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Autore: GiadaGrangerCullen    03/08/2013    2 recensioni
Storia scritta per un contest su Facebook che prevedeva di scrivere un racconto su questo fandom di 394 parole e poi aggiungere tre diversi finali.
Nella mia storia che è riuscita a classificarsi seconda, parlo di James Potter e del suo probabile incontro con l'Orlando furioso... in tre modi totalmente alternativi.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il furioso ad Hogwarts

 

Il rombo di un tuono squarciò il brusio della Sala Grande che andava svuotandosi dopo il banchetto di Halloween, le candele tremolarono e una fitta pioggia iniziò a battere sulle finestre. James Potter pensò che fosse l'atmosfera ideale per un trentun ottobre che si rispetti e, quando la porta della sala si aprì all'improvviso e un uomo sui venticinque anni, con capelli scuri e occhi da pazzo fece irruzione nella stanza urlando il nome di Angelica, ne era proprio sicuro: si prospettava una serata interessante. Tutti gli studenti rimasti puntarono gli occhi sul nuovo arrivato, mentre Silente e la McGranitt confabulavano a bassa voce al tavolo degli insegnanti. L'uomo si diresse con sicurezza verso Potter, fissando un punto poco lontano da questo che poi risultò essere la sua ragazza, Lily.

“Angelica, vieni via con me e lascia questo sciocco di un Medoro! Il vostro non è amore, non è felicità! Su, vieni con me e ti darò le premure che una principessa del tuo alto rango necessita.” disse l'uomo, porgendo la mano alla rossa che, notevolmente confusa, si guardava intorno in cerca di una spiegazione per quell'equivoco che pur le ricordava qualcosa. Fu Potter a rispondere:

“Senta, chi è Lei e cosa vuole dalla mia ragazza?”

“Chi sono io? Non venite a dirmi che non avete mai sentito parlare del Paladino Orlando, primo cavaliere al servizio del grande imperatore Carlo! Tu, Medoro, hai fatto invaghire la mia Angelica, ma sappi che lei non t'ama, come tu non ami lei. Sei solamente uno dei tanti che mira a lei per la sua bellezza, i suoi biondi capelli...”

“Scusi tanto, ma Lei è in errore: questa non è Angelica e non è nemmeno bionda!” lo interruppe James indicando Lily, che finalmente aveva capito la situazione. Orlando doveva essere uscito da uno di quei poemi cavallereschi della letteratura babbana, dall'Orlando Furioso di un poeta italiano del Cinquecento, per l'appunto. Spostò James da un lato e si diresse al nuovo arrivato.

“Senta, signor Orlando, io non sono Angelica e il mio ragazzo non è Medoro. Deve essersi perso, perché a quanto mi risulta lei è un personaggio letterario, o al più storico anche se quel che racconta fa presumere tutto il contrario. Quindi...”

“Quindi, signorina Evans, è meglio che tutti voi saliate nei vostri dormitori immediatamente, ché con questo egregio signore ce la vedremo io e il professor Silente.” continuò la direttrice dei Grifondoro.

 

[394 parole]

 

 

Primo finale:

 

“Ma professoressa, la questione mi riguarda direttamente, visto che Lily...” cominciò Potter, ma fu presto zittito dallo sguardo severo della McGranitt, che continuò: “Bene, Potter ed Evans possono restare, gli altri via svelti!” Fece un gesto con la mano per invitare gli studenti che erano rimasti ad assistere alla scena di andarsene e a poco a poco e sbuffando, i quattro rimasero soli e vennero raggiunti dal professor Silente.

“Signor Preside, non penso ci sia bisogno del suo aiuto. La situazione è sotto controllo, come vede.”

“Vedo, Minerva, certo. Devo chiamarle Lumacorno immagino.” disse egli e all'annuire della McGranitt aggiunse: “Io mi ritiro allora. Buona serata Minerva.” Alzò il cappello. “Signor Potter. Signorina Evans e anche a lei signor Piton.” Detto così si diresse verso l'ufficio del direttore di Serpeverde, lasciando James e Lily stupiti. Essi si voltarono verso il presunto Orlando e videro che sotto quegli abiti di quattrocento anni prima, forse scovati in qualche vecchio armadio della scuola, non c'era più l'uomo che prima s'era finto Orlando, ma un imbarazzato Severus Piton.

“Piton, le è forse sfuggito che utilizzare la Pozione Polisucco nel Castello è severamente vietato? Per delle bravate del genere poi? Sa, credevo che lei fosse più intelligente di così, mi aspettavo una stupidaggine del genere da Potter o Black, ma...” Lily frenò James che stava per intervenire e lanciò uno sguardo di disprezzo a quello che una volta era il suo migliore amico. “beh, ora è una questione del professor Lumacorno, sarà lui a decidere la punizione. Ora, Potter, Evans in Sala Comune! Buona notte.” I due sbalorditi dal comportamento del Serpeverde si congedarono, la McGranitt affidò un umiliato Severus al suo direttore di Casa e si recò amareggiata nel suo ufficio. Poco importava a Piton della punizione, Lumacorno stravedeva per lui e sarebbe stato indulgente, ma si sentiva idiota, perché era stato paragonato a Potter e Black, alla loro stupidità e aveva paura che la notizia arrivasse alle orecchie di Lucius Malfoy, il quale sicuramente non avrebbe approvato il suo comportamento e poco importava che l'idea fosse stata di Mulciber. Inoltre lo sguardo deluso di Lily si era impresso nella sua mente, non faceva che sbagliare con lei, non avrebbe mai recuperato la sua amicizia perché lui ormai aveva deciso di unirsi ai Mangiamorte e le loro fazioni erano contrarie. Davvero credeva che fingendosi un personaggio letterario pazzo, avrebbe potuto parlare con lei? Davvero credeva che poi sarebbe riuscito a stregarla come voleva Mulciber?

Rivide la sua vita e comprese che era tutta un fallimento, ma ormai aveva tracciato la sua strada.

 

[424 parole]

 

 

Secondo finale:

 

“Ma...” iniziarono James e Lily all'unisono, ma quando il professor Silente mise le mani sulle loro spalle si zittirono.

“Minerva, credo che i ragazzi possano restare. Il nostro amico, qui presente non ha dato motivo di credere che abbia intenzioni violente. Vogliate seguirmi nel mio ufficio. Tutti gli altri a letto e buone festicciole nelle Sale Comuni!” disse il Preside.

Camminarono in silenzio fino ad arrivare davanti al gargoyle di pietra che nascondeva l'ingresso alle stanze del Preside, mentre Orlando borbottava qualcosa sull'onore e su Carlo Magno, rovesciando le armature che incontrava. Gli altri lo ignorarono finché non furono arrivati a destinazione, poi Silente gli rivolse la parola.

“Allora, si dice che lei sia Orlando, paladino di Francia del quattordicesimo secolo. Mi conferma questa versione?”

“Precisamente. Ora ho io una domanda da porle, che ci fa la mia Angelica in questo posto sperduto nel mondo? E Lei chi sarebbe?” rispose il cavaliere.

“Per essere precisi le domande che Lei mi ha rivolto sono due, ma non farò caso a questi dettagli. Il mio nome è Albus Silente e questa è la mia scuola di Magia.” allargò le braccia per indicare l'ambiente circostante, ma subito l'altro replicò.

“Scuola di Magia?! Ma che diamine, non siete stati messi al rogo ancora?”

“No, i non Maghi come lei non sono al corrente di queste cose e per l'appunto non si hanno roghi da secoli, perché vede...”

“Che secoli e secoli!” l'interruppe. “Non mi stia a raccontare storielle, che ho perso fin troppo tempo alla ricerca della giovin donzella! Sarei lieto di discorrere in pace con lei e l'amante”

“Sono il suo ragazzo e lei non è quella che Lei pensa!” irruppe James ormai spazientito, mentre Lily tentava di calmarlo. Lui, però, aveva già estratto la bacchetta e stava minacciando Orlando. “Vattene ora e lasciaci in pace, altrimenti...”

“Cosa vuoi fare con quel bastoncino di legno? Me ne vado ma Angelica viene con me.”

James non seppe controllare lo “Stupeficium” che partì quasi da solo dalla sua bacchetta.

“Mi scusi signor Preside e anche lei professoressa McGranitt, ma così sarà più facile rimetterlo nel suo libro.”

 

[340 parole]

 

 

Terzo finale:

 

“Non lei, signor Potter.” aggiunse rivolta al Grifondoro e quando tutti gli altri se ne furono andati, compreso il professor Silente la donna si tolse il cappello, si sciolse il suo sempre presente e perfetto chignon e, agitando la bacchetta, fece in modo che tutto ciò che li circondava mutasse. Non si trovavano più ad Hogwarts, ma in una landa desolata, nella quale vi era solamente un accampamento di tende da campeggio piuttosto grandi, ma molto strane. Sembrava un accampamento militare e da ciò che James scoprì qualche secondo più tardi, seppe che il suo intuito non mentiva.

“Mi dispiace per il disguido.” disse la donna davanti a lui, che non aveva più nulla della professoressa McGranitt.

“Ma che ca...”

“Potter, niente parolacce in questo libro! Lasciami parlare anche se non sono la tua insegnante!” lo interruppe la donna. James la guardò stupito e tacque: era vestita da guerriera. “Non so se conosci quest'opera, però ci sei finito dentro. Questo è lo scenario dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Io sono Bradamante.” fece una breve pausa, ma riprese a parlare prima che James potesse replicare qualcosa. “Sei finito qui tuo malgrado, noi ci siamo comportati come le persone che tu conoscevi ingannandoti con la magia. Sai, nella mia epoca, anche se non appare in quest'opera, viveva Merlino e lui ha concesso momentaneamente dei limitati poteri anche ai non maghi. Fatto sta che dopo l'incursione del povero e pazzo Orlando di questa sera il gioco ha dovuto concludersi prima del previsto. Il tuo amico Sirius Black che ti ha spedito qui ne sarà rammaricato. Ora, però, è arrivato per te il momento di andare e tornare alla tua realtà.”

“E' stato Sirius?!” chiese James con rabbia.

“E' quello che ti ho detto. Ora prendi questa moneta e tornerai a casa.” disse Bradamante porgendogli un galeone. Lui tese la mano e irato lo prese e senza salutare si ritrovò nella biblioteca di Hogwarts con Sirius e Remus accanto che ridevano a crepapelle.

“Voi! Giuro che me la pagherete molto cara!”

 

[331 parole]

   
 
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