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Autore: Alekxsandros    03/08/2013    1 recensioni
Se il male esce per l'ultima volta, distruggilo per l'ultima volta.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una pallida atmosfera d’inverno il calesse avanzava tremolante sulla strada che costeggiava il bosco, scuro e folto dall’ombra tonante del silenzio, spodestando dalla loro posizione sassolini d'inerme vitalità, al cielo coperto di nubi cariche d’odio. Il destriero frustava pesantemente i cavalli ansimanti pieni d’ira, ma oramai era troppo per loro e pian piano stavano rallentando.
Il fango si attaccava alle ruote di ferro e piccoli schizzi neri balzavano sul mantello consunto del guidatore, infervorato ed emozionato d’una strana sensazione paurosa. Si guardava indietro all’unisono con le frustate, e il cappello gli volò via nella freschezza dell’inizio del manto vegetale. All’improvviso il cocchiere udì un rumore rombante dietro il calesse, e di sfuggita vide alcuni alberi spaccarsi e foglie volanti al vento gelante.
L’uomo girò le redini a sinistra e sì immerse in una radura riempita di buio e illuminata dalle lampade del mezzo. Sotto i rami avvizziti si guardò sopra la nuca e non vide altro che la notte sopraggiungere, inaspettata in quel momento. Riprese la ragione e regolò il ritmo del cuore; mentre avanzava, non udì più nulla e arrivato in fondo al sentiero, si diresse a destra in un grande piazzale di un'imponente villa adornata di sculture d’uomini lontani e da rifiniture tutt’intorno scolpite nella struttura, che rimandavano a felici forme naturali.
Parcheggiato il sontuoso calesse, l’uomo scese e andò immediatamente dietro sui sedili ad aprire una serratura immessa nel legno di noce. Sfoderò una chiave dalla tasca del mantello e la mise nella serratura, girò quattro volte in senso orario e si aprì un comparto sottostante i sedili. All’interno vi era una gemma color avorio con inciso questa parola: tyu.
Il cocchiere chiuse tutto e corse su per le scale e aprì la porta della villa rimanendo sull’uscio a osservare. Un buio tombale regnava all’ingresso e solamente una flebile luce di candela proiettava pallidi raggi luminescenti sul tappeto del lungo corridoio iniziale della villa. Sopra la porta di legno massiccio c’era scritto in caratteri cubitali: VILLA TYU. Le tende delle finestre delle stanze sul corridoio erano ferme e non si muovevano. Il cocchiere si diresse nella stanza, dove proveniva la luce alla sinistra in fondo al corridoio, prima di arrivare all’inizio della cascata di scale.
Bussò freneticamente ed entrò subito senza aspettare risposta. All’interno vi erano vari libri su un rozzo tavolo consumato dal tempo, una sedia color verde scuro, un armadio coperto da un velo di colore rosso, e un uomo, sulla settantina, steso su una poltrona lunga e comoda. Corse vicino all’uomo steso e gli disse accalorato ora: ”Padron Garden. E’ arrivato il momento. Questa è l’ultima occasione”. 
  
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