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Autore: lovewithnoregrets    02/08/2013    3 recensioni
Le persone vivono per ricordare. Ognuno di noi ha quell'attimo di stand-by in cui si ferma a pensare se la propria vita stia procedendo nel verso giusto. Ognuno di noi ha bisogno di qualcosa che possa colmare il proprio vuoto..qualcosa, o ancora meglio qualcuno.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano le dieci di mattina. 
La mia casa era inebriata da un silenzio angosciante.
Ero sola.
Buttai l'occhio sull'orologio che era sul mio comodino.
«Le dieci. Devo darmi una mossa, se mia madre mi ritrova ancora a letto quando torna, la solita ramanzina non me la leva nessuno.»
Mi alzai, anche se controvoglia, e mi diressi verso il bagno per sciacquarmi la faccia.
Appena entrai in cucina fui assalita da un odore travolgente.
Mi avvicinai al tavolo.
«Un cornetto al cioccolato e una tazza di latte alla mia principessa,ben svegliata amore mio!»
Probabilmente tutte le ragazze di questo pianeta sperano in un biglietto del genere. 
Magari dal ragazzo dei loro sogni.
O dei loro incubi.
Ma quelle semplici e dolci parole, scritte su quel foglietto che profuma di lavanda e che conservo con tanto amore, provengono solo da un unico, grande cuore: quello di mia madre.
Ah, quella santa donna. Mi chiedo come faccia a sopportarmi.
Mio padre ci ha lasciate quando avevo solo cinque anni.
Non ho la più pallida idea di dove sia ora...probabilmente si starà passando un paio di amanti, oppure potrebbe addiritura aver lasciato l'Italia.
Ma a noi non interessa più, ora abbiamo una vita da vivere.
Sorrisi per la fantastica sorpresa, e subito iniziai a godermi la colazione.
Sembrava tutto così normale.
Dalla stanza si sentiva l'odore del pane appena sfornato, il rumore degli autobus che partivano, la profondità delle poche parole scambiate per strada con qualche conoscente.
Ma la cosa che mi rapiva di più erano le urla di gioia dei bambini che giocavano nel parco.
Senza neanche affacciarmi, percepii la felicità e il divertimento che  aveva preso il sopravvento.
La loro era un'esistenza a dir poco felice.
Proprio quando decisi di fare un salto nella mia infanzia, squillò il telefono.
«Pronto?»
«Buongiorno fede,hai dormito bene?»
«Sì mamma. Tu dove sei?»
«Sono andata a fare un pò di compagnia a tua nonna.»
Un blocco nel cuore.
«Come sta? Ricorda qualcosa?»
«Non molto. L'alzheimer ha risucchiato tutto ormai. Ho parlato con il dottore»
Non sapevo che fare. 
Le lacrime avrebbero peggiorato la situazione.
Le urla avrebbero innervosito i vicini.
Ma non dovevo arrendermi.
«Aspettami lì. Arrivo subito.»
Mi alzai di scatto e mi preparai.
Dovevo andare da mia nonna. Aveva bisogno di me. 
Lei c'era sempre stata per me, in ogni situazione ha sempre trovato le parole giuste per farmi stare meglio, ed io dovevo farla sorridere. Dovevo provarci.
Mia nonna abitava proprio di fronte a me, perciò non ci volle molto per arrivare a destinazione.
Entrai nella stanza come un tornado.
Mia madre mi fece un cenno che per mia sfortuna non intesi subito. 
Voleva lasciarmi sola con lei, era chiaro.
Quindi, mi disse che sarebbe andata a fare un pò di spesa.
Mentre lei era sulla soglia, mi avvicinai lentamente alla sua poltrona.
«Nonna! Nonna!»
«...Giulia?»
«No nonna, mi chiamo Federica. Ma puoi chiamarmi Giulia se vuoi. Qualsiasi nome ha un suono diverso se pronunciato da te.»
«Sei appena uscita da lavoro?»
«No, nonna. Sono troppo piccola per lavorare. Io vado ancora a scuola.»
«Hai preso un bel voto oggi, figlia mia?»
«Nonna, è estate. Sai, la gente ha bisogno di distaccare il cervello qualche volta..quindi ci hanno dato quest'attimo di relax.»
«Bambina mia, ti meriti tutto il relax del mondo.»
Sorrisi e le accarezzai la mano.
«Come va con il tuo ragazzo?»
«Te lo farò sapere quando ne troverò uno.»
«Ma non dirmelo! Una ragazza così adorabile che non ha un fidanzato? Ma in che razza di mondo viviamo?»
«Beh, grazie per il supporto nonna, ma a me non importa dell'amore.»
«Cambierai idea, bambina mia.»
«Nonna, devi sapere che io non cambio mai idea, ma prima di dire o fare qualcosa ci penso minimo settanta volte.»
«Il tuo primo amore ti travolgerà, fidati delle parole di una povera anziana.»
«A me non farà la differenza.»
«Fammi un favore. Questa mattina, mentre spolveravo, ho ritrovato una vecchia fotografia. Dovrebbe essere in salotto, vai a dare un'occhiata e portamela qui.»
«Subito nonna.»
Andai in salotto, ma non c'era.
«L'alzheimer ha colpito ancora.» pensai.
Dopo circa dieci minuti, trovai la foto.
Era in bianco e nero, circondata da una cornice color oro.
Profumava di rosa. Rosa rossa. Il fiore che tutti associano all'amore.
«Ecco nonna, ho trovato la fotografia.»
«Grazie Samantha.»
Sospirai.
Prese la fotografia dalle mie mani e se la pose sul cuore.
«La vedi questa ragazza?» mi disse indicando una bellissima figura femminile con il suo dito piccolo e scheletrico.
«Sì, nonna. Era una ragazza molto bella. Era una tua amica?»
«Quella ragazza ero io. E questo fantastico uomo che mi divora con un abbraccio, era tuo nonno. Era il giorno prima del nostro matrimonio. Eravamo uniti. Lo siamo sempre stati, fino a quando la morte non lo portò via da me un anno fa. Esattamente un anno fa.  Sai, da quando tuo nonno se n'è andato ho perso la forza di continuare a vivere, bambina mia. Ma ora ho capito che la vita è costituita da alti e bassi e non si può fare niente per evitare i dispiaceri.»
«Ma..nonna? Come fai a ricordartelo?»
«Ci sono cose che non si dimenticano. Il primo vero amore non si scorda mai. E lo capirai anche tu. Non puoi rifiutare la realtà. Si innamorano anche le bestie. Alla tua età è normale.»
«Nonna, ho sedici anni e non so ancora cosa vuol dire essere innamorata veramente.»
«E allora? Pensi che ci sia un'età fissa per essere innamorate?»
«No,ma..tutte le mie amiche sono state innamorate o hanno avuto una relazione.»
«L'amore non ha le istruzioni. L'amore non si programma. L'amore viene da sé. Prendi il tuo tempo, innamorati della persona giusta, non affrettare le cose. Ricordati di queste mie parole, un giorno potrebbero essere indispensabili per la tua felicità.»
«Lo farò nonna, promesso.»
Mi guardò.
La guardai.
Eravamo entrambe senza fiato.
Per qualche strana ragione, il mio sguardo si spinse verso il basso.
«Rendimi fiera di te. So che sarai all'altezza di affrontare quello che la vita ti riserverà. Buona fortuna, Federica.»
«Nonna! Nonna! Hai indovinato il mio nome!» le dissi alzando velocemente lo sguardo. 
Sorridevo, mentre cercavo invano i suoi enormi occhi azzurri. 
Ma non c'erano più. Si erano spenti per sempre.
Mi alzai di scatto dalla sedia, e presi mia nonna per mano.
«Nonna! Nonna! Ti prego non lasciarmi! Non puoi lasciarmi. Non così. Ti prego nonna..» 
Ripetei questa frase almeno cinquanta volte, con la voce spezzata.
Ma non si svegliò.
Non trovo neanche le parole per descrivere quello che ho provato in quel momento.
Mia madre arrivò subito, preoccupata, dolorante, in lacrime.
Era proprio mia nonna, quell'anziana senza vita distesa su quella poltrona, era proprio lei.
Guardai le sue mani.
Stringevano entrambe quella fotografia. 
Sembrava che le appartenesse. 
Infatti era così.
Mia nonna aveva ragione, ci sono cose che non si dimenticano.
  
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