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Autore: aleari    03/08/2013    2 recensioni
Amber, una ragazza dolce che aspetta solo la fine.
Niall, un ragazzo pieno di speranze.
Hanno una cosa in comune: un tumore.
Il loro amore é più forte di tutto e di tutti, li salveranno?
Dalla storia:
˝-Niall, stiamo morendo- dissi.
-Tutti muoiono prima o poi, chi prima e chi dopo-
Risi.
-Come fai a trovare il lato positivo in tutto?- chiesi sbalordita.
Lo vidi alzarsi dal letto e avvicinarsi al mio. Mi sedetti e lo guardai avvicinarsi a me, mi prese il viso tra le mani e soffió sulle mie labbra -Tu per esempio sei il lato positivo di questa mia permanenza in ospedale- "
Il loro amore non finirà con la morte.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 1-


Chiusi gli occhi e ascoltai in silenzio i singhiozzi di mia madre. Pensava non avessi sentito nulla di quello che avevano detto i dottori, la realtà era che avevo sentito ogni cosa. Mi ritenevano troppo piccola per sapere, ma avevo sedicianni e dovevo sapere cosa ne sarebbe stata della mia vita, infondo era mia. Qualche minuto dopo vidi entrare nella mia stanza di ospedale una donna in carne, coi capelli ricci, castani e lunghi fino alle spalle.
-Allora?- chiesi.
-Non sanno nulla- ovvio che non sapevano nulla, nessuno sa mai nulla. Annuii, decisi di non insistere. Voltai lo sguardo verso il letto vuoto a fianco al mio. Da quando ero arrivata non ci era stato mai nessuno, la cosa non mi dispiaceva. Erano due settimane che mi trovavo lì, e da quanto avevo capito ci sarei rimasta ancora per molto tempo.
-Mamma, quanto devo restare qui?- feci finta di non sapere nulla.
-Ancora per diverso tempo, non ti preoccupare- Feci spallucce. Il silenzio caló di nuovo in quella stanza, ma venne rotto qualche secondo dopo da una voce che proveniva dal corridoio.
-217, 218. É questa la stanza, mamma- La porta si aprì e un ragazzo biondo e sorridente entró
-Ciao- salutai timidamente.
-Ciao, io sono Niall- il suo sorriso illuminó la stanza.
-Io sono Amber- Il mio sguardo lo seguì mentre sistemava le sue cose nell'armadio a fianco al letto. In tutto questo il suo sorriso non svanì, come poteva essere così contento? In fondo era in ospedale. E se era in quel corridoio, il motivo era solo uno e sicuramente non era positivo. Chiusi gli occhi e ricordai qualche attimo prima, ricordai quelle parole del dottore, quelle che distrussero il morale di mia madre. Dicevano "I risultati dicono solo una cosa, la ragazza non avrà più di dieci mesi di vita". Sospirai. In fondo se lo aspettavano tutti, il mio cancro non avrebbe sicuramente avuto un fine positivo, ma sentirselo dire chiaro e tondo non era sicuramente la cosa migliore. Le mie chemio erano passate da un pezzo e non era cambiato nulla, così ci eravamo arresi tutti.
-Amb, vado a casa- Annuii.
-Ciao mamma- le baciai la guancia e la guardai lasciarmi sola.
-Amber... mh, si mi piace questo nome- commentó il biondo un'ora dopo. Lo guardai malinconicamente.
-Come fai ad essere felice?- chiesi sospirando. Fece spallucce.
-Non posso farci niente, semplicemente vivo l'attimo, vivo quello che mi rimane- era un giusto ragionamento, ma non riuscivo a pensarla come lui. Scossi la testa.
-Non ho nessuno, non ho niente da vivere- Lo vidi guardarmi con occhi pieni di comprensione. -Dieci mesi- sbottai. Sorrisi, un sorriso falso. Tutto ció che in me poteva sembrare bello, era falso. Non rispose, non sapeva cosa dire. Era rimasto con la bocca mezza aperta per parlare ma si era bloccato
-se puó conosarti a me non rimane molto di più...- disse sedendosi sul letto
-no, non mi consola...- quello fu l'ultimo discorso con Niall in quella giornata. La notte non dormii pensando alle parole del medico. 10 mesi, come potevano rimanermi solo 10 mesi?! Io che volevo fare tante di quelle cose da grande, io che ero quella ragazza che non si abbatteva mai, io che avevo sempre il sorriso stampato sul volto, io che ero considerata una ragazza forte, ora, solo 10 mesi mi dividevano dalla morte. 10 mesi che, senza accorgermene, diventeranno sempre meno, fino a diventare giorni. Erano le 4 di mattina, ma nulla, non riuscivo a dormire. Mi rigiravo in quel letto con in testa quelle fottutissime 6 parole, con quella fottuta frase 'non vivrá più di dieci mesi'. Questo tumore mi ha rovinato la vita, questa merda di fegato non aveva nient'altro da fare che prendersi un tumore. Fanculo. Nessuno dei miei sogni si sarebbe mai relizzato. Non sarei mai diventata una cantante, MAI.
-perche non dormi?- una voce interruppe i miei pensieri, Niall aveva acceso la piccola luce sul comodino e mi guardava con gli occhi assonnati
-troppi pensieri...- dissi solamente
-vuoi parlarne?- disse alzandosi dal suo letto venendosi a sedere sul mio.
-non mi va di annoiarti con le mie stronzate- risposi guardando attenatamente ogni suo movimento
-io sono un ottimo ascoltatore, dimmi tutto- disse toccandomi una gamba.
-come ti ho detto prima, mi rimangono 10 mesi, e non riesco a non pensare a come la mia vita sia stata rovinata da uno stupidissimo tumore al fegato- dissi poggiando il mento sulle mani
-bhe, io ho un tumore ai polmoni, non sto molto meglio...- disse incrociando le gambe per mettersi seduto più comodamente
-tu avevi dei sogni Niall? Io si. Uno in particolare, il più bello. Volevo partecipare ad uno dei tanti talent show per cantanti. Volevo vedere il mio nome sui cd più venduti del mondo, volevo avere il mio posto nel mondo della musica- dissi puntando le mie iridi del colore della pece nelle sue color ghiaccio.
-se ho sogni? Io ho più sogni di quanti tu ne posso immaginare. E, anche se non ci crederai, anche io volevo un posto nel mondo della musica con la mia chitarra...- disse indicando con un cenno del capo la custodia ai piedi del suo letto
-suoni?- dissi con gli occhi illumonati
-si- disse alzandosi e prendendo la chitarra dalla custodia. Una chitarra semplice, ma allo stesso tempo bellissima. Con un incisione sul dorso, il suo nome, nulla di complicato. Iniziò a intonare qualche nota e inziò a cantare, aveva una voce angelica. Passamo così quella notte, ridendo e cantando. Finalmente qualcuno era riuscito a farmi tornare il sorriso. La mattina dopo eravamo stravolti, stare svegli tutta la notte non era proprio una cosa intelligente. Ma il sonno non ci avrebbe impedito di divertirci ancora.
-Amber! Muoviti! Se non ti sbrighi ci scopriranno!- disse con la testa fuori dalla porta per vedere se arrivavano i medici. Quella notte avevamo escogitato un piano per uscire un po dall'ospedale per prendere un gelato e ritornare senza essere visti. -eh arrivo un attimo- dissi mentre mi pettinavo i capelli davanti lo specchio del bagno. Raggiunsi Niall sulla porta e insieme ci avviammo sul corridoio dell'ospedale con fare vago.
-per me ci scoprono. Oddio ci hanno visti siamo fottuti- dissi io notando un infermiera che si avviconava a noi
-Amber taci, non ci hanno scoperti- disse Niall prendedomi a braccetto. Arrivammo fuori dall'ospedale
-cosa ti avevo detto?- disse Niall pavoneggiandosi
-lo andiamo a prendere questo gelato si o no?- dissi sbattendo il piede per terra e incrociando le braccia al petto
-certo signorina- disse porgendomi una mano che prontamente afferrai. Arrivammo alla gelateria più vicina e ordinammo un gelato enorme, che poi, si finì tutto Niall.

-ma si puó sapere dove un corpo come il tuo si è messo un kilo di gelato?!- dissi guardandolo con la bocca aperta. Eravamo seduti sotto un albero, Niall si alzò per andare a buttare ls coppa e tornò poco dopo. Quel ragazzo, era vermamente bello. Ci appoggiammo con la schiena all'albero e mi venne spontaneo appoggiare la testa sulla sua spalla. Lui non disse niente, ma vedevo con la coda dell'occhi il suo sorriso. Alzai la testa e la girai di scatto verso il biondo, anche lui girò la testa e ci ritrovammo faccia a faccia, i suoi occhi di ghiaccio puntati sui miei neri. Si stava avvicinando, ma io mi alzai di scatto.
-sarebbe meglio tornare in ospedale...- dissi porgendogli una mano per alzarsi che lui afferrò subito.
-gia, forse è meglio- disse sorridendo
-Dov'eravate signorini?- l'infermiera ci aspettava in stanza. Merda. Lasciai immediatamente la mano di Niall e cominciai a balbettare, mentre il biondo rispondeva tranquillo.
-Eravamo a fare un giro- era un genio, era la verità ma non aveva specificato dove.
-Avanti, visite mattutine- la signora taglió corto. Il telefono vibró sul mio comodino. Lo presi. —Mamma: Oggi non riesco a venire, piccola. Ti voglio bene— Non le risposi, ultimamente non poteva mai, fanculo. Buttai il telefono dove si trovava un attimo prima e mi voltai verso Niall. Una dottoressa stava maneggiando con il suo braccio. Cinque minuti dopo venne da me e mi ficcó un ago nella vena del braccio destro e un coso nel naso.
-Devo proprio?- chiesi.
-Si Amber- Sospirai.
-Dai, ti devi solo portare un palo in giro, nulla di grave- sorrisi.
-Niall, stiamo morendo- dissi.
-Tutti muoiono prima o poi, chi prima e chi dopo- Risi.
-Come fai a trovare il lato positivo in tutto?- chiesi sbalordita. Lo vidi alzarsi dal letto e avvicinarsi al mio. Mi sedetti e lo guardai avvicinarsi a me, mi prese il viso tra le mani e soffió sulle mie labbra
-Tu per esempio sei il lato positivo di questa mia permanenza in ospedale- Non feci in tempo a pensare al senso di quella frase, che delle labbra morbide si posarono sulle mie labbra. Qualcosa simile a dei fuochi d'artificio scoppiarono nel mio stomaco. Non mi mossi, non sapevo che fare. Non avevo mai baciato nessuno in vita mia, e quel suo gesto mi aveva spiazzata. La sua lingua cercó la mia, che a sua volta si fece trovare. Sentivo il suo respiro sulla mia guancia e i suoi denti che ogni tanto mi mordevano leggermente il labbro inferiore tra un bacio e l'altro. Non capivo niente, solo quando si staccó da me me ne resi conto e scoppiai a ridere.
-Tu sei pazzo- Rise anche lui.
-Mi abbracci?- chiese lui. Scesi da letto con un salto e lo abbracciai allegramente.
-Andiamo a fare un giro- dissi.
-Ricordati il palo della luce- risi. Prendemmo i pali e uscimmo dalla stanza. Niall lo tenné con la mano sinistra in modo da avere l'altra mano libera. Solleticó il mio palmo e intrecciai le mie dita tra le sue. Le nostre mani non si lasciarono finche non arrivammo al giardino dell'ospedale. Niall mi lasciò la mano e io rimasi ferma poi, si sedette su una delle poche panchine all'ombra e io lo seguii sdraiandomi con la testa sulle sue gambe. Inizió a toccarmi i capelli; io odiavo quando la gente mi toccava i capelli, ma quando sentivo il suo tocco mi venivano i brividi.
-deve essere bello...- dissi girando la testa verso una coppia di ragazzi che prendevano il gelato dove lo avevamo preso noi quella mattina. Niall mi guardo stranito
-cosa?- disse accarezzandomi il viso
-avere una storia d'amore, una normale, senza medicine o interventi...- dissi girando di nuovo la testa verso il biondo
-deve essere bellissimo...- disse fissando i ragazzi che si allontanavano dalla gelateria, riportò lo sguardo su di me
-pensa, quando guariremo, usciremo da qui e vivremo la nostra storia- disse fissandomi con quelle sue iridi ghiacciate. A quelle parole non dissi nulla, non avremmo vai avuto una storia seria, perche io non sarei mai guarita.
-pensa che bello, una volta cresciuti, andare a vivere insieme, in uno di quei piccoli appartamenti-
-ma io voglio un cane, un cane grande, che so, come un Terravova o un Pastore Maremmano...- dissi gesticolando con una mano
-ma certo- disse guardandomi negli occhi.
-c'è solo un problema, io non guarirò...- dissi mentre una piccola lacrima scorreva sulla mia guancia e cadeva sul prato
-no Amber, non devi dire così, nulla è impossibile e lo sai- disse indicando il mio tatuaggio sul dorso dell'avambraccio. 'nothing is impossible'
-nulla è impossibile apparte guarire un tumore al fegato- dissi piano. Lui mosse le gambe e io mi alzai, mi girai, lui mi prese il viso dalle mani e mi diede un lungo, lunghissimo bacio.
-noi guariremo insieme.- sibilò dopo il bacio. Stemmo li per ore, a parlare, a scherzare e a darci qualche bacio di tanto in tanto. Una cosa positiva questo tumore cel'aveva, mi aveva fatto conoscere questo fantastico ragazzo. Si stava facendo tardi, e io pian piano avevo sempre piu freddo. Niall mi accarezzò le braccia e sentii i miei brividi.
-piccola... Hai freddo?- disse fissandomi
-n-no...- dissi piano; mi aveva chiamata piccola, quel bellissimo biondo mi aveva chiamato 'piccola'. Solo Dio sa quello che successe nella mia testa quando pronunciò quella parola, quanti brividi lungo la schiena, ma quella volta, non erano per il freddo.
-dai, ritorniamo dentro- disse alzandosi e porgendomi un mano che afferrai subito. Tornammo in stanza come ci eravamo usciti, mano nella mano. Mi sedetti sul mio letto e lui si mise di fronte a me. Iniziammo a parlare, anche delle cose piu stupide e ridevamo dandoci baci che di casto avevavo bene poco. Un infermiera bloccò le nostre risate facendo il suo ingresso nella stanza e dicendo 5 semplici parole.
-ma state insieme voi due?- disse guardandoci con un vassoio in mano. Io e Niall strabuzzammo gli occhi, noi, noi eravamo fidanzati ?



-SPAZIO AUTRICI-
questa è la nostra seconda storia
speriamo davvero che vi piccia.
lasciateci un commento, vi preghiamo
anche piccolo. Grazie a tutte quelle che hanno
letto questo primo capitolo
Ciao (:
Ale&Ari

  
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