardo parlava più della sua voce tremante. I suoi occhi erano così distanti, come se un’ombra grigia si fosse introdotta nella sua vita, conducendolo troppo lontano da quel mio cuore che ancora dopo tanto tempo, palpitava solo per lui. Quando mi svegliai, la luce del mattino era troppo forte per i miei occhi stanchi e privi di lucentezza. Uscii di fretta da quel luogo, non potevo restare pur sapendo che fosse il solo angolo di paradiso che ancora mi restava.
Uscendo da quel locale, mentre l’aria fredda mi pungeva il viso, ripensai ancora a Kris. Al dolce contatto della mia pelle umida sul suo corpo, alla sensazione dei suoi baci caldi e a quella sua voce sussurrata nell’orecchio. Solo per un breve istante, avevo dimenticato, ma la realtà è sempre lì pronta a ferirti ancora, sempre con maggiore intensità. Salendo in macchina, uno spiacevole sentimento si mosse nello stomaco, come se qualcuno o qualcosa mi chiamasse. Quella nausea che, lentamente, saliva e scendeva nel mio corpo, una preoccupazione che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Aprii d’istinto il telefono e ciò che trovai fu spaventoso. Non riuscii neanche a contare le numerose chiamate che mi fece ma, in quel momento, non ne compresi a fondo il motivo. Non sapevo cosa stessi cercando, ma ascoltai come al solito la segreteria telefonica. La sua voce era qualcosa di minaccioso alle mie orecchie, eppure necessaria.
“ Henry, so cosa stai pensando ma ti prego, lasciami spiegare! Dammi il modo di chiederti scusa. Voglio vederti!” Poi, un’altra voce richiamò la mia attenzione, qualcosa di sconosciuto e che non avrei potuto riconoscere neanche volendo. Dolce e confusa, una giovane donna mi parlò piena di candore. Capii immediatamente, rivedendo nei miei occhi i suoi capelli biondo cenere e quegli occhi neri e totalmente ricoperti della sua figura immacolata. Quella stessa persona che mi aveva ucciso dentro, adesso si burlava di me.
 “ Henry, non merito di chiederti scusa. Ciò che ieri hai visto, non  ho la forza di implorare il tuo perdono. So che anche se lo facessi, la mia supplica sarebbe vana, vero? Volevo invece ringraziarti, perché insieme a te Kris non ha mai sofferto, il tuo amore gli ha sempre dato speranza e gioia. Voglio che tu sappia la verità, prima che sia troppo tardi. Ti aspetto.” Quell’indirizzo, sussurrato per caso, sembrava la mia condanna a morte. Vedere dietro la finzione, seppur allettante, mi avrebbe consumato ancora di più o forse avrebbe gettato quel peso così ostile che mi perseguitava. Mentre vagavo per le strade, cercando di convincere il mio cuore a scegliere la strada giusta, ebbi la risposta. Il nostro primo bacio, la prima volta che mi scostò i capelli dalla fronte con quella sua espressione imbronciata, le sue mani che asciugarono così spesso il mio viso dalle lacrime. Tutto ed ancora di più era conservato a fuoco dentro di me, impossibile da scindere dalla mia stessa anima. Senza pensarci, feci inversione e, a tutta velocità, mi diressi verso quel luogo oscuro e da temere. Più la strada avanzava, più mi sentivo inquieto. La voce di Kris, le nostre mille promesse erano ancora incise dentro di me.
– Henry, diventerò un cantante. – Le sue mani calde che mi avvolgevano teneramente.
– La SM mi ha richiamato! Da oggi lavorerò per la tua stessa compagnia. – I nostri abbracci carichi di calore e passione.
 – Canterò solo per te! – Non potevo credere che fosse tutto finito. Arrivato sul luogo, scesi tremante dall’auto e vidi quella piccola casetta incorniciata tra gli alberi, così somigliante ad una clinica di basso livello. Dove mi trovavo? Avanzai a fatica ed entrando, trovai conferma della mia ipotesi. Cercando di non farmi notare, superai il corridoio e trovai quella stanza, ma non osavo muovermi. Cosa avrei trovato aprendo quella porta? Non riuscii a stabilirlo prima di…
- Henry! Cosa ci fai qui? – La voce di Kris mi fece sobbalzare, voltandomi istintivamente verso di lui, vidi quei fiori così belli avvolti nel suo braccio. Non riuscivo a tollerarlo, sentii quel dolore avvamparmi dentro.
– Lei ha chiesto di vedermi, ma in fin dei conti è impossibile! – Feci per andarmene quando sentii la sua stretta così forte da impedirmi di muovere un solo muscolo.
– Ti prego, non andare! – I petali colorati sul pavimento e la sensazione del suo corpo sul mio, mi confusero ancora.
– Lasciami Kris, hai fatto la tua scelta. Io non voglio più vederti. – Anche se ci provavo con tutto me stesso, era troppo difficile cacciarlo via da me, quindi ci rinunciai quasi subito.
– Io ti amo Henry. Ciò che hai visto ieri, so che ti ha ferito, ma ti prego ascoltami! Quella ragazza è Sunny, una mia amica d’infanzia. Avrei dovuto dirtelo prima, ma non riuscivo ad accettarlo. Sta morendo Henry! Io… io dovevo farlo, perdonami. – Improvvisamente, sentii il suo pianto disperato, quel suono che spesso avevo consolato, ma che adesso mi incuteva terrore. Voltandomi il suo corpo affondò sul mio petto e vidi tutta la sua tristezza infondersi in me.
 – Lei… Lei morirà. La mia migliore amica non sarà più su questa terra. - La sua voce, che continuava a ripetere quelle parole, la sento ancora oggi a volte. Mentre baciavo le sue lacrime salate, capii che sebbene un altro corpo lo aveva sfiorato per un istante, io non avrei mai potuto lasciarlo andare. Quell’amore che ci univa, sapevo che ci avrebbe legato insieme per tutta la vita. Mentre diceva addio a quella giovane anima spossata dalla sofferenza, io rimasi al suo fianco. Quando quel piccolo corpo argentato esalò il suo ultimo respiro, pianse ancora ma non era solo. Sebbene facesse male, anche con quelle piccole cicatrici che non si sarebbero rimarginate, fino a quando saremmo rimasti insieme, neanche l’infermo faceva paura!
Fine
  
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