WELCOME TO ... THE NEW LIFE!


Da quando non era più un Hikikomori,Sato, aveva risolto la maggior parte dei problemi della sua vita.
Aveva smesso di essere uno che se ne stava sempre chiuso in casa programmando il suicidio e arrovellandosi la mente sull'NHK.
NHK...Misaki, la prima ragazza a cui avesse mai detto 'ti amo' , lei gli aveva dato tutto un altro significato.
Tuttavia, dopo quel giorno al promontorio, Sato e Misaki non avevano parlato dei loro sentimenti.
Nonostante quella sua frase....
Era come se lei non gli credesse, in realtà , all'inizio, non ci credeva troppo nemmeno lui.



Quel giorno , Sato, era di ritorno dal battesimo del figlio della senpai.
Era forse la seconda o la terza volta che si metteva una giacca.
La cosa lo infastidiva un po'.
Si sciolse appena la cravatta e si recò fuori di casa.
Misaki lo aspettava in fondo alle scale con il cuore in gola.
Si voltò e sorrise salutandolo con la mano.
- Ciao Sato ... -
Il ragazzo s'irrigidì, nemmeno a trent'anni riusciva a tranquillizzarsi di fronte ad una donna.
Ricambiò il saluto con un sorriso appena accennato.
- Come va il lavoro? - chiese Misaki porgendogli un bento.
Lui la scortò fino alla panchina al parco accanto a casa sua.
- Tutto bene, diventa sempre più faticoso però ... -
- Immagino, per uno come te che è un fallito -
Il ragazzo le sfoderò una linguaccia e lei sorrise.
- Sato, posso farti una domanda? -
- Me l'hai già fatta ... -
- Smettila con queste battutacce o ti farò pagare la penale da un milione di yen -
Sato rise di gusto e annuì.
- Ok, ok ... Dimmi -
- Volevo chiederti .... -
Le guance di Misaki s'imporporarono e abbassò lo sguardo.
Tatsuhiro capì subito che si trattava di un discorso serio e la incitò a continuare.
La ragazza alzò lo sguardo e iniziò a parlare.
- Vedi .... Quando quella sera mi hai detto 'ti amo' ..... Eri serio? -
Tatsuhiro non rispose.
Anzi, rimase a fissarla.
- Sato ... Eri serio? -
Il ragazzo volse il capo per evitare di far notare il rossore del suo viso.
I grandi occhi dolci di Misaki lo scrutavano con attenzione.
Lo facevano tremare.
- Sato ... -
- Il mio nome è Tatsuhiro! Perché non mi chiami per nome Misaki? Perché mi chiedi se ero serio? Non l'avevi ancora capito? -
Il suo alzare la voce spaventò un po' la ragazza.
Le grida le ricordavano il suo patrigno, si sent' male al solo pensiero.
- Scusa ... - mormorò lui scocciato.
Si alzò e fece per andarsene.
Misaki parlò.
- Non ha senso innamorarsi, è solo uno spreco inutile di energie,in questa vita,Sato, l'amore vale meno dell'immondizia -
Il ragazzo voltò la testa per guardarla.
Le lacrime calde sulle sue guance davano ad intendere che la conversazione aveva riaperto vecchie ferite.
- Non sono la prima a cui l'hai detto vero? -
Sato ammutolì.
Già ...
- No, ma sei la prima a cui lo dico sul serio -
Misaki cercò di trattenere una risatina scettica.
Scosse il capo.
Non si accorse che Sato era corso via.
Quando se ne rese conto, era troppo tardi per recuperare le cattiverie appena dette.
Avrebbe parlato con lui il giorno dopo....
Lui l'avrebbe aspettata e lo sapevano entrambi.



Quella mattina, Sato si alzò di cattivo umore.
Non capiva perché ma gli uscivano sempre risposte antipatiche quando era con lei.
Alzò lo sguardo verso il soffitto e poi si spostò in direzione della finestra, l'unica che aveva nel suo monolocale.
Alzò le tapparelle e osservò attentamente la villa di Misaki , sovrastava tutto il resto.
Decise che era il momento di agire.
In quel preciso momento , Misaki, sarebbe dovuta uscire per andare all'Università.
Corse a perdifiato per la salita che portava a casa sua e si fermò non appena giunse al cancello.
Appoggiò la schiena contro la parete.
- L'avrò preceduta? - si chiese.
Proprio come quella fatidica notte.
Misaki uscì di casa e svoltò l'angolo.
Quando vide Sato si sorprese molto.
- Ti accompagno - borbottò lui
- Sì ... -
I due presero a camminare lungo la strada, in religioso silenzio.
Di solito Misaki ne aveva di cose da dire,  doveva essere proprio arrabbiata.
In realtà, lei non era arrabbiata, semplicemente adorava starsene zitta in compagnia dell'ex Hikikomori.
Arrivati a metà strada ,Sato, non poteva reggere più tutto quel silenzio.
- Misaki ... -
- Non sono arrabbiata con te Sato ... -
- Come? -
- Sei tu ... Sei tu piuttosto che dovresti tenermi il muso -
- Dici? -
- Sì. Non ti ho preso sul serio, scusami ... -
Lui rise.
- Ma ... Perché ridi? -
- Rido perché sono uno stupido ... Non ne capisco niente di queste cose nonostante sia nettamente più grande di te -
- Uh ? -
- Scusami Misaki, voglio che tu mi prenda sul serio quando ti dico ... -
Sato si voltò lentamente e prese la ragazza per le spalle.
- Ti amo ... -
Lei arrossì.
Aveva visto una simile intensità nei suoi occhi solo pochissime volte.
Sorrise anche se era ancora tutta rossa in viso.
- Grazie Tatsuhiro , ti prometto che ci penserò ... -
- Mi hai .... -
- Bè, lo hai chiesto tu ... Volevi che ti chiamassi per nome no? -
- S-sì ... -
- Bene, io sono arrivata ... A stasera -
- Sì ... -



Erano le dieci, Sato era in attesa al solito parco.
Stavolta era Misaki quella in ritardo.
- Tatsuhiro! -
- Misaki....Perché così in ritardo? -
- Vuoi farmi pagare la penale da un milione di yen ? -
Risero entrambi.
- Dimmi .. -
- Ci ho pensato e ... Credo che tu mi piaccia .... E visto che mi piaci dovremmo uscire insieme -
- U-uscire insieme? -
- Sì -
- D'accordo allora .... Solo che ... -
- Tranquillo, so che tu non sei un esperto, penserò io a tutto come sempre -
Il ragazzo si alzò dalla panchina su cui era seduto e senza il minimo preavviso incollò le sue labbra a quelle di Misaki.
Era un bacio tenero, pacato ma pieno di emozione.
Un bacio che gridava a gran voce 'Ho bisogno di te'.
Quando si staccarono Misaki ornava il suo viso con un gran sorriso e disse...
- Benvenuto nella tua nuova vita Tatsuhiro -