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Autore: mikyintheclouds    03/08/2013    6 recensioni
Alla luce di tutti gli spoiler che stanno uscendo in questi giorni, ho ipotizzato come potrebbe essere una scena tra Kensi e Deeks all'inizio della prossima stagione (la quinta). Piccolo avviso: se non avete visto l'ultima puntata della quarta stagione non leggetela perchè vi potreste spoilerare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Deeks era seduto sul divano fermo, lo sguardo puntato dritto davanti a se, rivolto al televisore spento.
Cartoni con residui di pizza e lattine di birra vuote erano sparsi dovunque attorno a lui, sul pavimento di quella casa buia in cui aleggiava un lieve odore di chiuso.
Chi fosse entrato non avrebbe mai riconosciuto l'appartamento, di solito pulito, ordinato e illuminato e, di certo, non avrebbe nemmeno riconosciuto la persona che vi abitava.
Aveva il volto livido e gonfio, occhi ombreggiati dal dolore e spenti, privi della solita bambinesca vitalità, la barba incolta e sicuramente non si lavava da qualche giorno.
Il fedele Monty era seduto sul divano accanto a lui, con il muso appoggiato sulla gamba, le orecchie basse e la coda ferma.
Anche lui sembrava triste e capiva che nel suo padrone qualcosa non andava, infatti da quando era tornato a casa dall'ospedale non l'aveva abbanbonato un solo istante, nonostante Deeks non lo portasse più fuori e non andasse nemmeno a fare surf da qualche giorno.
La sua tavola, infatti, era abbandonata contro la parete, sotto al quadro con i cani che giocano a poker, ancora sporca di sabbia e di sale.
Kensi la notò quando entrò nella casa del suo partner dopo aver scassinato la porta in seguito a diversi tentativi, fallimentari, di farsi aprire da Deeks.
Rimase sopresa da tutto quel caos, ma rimase ancora più sorpresa dallo sguardo perso e vuoto di Deeks quando gli si parò davanti per cercare di entrare nel suo campo visivo e farsi riconoscere.
Vide i lividi, alcuni dei quali ancora preoccupanti e vide il profondo taglio che andava dallo zigomo alla tempia e sospettò che non si sarebbe rimarginato tanto facilmente.
Quello che la colpì di più, però, furono le occhiaie scure che segnavano pesantemente i suoi occhi che avevano assunto una tonalità di blu che lei non gli aveva mai visto prima; erano cupi, mettevano quasi in soggezione. Non era difficile ipotizzare che non dormisse da giorni.
Si sedette piano accanto a lui e, delicatamente, gli pose una mano sulla spalla.
Deeks sentì i cuscini del divano abbassarsi e poco dopo avvertì il leggero peso di una mano sulla sua spalla e si riscosse velocemente dai suoi pensieri tornando in se e, mentre si girava, tra lo stupito e lo spaventato, verso il proprietario della mano, notò con sorpresa che si trattava di Kensi.
Quando era entrata? Era reale?
Scosse la testa frustrato mettendosi le mani nei capelli e allontanandosi da lei, costringendo Monty a scendere a terra.
Cosa gli stava succedendo? Come era arrivato al punto da non rendersi nemmeno conto di quello che succedeva attorno a lui? 
La sua vita era diventata un inferno da quando lei l'aveva salvato da Siderev e i suoi. All'inizio, ovviamente, era stato contento di rivedere Kensi, di rivedere la luce del sole che ormai pensava di doversi dimenticare per sempre, ma poi, quando era uscito dall'ospedale e si era ritrovato solo in quella casa, non c'era stato un solo momento in cui non avesse pensato alle torture, a quel posto.
Aveva paura. La verità era quella quella. Aveva una paura costante a fare qualsiasi cosa.
Perfino aprire una porta chiusa all'interno di casa sua gli costava fatica perchè temeva che al di là di essa ci fosse qualcuno che avrebbe ricominciato a torturarlo. Per questo motivo non riusciva nemmeno più a dormire, ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva quel posto, quella sedia, sentiva le mani dei suoi aggressori su di se, il sapore del sangue...
Kensi lo guardava preoccupata mentre, attanagliato dai pensieri, aveva ripreso a fissare il vuoto.
Sapeva che per lui sarebbe stato difficile recuprare, che non era abituato, ne addestrato a sopportare tutto quello che aveva passato, ma, forse un po' ingenuamente, credeva che gli sarebbe bastato qualche giorno di riposo per tornare quello di prima.
Si era rifiutato anche di parlare con Nate che aveva momentaneamente lasciato la sua missione per venire in loro soccorso e ore ci stava provando lei.
Doveva riuscirci, doveva farlo aprire, anche piangere magari, ma doveva riuscirci e non aveva intenzione di andarsene da li fino a quando lui non avesse parlato.
Glielo doveva. Lui le era sempre stato vicino nel momento del bisogno, le aveva dato tutto il suo appoggio in tutto e ora toccava a lei.
Per di più voleva che tornasse al lavoro il prima possibile. Non l'avrebbe mai ammesso di fronte a lui, ma le mancava e lo voleva di nuovo con se, perchè lui sarebbe tornato. Giusto?
"Deeks." Disse con voce calma, ma decisa.
Lui si voltò di nuovo verso di lei guardandola con occhi smarriti come se fosse una visione. Sembrava un bambino appena risvegliato da un incubo.
"Deeks." Ripetè lei sempre calma dissimulando la sua preoccupazione. "Sono io, Kensi. Tranquillo."
"Kensi." Mormorò lui.
"Si."
"Come sei entrata?"
"Ho scassinato la porta. Tu forse non sentivi il campanello e io avevo bisogno di vederti."
"Sto bene." Disse bruscamente spostandosi verso il bracciolo del divano per allontanarsi di più da lei.
"No, Deeks, non stai bene. Ti prego lasciati aiutare." Forse non era il modo più giusto, ma Kensi voleva essere chiara e schietta con lui.
"Perchè non mi racconti quello che ti hanno fatto?" Come Hetty le aveva suggerito, la maniera migliore per uscire da una tortura era raccontarla a qualcuno.
"Non c'è niente da dire."
"Non da quello che vedo." Replicò facendo riferimento ai lividi sul viso.
"Andiamo, Deeks, parlami. Sono tua amica oltre che la tua partner. Dimmi cosa ti hanno fatto."
Lui la guardò un po' sorpreso. Era forse la prima volta che lei si definiva sua amica, anche se indubbiamente lo era. Apprezzava il fatto che lo avesse detto.
Quanto alla storia dei partner forse non era il momento giusto per confessarle che stava pensando seriamente di tornare alla polizia e di lasciare l'NCIS dopo quello che era successo. 
Quello che era successo!
Come poteva parlarne con lei? Come poteva raccontarlo ad alta voce e renderlo nuovamente reale? Non bastava che ne fosse già costantemente perseguitato?
"Non posso dirtelo." Affermò infine.
Kensi, allora, cambiò tattica.
"Ho bisogno di saperlo. Avevo paura che fossi morto." Se ne uscì dopo qualche secondo di silenzio in cui stava riflettendo e si stupì da sola per aver detto quelle parole.
"Ti avevo promesso che non mi sarei fatto ammazzare. Non ho un buon feeling con la morte." Replicò lui sarcastico con una risata amara felice, però, delle parole di Kensi.
"Non è divertente Deeks. Non c'è nulla di cui scherzare, parlo seriamente. Ho avuto paura di perderti."
Nonostante le parole della ragazza lo colpirono profondamente, non potè trattenersi dallo sbraitare.
"TU?!" Esplose, infatti, cogliendo di sorpresa Kensi.
"TU HAI AVUTO PAURA KENSI?" Continuò gridando.
"Tu non sai cosa vuol dire avere paura. Tu non sai quello che ho passato! Mi hanno preso a pugni una, due, un'infinità di volte, mi hanno tagliato, mi hanno infilato qualcosa di freddo, duro e metallico in bocca e hanno stretto per tenermela aperta e ferma e, mentre uno mi trapanava le labbra, i denti e le gengive, l'altro rideva e godeva nel sentirmi urlare e più io urlavo e mi dimenavo e cercavo di resistere, più loro aumentavano la dose e l'intensità dei colpi.
Non contenti mi hanno preso a pugni e calci nello stomaco, sulle gambe, mentre avevo sempre in bocca quell'aggeggio infermale che mi impediva di deglutire e di respirare.
Sentivo il sangue colare da tutte le parti, ne avevo un po' raggrumato in gola e ne percepivo il sapore metallico e non potevo liberarmene.
Sapevo che la mia fine era vicina, mi avrebbero ucciso se non foste intervenuti voi e avevo paura di finire col cedere.
Mentre mi colpivano continuavano a ripetere la stessa, insistente domanda -Queen è un'agente?- e più io, testardamente, negavo, più loro infierivano su di me.
Ma non potevo e non volevo fare diversamente. Se avessi confessato, se avessi ceduto, avrei messo voi in pericolo, avrei messo Sam e Michelle in pericolo, li avrei fatti uccidere, vi avrei fatti uccidere e non potevo farlo.
Avevo sentito le sue urla, sai? Quelle di Sam mentre il suo corpo veniva piano piano bruciato su quella sedia e sapevo che il prossimo sarei stato io, ma non lo potevo tradire, non vi potevo tradire anche se tremavo dal terrore. Ho visto i suoi occhi, Kensi, mi pregavano in tutti i modi di non rivelare la verità, come se ci fosse qualche dubbio sul fatto che lo avrei fatto.
Ma ad un certo punto stavo cedendo, non ce la facevo più, a un certo punto ho quasi pensato di confessare."
La sua voce si incrinò e ricadde improvvisamente nel silenzio. Si girò verso Kensi e la guardò con gli occhi umidi di pianto.
-Si tratta di questo, allora.- pensò Kensi. -Non si perdona il fatto di aver quasi ceduto. Si crede un debole, ma non lo è. Non lo ha fatto, non ha parlato, ci ha salvato e Sam non gli ha nemmeno detto grazie. Dovrò fare un bel discorso con lui.-
Kensi lo abbracciò di slancio, commossa e sconvolta da quel racconto. Sentì la testa di Deeks insinuarsi tra la sua spalla e il collo mentre la stringeva a se e gli parlò con il cuore in mano, come non aveva mai fatto: "Non devi sentiri così, Deeks. Tu ci hai salvati, ci hai protetti, non sei un debole, non l'ho mai pensato e ti ringrazierò sempre per il sacrificio che hai fatto e anche Sam lo farà. Hai salvato la vita a sua moglie, a lui, alla sua famiglia, hai salvato noi e sono felice che ti sia confidato con me."
Mentre Kensi gli parlava sentì calde lacrime che passavano attraverso la maglietta e le bagnavano la spalla.
Era giusto così. Dopo quello che aveva passato aveva bisogno di sfogarsi e non l'avrebbe preso in giro per questo. Lui lo sapeva e proprio per quel motivo aveva deciso di lasciarsi andare.
Kensi lo fece sdraiare sul divano e si sdraiò a sua volta accanto a lui.
A poco a poco si calmò. 
I loro volti erano pericolosamente vicini mentre Deeks la guardava con gli occhi bagnati di lacrime.
"C'è una cosa che ti devo confessare, Kensi."
Kensi fece un cenno d'assenso come esortazione a continuare.
"Sai cosa mi ha impedito di crollare in quella stanza? Cosa mi ha permesso di resistere e sopravvivere?"
Non aspettò la sua risposta.
"Il ricordo del nostro bacio. Chiudevo gli occhi e vedevo te, sentivo le tue labbra a contatto con le mie e capivo che non dovevo cedere perchè avevo bisogno di te, di rivederti, di stringerti e toccarti. Non potevo perderti"
Kensi non rispose. Non era il momento per affrontare anche quell'argomento, ma era felice e appagata per quello che lui le aveva appena detto. Anche per lei quel bacio aveva significato molto, più di mille parole, di mille sguardi. Era stato quello il motore che l'aveva spinta a salvare Michelle prima e Deeks e Sam dopo.
Ma non glielo avrebbe detto. Non questa volta. Lui adesso aveva bisogno di riposo e doveva riprendersi al più presto per stare di nuovo al suo fianco.
Tutto il resto poteva aspettare.
Gli accarezzo il viso con una mano e poi lo abbracciò di nuovo decisa a rimanere con lui, stesa su quel divano, tra le sue braccia almeno fino al giorno dopo.
Deeks immerse il viso tra i suoi capelli e sentì il famigliare profumo di sole e polvere da sparo che conosceva, che amava e che lo faceva sentire a casa.
Con lei tra le braccia, il calore del suo corpo che gli ridava vita, il suo profumo che lo calmava, chiuse gli occhi e, per la prima volta da giorni, si addormentò.
 
 
 
 
 Ciao!! Sono tornata =) Spero che questa nuova fic vi sia piaciuta e ringrazio come sempre tutti i lettori e tutti quelli che recensiscono, in particolare LadyDeeks che è una mia grande amica e Densi con cui sto impazzendo a ipotizzare cosa possa succedere nella nuova stagione.
Mi scuso se ci dovessero essere errori di ortografia e/o di grammatica. =P
Fatemi sapere cosa ne pensate. Bacioni! =D 
 
  
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