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Autore: ClodiaSpirit_    02/08/2013    3 recensioni
Jess e Nick.
Due persone così simili, così pazze e innamorate allo stesso tempo.
Un amore cresciuto e nato da un'amicizia.
Ma come era successo tutto questo?
Com'era, Jessica Day, entrata nella vita di Nick Miller?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaaaao! Questa è la mia prima one-shot.
La mia prima one-shot, ness!
Dio, quanto mi mancano.
In attesa della nuova stagione, mi sono detta,
mentre guardavo un fanvideo che avevo sul cellulare, su loro due,
perchè non scrivere una one-shot su di loro?

Che poi, sono un'altra delle mie otp. Vengono dopo i klaine e i crisscolfer.
Okay, mi dileguo.

Buona lettura.



 

Era iniziato tutto da quando aveva deciso di trasferirsi, di cambiare vita, di iniziarne una nuova. Jessica Day, sulla soglia dei trent’anni, aveva vissuto per sei anni con il suo ragazzo. Tutto era successo, una mattinata, si trovava nuda, con un solo cappotto lungo addosso e un paio di ballerine, su un taxi a parlare con Cece, la sua migliore amica. Rientrata a casa, voleva fargli una sorpresa ma, era stato lui a farla a lei. Non sapeva in realtà da quando la tradisse o da quando stesse andando avanti, quella cosa, ma sapeva che doveva andarsene da quella casa e ricominciare di nuovo. Così, aveva fatto un po’ di ricerche su internet e aveva trovato un loft, abitato già da tre ragazzi, in cui potersi trasferire.
 
 
La vita era sicuramente diversa per lei. Vivere con tre coinquilini maschi, come farò? Aveva pensato. Ma la cosa, si era ritenuta meno difficile del previsto. Aveva avuto modo di conoscerli ed erano almeno pazzi quanto lei. Schmidt era il ragazzo tutto muscoli, pervertito ma allo stesso tempo dolce e sentimentale. Nick era piuttosto strano, ma davvero simpatico anche quando, strillava, si arrabbiava o litigava con lei per la casa. Winston, era l’ultimo dei tre, ma non per questo, non era il meno importante e simpatico. Tutti e tre erano uno spasso e quando litigavano, stava lì, seduta sul divano a guardarli lanciarsi parole e sfide. La prima settimana che arrivata in quella casa, non faceva che deprimersi, guardando Dirty Dancing in dvd, piangendo e consumando tante scatole di fazzolettini. Il suo ragazzo la aveva lasciata da poco e non aveva ancora superato il tutto. Tutto questo però, era fortunatamente finito dal momento in cui Schmidt gli era venuta accanto, dicendole che tutto andava bene, di doversi svagare.  Erano usciti la sera stessa e le aveva consigliato di provarci con qualcuno per dimenticarlo, così, lo aveva fatto. Ma il ragazzo, con cui sarebbe dovuta uscire a cena, le aveva dato buca e così, Schmidt, Winston e Nick erano corsi subito da lei. Soprattutto Nick, per primo. Sapeva cosa si provava, era stato scaricato anche lui, tempo fa e qualche volta, ci ripensava e ci faceva i conti. Carole, non gli aveva spiegato neanche il perché. Comunque, la serata si era conclusa a casa loro, guardando Dirty Dancing alla tv. In quel momento, Jess non poteva essere più felice. Sul divano, con dei popcorn che passava a turno a tutti e tre e con qualcuno che già, riteneva amichevole, speciale. Amava di già quei tre ragazzi.



 
 
La convivenza non poteva che andare sempre meglio. Avevano formato un gruppo e stavolta, si era aggiunta pure la sua amica Cece , gliela aveva presentata una sera, in cui era troppo ubriaca per ritornare a casa sua e così, la aveva fatta restare lì, per la notte. E anche lei, sembrava trovare simpatici quei tre. Certo, c’erano sempre i continui litigi per la doccia, per il cibo o per i turni alla tv, ma Jess adorava tutto questo. Uscivano, andavo a feste, stavano in casa a guardare la tv o si divertivano a giocare a True American, un gioco in cui il pavimento era fatto di lava bollente e si saliva sopra i mobili, cercando di bere il più possibile. Aveva delle strane regole, ma si era abituata anche a questo.
 


 
Davvero, perché dei pantaloncini sotto un vestito dovevano essere così stretti? Si erano presentati tutti e tre ad un matrimonio, in cui c’era anche la vecchia fiamma di Nick, Carole. Aveva intenzione di farla ingelosire e farsi vedere lì, con Jess, lo avrebbe aiutato. Jess, infatti, aveva fatto di tutto. Lo aveva tenuto vicino, toccato un po’ i capelli, fatto un po’ l’oca. Ma niente, Nick era finito con l’ubriacarsi e occupare il posto della macchinetta delle fotografie in sala, dopo aver saputo dalla stessa Carole che era fidanzata. Jess, era l’unica che era riuscita a consolarlo e a farlo uscire da lì dentro. Avevano ballato e si erano divertiti poi, tutti quanti, sulla pista.
 



Qualcosa non andava. E non riguardava la convivenza. Non riguardava il mare di vestiti che Jess aveva scaraventato sul letto e a terra. Usciva con Paul, un insegnante di musica, un suo collega di scuola. Ci usciva, ma non provava le farfalle. Non provava lo stomaco in subbuglio e tutte quelle robe lì. Inoltre adesso, ci si metteva anche Nick a farle il terzo grado. Non gli riguardava. Perché doveva vederlo così male? Paul era simpatico. Era quasi simile a lei, ma non sentiva la scintilla. Le dava talmente fastidio che certe volte, avrebbe voluto fargli davvero male. Nick sapeva essere irritante. E litigavano. Litigavano di continuo. E avevano quei momenti da amici e lui era sempre il primo a correre da lei o a capirla. E per questo che Jess, non riusciva realmente, a non perdonarlo ogni volta. Metteva per fino quella sua faccia a tartaruga che lei amava tanto, era adorabile.
 



 
Era passato un anno, fra festività, natale e altre cose. In realtà, qualcosa era successa ma Jess aveva lasciato stare. Nick aveva quasi rischiato di avere il cancro ed erano rimasti in spiaggia. I ragazzi speravano non fosse vero. Lui era corso verso il mare, levandosi i vestiti e facendosi il bagno. Dopo ne era uscito infreddolito. Lo avevano aiutato a coprirsi con una coperta. Schmidt, Winston , Cece era lì, ed erano preoccupati quanto lei. Erano rimasti a parlare e ridere, loro due, lontano dagli altri, seduti sulla spiaggia e Jess, aveva sentito quelle parole. Oh, se le aveva sentite.
‘’Tu mi piaci, mi piaci molto, Jessica.’’ aveva detto Nick, guardandola dritta negli occhi. Amava i suoi occhi ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Amava quando cantava per la casa e inventava sigle o canzoncine sulla sua vita, sul cibo o su chissà quantaltro. Amava quando gli urlava contro e lo prendeva in giro. Ma tutto questo, non aveva voluto ammetterlo né a lei, né a se stesso. Pensava potesse passare con il tempo. Il giorno dopo, la aveva svegliata e aveva scoperto di non avere il cancro. E si erano diretti in macchina. Non ricordava niente dell’altra sera. E Jess lo stava guardando appena saliti in macchina.
‘’Perchè mi guardi così? E’ successo qualcosa ieri sera? Non ricordo niente.’’ le aveva detto, guardandola e ridendo un po’. Jess aveva preferito non dire niente. Aveva preferito che svanisse. Anche se avrebbe voluto che lo ripetesse. Un’altra volta.
‘’Niente.’’gli aveva risposto, sorridendogli e guardandolo ancora un po’.
 
 
 

Perché, dio, perché? Sapeva, sapeva che stava buttando via la sua vita, in questo modo. Glielo aveva detto la sera prima, in quella specie di bosco in cui si erano accampati con gli altri, dove Jess aveva buttato le sue chiavi di casa oltre le montagne in modo che, Nick non ritornasse a casa per prendere la sua roba e trasferirsi da Carole, la sua vecchia fiamma. Era andati a cercare il mazzo di chiavi ed erano finiti a parlare di quello che stava succedendo.
‘’Io credo che tu abbia bisogno di me, Jess.’’ gli aveva detto lui, perché era vero. Perché lo sentiva. Sentiva che forse non doveva andarsene via, ma forse era meglio così. Lei, invece, aveva risposto così, su due piedi. E parte di quel che stava dicendo era la verità.
‘’Starò bene e sai perché? Perché ho incontrato te.’’ e gli sguardi che si stavano scambiando, erano amichevoli ma anche qualcosa in più.
 


 
Per fortuna Nick ci aveva ripensato e la sera stessa, era ritornato a casa. Pentendosi di ciò che stava facendo, di aver lasciato i suoi amici ma soprattutto, Jess. Un altro anno era passato e loro erano sempre più uniti, sempre più forti. Schmidt e Winston, avevano legato molto con Jess e ogni tanto, preferivano confidarsi con lei. Anche lei con loro. Nick d’altro canto, la capiva sempre meglio di tutti e due e ci litigava più e più volte. Stavolta c’era Sam, il suo nuovo ragazzo. Faceva il dottore ma a Nick non sembrava andare molto a genio. Era geloso. Era tanto geloso. E di nuovo, non lo ammetteva a se stesso e lo negava, quando lei glielo chiedeva. Una sera, una sera di quelle, per una sola parola, tutto era successo.
‘’Ho bisogno di te.’’ gli aveva detto Jess via telefono, spaventata perché era da sola a casa e aveva sentito dei rumori. Lui, solamente da quel suo tono di voce, dal sentire quelle quattro parole, era arrivato di corsa a casa con Schmidt e Winston e una nuova ragazza. Nick stava cercando di distrarsi in tutti i modi, pur di non pensare ancora a Jess e quella sera, aveva visto quella ragazza carina al bar in cui lavorava e voleva provarci, magari avrebbe dimenticato Jess. Ma non era così facile come pensava. Avevano giocato a True American. Poi, erano arrivati anche Cece e il suo ragazzo. E poi, per colpa di uno stupido gioco si ritrovavano dietro allo sportello di ferro, in casa, con tutti i loro amici che fuori e dopo aver bevuto un po’ troppo, urlavano bacio. 
‘’Avanti Nick, facciamola finita e baciamoci!’’ aveva detto stufa Jess, alzandosi e ritrovandosi davanti a Nick
‘’No.’’ aveva risposto lui secco.
‘’Avanti, Miller, baciami!’’ aveva insisto di nuovo lei.
‘’No, non così!’’ aveva sputato fuori lui, quelle parole proprio sulla lingua, pronte per uscire. Non ce la faceva più. Non poteva e non voleva così, in quel modo. Voleva che fosse una cosa dolce, sentita da entrambi, senza tutti quei problemi. E non per via di una scommessa o stupido gioco.
Jess lo guardava ancora più negli occhi e gli era spuntato un piccolo sorrisino quasi invisibile sul volto.
‘’Che significa?’’  
‘’Non in questo, non è quello che-‘’ aveva perso le parole. Non poteva. Non doveva.                            
’'Potresti scusarmi un secondo?’’ le aveva detto poi e si era ritrovato fuori dalla finestra per sfuggire, scappare da quella situazione. Ma la sera non era ancora finita. Si stavano dando la buonanotte quando…
‘’Buonanotte Nick.’’
‘’Buonanotte Jess.’’  
E la aveva attirata a sé in un bacio lungo, appassionato, stringendola, sentendo le sue labbra sulle sue e avvolgendola con le braccia. Toccandole un po’ i capelli con la mano libera mentre l’altra dal fianco, saliva alla sua schiena. Non poteva più trattenersi. Era troppo per lui. Dopo, le aveva detto soltanto una cosa, una sola cosa.
‘’Intendevo una cosa così.’’ le aveva soffiato dolcemente sulle labbra, staccandosi e andando a dormire. Era rimasta lì immobile, quasi a bocca aperta. Nick la aveva baciata. Si erano baciati. E lei non si era tirata indietro. E lei lo voleva quanto lui. Tanto. Già da un po’ di tempo.
 

 
Le cose con Sam non avevano funzionato, Jess gli aveva detto cosa era successo con Nick, tutto quanto. E Sam, appena lo aveva visto spuntare, per chiarire e dirgli che era stato lui a baciarla, gli aveva dato un pugno e se ne era andato dalla vita di Jess.
 
 
Qualche mese dopo, avevano avuto il loro primo appuntamento e non era andato bene. Erano finiti col darsi la buonanotte, come sempre, prima di andare in camera.
 


Qualche giorno dopo, Jess stava per uscire, aveva premuto il bottone dell’ascensore e stava per entrare. Ma appena era arrivata dentro, Nick aveva seguito l’istinto. Anzi, non pensava proprio. Aveva impedito alle porte dell’ascensore di chiudersi, la aveva presa in braccio e la aveva portata in camera. Quella sera, avevano fatto l’amore.
 
 


Il matrimonio della sua amica Cece, fu quasi un disastro ma, si era concluso nel migliore dei modi. Cece non amava lui, ma Schmidt, cosa che avevano saputo sempre sia lei, sia Winston, sia Nick e lo avevano detto ai due più volte. Jess e Nick si trovavano nel condotto d’aria e Winston era dall’altra parte. Lui e Schmidt avevano come dire, sabotato fin dall’inizio il matrimonio e adesso si trovavano in questo guaio. Si erano ritrovati faccia a faccia, a guardarsi ancora una volta. E a cercare di definire che cosa erano.
‘’Ammettilo che c’è una parte di te, che pensa che questo sia un casino.’’ aveva detto Nick, continuando a guardarla. Jess, cercava di sviare lo sguardo, ma era inutile.
‘’Io e te. Un errore. Ammettilo.’’ le aveva detto chriaro. E lei, sapeva che in parte era vero. Ma un’altra parte, gli diceva che poteva funzionare. Che era importante quello che avevano, quello che erano insieme.
‘’Sì, una piccola parte.’’ aveva detto, lei, sincera.
Qualche minuto dopo, erano caduti sotto, rompendo l’altare dei due promessi sposi e cercando di aggiustare il tutto. Dopo che il matrimonio, era sfumato, Jess aveva gli occhi lucidi e Nick era lì, di fronte a lei. Le aveva detto che non era niente, che non avevano modo di chiamarla e definirla in nessun modo, che dovevano chiuderla lì. Ma non sapeva nemmeno lui cosa stava dicendo.
‘’Dopo tutto, non siamo innamorati. E’…stata solo una notte.’’mentiva anche a se stesso.
‘’Okay.Chiudiamola qui.Credo che per me vada bene, se va bene per te. Ciao.’’ aveva detto con la voce spezzata.
E era uscita, se ne era andata via, sul punto di crollare, di piangere. E forse lo stava già facendo.




 

Si era maledetto, con tutto se stesso. Perché, perché. Idiota. Non dovevi lasciarla andare. Tu la ami. Rincorrila. E così, dopo aver parlato con Winston, aveva capito di essere stato realmente un vero idiota. Era scappato. Quando le cose si fanno difficili si affrontano. Lo aveva ringraziato ed era uscito di corsa. La aveva trovata lì, appoggiata alla macchina che piangeva.
‘’Senti, so che tu vorresti chiuderla qui, ma io non voglio rinunciare a questo anche se non sappiamo che cosa sia. Voglio riaprirla, per favore riapriamola. Prima che tu dica no…non dire no.’’ gli aveva detto ancora, con la voce rotta. 



Nick si era avvicinato e aveva fatto quello che sentiva. La aveva baciata e avevano sorriso entrambi dentro a quel sorriso. Ed erano andati via, con la macchina di Jess, avevano guidato tutta la notte e per ora, anche se non sapevano cosa era, una cosa era sicura: si amavano e il futuro, non importava. Contava solo il presente.

   
 
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