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Autore: harry smile cuore    02/08/2013    7 recensioni
E' la mia prima One-Shot a cui ne seguirà un'altra che farà da "seconda puntata".
Mi servono dei pareri quindi... entrate a provarla!
-Come corri ragazza!- ridacchiò ansimando, -Saresti disposta a scopare con uno sconosciuto incontrato da si e no due ore che, per quanto ne sai, potrebbe essere un assassino, un drogato o qualsiasi altra pessima persona?-
Risi sottovoce e tra me e me pensai che per uno sconosciuto del genere avrei fatto di tutto.
Poi le sue mani mi presero gli spallini della canottiera e mi tirarono sopra di lui....
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscii di casa indossando un paio di leggins neri e una gigantesca felpona grigia che mi arrivava sopra le ginocchia e mi avviai verso la fermata della metrò come tutte le sere.

Ho diciott'anni e tutte le sere, compreso il sabato sera, mi ritrovo a lavorare come pizza-girl in una fottuta pizzeria mentre tutte le mie coetanee vanno in discoteca e se la spassano con i ragazzi.

Beella!

Arrivai in pizzeria con dieci minuti di ritardo e il proprietario mi guardò in cagnesco:

-Jenna, è il terzo ritardo questa settimana e siamo solo a mercoledì, non puoi andare avanti così!-

Mi limitai a sbuffare guardando disgustata la specie di cappellino che mi tocca indossare quando consegno le pizze nelle case; sapevo che non mi avrebbe licenziata, dove l'avrebbe trovata un'altra ragazza disposta a lavorare il sabato sera per uno stipendio da fame?

Cominciai a giocare con il taccuino per le ordinazioni mentre aspettavo che il telefono suonasse.

-Sì, pronto?- risposi neanche a farlo apposta trenta secondi dopo.

-Salve, vorrei due margherite, una alle patatine...- sentii che l'interlocutore parlava con altre persone,-...si, poi una capricciosa e una con salame piccante, grazie-

Presi l'ordine su un post-it rosa che poi passai al pizzaiolo e risposi al ragazzo al telefono:

-Viene lei a ritirarle o vuole il servizio a domicilio?-

-Mmm...domicilio, grazie...l'indirizzo è Wellington Street numero otto-

-Grazie e arrivederci-

Come potevo essere caduta così in basso tanto da fare la pizza-girl?

Pizza-girl, ma che cazzo di lavoro è? Meglio la cassiera o la cameriera o....

-Jenna, le pizze per Wellington Street, vai tu a consegnarle!- mi interruppe il mio capo.

No.

Tutto ma non consegnare le pizze!

Se esisteva una cosa più ridicola del cappellino a forma di pizza che dovevo indossare, quello era il furgoncino con la quale si facevano le consegne.

Mi vergognavo da matti a farmi vedere in giro con quel catorcio, cazzo, merda!

Adocchiai un paio di Ray-Ban neri posati dietro al bancone e li sgraffignai infilandomeli nella tasca dei jeans.

Salii sul camioncino sgangherato mi misi il cappuccio della felpa e gli occhiali, sentendomi tanto come l'agente 007 in missione.

Dieci minuti dopo ero davanti ad una villa in cui era in corso una festa tra ragazzi piuttosto arrapati giudicando dagli strani versi che ne provenivano.

Mi tolsi il cappellino, almeno quello, e suonai il campanello reggendo i cartoni con una sola mano e rischiando un macello.

Circa due minuti dopo la porta si aprì e mi ritrovai davanti a un ragazzo.

Un figo.

Istintivamente i miei occhi si posarono sul suo ehm....quello...e un sorrisetto mi dipinse le labbra.

-Ciao bella-fece lui squadrandomi.

-Le tue pizze, sono 30 £, grazie!- cercai di non farmi distrarre dalle sue labbra carnose, ero in orario di lavoro porca carota!

-Sei di fretta, non ti va di entrare?- chiese malizioso passandosi una mano nei capelli.

Ok, mi aveva scambiato per una prostituta a domicilio?

-Non posso, devo tornare al lavoro!- dissi con aria saggia, pentendomene tre secondi dopo.

-Vabò, sarà per la prossima volta...- sghignazzò lui.

-Haaaaarrryyyyyy!!!- fece una voce da dentro.

Il sexy-riccio sulla porta si girò e rispose mentre prendeva i soldi dal portafoglio.

-Eccoti- fece consegnandomi i soldi.

-Ciao e buona serata!- dissi allontanandomi.

Non potei fare a meno di sculettare un po' mentre tornavo verso il furgone e il ragazzo parve apprezzare visto il lungo fischio con il quale mi salutò prima di tornare in casa e chiudersi la porta alle spalle.

A fine serata presi la mia bella birra ghiacciata dal frigo e mi avviai a piedi verso casa.

Aprii la porta e mi buttai sul letto senza struccarmi ne spogliarmi, ero distrutta e rimandai tutto alla mattina successiva.


Quella notte mi feci mille filmini mentali su come sarebbe stato se avessi accettato l'invito del riccio poche ore prima...Mmmmm....

Al mattino come previsto ero una zombie alla massima potenza.

Mi feci una doccia e mentre cercavo un reggiseno push-up nel cassetto, bisogna pur far qualcosa se si ha una seconda scarsa di tette o no?, suonò il campanello.

Acciuffai una t-shirt che un mio ex aveva dimenticato mesi prima in camera mia e che mi faceva da vestito, poi scesi di sotto.

-Jenna,è mai possibile che non rispondi mai e sottolineo mai al cellulare?- disse una cosa rossa entrando come una furia nella mia piccola cucina.

La rossa si sedette sul tavolo e si preparò con pazienza una sigaretta mentre mi raccontava della notte focosa con il suo uscente.

-E tu?-

-Lavoro-casa-lavoro-casa!-

-Nessun ragazzo dopo Sean?-

Qualcosa si mosse nel mio stomaco e mi venne l'urto del vomito.

-Dopo Sean? No..nessuno-

Sean era il mio ex che avevo sgamato a scopare come un coniglio nei bagni nella palestra, il giorno del nostro mesiversario.

-Sto cercando di dimenticarlo...ho bisogno di tempo.-

-Sì, hai ragione Jenna ma ormai sono passati quattro mesi, devi rifarti una vita!-

Come ogni volta il ricordo di Sean riportò a galla la parte buia della mia vita, mi tornarono in mente le sere passate a tagliarmi quando avevo quattordici anni, la droga che ogni tanto prendevo per stare meglio, l'incidente dei miei genitori.

Sheila notò le lacrime che mi salivano agli occhi e prontamente abbandonò la sigaretta mezza fatta sul tavolo e mi trascinò in camera.

-Sabato sera un mio amico dà una festa e ti costringo a venire- ordinò prepotente spalancando l'armadio e scorrendo i vestiti.

Ne trovò uno rosso che avevo preso non so in quale occasione e che, devo ammetterlo, mi faceva piuttosto carina e soprattutto valorizzava quel poco di seno che quella stronza di madre natura mi aveva donato.

Guardai invidiosa la quarta della mia amica e lei mi fulminò:

-Non guardarmi le tette che sembri lesbica!-

Scoppiammo a ridere e io mi ricordai di una cosa.

-She, guarda questi- dissi estraendo dei vertiginosi tacchi 20 da sotto il letto.

-Porca trottola!- disse lei rubandoli dalle mie mani e infilandoseli immediatamente.

-Li ho trovati in un negozietto qualche sera fa e non ho saputo resistere...-

Passammo il resto della mattinata in modo molto improduttivo finché a mezzogiorno Sheila levò le tende.

-Ci vediamo sabato bella, ci conto!-

-Farò il possibile- ribattei io.


Il mio pomeriggio passò con me sdraiata sul divano che mi ingozzavo di porcherie di tutti i tipi guardando trasmissioni a casaccio e pensando sbadatamente al ragazzo che avevo incontrato la sera prima.

Ebbi una folgorazione.

Presi la guida telefonica da un cassetto e cercai l'indirizzo della casa.

Scorsi la lista...

“8, Wellington Street_Famiglia Styles”

Styles....sarà lui o uno dei suoi amici?

Alle otto corsi fuori di casa e andai al lavoro come di routine e così anche il giorno dopo e quello dopo ancora.


Venerdì sera, per l'appunto, mi trovavo nella zona di St. James Park per un'ultima consegna quando il mio capo mi chiamò sul cellulare.

-Sii?-

-Visto che domani ti concedo le ferie, stasera fammi ancora una consegna per favore..-

Poi mi dettò un indirizzo familiare.

Percorsi la strada insonnolita e quando arrivai davanti alla casa, lì per lì non la riconobbi.

Suonai alla porta e venne ad aprirmi un kebabbaro senza maglietta.

“Quanti ragazzi fighi nelle ultime ore” pensai stordita, “Un momento però..."indietreggiai e andai a vedere l'indirizzo dell'abitazione: Wellington Street 8, come immaginavo!

Il kebabbaro mi guardava confuso e così gli mollai le pizze sperando che mi invitasse ad entrare come aveva fatto il suo amico.

-Buona, quanto fa?- domandò sfilando dei soldi di tasca.

-Zayn, pago io...- disse una voce alle sue spalle.

Due secondi dopo comparve il riccio di due sere prima.

-Ehi, ciao!- disse lui ricordandosi.

-Ciao!!- restituii il saluto io.

-Stasera non puoi rifiutare l'invito, chiaro?-

Si, si, siiii!!!

-Mi tocca accettare allora!- ammisi io facendolo ridere.

Mi fece strada nella casa lasciando l'altro ragazzo sul vialetto con in mano una decina di pizze e mi condusse in una stanza dove una decina di ragazzi stavano facendo festa.

-Belli, vi presento ehmm...- disse guardandomi.

-Jenna- lo aiutai io.

-..sì, Jenna!-

Gli altri ragazzi alzarono un braccio in segno di saluto poi tornarono a concentrarsi sulla play-station o sulle labbra delle fidanzate.

-Tu invece sei?-

-Ah, già, io sono Harry...e lui è Zayn- disse alludendo a quello che avevo scambiato per un kebabbaro e che mi fece l'occhiolino prima di entrare in cucina con le pizze.

-Ti siedi con me...Jenna?- disse avvicinandosi ad un divano di pelle.

Feci come aveva detto ed iniziammo a parlare.

-Tu cosa fai nella vita?- domandò dopo un po'

-Ehm...- dissi descrivendo dei cerchi con le mani, -..la pizza-girl!-ammisi un po' imbarazzata.

Lui rise mettendo in mostra una fila di denti perfettamente perfetti.

-Tranquilla, sei la pizza-girl più sexy che abbia mai conosciuto!-

-Perchè ne conosci tante?- domandai furbescamente.

Ragiona Jenna, un figo così come minimo si porta a letto una ragazza diversa ogni sera!

-Harry ha un repertorio molto vasto in fatto di ragazze..– intervenne un biondo stravaccato sul divano a sgranocchiare pop-corn.

Per tutta risposta il ricciolo gettò un cuscino in testa all'altro.

Il kebbaro-Zaynqualcosa ci chiamò dalla cucina perchè le pizze erano pronte.

Harry mi sollevò per le gambe e mi trasportò direttamente in cucina senza fatica mentre io mi contorcevo come una piovra cercando di scendere, anche se a dire il vero non mi dispiacevano affatto le sue mani grandi che mi tenevano le gambe.

Mangiammo, bevemmo e fumammo e naturalmente un coglione che non faceva altro che fissare le tette della sua ragazza saltò fuori con una grande idea.

-Ragazzi, non può certo mancare il gioco della bottiglia, o sbaglio?-

Si udirono delle risatine d'approvazione.

-Ehm, si è fatto tardi, devo proprio andare!- dissi sperando di evitare il gioco.

-Ma come, te ne vai proprio sul più bello?- chiese il biondo di prima mentre già mi stavo alzando.

Harry mi afferrò il braccio.

-No, furbetta... stai qui ancora un attimo, solo un turno poi sei libera- chiese supplichevole.

Mi sedetti rassegnata sperando che la dea bendata sarebbe stata buona con me almeno una volta, intanto Zayn girava la bottiglia che si fermò dritta davanti al riccio.

La bottiglia ruotò di nuovo ma stavolta si arrestò davanti a me.

-Non ci credo! Tu hai truccato la bottiglia!- accusai Harry mentre tutti scoppiavano a ridere.

Lui alzò le mani in segno di innocenza e mi condusse nella stanza accanto chiudendo la porta; c'era buio e non vedevo oltre il mio naso.

Ci sedemmo su qualcosa di morbido e lui si avvicinò pericolosamente.

L'attimo seguente ero schiacciata contro lo schienale del divano mentre lui mi divorava le labbra con passione.

I suoi baci erano diversi da quelli di Sean, quelli di Sean erano freddi, poco partecipi e non mi facevano provare nulla; quell'interminabile bacio al buio invece mi aveva confusa, spaventata e affascinata allo stesso tempo: avevo le guance bollenti e qualcosa che si agitava nel petto.

-D...dobbiamo scopare?- chiesi ad un tratto.

Lo sentii ridere, poi si sedette accanto a me.

-Come corri ragazza!- ridacchiò ansimando, -Saresti disposta a scopare con uno sconosciuto incontrato da si e no due ore che, per quanto ne sai, potrebbe essere un assassino, un drogato o qualsiasi altra pessima persona?-

Risi sottovoce e tra me e me pensai che per uno sconosciuto del genere avrei fatto di tutto.

Poi le sue mani mi presero gli spallini della canottiera e mi tirarono sopra di lui.


Aprii gli occhi e vidi che dalla finestra faceva capolino un timido raggio di sole.

Era mattina.

Wow, per questa perla di saggezza potevo meritare un Nobel

Misi i piedi a terra e cercai le ciabatte senza trovarle, allora guardai sul tappeto ma non ci sono.

Ehi un attimo! Quello non era il mio tappeto.

Ok che la mattina non sono particolarmente sveglia ma avrei riconosciuto il tappeto che per anni rivestiva il mio pavimento!

Mi guardai attorno e capii di non essere nella mia stanza.

Dove minchia ero?

Improvvisamente ricordai la sera prima, le pizze, Harry, il gioco della bottiglia, io e lui...

Avevamo scopato?

Cercai dei segni che me lo confermassero ma la stanza era tranquilla e di Harry nemmeno l'ombra.

Uscii da lì e mi ritrovai in un corridoio che non conoscevo.

Aprii una porta a caso, era il bagno, poi urlai:

-Haaarry?-

Silenzio.

Che razza di scherzo era?

Scesi al piano di sotto dove non c'era nessuno, riconobbi la cucina, l'ingresso e la stanza dove Harry mi aveva portata: la cosa morbida su cui ci eravamo seduti era un grande divano leopardato.

Incastrato in mezzo ai cuscini c'era il taccuino che usavo per prendere le ordinazioni in pizzeria, lo presi e me lo ficcai in tasca.

Dove diamine erano Harry e i suoi amici? Mi avevano usata per qualche trasmissione di scherzi? Cercai con gli occhi delle telecamere sul soffitto ma non ve n'erano...


Hola!

Questa è la mia prima One-Shot, se così si può chiamarla (?)

Ovviamente non finisce così, ci sarà un'altra “puntata” in cui chiarirò il mistero maaaa.....

la pubblicherò solo quando questa storia riceverà 8 recensioni.

Lo so, sono cattiva, ma devo farlo per vedere se qualcuno legge le mie storie o no.

Quindi...alla prossima, spero!

Bacioni

B'''''

;)
  
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