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Autore: soholdontome    02/08/2013    1 recensioni
Mi prese per le mani e mi tirò verso di lui, adesso sì che il mio cuore andava veloce.
«Ti ho mai detto quanto sei bella, Amanda?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ci trasferiamo da Connor e niente storie, Amanda» aveva detto.
«Certo Margaret, continua a pensare sempre e solo a ciò che va bene a te!» era stata la mia risposta, e cinque mesi dopo vivevo davvero con loro due in un posto tanto bello quanto detestabile.
Margaret era mia madre e avevo smesso di chiamarla 'mamma' quando mi faceva arrabbiare, cosa che da quando stava con Connor, il suo nuovo fidanzato e promesso sposo, succedeva spesso.
Essenzialmente odiavo ogni singolo aspetto del trasferimento, compreso i vicini di casa che sarei stata costretta ad avere. Avevo già conosciuto due di loro, la signora Hemmings -Liz- e il figlio Luke. Lei era la classica mamma, dolce e premurosa, non mi andava a genio che fosse ciò che mia madre aveva smesso di essere; lui... beh, lui lo odiavo perché era carino, simpatico, dolce e gentile con me. In fondo avrebbe potuto anche piacermi ma non avevo né voglia né tempo di mettermi dietro a un ragazzo, anche se lui era perfetto ai miei occhi, soprattutto quando da camera mia vedevo che lui sedeva sul letto della sua stanza a cantare e suonare una chitarra.

Un giorno, nel tardo pomeriggio, ero in giardino col portatile a bordo piscina, Liz era a potare l'aiuola accanto alla bassa staccionata che separava le nostre ville e il figlio faceva finta di aiutarla. Mentre leggevo misi della musica a caso, tanto per non stare in silenzio mentre navigavo in Internet e sentii Luke intonare la canzone. Aveva una voce fantastica, piena e profonda, ma allo stesso tempo dolce, e ho pensato subito che avrei passato volentieri ore ad ascoltarlo, ma mi girai verso di lui e mi sorrise, facendomi arrossire fino alla punta dei capelli. Mi voltai di nuovo facendo del mio meglio per non posare ancora i miei occhi su di lui, che stava continuando a cantare fissandomi. All'improvviso sentii un tonfo e dei passi.
«Sai, non è carino ignorare qualcuno che ti sta praticamente facendo una serenata»
«Luke, hai scavalcato la staccionata!» dissi vedendo chi era.
«Lo so, ma tu non mi degnavi di uno sguardo. È forse perché non ti piace la mia voce?»
«Cosa? Io la ad-... no. Hai ragione, non mi piace»
«Bene, allora canterò per te fino a fartene innamorare»
«Buona fortuna allora, starai qui a lungo»
«Chiudi il computer, ti porto a fare un giro»
«Ma io con te non vado da nessuna parte, scordatelo»
«Sì invece, voglio portarti in un posto speciale»
Mi tese la mano e mi guardò con un'espressione tenera in volto, assomigliava al pinguino aveva disegnato sulla t-shirt e lo trovai buffo e dolcissimo. Presi quindi la sua mano e andammo in centro.
Mi portò in un locale dalle luci soffuse e i tavoli di legno, in fondo c'era un palchetto con degli strumenti e tre ragazzi.
«Ragazzi, oggi abbiamo ospiti» disse Luke rivolgendosi a loro.
«Oh, ciao! Io sono Calum, il bassista» disse un ragazzo dai capelli scuri.
«Io sono Ashton, piacere» disse quello che sistemava la batteria.
«Io Michael e suono la chitarra, baby» disse un tipo strano con i capelli tra il viola e il rosa.
«E insieme siamo i 5 Seconds Of Summer» completò Luke.
Mi fece sedere a un tavolo, prese una chitarra e salì sul palco con i suoi amici.
“Even when the sky is falling down, even when the earth is crumbling 'round my feet...” *
Cantò tutta la canzone guardandomi negli occhi, la cantava per me.


Ormai giravo per casa canticchiando le canzoni dei 5SOS, Luke mi portava a tutte le loro serate e qualche volta anche alle prove, mi piaceva restare a guardarli e pensare che erano miei amici mentre una folla di ragazze urlava per loro e li pregava di farsi una foto con loro, io quello potevo farlo ogni giorno. La cosa che più mi dava fastidio era che la maggior parte delle ragazze che vedevo stavano sempre addosso a Luke, lo stringevano, si attaccavano a lui quando si mettevano in posa, gli davano dei lunghi baci sulle guance, lo facevano sorridere. Mi dava terribilmente fastidio, anche se eravamo solo amici. Calum aveva scoperto che avevo una cotta per lui prima ancora che me ne rendessi conto io stessa, mi aveva detto di stare tranquilla e di mandare dei segnali così che lui si sarebbe fatto avanti, ma non ci riuscivo e se ci riuscivo non funzionava.
Decisi quindi di adottare la tecnica “Sii te stessa e spera per il meglio”, anche se la nostra amicizia andava avanti già da un anno. Mia mamma si era sposata con Connor, che dopotutto si era rivelato essere un buon nuovo genitore, e pian piano stava tornando ad essere una madre accettabile.
Io ormai trascorrevo moltissimo tempo a casa degli Hemmings, Liz mi permetteva di salire in camera del figlio quando non c'era e dovevo aspettarlo così che io potessi ascoltare i suoi cd.
Una sera ero lì ad aspettare Luke che doveva tornare dalle prove con del cibo d'asporto, la madre mi aveva lasciato casa libera mentre lei e il marito erano fuori a cena. Ero seduta sul letto ad ascoltare un cd che mi piaceva e canticchiavo anche ogni tanto.
“Come a little closer as the night gets older...” *
«Non sei intonatissima ma ci si può lavorare» disse Luke entrando con delle buste del Mc Donald's in mano.
«No, ti prego, fa finta di non aver sentito nulla»
«Non ti piacerebbe cantare?» mi domandò venendosi a sedere accanto a me dopo avermi dato un bacio sulla guancia.
«No, non credo»
Mangiammo scherzando e ridendo delle nostre mani sporche di salsa e alla fine tornammo sull'argomento musica.
«In realtà mi piacerebbe imparare a suonare, sembra così bello»
«Io posso insegnarti, se ti va»
Prese la chitarra, mi mostrò come tenerla e si sedette dietro di me, mi legò i capelli in un buffo chignon per impedire che gli andassero in faccia e poggiò il mento su una mia spalla. Mentre mi faceva vedere come fare e muoveva le mani sulle mie tra le corde dello strumento, il mio cuore prese a battere all'impazzata e lui parve accorgersene.
«Amanda, dovresti prendere un bel respiro» disse.
«Perché?»
«Sento il tuo cuore battere forte da qui»
«Sono... emozionata. Per la chitarra, ecco»
«O perché sono io ad insegnarti? Perché ti sono così vicino?»
Posai la chitarra e mi allontanai sedendomi di fronte a lui sul bordo del letto.
«No, ma che dici»
«E se mi avvicinassi ancora?»
«Non vedo perché dovresti»
«Hai ragione, avvicinati tu, potresti cadere»
Mi prese per le mani e mi tirò verso di lui, adesso sì che il mio cuore andava veloce.
«Ti ho mai detto quanto sei bella, Amanda?»
Sbarrai gli occhi e deglutii, ero nervosa in quella situazione.
«Ho capito che hai una cotta per me, sai? Ed è buffo perché io ero cotto di te da quando sei arrivata. Ma tu all'inizio mi odiavi, più ero gentile e più mi odiavi, che ti avevo fatto?»
«Mi dispiace» fu l'unica cosa che riuscii a dire.
«Non importa, e sai perché? Perché io sono ancora cotto di te»
Mi attirò a sé ancora di più e mi baciò prendendomi il viso tra le mani.
«Sai, Amanda, ho aspettato questo momento per un anno»
«Non ci crederai mai ma... anch'io»




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* Gotta Get Out, 5 Seconds Of Summer.
* This Is The First Thing, You Me At Six.
Ascoltatele, non ve ne pentirete affatto.

  
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