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Autore: Maghetta1996    03/08/2013    5 recensioni
Mirajane odiava i capelli di Bisca.
Quando la ragazza ondeggiava la sua chioma verde, per farsi notare da Alzack, era troppo simile a Fried.
Però quel verde smeraldo, quello di Fried, era impossibile da imitare. Anche la consistenza era un'altra cosa. Mirajane si sentiva stupida quando faceva certi pensieri.
[ A Fried x Mirajane love story ♥ ]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fried Justine, Mirajane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When You're Gone.

A Roberta.
Mira x Fried

La luna era già in alto quando all'interno della gilda di Fairy Tail iniziò a regnare la calma.
I sopravvisuti alle solite marachelle dopo cena, giacevano come sacchi di patate nei posti più disparati.
Chi seduto, chi disteso sui tavoli, sul pavimento, oppure al bancone. Se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe sentito un forte odore misto a sudore, pollo (piatto del giorno) e vino.
Mirajane raccolse i piatti dai tavoli mettendoli sul vassoio, e si precipitò sveltamente in cucina.
Faceva questo viavai da una buona mezz'ora.
Il Master Makarov la osservava in silenzio, l'unico ad essere rimasto sveglio.
Aspirava lentamente dalla pipa, quando, con un leggero gesto, fermò la ragazza dai candidi capelli che si dirigeva verso i tavoli.
-C'è qualcosa che non va?- chiese.
-Nulla- rispose senza guardarlo in faccia Mirajane.
Makarov intuì subitò il malore della giovane, dallo sguardo preoccupato al leggero tremolio delle mani, le labbra chiuse in un sospiro che non voleva venir fuori.
Presagì pure la causa delle sue pene.
-Mira...quanto è passato?- cercò un pretesto per rassicurarla.
-Sei mesi- rispose secca, la voce impastata dalle lacrime, Mirajane.
Il Master lanciò un'occhiata alla bacheca degli annunci, scuotendo la testa. Sei mesi era troppo.
Lasciò che Mirajane continuasse a lavorare, poi ammirò la luna.
"Torna presto, Fried. Qui c'è qualcuno che ti aspetta" pensò, inspirando una boccata di fumo.

Mirajane odiava i capelli di Bisca.
Quando la ragazza ondeggiava la sua chioma verde, per farsi notare da Alzack, era troppo simile a Fried.
Però quel verde smeraldo, quello di Fried, era impossibile da imitare. Anche la consistenza era un'altra cosa. Mirajane si sentiva stupida quando faceva certi pensieri.
Tuttavia, la sera era il momento in cui la sua fantasia si scatenava: i pensieri correvano come cavalli in gara per un palio, nessuno che potesse fermarli, e lei si ritrovava vittima delle sue stesse considerazioni.
Provava e riprovava a svuotare la mente, ma Fried tornava a tormentarla.
Era un punto fisso, una mosca fastidiosa che non vuole andarsene, ma era anche la persone che si era permessa il lusso di amare.
Un'amore, in tutti i sensi, senza né capo né coda.
Quando stavano insieme, come se non bastasse, il comportamento di Fried era piuttosto enigmatico.
Era un puzzle da risolvere e, molto spesso, Mirajane non aveva avuto il coraggio di avventurarsi oltre le iridi del ragazzo.
Probabilmente ci avrebbe provato, prima o poi, ma lui mancava troppo spesso. Quel vuoto incolmabile nel suo cuore la faceva stare male; aveva capito solo in quel momento che doveva dirglielo.
Nell'istante in cui aveva compreso che Fried non sarebbe mai restato a lungo.

-Parti di nuovo?- gli chiese Mirajane, vedendo il borsone nero sopra il bancone, il solito che si portava per le sue lunghe spedizioni.
Sperò in un no, pregò che fosse un no.
-Si- disse Fried, abbassando gli occhi, cosciente della disapprovazione della ragazza.
Seguì un minuto di silenzio infinito.
Lei vide Fried che si tormentava i polpastrelli, come se fosse indeciso se dire o fare qualcosa.
Dal canto suo, Mirajane, non se la passava meglio.
Era combattuta tra cuore e testa. Il suoi sentimenti la spingevano a dichiararsi, dirgli che l'avrebbe voluto accanto per sempre, pregandolo poco dopo di non allontanarsi per così tanto tempo, perché c'era qualcuno che lo aspettava lì.
Forse lui non se n'era mai accorto, ma in molti lo stimavano, lo ammiravano e volevano conoscerlo. Perché non riusciva a vedere oltre le persone? Perché si ostinava a ripetere che nessuno voleva stare con lui?
C'erano troppe domande e nessuna risposta. Non voleva aggiungere un'altra domanda, e questa volta ricevere una risposta che le avrebbe spezzato il cuore.
Voleva continuare ad illudersi.
-Senti, Mirajane...- iniziò lui.
Guardava in basso; la luce illuminò la parte inferiore agli occhi, le guance morbide ed il piccolo neo, dall'altra parte solo una cascata di capelli verdi.
D'un tratto l'iride blu notte la scrutò, le mani si strinsero in due pugni decisi, la bocca stava per pronunciare qualcosa.
-Io...io...
Mirajane rimase immobile, sperando che pronunciasse quelle maledette due parole che tanto aveva atteso. Avrebbe potuto farlo lei, anzi l'avrebbe fatto.
Il cuore la spinse, la trascinò con tutto se stesso, ma ingoiava aria e non usciva niente.
-Insomma, volevo dirti che ti...
Una parola, una sola e sarebbe finalmente finito tutto.
-Fried, muoviti! Dobbiamo andare o perderemo il treno!
La voce di Evergreen richiamò il ragazzo che, voltandosi di scatto, sembrò ritirare tutto il coraggio preso poco prima.
Prese la borsa, e raggiunse la sua compagna, senza voltarsi indietro.
Mirajane sentì che qualcosa si era rotto. Come aveva potuto? Andarsene così, senza neanche guardarla in faccia?
Inutile era portargli rancore, tanto sapeva benissimo che non ce l'avrebbe fatta ad odiarlo.
Restò ferma, le lacrime le scesero lentamente lungo il viso, mentre con la mente percorreva quegli ultimi istanti. Doveva decorarlo, quel ricordo.
Era l'ultimo che le sarebbe rimasto, prima che Fried tornasse e, aveva già imparato, che non lo faceva mai presto.
-Mira che hai combinato?
La voce di Kana la ridestò, e sentì un forte dolore ai piedi. Centinaia di scheggie di vetro, appartenti ad un bicchiere, giacevano alcune sul pavimento, altre conficcate nei suoi piedi.
Qualche taglio si era aperto e colorava di scarlatto il vetro trasparente.
-Sto bene- disse Mirajane.
-Certo, come no- Kana si avvicinò per aiutarla.
In un certo senso non aveva mentito, pensò Mirajane raccogliendo i cocci, la ferita non le faceva poi così male.
Ma qualcosa dentro di lei bruciava peggio di un acido.
Era il suo cuore, adirato per la sua ennesima rinuncia.

Il sole illuminò la stanza da letto di Mirajane, proiettando i suoi caldi raggi proprio in viso alla ragazza.
Sorrise: finalmente un nuovo giorno.
La mattina era il suo momento preferito, poiché era così carica di impegni che le era impossibile restare a pensare, anche solo un po'.
Le voci dei più mattinieri si sentivano già, tra le quali spiccava quella di suo fratello Elfman.
Ora che ci pensava, era strano che lui fosse arrivato così presto.
Anzi, a quell'ora, era molto strana tutta quella confusione.
Non è che la gilda era stata attaccata?
Il terrore di quella ipotesi la spaventò così tanto che, senza neanche vestirsi, con addosso solo la vestaglia bianca, si precipitò fuori dalla sua stanza.
I piedi nudi calpestavano il pavimento di legno, scansò qualche chiodo che fuoriusciva, e giunse nell'androne.
Un sacco di compagni erano radunati attorno a qualcuno. Riconobbe subito la voce di Natsu che gridava.
-Voglio sfidarti! Voglio sfidarti!
Che si trattasse di un nuovo arrivato? Impossibile, il Master gliene avrebbe parlato.
Cercò di avvicinarsi, ignorando gli sguardi un po' pervertiti dei ragazzi, quando incontrò la schiena dura di Elfman.
Suo fratello si girò e, dopo aver lanciato un'occhiata di stupore nel vederla così conciata, si spostò per farla passare.
Non ebbe il tempo di realizzare niente che, come una caduta improvvisa, si vide faccia a faccia con Fried e gli altri del "Commando del Dio del Fulmine".
Erano tornati.
Era tornato.
Con tutta la forza che potè, corse verso di lui e gli saltò al collo. Il ragazzo l'abbracciò.
Tutti restarono a bocca aperta.
-Sei...tornato...- Mirajane pianse sulla sua spalla, pianse di felicità.
-Non voglio vederti così, non piangere.
In quella voce riconobbe una dolcezza che poche volte aveva sentito; si staccò da lui, fece due passi indietro: lo vide rovistare dentro la borsa nera.
-L'ho aiutato io a...- fece per dire Evergreen, ma Fried la zittì con un cenno.
Che voleva darle?
L'atmosfera si era fatta piuttosto in tensione, tutti, compreso Natsu, erano curiosi di vedere cosa avrebbe tirato fuori il Capitano del Commando.
Tra le mani, Fried, teneva una scatolina in legno piuttosto piccola, andò di fronte ad una Mirajane molto stordita e confusa.
-Avrei dovuto dirtelo prima di partire, ma...
Inaspettatamente si inginocchiò davanti a Mirajane, ed aprì la scatoletta: c'era un piccolo anellino d'oro. Non si vedeva, ma al suo interno c'era scritto "Da Fried a Mirajane".
-...ti amo.
Mirajane portò una mano alla bocca, sbalordita.
Fried si preparò a ricevere l'ennesimo schiaffo oppure, nel migliore dei casi, la solita risatina, che Mira era solita rifilare ai suoi pretendenti.
Non era né il primo né l'ultimo, che le faceva un proposta in quel modo.
Anche gli altri si immaginarono una reazione del genere, forse solo il Master Makarov, l'unico assente, poteva azzeccare benissimo quello che sarebbe successo.
Una brezza accarezzò la vestaglia bianca, che volteggiò lasciando intravedere le cosce rosee, il capelli candidi si alzarono dalle spalle scoperte.
Mirajane si inginocchiò davanti a lui, guardò l'anello un po' titubante, poi gli scostò il ciuffo di capelli dall'altro occhio.
-Anche io.
Vide le solite labbra serrate, aprirsi in uno di quei sorrisi che aveva avuto solo lei la rarità di vedere, ma quel sorriso era magico.
Più bello.
Fried le prese la mano e, delicatamente, le infilò l'anello. Si rialzò con gli occhi lucidi.
Gli alti esplosero in un applauso generale, c'era chi rideva chi piangeva, i più battevano le mani e sorridevano.
Mirajane si guardò intorno, poi si sentì accarezzare il viso, e si lasciò andare ad un bacio appassionante che aveva aspettato per molto tempo. Avrebbe potuto morire ora, in quel momento, quando finalmente il suo più grande desiderio si era avverato.
Si staccarono, mentre gli altri lanciavano urla e si complimentavano, e arrossirono imbarazzati.
-Mi dispiace di essermene andato così, ti giuro che non starò più fuori tanto tempo...Questo viaggio mi ha chiarito le idee. Ho capito che qui sono tutti miei amici, che mi volete bene, che siete la mia famiglia. Ma, ho anche compreso che ti amavo e ti ho sempre amato, voglio stare con te per sempre...senza farti stare in pena per me.
Quelle parole furono troppo per Mirajane, abituata a fantasticare su quel momento che, in tutti quegli anni, aveva sentito troppo lontano dalla realtà.
Scoppiò a piangere.
-Ti amo, ti amo, ti amo!- disse tra le lacrime.
Poi di nuovo un altro bacio, ed altri applausi.
Per quel giorno Mirajane non avrebbe cucinato.

Mirajane ebbe il permesso di allontanarsi quel giorno, insieme a Fried, per farsi una bella passeggiata.
Natsu, Gray ed Elfaman erano seduti ad un tavolo. Attendevano che Lucy e Kana, le due incaricate a sostituire Mirajane, gli portassero da mangiare.
-Se la farà soffire...- iniziò Elfman geloso -...però il suo è stato un atto di coraggio. I veri uomini fanno così, ricordatevelo!
Gray sbuffò, portando la testa all'indietro.
Natsu sbatté i pugni sul tavolo -Che dici?! Io e Gray non siamo interessati a queste cose! Bleah!
Elfman scosse la testa -Siete incorregibili. Per esempio, tu Natsu non credi davvero che sarebbe bello avere una donna accanto da amare, difendere e coccolare?
Natsu, il Dragon Slayer del Fuoco, stava per rispondergli male, quando il suo sguardo si posò sui capelli color oro di Lucy.
-Può darsi.

Note dell'autrice.
Non c'è limite al miele, eccovi qui la mia prima Fan Fiction su Fairy Tail.
Non credo (anzi ne sono quasi sicura) che ci siano molti fan di questa coppia, nonostante io li veda benissimo insieme.
Tra tutti i pairing che si possono fare con Mira, penso che Fried sia quello più appropriato. Vabbé, ognuno ha i suoi gusti, però.
Ne sono abbastanza soddisfatta perché volevo scriverla da tempo, ma non avevo mai tempo. Ora mi sembra quasi un sogno.
Spero vi sia piaciuta, se volete lasciate una recensione.
-Martina.
  
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