Cammino, lungo la Senna bancarelle e librai già aperti. Mi guardo intorno, poi mi fermo e la malinconia mi assale. Il fiato mi si blocca in gola, la testa inizia a girare e un senso di nausea mi pervade. Non so cosa mi abbia spinto a venire fino a qui a quest'ora di mattina, non so cosa fare, so soltanto che i miei piedi sembrano incollati al terreno.
Che senso ha vivere? Ma che senso avrebbe uccidere dopo aver sofferto per avere una vita? Che senso ha arrancare ogni giorno per ricavarsi un posto nel mondo? Guardo giù, la Senna si distende oltre la banchina. L'acqua ha un che di rilassante finché non noto in essa il mio riflesso. Chi è quella donna? Non sono io. Io non mi riconosco più. Allargo il mio sguardo. Ora, con questo, seguo la corrente. Guardare ogni sfaccettatura creata dal riverbero del sole che, appena spuntato fuori dal suo giaciglio, colora tutto di un intenso arancione misto a rosa. Ancora una volta mi giro verso la strada, sono praticamente sola. I proprietari delle bancarelle troppo impegnati nel loro rituale mattutino per notarmi. Sola, incredibile come una parola possa descrivermi così bene; nessuna famiglia, nessuno amico accanto, nessuno al mondo. E allora, sola come sono sempre stata, mi butto.