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Autore: Sofy_m    03/08/2013    8 recensioni
-Oh mio Dio.- mi porto le dita davanti alla bocca, sorpresa.
È perfetto.
È senza dubbio quello che stavo inconsciamente cercando... Riesco ad immaginarci sulla spiaggia negli Hamptons.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Lanie Parish, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Paure e desideri



-Rose, peonie, orchidee o calle?- Lanie mi mostra entusiasta i fiori appoggiati sopra il tavolo del suo appartamento.
Sbuffo e mi passo una mano tra i capelli. -Io… non lo so. Insomma, che differenza fa?- la vedo appoggiare le mani sui fianchi e rivolgermi uno sguardo omicida. -Ehm… Rose?- domando insicura. -Che ne pensi?-
Lanie alza gli occhi al cielo e sospira, avvicinandosi a me. -La rosa è il simbolo dell’amore, della devozione, della bellezza… poi i significati cambiano, in base al colore.-
-Oh.- riappoggio il fiore sul tavolo. -Devo scegliere anche il colore?-
La dottoressa sospira un’altra volta. -Kate…-
-Calle?- chiedo afferrandone una.
-Simboleggiano purezza, e l’inizio di una nuova vita.-
Annuisco lentamente. -Quindi andrebbero bene per il matrimonio, giusto?-
-Se è quello che vuoi, se rappresentano ciò che vuoi trasmettere, sì.- risponde lei.
Annuisco di nuovo e prendo in mano un altro fiore. -Orchidee?- domando sollevando le spalle.
Lanie mi guarda e cerca di trattenere una risata. -Scusa, scusami Kate…- dice ridendo.
Sbuffo e mi lascio cadere su una poltrona. -Lanie, non sono fatta per tutto questo! Non ho la minima idea di ciò che voglio e non penso nemmeno che mi interessi…- Guardo i fiori scuotendo la testa. -So a malapena distinguerli! Perché non puoi semplicemente sceglierli tu?-
Lanie alza gli occhi al cielo e si siede di fronte a me. -Perché è il tuo matrimonio! Ti sposerai con Richard Castle, l’uomo che ami! Credimi ragazza, fra vent’anni, quando ti guarderai indietro e ripenserai a quel giorno sarai felice che fosse tutto come lo desideravi, come l’avevi sempre immaginato.-
-Ho smesso di immaginare il mio matrimonio quindici anni fa.- mormoro tra i denti, abbassando lo sguardo.
-Lo sai che non ti credo.- risponde alzandosi. -Se davvero fosse così, non saresti stata tanto emozionata quando mi hai detto che ti aveva chiesto di sposarlo.-
Sorrido. Ricordo esattamente l’istante in cui gliel’ho detto.
Nonostante fossero passati giorni dalla proposta di Castle non riuscivo ancora a crederci. Quando l’avevo confidato alla mia migliore amica avevo sentito i miei occhi inumidirsi e la mia voce tremare.
“Si è messo in ginocchio e mi ha chiesto di sposarlo, Lanie!”
-Jenny ha ragione. Arriverà il momento in cui ti renderai conto che stai per sposare l’amore della tua vita, che passerai il resto della tua vita con lui e tutto questo improvvisamente avrà un senso.-
-Non lo so Lanie, normalmente io sono quella che scappa a gambe levate.-
Lanie ignora il mio commento e mi passa un libro piuttosto spesso. -È il catalogo con i fiori, portatelo a casa, pensaci, parlatene insieme.-
Sospiro e mi alzo. -Ok, grazie.- raccolgo le mie cose e mi dirigo verso la porta.
-Ricordati che sabato mattina dobbiamo andare a vedere e assaggiare le torte con Martha e Alexis!-
Ottimo, me n’ero completamente dimenticata. -Fantastico, non vedo l’ora!- mormoro sarcastica prima di uscire.

Sono distesa sul nostro letto, con il catalogo dei fiori aperto e appoggiato sopra la mia pancia, lo sguardo rivolto verso il soffitto, quando sento la porta della camera aprirsi.
-Ehi.- sorridi togliendoti la giacca.
-Ehi.- rispondo con un gran sorriso. -Com’è andata la cena con la casa editrice?-
-Bene, come vedi Paula non mi ha ancora avvelenato.- ti togli la camicia e i pantaloni, poi ti infili una vecchia t-shirt grigia e sali sul letto, sedendoti a fianco a me. -Il tuo pomeriggio?- chiedi passando lentamente le tue dita tra i miei capelli sparsi sul cuscino.
-Abbiamo continuato ad indagare sul caso delle due gemelle trovate uccise nella camera dell’hotel, ma non ne è uscito nulla di nuovo, possiamo solo aspettare i risultati della scientifica.- mi passo le mani sul viso, sono esausta. -E poi sono stata a casa di Lanie.-
Sorridi. -Per i preparativi?-
Annuisco e mi alzo a sedere, passandoti il catalogo. -Siamo ancora ferme ai fiori.-
-Wow!- esclami sorpreso. -Ce ne sono davvero un sacco!-
-Già,- concordo. -e io non so da che parte iniziare. Non so cosa voglio, non so quali siano le differenze tra tutti quei fiori e probabilmente neppure mi interessa saperlo! Ma Lanie è così eccitata!-
Appoggi il catalogo a terra e ti giri completamente verso di me. -Beh, anche tu qualche settimana fa lo eri!- prendi il mio volto tra le mani e mi baci dolcemente.
Sì, i primi giorni ero piuttosto esaltata, mi sembrava di stare quasi in un sogno, in una bolla di sapone in cui tutto il mio mondo sembra essere diventato migliore, ma ora… ora era diventato tutto reale.
-Lanie è eccitata perché è la tua migliore amica, perché ci vuole bene ed è sempre stata dalla nostra parte.- sussurri accarezzandomi il viso.
-Lo so!- appoggio la testa sulla tua spalla e ti abbraccio. -E le sono grata per tutto l’aiuto che mi sta dando, come sono grata a Martha e Alexis… Ma io non sono fatta per queste cose.-
Appoggi le labbra sulla mia testa e torni ad accarezzarmi i capelli. -Kate, se la cerimonia è un così grande problema possiamo sempre prendere l’auto e andare a sposarci a Las Vegas, senza dire niente a nessuno.- Il mio corpo si irrigidisce e tu te ne accorgi. -Kate…?- sciogli il nostro abbraccio e metti una mano sotto il mio mento costringendomi ad alzare lo sguardo.
Chiudo gli occhi, sperando che tu non capisca, che tu non veda le mie paure, i miei dubbi.
-Il problema non è solo la cerimonia, vero?- domandi, e la tua è fredda, gelida.
-Castle…-
-Non scappare, ti prego.- mi supplichi. -Non fuggire da me, qualsiasi sia la tua paura, non fuggire da me.-
-Castle, non sono in grado di fare la moglie!- sento la mia voce incrinarsi e mi libero dalla tua presa.
-Cosa credi, che io sia in grado di fare il marito?- il tuo sguardo è un misto tra disperazione e terrore. -Ho due divorzi alle spalle e ho il terrore di rovinare tutto, Kate, ho paura che se ci sposeremo manderò di nuovo tutto all’aria!-
-Allora perché?- domando confusa. Perché vuoi sposarmi se sei spaventato dal matrimonio? Perché vuoi rischiare tutto un’altra volta?
-Perché sposarti è il mio più grande sogno da almeno qualche anno, perché sapere che sarai mia moglie, che hai scelto me tra tutti, che saremo legati per sempre sono le cose che mi rendono più felice al mondo.-
E sono le cose che terrorizzano di più me. Se mai ti succedesse qualcosa non sarei in grado di sopravvivere e so che vale la stessa cosa per te.
E con una famiglia sarebbe ancora tutto più complicato.
-Kate, ti prego… Non lasciare che le paure che abbiamo sconfitto in passato vincano.- sussurri disperato, leggendo dentro di me ancora una volta.
-Come possiamo sposarci quando non siamo neppure in grado di affrontare insieme i problemi? Cosa succederà quando litigando ci rinfacceremo tutto ciò di cui non abbiamo mai parlato?-
-Chi è che non ha mai voluto parlare di quello che c’era tra noi?- mormori tra i denti mentre inizi ad innervosirti.
-Tu non hai mai voluto parlare di Parigi, della mia offerta di lavoro o del nostro rapporto!-
-Mi sembra di averti dimostrato cosa voglio per il nostro rapporto!- rispondi arrabbiato.
-E cosa succederà quando ti accorgerai che non sono io ciò che vuoi veramente?- domando e sento i miei occhi riempirsi di lacrime. - O quando la nostra vita privata sarà sbattuta in prima pagina? Non voglio diventare solo la tua terza moglie, Castle! Non voglio diventare la donna che compare al tuo fianco a pagina sei, non voglio che la nostra vita possa diventare qualcosa di pubblico!- vedo la tua espressione ferita e le lacrime iniziano a scendere lente sulle mie guance.
-Quindi il problema non è il matrimonio,- sussurri. -sono io.-
-No, Rick…- cerco di prenderti la mano, ma tu la sposti di scatto e ti alzi in piedi.
-Sai qual è la cosa che non capisco?- sei furioso, deluso, ferito. -Se un paio di fiori ti hanno fatto venire tanti dubbi perché mai hai accettato di sposarmi?-
-Non lo so!- le parole escono dalla mia bocca senza il mio consenso e ti colpiscono come una lama affilata.
Vedo i tuoi occhi spegnersi e le tue spalle abbassarsi.
Ci guardiamo un secondo, entrambi pietrificati, mentre il mio cervello cerca disperatamente un modo per risolvere il disastro che ho fatto, per migliorare la situazione.
-Castle…- inizio disperata, ma tu mi interrompi.
-Beh…- la tua voce è un bisbiglio piatto, spento. -Almeno non mi hai lasciato sull’altare, no?- Afferri il tuo cuscino e senza degnarmi di uno sguardo esci dalla camera.    
Il mio cuore si stringe dolorosamente e sento lo stomaco rivoltarsi, facendomi venire la nausea mentre continuo a piangere.
Ti ho spezzato il cuore ancora una volta.

Sento la sveglia suonare e apro gli occhi.
Sono raggomitolata nella tua parte di letto vuota, con le mani che stringono il lenzuolo. I ricordi di ieri sera invadono la mia testa e il mio corpo trema, mentre una sensazione di paura e dolore si diffonde nel mio petto.
Sollevo un braccio e con un sospiro spengo la sveglia, prima di alzarmi. Afferro i miei vestiti ed entro in bagno, guardandomi allo specchio.
Sono un disastro.
I miei occhi sono arrossati, le occhiaie sono più pesanti del solito, le lacrime hanno lasciato leggere tracce di trucco sulle mie guance e il mio viso è pallido.
Mi mordo il labbro inferiore, cercando di restare calma e apro l’acqua del rubinetto.

Venti minuti dopo sono pronta, completamente vestita e il mio viso è in condizioni migliori.
Vorrei poterlo dire anche di me stessa.
Prendo un respiro profondo, apro la porta della camera ed esco.
Sei in piedi vicino alle scale, con il tuo portatile in mano. Sei perfettamente vestito, quindi immagino che ad un certo punto questa notte tu sia entrato in camera per recuperare i tuoi vestiti.
-Buongiorno.- mormoro insicura e tu ti volti per un istante verso di me, senza però rispondermi.
Ti sposti verso il tuo studio, guardandoti intorno ma senza mai posare lo sguardo su di me.
-Alexis ha fatto i pancakes- la tua voce è bassa e fredda. -e ti ho lasciato il caffè sul tavolo.- afferri il tuo portafoglio e il tuo cellulare, appoggiati vicino al televisore, prima di andare verso la porta. -Ci vediamo dopo.- dici solo prima di uscire.


TRE GIORNI DOPO
-Katie, sicura che vada tutto bene?-
La voce di mio padre mi riporta alla realtà e sollevo gli occhi dal mio hamburger che non ho ancora sfiorato.
-Sì… sì.- Allontano leggermente il piatto. -È solo che non ho fame.- Giro la testa verso la vetrata e guardo le persone che camminano frettolosamente sul marciapiedi mentre mio padre continua a mangiare.
-Ho litigato con Rick.- ammetto dopo qualche minuto di silenzio. -Domenica sera.-
-Cos’è successo?- domanda mio padre perplesso.
-Sono andata in panico.- rispondo con un sussurro. -Tra i preparativi, il caso e le mie paure… sono andata in panico.-
-E Rick?-
-Castle ha cercato di tranquillizzarmi, mi ha detto che anche lui ha paura… e io ho peggiorato le cose dandogli la colpa di tutto.- mio padre mi guarda in silenzio aspettando che io continui. Abbasso lo sguardo sulle mie mani e sento quel familiare senso di colpa. -Gli ho detto che non so perché ho accettato di sposarlo.- rivelo in un sussurro prima di chiudere gli occhi. Non voglio vedere compassione, delusione o anche semplice comprensione negli occhi di mio padre.
-Lo pensi davvero?-
-Cosa?- apro gli occhi di scatto e rialzo la testa, guardandolo sconvolta. -No! Lo amo, papà!-
-Non significa però che tu voglia sposarlo.- risponde lui scrollando le spalle.
-Voglio sposarlo, papà. Davvero.- replico sicura.
-Ma…?-
-Ma una parte di me è terrorizzata!- esclamo passandomi le mani tra i capelli e lui ride.
-Penso che tutte le spose ad un certo punto siano terrorizzate.-
Mi mordo il labbro inferiore torno a guardare fuori. -Mi manca mamma.- sussurro. -Ho sempre immaginato che sarebbe stata al mio fianco, che mi avrebbe aiutata e rassicurata…-
-Manca anche a me, Katie. Si sarebbe divertita ad organizzare il tuo matrimonio e Rick le sarebbe piaciuto un sacco.-
Sorrido. Sì, ti avrebbe adorato.
-Avete parlato di questo?-
-No… mi evita da tre giorni, papà. Non viene al distretto, quando sono a casa si nasconde nel suo studio, cerca una scusa per uscire o mi ignora…-
-Non vi siete più parlati? Nemmeno per discutere?- domanda mio padre stupito.
-Solo per decidere chi deve dormire nella sua camera e chi in quella degli ospiti.- borbotto ricordando il nostro litigio.
-Katie, se vuoi tornare a casa e provare a parlargli, possiamo andare un altro giorno a comprare l’abito per il matrimonio di John…-
-No.- scuoto la testa e mi alzo. -No, possiamo andare.-

-Anche questo non è male.- esclamo mostrando a mio padre un altro completo scuro.
Lui sorride. -Ok, aggiungilo agli altri.- risponde indicando la pila di abiti che ormai sembra una montagna e ricopre una sedia dell’elegante negozio.
-Forse dovresti iniziare a provarli, sai?- gli consiglio ridendo e lui sbuffa.
-Va beneee…-
Mi alzo dalla poltroncina e gli passo gli abiti. -Io faccio un giro intanto, chiamami quando trovi qualcosa che ti convince.- Lui annuisce prima di entrare nel camerino e io inizio a guardarmi intorno.
Cammino lentamente, ammirando i bellissimi e costosissimi abiti da sera esposti, sfiorandoli con le dita.
Giro a destra, alla ricerca delle scarpe quando mi ritrovo in mezzo a un’infinità di abiti bianchi. Abiti da sposa.
Sento il mio corpo tremare e prendo un respiro profondo.
Ok, devo solo voltarmi e tornare indietro.
Invece, incredibilmente, le mie gambe si ritrovano a camminare in avanti, fino ad arrivare all’abito posto al centro del semicerchio formato dai manichini.
Sfioro il tessuto, mentre il mio cervello mi urla di andarmene, di scappare e di tornare da mio padre, ma è come se il mio corpo si fosse completamente staccato da esso.
-Posso… posso provarlo?- la commessa mi guarda sorridendo e annuisce.
-Certo, mi dica pure se le serve la mano.-
Afferro un abito uguale a quello del manichino e vado nel camerino per cambiarmi.
Cosa diavolo sto facendo?
Esco e mi posiziono davanti al grande specchio per osservarmi.
-Uh!- esclamo sorpresa e sorrido immaginandomi la faccia di Lanie e dei ragazzi se mi vedessero con questa roba addosso. La gonna è troppo grande, troppo piena di pizzo e il velo è lunghissimo.
Scuoto la testa e a caso ne scelgo un altro.
-Oddio, è orrendo!- esclamo dopo essermi cambiata ed essere tornata davanti allo specchio.
È completamente chiuso, collo alto e maniche lunghe, gonna stretta, tutto dello stesso identico materiale. Non mi stupirei se mi dicessero che ha almeno cent’anni!
Ne prendo un terzo e torno ad osservarmi.
-Bello.- mormoro sarcastica tenendomi il bustino senza spalline contro il petto. -Mi manca solo una quarta di reggiseno!-
Continuo a provarne altri, rimettendoli al loro posto dopo un’espressione disgustata, o una scrollata di spalle quando sono passabili.
La vocina dentro il mio cervello mi sta ancora urlando di scappare, ma a quanto pare il mio corpo ha deciso di ignorarla. Dopotutto mi sto divertendo, e chi avrebbe mai detto che potessero esistere vestiti tanto orribili?
-Oh, wow.- esclamo improvvisamente sorpresa. Non è male, non è affatto male.
L’abito è senza spalline, stretto sotto al seno e poi via via più largo. Mette in risalto il mio corpo perfettamente ed è elegante, ma non eccessivo.
Probabilmente Martha e Lanie approverebbero.
Mi giro, cercando di osservare il vestito da ogni angolo. È senza dubbio bellissimo, ma…
Ma non lo voglio, non desidero comprarlo, non mi piace. Non mi provoca nulla… è solo un normale vestito.
Confusa dalle strane sensazioni che ho in testa rimetto l’abito al suo posto e ne prendo un altro.
-Oh mio Dio.- mi porto le dita davanti alla bocca, sorpresa.
È perfetto.
È senza dubbio quello che stavo inconsciamente cercando.
L’abito è perfettamente bianco, la scollatura è piuttosto generosa, addolcita da un gioco di drappeggi e le mie spalle sono coperte da dei ricami.
L’abito si stringe leggermente sui miei fianchi e la gonna scende morbida, accarezzando le mie forme.
È… perfetto.
Riesco ad immaginarci sulla spiaggia negli Hamptons. Io che cammino lenta, accompagnata da mio padre, verso di te, che mi aspetti sull’altare.
Cerchi di voltarti verso di me, ma Esposito, in piedi al tuo fianco, ti trattiene.
La mia mente è vuota, l’unica cosa che voglio, l’unica cosa che mi interessa è arrivare al tuo fianco.
Quando finalmente ti raggiungo il tuo sorriso si allarga e i tuoi occhi brillano.
“Sei bellissima.” Sussurri emozionato e io sento il mio corpo tremare, mentre cerco di non commuovermi.
Il prete inizia a parlare, ma non mi interessa, non lo voglio ascoltare, rispondo e parlo in automatico.
Continuo a guardarti per tutta la cerimonia, perdendomi nei tuoi occhi azzurri e sorridendoti dolcemente.
Quando finalmente arriviamo alla fatidica domanda sto tremando, emozionata.
“Vuoi tu Katherine Houghton…”
“Lo voglio.” Sussurro senza attendere la fine della frase e sento qualche invitato ridacchiare, mentre il tuo sorriso, se possibile, si allarga ulteriormente.
Dio, sei bellissimo.
“Vuoi tu…”
“Ci puoi scommettere che lo voglio!” esclami facendo ridere tutti e io mi mordo il labbro inferiore scuotendo la testa divertita.
“Vi dichiaro marito e moglie!”
Non aspetti un’istante, prendi il mio viso tra le mani e mi baci con tutta la passione che possiedi. Io passo le braccia intorno al tuo collo e rispondo con altrettanta foga, spingendo il mio corpo contro il tuo e gemendo sulle tue labbra.
Sento qualcuno tossicchiare ma non mi interessa.
Finalmente sono tua, tua per sempre.
Prendo un respiro profondo e mi asciugo le lacrime, senza smettere di ammirare la mia figura riflessa nello specchio.
Lo voglio, voglio tutto questo. Voglio sposarti e diventare tua moglie.
Il mio sorriso si allarga mentre le lacrime continuano a scendere. -La moglie di Richard Castle.- sussurro, ma appena pronuncio quelle parole esse mi colpiscono come una lama affilata.
Non ho il diritto di desiderare tutto questo, dopo quello che ti ho detto l’altra sera, dopo tutto il male che ti ho fatto, non ho il diritto di voler diventare tua moglie.
E questa consapevolezza, sapere che ho rovinato tutto il mio futuro, mi distrugge.
-Wow Katie, sei meravigliosa.-
Mi volto di scatto e vedo mio padre poco dietro di me con in mano un sacchetto. -Papà…-
-È quello giusto, vero?-
-Che cosa?- domando confusa continuando ad asciugarmi le lacrime con le mani.
-Vestito.-
Sorrido amaramente e torno a fissarmi allo specchio. -Per cosa? Guardarlo mentre se ne trova una molto meglio di me?- sussurro e sento una sensazione di nausea colpirmi. Anche solo il pensiero che possa succedere una cosa del genere mi uccide.
-Non dire sciocchezze, tesoro.- risponde mio padre.
-Papà, nessun uomo sano di mente mi darebbe un’altra possibilità, l’ho ferito troppe volte.-
-Sei fortunata allora.- mio padre sorride. -Non è sano di mente, è perdutamente innamorato.-
Rido e scuoto la testa, vorrei poter essere così positiva.
Le mie dita si appoggiano sulla cicatrice nell’incavo dei miei seni, ben visibile visto la scollatura del vestito, e ricordo tutte le volte che l’hai baciata, che hai sussurrato contro quella ferita quanto fossi bella.
Mi manchi, Castle.
-Tutto bene?- domanda mio padre, ma io non rispondo. -La cicatrice è un problema?-
-No… no. La cicatrice è il simbolo di tutto quello che abbiamo dovuto affrontare per arrivare dove siamo. È un punto di svolta, una promessa.- mormoro e i miei occhi non sembrano intenzionati a smettere di versare lacrime.
Improvvisamente il mio cellulare inizia a squillare e io recupero i miei jeans per prenderlo.
Castle.
-Rispondi.- alzo lo sguardo terrorizzata verso mio padre. -Se è Rick, rispondi.-
-Ma…-
-Niente “ma”, Katie. Non pensare alle tue paure, pensa a ciò che desideri.-
Annuisco e con un sospiro rispondo.
-Beckett…-
-Mi dispiace.- singhiozzo prima che tu possa aggiungere altro. -Mi dispiace Castle, mi dispiace…-
-Kate…- sei in panico e il sangue mi si gela nelle vene. Se è successo qualcosa a Martha o Alexis… -Kate, stai bene? È successo qualcosa?-
Oh. Sei… sei in panico per me.
-No, è tutto ok.- mi affretto a rispondere. -Solo…-
-Solo?- mi incoraggi.
-Solo… Voglio sposarti.- il mio sussurro è così debole che se non fosse per il tuo assoluto silenzio penserei che neanche mi hai sentito.
-Come… Come, scusa?- chiedi incerto dopo qualche secondo e i miei occhi per l’ennesima volta si riempiono di lacrime, sapendo che sono stata io a fare questo, a distruggere completamente la tua fiducia in te stesso e tutti i tuoi sogni.
-Voglio diventare tua moglie.- rispondo a voce un po’ più alta.
-Ne… ne sei sicura?-
-Sì. Sì, sì, sì. Voglio diventare tua moglie, voglio sposarti e vivere con te, con la nostra famiglia per tutta la vita.- rispondo con la voce spezzata dai singhiozzi. -Voglio essere tua per sempre. Se… se sei disposto a darmi un’altra occasione, o-ovviamente.-
-Ti amo.- rispondi sicuro, ed è come se dopo quattro giorni di apnea tornassi finalmente a respirare. Mi ami, nonostante tutto mi ami. -Ti amo, Kate.-
-Anch’io, ti amo anch’io.- sorrido e respiro a fondo, cercando di darmi coraggio. -Voglio sposarti negli Hamptons.-
-Anche sulla Luna se vuoi!- rispondi entusiasta e io scuoto la testa. Sei incorreggibile.
-No, sulla spiaggia, con tutti i nostri amici presenti.- ti immagino sorridere mentre pensi alla scena. -E poi potremmo fare il ricevimento in giardino, o in casa.-
-È una fantastica idea.- mormori sorpreso.
-E voglio rose, rose ovunque!- esclamo facendoti scoppiare a ridere. -E un grandissimo dolce!-
-Con due sposi in cima?- domandi divertito.
-No, pensavo più a due persone con un giubbotto antiproiettile… “NYPD” e “scrittore”, che ne dici?-
-Dico che è perfetto- sussurri e io sorrido felice. -Vieni a casa Kate. Parliamo, decidiamo cosa vogliamo… vieni a casa, mi manchi.-
-Mi manchi anche tu, Castle.-
-Preparo la cena, e un bel bagno caldo. Ti aspetto.- rispondi e ci immagino abbracciati dentro la tua vasca gigantesca, mentre risolviamo ogni cosa.
-Ok, io compro un vestito intanto.-



Angolo dell’autrice:
È l’una di notte, non ho voglia di ricontrollare tutta la storia quindi spero non ci siano troppi errori!
Questa storia nasce dal mio desiderio di vedere Beckett provare abiti da sposa (l’episodio 4x17 di Chuck mi ha rovinata!) e spero che Marlowe in qualche modo mi accontenti.
È scritta di fretta ed è uscita diversa da come inizialmente l’avevo immaginata, ma spero vi piaccia!
Grazie a tutti e buone vacanze!
Sofy_m

Questo è il vestito di Kate:
  
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