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Autore: Yasha 26    03/08/2013    12 recensioni
- E così hai deciso di andartene davvero Aki? Sicuro di non volerci ripensare? -
- No Kagome, preferisco andare via. Starti vicino è troppo complicato per me, lo sai. Vederti tutti i giorni e non poterti amare, mi sta uccidendo. -
- È un vero peccato perdere un ottimo avvocato e amico come te Aki. -
Un altro pezzo della mia vita se ne va. Che tristezza. Lui però lo capisco. Sono anni che Akitoki è innamorato di me, dai tempi dell’università. Se solo mi fossi innamorata di lui, invece di quell’essere orribile di InuYasha!
Ancora oggi, dopo più di cinque anni. ripenso al giorno in cui mi abbandonò per la sua carriera.
Lo amavo così tanto.
Credevo che la nostra fosse una storia d’amore perfetta, come quelle dei film, invece, dopo cinque anni, se ne uscì con “ho trovato lavoro a Londra”, è partito ed è sparito per sempre dalla mia vita.
Così mi sono ritrovata ad annegare in un mare di ricordi e di promesse perdute nel vento.
Ora è ritornato, ma non gli permetterò di stravolgere la mia vita e quella di Sayuri!
INCOMPIUTA. IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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IN REVISIONE GRAMMATICALE

 
- E così hai deciso di andartene davvero Aki? Sicuro di non volerci ripensare? – chiedo dispiaciuta.
- No Kagome, preferisco andare via. Starti vicino è troppo complicato per me, lo sai. Vederti tutti i giorni e non poterti amare mi sta uccidendo, quindi preferisco lasciare lo studio ASK definitivamente. –
- È un vero peccato perdere un ottimo avvocato come te Aki, ma non posso costringerti se non te la senti. Mi spiace davvero non poter ricambiare i tuoi sentimenti, ma ti ho sempre visto come un sincero amico e fratello. Non sai quanto mi piacerebbe comandare il mio cuore per potermi innamorare di te. Sei un uomo splendido, leale e gentile, però purtroppo… -
- Purtroppo il tuo cuore è occupato da qualcuno che non lo merita. Kagome, capisco che io possa non essere adatto a te, ma non puoi vivere nel ricordo di un uomo che ti ha abbandonata per la sua carriera! Sono oltre cinque anni che vivi nel suo ricordo. Lo capisci che questo ti fa male? E credimi, ti sto parlando da amico e non da uomo innamorato. Non puoi precluderti la possibilità di essere felice per uno stronzo del genere. Meriti di avere un buon marito accanto, che sappia anche essere un buon padre in futuro. Cerca di provare a frequentare qualcuno, santissimi Kami! –
- Non è facile Aki. Io non… -
- Non è facile per me dirti di avere un altro uomo Kagome! Ma capisci cosa significa dire alla donna che ami da tutta una vita, di provare ad essere felice con un altro? Eppure, per il bene che ti voglio, lo faccio! Hai rifiutato me, quel Koga, figlio del giudice Yoro, anche lui un bravo ragazzo, Naraku Kumo lo capisco, quell’avvoltoio non è un avvocato serio, trova sempre scorciatoie assurde per farla franca, però te lo dico per farti capire che sei una bellissima donna, che piace, piena di carisma, intelligente e caparbia, in grado di cavarsela sempre in ogni causa difficile e intricata, tanto da meritarti il titolo di Lady Ice per la tua imperturbabilità e per il sangue freddo che hai nel gestire gli imprevisti. Se non fosse per te, questo studio non sarebbe ai livelli in cui è adesso. Io e Sango siamo bravi, è vero, ma tutto dipende da te. Sei una delle donne più desiderate di Tokyo, eppure ti rifiuti di accettare anche un semplice invito a cena. – sbotta esasperato.
- Lo sai che con la mia situazione non posso permettermi di frequentare qualcuno come quando ero adolescente. Le cose sono cambiate. Ora ho delle responsabilità Aki. – gli ricordo.
- Lo so benissimo e ti comprendo. Ma non posso non dirti che per me sbagli a rimanere legata al passato. Ti stai solo rovinando la vita. Ora scusami ma è meglio che vada, questa discussione è davvero pesante per me da gestire. Buona fortuna Kagome e mi raccomando, pensa a ciò che ti ho detto. -
- Grazie Aki, lo farò. E sappi che è stato un onore lavorare con un socio come te. – lo ringrazio, davvero grata per il lavoro che ha svolto e per l’affetto che mi dimostra anche in questa circostanza per lui poco piacevole.
- Lo è stato anche per me. Ora però dovrai cambiare nome allo studio, dato che la A va via, ti rimane solo SK. – scherza lui, per sdrammatizzare.
- Già, e pensare che le iniziali dei nostri nomi formavano un bell’acronimo. Pazienza. Vedremo chi sarà il socio che ti sostituirà. Se avrà una vocale come iniziale, magari potremo arrangiarci. -
- Sango non ti ha detto come si chiama quello che mi sostituirà? -
- No. So solamente che viveva in America e che sembra non abbia mai perso una causa. Ha deciso di trasferirsi in Giappone per motivi personali. Non so altro. -
- L’importante è che sia bravo e che sappia mantenere i ritmi dello studio legale. -
- È vero, speriamo sia così. Le entrate di questo anno hanno superato di gran lunga quelle degli anni passati. La causa vinta contro quel giudice corrotto e maniaco, ha fatto parecchia pubblicità. -
- Solo tu potevi vincere una causa contro un giudice Kagome. Sei davvero grande! -
- Non esagerare. Mi sono solo servita delle prove a suo carico. Non ho fatto niente di eccezionale. -
- Prove che hai trovato camuffandoti perfino da prostituta, rischiando la vita ad ogni rifiuto che davi agli uomini che si fermavano per passare la serata con te. – dice con tono accusatorio.
- Rischi del mestiere, nulla di più. Il mio compito è trovare prove e così faccio, dovessi anche scendere all’inferno per trovarle. -
- Ricorda che hai qualcuno che ti aspetta a casa, quindi non fare mai più cose così sconsiderate! – mi rimprovera nuovamente.
- Ok papà, promesso! Spero di rivederti un giorno Akitoki. Mi mancherai tanto, lo sai? -
- Anche tu Kagome, non immagini quanto. Ogni tanto chiamerò per sapere come state, sperando non risponda tuo nonno. Ogni volta quell’uomo i scambia per un maniaco, ricoprendomi di brutte parole. – dice perplesso.
- È sempre così, che vuoi farci. Porta pazienza, o magari chiama direttamente me al cellulare invece che a casa. Non c’è nulla di male a sentirsi tra amici. -
- Vedremo. A presto Kagome. Buona fortuna! – mi saluta, uscendo definitivamente dall’ufficio.
Un altro pezzo della mia vita se ne va, Che tristezza. Lui però lo capisco. Sono anni che Akitoki è innamorato di me, dai tempi dell’università. Se solo mi fossi innamorata di lui all’epoca, invece di quell’essere orribile! Ancora oggi, dopo più di cinque anni (esattamente cinque anni, sei mesi e una settimana!) ripenso al giorno in cui mi abbandonò per la sua carriera.
Lo amavo così tanto.
Studiavamo legge insieme. È all’università che ho conosciuto lui, Aki e il mio migliore amico Miroku, che invece studiava medicina, diventato da poco il fidanzato della mia socia e amica Sango. È anche il mio medico per fortuna, infatti è lui che si è occupato di me in questi anni.
Un giorno, quel disgraziato del mio ex mi disse di provare qualcosa per me. Io ne fui felice perché per me fu amore a prima vista. Trascorremmo cinque anni insieme, per me splendidi. Ero convinta ci saremmo sposati, invece lui se ne uscì con “ho trovato un lavoro a Londra”, è partito ed è sparito per sempre dalla mia vita.
E pensare che lo avrei seguito in capo al mondo se me lo avesse chiesto. Invece no, se n’è andato in Europa da solo, senza di me.
Credevo che la nostra fosse una storia d’amore perfetta, come quelle dei film. Sembrava così innamorato di me. Ogni giorno un fiore diverso con un bigliettino, cene a lume di candela sul terrazzo di casa sua a guardare le stelle e a parlare del nostro futuro, viaggi al fine settimana nei paesini più sperduti del Giappone dove ci rifugiavamo per allontanarci dalla caotica città, pomeriggi ad aspettare il tramonto seduti sotto il grande albero secolare che ho in giardino, giornate a programmare le visite ai concerti dei nostri cantanti preferiti che si tenevano nelle varie città. Sembravamo felici.
Pensavo fosse tutto perfetto, mai una lite, mai alcun problema. Credevo sarebbe stato per sempre, invece mi sono solo illusa. Mi sono ritrovata ad annegare in un mare di ricordi e di promesse perdute nel vento.
Dopo la sua partenza, l’ho cercato molte volte al cellulare, lasciandogli anche messaggi con scritto che dovevo parlargli urgentemente, ma lui li ha sempre ignorati, così, dopo alcuni mesi, mi rimboccai le maniche e proseguii la mia vita come avevo scelto.
Eppure, ancora oggi, dopo cinque anni, non riesco a fare a meno di pensare a lui em date le circostanze, mi è anche difficile evitarlo. Dal mattino fino alla sera ho inevitabilmente la sua immagine stampata davanti gli occhi. Ho provato a dimenticarlo, ma non ci sono mai riuscita. Il mio stupido cuore continua ad amarlo anche se lo detesta.
È assurdo! Provo amore e odio per la stessa persona.
Mi ha rubato il cuore e non me lo ha più restituito. Vinco qualunque causa mi capiti, penale e civile, ma non riesco a vincere il mio cuore, giudice terribile e capriccioso che non mi dà pace.
- Kagome, piccola mia, che faccino pensieroso. Che è successo? -
- Miroku. Aki se n’è andato! - gli dico, correndo ad abbracciarlo per essere consolata.
Miroku è l’amico migliore che possa esistere. Lo adoro dal più profondo del cuore. Lui non è mai stato interessato a me come Aki, quindi tra di noi si è sviluppato un rapporto di complicità unico, soprattutto dopo che “Lui” mi ha abbandonata.
È stato Miroku ad aiutarmi, come amico e come medico, a risollevare il mio morale. Molte volte, di notte, correvo a casa sua in preda al pianto e mi addormentavo solo tra le sua braccia. Lo considero un fratello. Mi chiama spesso piccola, tesoro, gioia, tutti nomignoli da fidanzata a dir il vero, ma senza secondi fini. Sango infatti non è gelosa perché sa che rapporto ci lega, conosce la mia storia e può stare sicura che non è altro che affetto fraterno.
- Povero il mio tesoro! Ti compro un gelato così ti riprendi, dai! – dice, accarezzandomi la testa.
- Miroku, non sono una bambina. Non trattarmi come tale! - mi lamento, mettendo un finto broncio.
- Lo so, però per me sei come la mia sorellina, ed è così che la tratterei. Piuttosto, dov’è la luce dei miei occhi? - chiede, riferendosi alla fidanzata.
- È in tribunale per quel divorzio a causa del cane. – gli ricordo.
- Ah già. I coniugi animalisti che litigano su come è giusto crescere il loro cane. Roba da matti! -
- Per fortuna non è capitata a me quella causa. Odio quei due! Non si può divorziare per una roba simile! -
- In effetti. La gente è strana. Comunque… e così Akitoki se n’è andato alla fine. Ha resistito più di quanto immaginassi. – sostiene, sedendosi accanto a me sul divano.
- Mi spiace che siano andate così le cose. Gli volevo molto bene. – rispondo dispiaciuta.
- Mai quanto ne vuoi a me spero! – scherza nuovamente, facendomi sorridere.
- Sei l’unico uomo che amo di bene Miroku, e così sarà sempre. Non potrei voler bene a nessun altro come voglio bene a te. – affermo sicura.
- Non è che la cosa mi faccia così tanto piacere, piccola mia. Finché parliamo di amicizie sono d’accordo con te, io sono l’unico vero, grande, splendido e fantasmagorico migliore amico che possa esistere. Ma quando si parla di fidanzati, non mi piace che chiudi le porte a tale possibilità Kagome. – si fa serio, come ogni volta che si tocca tale argomento.
- Miroku, ti prego, non cominciare anche tu come Aki! Anche lui mi ha fatto la predica su queste cose. Io sto bene da sola, perché dovrei andare ad imbarcami in una storia che sicuramente finirebbe ancor prima di cominciare? -
- Ma perché sei convinta così? Guarda che non sei l’unica donna in questa situazione! Non sei la prima e non sarai neppure l’ultima! Il vero motivo è che hai paura di soffrire, ammettilo! -
- Forse è così. Ma puoi biasimarmi dopo quello che ho passato in questi cinque anni? Ho dovuto fare tutto da sola! E ringrazio i Kami di aver avuto te, il nonno e mia madre, altrimenti non so che fine avrei fatto! - gli ricordo, nel caso avesse dimenticato la situazione.
- Non metto in dubbio che tu non abbia sofferto. C’ero anch’io la notte con te, quando ti svegliavi in preda agli attacchi di panico. Praticamente dormivo più con te che con la mia ragazza dell’epoca. Ma ormai quel periodo è passato Kagome. Devi dimenticare InuYasha! Non sono tutti come lui! -
- Non devi fare quel nome Miroku! Lo sai che lo odio! - esclamo agitandomi. Non sopporto nemmeno di sentir pronunciare il suo nome!
- Invece lo pronuncio! Devi abituarti anche a questo, lo capisci? Accidenti, non hai nemmeno trent’anni ma fai la vita di una monaca di clausura! Sei una bellissima donna, senza alcun difetto oltre la testardaggine. Possibile che non riesci a vedere nella tua vita almeno l’ombra di un compagno? -
- No! Oltretutto ho un grande difetto che per gli uomini è difficile accettare, e tu lo conosci benissimo. –
- Ti riferisci al piccolo giglio, non è così? -
- Esattamente. Non è facile accettarla Miroku. -
- Per me sono problemi che ti fai tu e… -
- Uffa, che rottura di palle quella causa! Non ne potev… oh Miroku, sei qui? - ci interrompe Sango, di ritorno dal tribunale.
- Oh, ma che magnifica Dea scesa in terra! Oggi con questo tailleur grigio sei bellissima! - esclama lui, correndo ad abbracciarla.
- Hai detto la stessa cosa ieri di quello blu. - gli faccio notare io.
- Già. E anche il giorno prima con quello nero. - risponde lei, dandomi ragione.
- E che volete farci. La mia fidanzata è la più bella del mondo, qualunque cosa indossi o non indossi! - dice lui malizioso.
- Miroku! Piantala di fare sempre il maniaco! - gli urla lei, colpendolo con la ventiquattrore.
Miroku è un bravissimo ragazzo, però è anche un po’ strano per certi versi, un po’ maniaco direi, infatti non mancano mai le battutine a sfondo sessuale, cosa che Sango odia. Io ormai ci sono abituata, lo conosco da oltre undici anni. È fatto così, ma non ha mai mancato di rispetto ad una sola donna.
- Com’ è andata la causa coi coniugi Miura? - chiedo curiosa.
- Come è andata? Quei due hanno deciso di far pace alla fine! Mi hanno solo fatto perdere tempo! Hanno deciso di iscrivere il cane ad una scuola comportamentale, così nessuno dei due avrà responsabilità nell’educarlo. Ma ti rendi conto? - mi spiega inviperita.
- Dai calmati Sango. L’importante è che ci diano l’assegno. Per il resto non importa, tu il lavoro lo hai svolto. -
- E ci mancherebbe pure che non mi paghino! Sarei capace di ucciderli dopo essermi sorbita ore di “Hachiko deve fare i bisognini fuori, non sul tappeto come le ha insegnato mio marito”  oppure “Hachiko deve andare in giro col collare e non come fa mia moglie che la lascia libera”. Hachiko di qua e Hachiko di là! Inizio ad odiare questa Hachiko! -
- Ma che ti ha fatto quella povera cucciola? Sono i padroni ad essere idioti. -
- Lo so anche io Kagome. Uff, spero che quei due non si facciano vedere mai più! O giuro che li uccido! -
- Ok ok, tranquilla. Se mai tornassero me ne occupo io. - le rispondo divertita.
- Amoruccio, hai impegni oggi pomeriggio? - le chiede Miroku.
- A dir il vero sì. Deve arrivare il nuovo socio. -
- Cosa? Arriva oggi? Ma io non ne sapevo nulla! - mi lamento scocciata.
- Mi spiace, non ho avuto modo di dirtelo prima. Mi ha chiamata ieri sera dicendo che passava oggi pomeriggio per vedere com’è lo studio. Spero non sia un problema. -
- No tranquilla. Solo che oggi pomeriggio dovevo andare dal pediatra per un controllo. A che ore viene questo avvocato? -
- Verso le tre. -
- Accidenti! - proprio l’orario che ho col medico.
Poi mi viene un’idea…
- Mirokuuuuuuu. - lo chiamo con occhioni da cucciolo.
- Ho capito, ci vado io. Però mi devi un favore! -
- Certo tutto quello che vuoi! – acconsento grata.
- Tutto quello che voglio? Sicura? - domanda con un sorrisetto che non preannuncia niente di buono.
- Dipende dal tuo “tutto”… - preciso, intuendo già il suo pensiero.
- Niente di osceno tranquilla! Però lo farai! – dichiara, guardandomi con occhi furbi.
- Che vuoi fare Miroku? - gli chiede Sango con aria preoccupata.
Vedo lui bisbigliarglielo all’orecchio per non far sentire me. Così non è giusto però!
- La trovo una magnifica idea! - risponde Sango, guardandomi con la stessa espressione di Miroku.
- Voi due mi fate paura! Si può sapere che vuoi combinare Miroku? - chiedo davvero preoccupata.
- È un segreto! Ora vado! Ciao principesse del mio cuore! - ci saluta, dando un bacio sulla guancia a me e uno sulla bocca a Sango
- Tu ora mi dici cosa ti ha detto quel pazzo! – impongo, quando restiamo sole.
- Non posso mi spiace! Ma sono sicura ti piacerà! -
- Ma io voglio saperlo! – insisto.
- Da me non saprai nulla! -
- Traditrice! - mi lamento, mettendo il broncio mentre lei sghignazza sotto i baffi.
 
Verso le tre e mezza, in ritardo a quanto vedo, la nostra segretaria ci avvisa che è arrivato questo fantomatico socio che non ha mai perso una causa. Mah, vedremo. Tanto per cominciare la puntualità non è il suo forte!
Quando bussano alla porta, è Sango ad aprire, mentre io mi alzo e sistemo la gonna che si è leggermente alzata, senza guardare subito l’uomo.
- Piacere di conoscerla signor Taisho. – lo accoglie Sango.
Ha detto Ta-Taisho?
D’istinto porto i miei occhi a guardare chi sta entrando e il mio cuore si ferma.
- Prego entri. Lei è Kagome Higurashi, il vero capo della ASK e… -
- Kagome? - la interrompe lui, guardandomi sorpreso.
Io sono paralizzata. Mai mi sarei aspettata un momento del genere. Non credevo che lo avrei mai più rivisto. Il cuore mi sta salendo in gola, mi blocca il respiro.
- Inu… Yasha… - dico il suo nome con voce strozzata, priva d’aria e carica di dolore. Mi gira la testa. Non può essere davvero lui! Non può essere il mio nuovo socio. Non può ritornare nella mia vita!
- Kagome, tutto bene? Sei pallidissima! - mi chiama Sango, notando il mio viso sconvolto.
- Chia-chiama Miroku! Subito! - riesco a dire, prima di essere colta da uno dei miei attacchi di panico.
Il respiro mi viene meno, mi sento soffocare. I tremori iniziano. La nausea preme sul mio stomaco. Il cuore vuole esplodermi fuori dal petto. Ricomincia! Ricomincia di nuovo tutto da capo come cinque anni fa!
Incapace di reggermi sulle gambe mi inginocchio a terra per non cadere. Tutto intorno diventa confuso e irreale. Mi sembra di sentire parlare ma non capisco. La vista va via come ogni volta, lasciandomi in una specie di dimensione bianca e vuota. Mi sembra che passino ore prima di sentire la voce di Miroku dirmi di calmarmi. Lentamente la vista ritorna e mi ritrovo stesa sul divano, con accanto Miroku, una Sango dall’espressione sconvolta e… lui, che mi guarda confuso.
Non voglio vederlo! Non voglio stare nella stessa stanza con lui!
- Portami a casa ti prego! - chiedo a Miroku con occhi supplicanti.
- Va bene, andiamo. -
- Aspettate un minuto! Ma cos’è successo a Kagome? - chiede InuYasha, quando Miroku mi prende in braccio.
- Non è il momento migliore questo, InuYasha. - risponde il mio amico, uscendo dalla stanza.
 
Mi sento ancora un po’ confusa, ma almeno adesso riesco a ragionare e a camminare. In macchina ho spiegato a Miroku cosa mi è successo. Anche lui è rimasto scioccato nel vedere di nuovo InuYasha, e nel mio ufficio poi.
Arrivati a casa, un turbine rosa mi travolge.
- Mamma! Che bello sei già qua! Pensavo facessi tardi! – esclama la mia unica ragione di vita, che tra due settimane compirà cinque anni.
- Sì amore. Ho finito prima del previsto. Scusa se ti ha dovuto portare lo zio dal dottore, però mamma aveva un impegno. – mi scuso, prendendola in braccio.
- Kagome dalla a me. È meglio che non fai sforzi. - mi avverte Miroku.
- Tranquillo, ce la faccio. Sayuri, la nonna dov’è? –
- Di là al tempio col nonno. Mammina stai male? Sei fredda. – nota lei, lei toccandomi il viso.
- No amore, mamma è solo stanca. Vai a chiamare nonna per favore. – le chiedo, rimettendola a terra.
- Corro! – afferma, sparendo come un fulmine.
Quante energie ha quella bambina. Vorrei averne almeno la metà in questo momento.
- Kagome, vieni, ti porto nella tua camera. - dice Miroku, aiutandomi a salire le scale.
Entrata in camera mi lascio cadere sul letto.
- Inutile girarci intorno. Glielo dirai? - mi chiede. sedendosi accanto a me.
- Non ci penso nemmeno! - nego categorica.
- Ma è sua figlia. -
- È mia figlia, Miroku! L’ho cercato tre mesi per dirglielo! L’ho chiamato. Gli ho mandato non so quanti messaggi dicendogli che dovevo dirgli una cosa importante, ma lui non ha mai risposto! Sono perfino andata a Londra col pancione per parlargli di Sayuri, sperando tornasse con me, invece l’ho visto spassarsela con un’altra! Si era totalmente dimenticato di me! Quindi quella non è sua figlia! Fosse per lui nemmeno sarebbe viva adesso. Mia figlia è viva grazie a te! Sei più padre tu per Sayuri che lui! -
- Non sapevo fossi andata a Londra. Perché non me lo hai detto? – domanda sorpreso.
- Perché Sayuri è nata prematura a causa di quel viaggio. Mi sono sentita così in colpa che non volevo sorbirmi pure le vostre accuse. Dopo che sono ritornata in Giappone mi sono talmente disperata nel pensarlo con quell’altra, da avere le contrazioni. Se non fossi stata così stupida da partire al sesto mese e mezzo di gravidanza, forse questo non sarebbe accaduto. – confesso colpevole.
- Non incolparti più Kagome. È stata un’azione davvero sconsiderata da parte tua partire in quelle condizioni, ma comunque Sayuri sta bene adesso. Ha cinque anni ed è in perfetta salute. A proposito, il pediatra ha detto che il raffreddore passerà da solo, non devi darle nulla. – mi informa, accarezzandomi la testa.
- Grazie per averla portata tu. - gli dico abbracciandolo.
Miroku è stato un punto di riferimento nella mia vita. Se non avessi avuto lui, non so come avrei fatto. Gli devo molto.
- Di nulla. Questo ed altro per la mia nipotina. Ora riposa. Gli ansiolitici che ti ho dato ti stordiranno per un po’. -
- Non posso o Sayuri si preoccuperò se mi addormento a quest’ora. -
- Ordini del tuo dottore e non del tuo amico, capito? Se non fai come ti dico, la prossima volta invece che sotto la lingua ti do gli ansiolitici con una bella iniezione! – minaccia serio.
- No, ti prego, le punture no! Le odio! - lo supplico io.
- Lo so, per questo ti minaccio! A trent’anni hai meno coraggio di tua figlia per gli aghi. Vergognati! – sghignazza lui.
- Sono colpevole vostro onore, lo ammetto! -
- Come farai ora che è ritornato? - chiede lui, ritornando serio.
- Non lo so, però non intendo averlo come socio. Chiederò a Sango di parlare con lui in modo da cercarsi un altro studio legale. -
- Credo sia meglio. Se non servirà, ci parlerò io, tranquilla. -
- Miroku, grazie infinite. Mi sentirei persa senza di te! -
- Cucciola, non ringraziarmi. Ti voglio un bene dell’anima. Per te farei di tutto, lo sai. E lo stesso vale per il mio piccolo giglio. - (Sayuri=giglio. Nda)
- Lo so Miroku. Però non posso fare a meno di pensare che ne sarebbe stato di me se non ti avessi avuto al mio fianco quando è nata. Se penso ancora a quello che è accaduto mi sento morire. Se lei fosse morta io sarei morta con lei! – sostengo, ricordando quel triste giorno che ha scatenato in me gli attacchi di panico per la prima volta.
- Per fortuna lei è viva e in perfetta salute adesso, quindi non ricominciare col pianto. Adesso sono fidanzato ufficialmente tesoruccio mio. Non posso permettermi di dormire abbracciato a te come cinque anni fa, o Sango mi evira! - afferma ridendo.
- È vero, hai ragione. Lungi da me causare la tua dipartita mascolina! – replico, scoppiando a ridere anche io.
- Ti prendi gioco di me, piccola strega? – risponde, facendomi il solletico.
- Inutile. Lo sai che non soffro il solletico! - rido compiaciuta. Solo lui è in grado di tirarmi su il morale.
- Mammina! Ecco nonna! - mi avvisa la mia piccola peste.
- Tutto bene Kagome? Ciao Miroku, come mai di nuovo qui? - chiede confusa mia madre.
- Ti spiego dopo mamma. Ti puoi occupare tu di Sayuri? - le chiedo, sperando che capisca. Lei mi guarda attenta e poi guarda Miroku.
- Certo cara. Riposati mi raccomando. Sayu-chan che ne dici se andiamo a cucinare dei biscotti per la mamma? – grande la mia mamma! Ha capito al volo!
- Sììììììì!!! Quelli alla cannella che ama tanto! Sei felice mammina? - mi chiede lei allegra.
- Non vedo l’ora di assaggiarli amore. - rispondo davvero felice.
La mia bambina è un vero tesoro. L’amo più della mia vita e non permetterò a nessuno di dividerci. Lei è solo mia! Ho lottato con le unghie e con i denti per farla sopravvivere e non intendo dividerla con un bastardo che mi ha abbandonata con lei in grembo.
Devo tenerlo lontano da me e da lei. Se la vedesse temo avrebbe qualche sospetto. Purtroppo Sayuri è la sua copia. Stessi occhi color ametista, stessi capelli scuri, stessa carnagione chiara e perfino la stessa voglia al fianco a forma di mezzaluna, ereditata dal padre di InuYasha.
Chiunque abbia conosciuto InuYasha, dopo aver visto mia figlia mi chiede se sia sua figlia. Sono davvero simili. Oltretutto, anche il nome può creare sospetti. Il giglio era il fiore preferito della mamma di InuYasha, alla quale volevo un gran bene finché è stata in vita. In suo onore ho chiamato mia figlia Sayuri. Anche se devo ammettere che InuYasha non ha mai brillato per furbizia e intelligenza in queste cose, quindi forse non lo capirebbe.
Devo comunque cercare di tenerlo lontano da lei. InuYasha deve ritornare da dove è venuto. È pericoloso averlo vicino. Ma come posso rispedirlo in America? Che ci faceva poi in America, se era andato in Inghilterra? Bah… il motivo non mi riguarda. A me interessa solo tenerlo lontano da mia figlia, e ci riuscirò!  
 
 
 




 
 
 
Ciao ^_^  rieccomi con una nuova storia come preannunciato nei giorni scorsi ^_^
Miracolo dei miracoli… in questa storia Hojo è un bravo ragazzo ^_^  e lo rivedremo spesso al fianco di Kagome  ^_^
Miroku è un ottimo migliore amico, ma ce lo vedete come medico? Un maniaco come lui?? Eheheheh beh qui lo sarà solo con Sango ^_^ e mai con altre donne ^_^ anche questo è un miracolo non trovate?
Per quanto riguarda InuYasha, avrà i suoi motivi per essersi comportato così? Perché avrà abbandonato Kagome?  Chi era la ragazza con cui Kagome lo ha visto?
Leggete e  scoprirete tutto ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 
   
 
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