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Autore: misslittlesun95    03/08/2013    0 recensioni
Quando vengo qui e guardo verso Ale e la mia “tomba” penso che anche lui e i miei cari siano vittime collaterali.
Ma è diverso.
Perché io sono una militante regolare di un'organizzazione terroristica, sono una clandestina.
E il loro dolore fa parte della mia lotta, come il mio dolore quando perderò un compagno.
È orrendo, ma è così.
È il prezzo della rivoluzione, è il prezzo che scegliamo di pagare.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: questo brano non intende fare in nessun modo apologia al terrorismo – e alla violenza/violazione delle leggi in generale- né giustificare chi compie atti simili.
Storia e personaggi appartengono all'autrice e sono inventati.
Si tratta SOLAMENTE di un racconto.



Il prezzo che scegliamo di pagare.

Sto seduta sull'altalena solita, quella da cui, alzandomi un poco in volo, riesco a vedere l'interno del cimitero.
La “riunione”, se vogliamo definirla in questo modo, è finita da oltre mezzora, e ho passato venti minuti buoni attendendo in un bar, convinta che passato quel tempo tutti quelli che conosco si sarebbero dileguati, ognuno verso dove doveva andare, chi qui e chi in altre città.
Poi ho preso e sono venuta al parco, mi sono seduta su quest'altalena e ho atteso di nuovo.
Ho atteso Mariano.
Lui era con me alla “riunione”, ma nessuno sa che ci vediamo anche ora. Nessuno lo sa e nessuno lo deve sapere.
Siamo una coppia? No, non penso. Non ancora, almeno.
Però, di nascosto, ci frequentiamo.
Mariano arriva poco dopo di me e mi fa un segno. Così io parto a gran velocità ed inizio a dondolarmi, fissando lo sguardo verso il centro del cimitero.
Alessandro è lì, al centro di quel luogo di dolore, inginocchiato dinnanzi una lapide che sa contenere un'urna vuota.
Perché la persona morta è bruciata viva con la sua macchina in una scarpata, tre mesi fa, dopo un terribile incidente che tutti credono dovuto ad un improvviso attacco di sonno.
Ma la famiglia di quella vittima ha comunque bisogno di un luogo dove andare a trovarla, dove portare dei fiori.
E lo stesso bisogno lo ha Alessandro, che con quella persona, una ragazza, sognava di farsi una vita.
Ne era innamorato dalle medie e stavano insieme solo dalla fine delle superiori.
Anche lei sognava un futuro con lui, ma poi quel maledetto incidente aveva distrutto tutto.
Come so queste cose?
Semplice, quella ragazza sono io.
E no, non sono morta.
Sono una militante regolare di un'organizzazione terroristica, sono una clandestina.
L'incidente è stato studiato appositamente per farmi sparire, era il modo migliore per non dare nell'occhio.
So che Alessandro viene qua tutte le settimane, lo stesso giorno alla stessa ora.
Quando sono in città, in questa città che poi era la mia, per le “riunioni” passo sempre di qui, mi siedo sull'altalena e quando Mariano mi fa cenno che Ale è entrato mi do la spinta e mi metto a guardarlo.
Lo faccio soffrire in modo orribile e per questo mi maledico, ma non potevo fare altrimenti.
Faccio soffrire anche la mia famiglia, i miei amici, chiunque mi volesse bene, ma non poteva andare in modo differente.
È questo il motivo per cui quando vengo qui voglio che ci sia anche Mariano, perché so che fossi da sola fare la cazzata di andare da lui.
So che prima o poi scoprirà la verità, la scopriranno tutti.
Perché morirò, o mi arresteranno, o succederà una qualsiasi altra cosa che mi farà scoprire, ma accadrà.
E non posso permettermi che succeda prima del tempo, non posso rischiare di distruggere tutto.
C'è una cosa che accomuna me e Mariano, un motivo per cui anche in questa strana situazione siamo riusciti a creare un forte rapporto umano; sia io che lui facciamo una cosa che non dovremmo, ci mettiamo a pensare alle vittime collaterali dei nostri attacchi.
Mogli, figli, fratelli, sorelle, a volte anche genitori di chi ammazziamo o feriamo mentre tentiamo di fare la rivoluzione.
È una cosa che non dovremmo fare, è una cosa che modifica il nostro essere e può portarci a rinnegare ciò che siamo, ma non possiamo evitarlo, io e Mariano siamo fatti così.

Quando vengo qui e guardo verso Ale e la mia “tomba” penso che anche lui e i miei cari siano vittime collaterali.
Ma è diverso.
Perché io sono una militante regolare di un'organizzazione terroristica, sono una clandestina.
E il loro dolore fa parte della mia lotta, come il mio dolore quando perderò un compagno.
È orrendo, ma è così.
È il prezzo della rivoluzione, è il prezzo che scegliamo di pagare.

   
 
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